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Coronavirus, Calabria in testa per sperimentazione farmaco Ruxolitinib

CATANZARO – «La Calabria è la prima regione in Italia ad aver richiesto e ottenuto di poter utilizzare il Ruxolitinib per il trattamento di pazienti affetti da Covid19. Il farmaco, attualmente, viene usato in ematologia per le sindromi mieloproliferative croniche». Lo rende noto il dipartimento Dipartimento Tutela della Salute, Politiche Sanitarie della Regione Calabria

«Si tratta – informa una nota – di una terapia sperimentale, partita lo scorso 27 marzo, autorizzata dal Comitato Etico regionale, che vede interessati, al momento, tre pazienti ricoverati presso il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Cosenza. Per tutti e tre i pazienti si è notato un miglioramento clinico e dei dati obiettivi di laboratorio, mentre due di loro non hanno più avuto bisogno di ossigeno dopo due giorni di trattamento.Lo studio è stato ideato dai dottori Mendicino e Botta dell’U.O. Ematologia di Cosenza e dal Prof Marco Rossi dell’Università Magna Graecia e sarà esteso, anche, agli altri ospedali della regione. Pur con le dovute cautele, i primi dati sembrano essere molto incoraggianti. Pertanto si prevede nei prossimi giorni di poter trattare un maggiore numero di pazienti».

Anche in provincia di Cosenza la Giornata di Raccolta del Farmaco

COSENZA – Sabato 9 febbraio 2019 si terrà in tutta Italia la XIX edizione della GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco. Nelle 34 farmacie della nostra provincia che aderiscono all’iniziativa e ne espongono la locandina, sarà possibile, grazie alle indicazioni del farmacista e all’assistenza di quasi 200 volontari, acquistare uno o più medicinali da banco da donare alle persone indigenti. I farmaci acquistati saranno consegnati direttamente ai 23 enti assistenziali del nostro territorio convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico – Sede Provinciale di Cosenza.

L’anno scorso, durante la GRF 2018, sono state raccolte nella nostra provincia quasi 1.500 confezioni di
farmaci per un controvalore di quasi 8.500 euro, grazie ai quali sono state aiutate 2.000 persone bisognose della provincia di Cosenza. Durante lo scorso anno, gli enti hanno fatto richiesta a Banco Farmaceutico di xxx medicinali.

La GRF si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, in collaborazione con Aifa, Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute, Assogenerici e BFResearch L’iniziativa è realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo (Partner Istituzionale), Teva, Doc, EG EuroGenerici, Comieco, Mediafriends, Responsabilità Sociale Rai e Pubblicità Progresso.

Queste le parole della Dott.ssa Annalisa Filice, delegata per la sede provinciale del Banco Farmaceutico
di Cosenza: «La drammatica situazione sociale della Calabria, prima di riempire, come accade ormai
quotidianamente, le prime pagine del giornali, riempie di apprensione i nostri cuori. Secondo l’ultima rilevazione ISTAT la Calabria è la regione più povera d’Italia, con oltre un terzo delle famiglie sotto la soglia di povertà relativa, ed è il valore peggiore registrato dal 2005.

Questa è la coscienza che ha originato quella “cultura del dono” che nel nostro Paese si è espressa in migliaia di opere caritative, moltissime anche nella nostra terra, che, anche grazie al lavoro di Banco Farmaceutico di Cosenza,  riescono ad assistere migliaia di famiglie. Per questo noi crediamo che partecipare alla GRF, costruire insieme il Banco Farmaceutico, significhi realizzare il bene comune.
Ed i numeri di quest’anno mostrano come questa consapevolezza sia contagiosa e crescente: nella provincia di Cosenza parteciperanno quest’anno alla GRF il 48% in più delle Farmacie e quasi il doppio dei volontari, questo consentirà di servire più enti, il 15% in più rispetto allo scorso anno, che ci hanno espresso un fabbisogno di farmaci molto maggiore: quasi 6.500 pezzi con un aumento del 35% che magari non riusciremo a colmare – l’anno scorso la raccolta ha soddisfatto il 30% del fabbisogno – ma siamo certi che costituirà una luce piena di positività per tutti noi.»

In Calabria la sperimentazione di un nuovo farmaco antitumorale grazie ad un’associazione reggina

SIENA – Continua la sperimentazione del farmaco antitumorale TSPP, grazie all’accordo tra Università di Siena e associazione ARCO di Reggio Calabria.

La ricerca su una cura antitumorale che ha già iniziato la sperimentazione clinica con risultati promettenti potrà continuare, grazie ad un accordo tra l’Università di Siena e l’associazione ARCO di Reggio Calabria.

È la prima volta che un’associazione di familiari di pazienti oncologici contribuisce a finanziare un brevetto, contribuendo così attivamente alla sperimentazione clinica e allo sviluppo di un farmaco.
Il prodotto TSPP (Thymidylate synthase poly-epitope peptide) è un farmaco biologico della classe dei vaccini antitumorali, che agisce favorendo una risposta immune verso le cellule tumorali, creato alcuni anni fa nei laboratori dell’Università di Siena e dell’Azienda ospedaliero universitaria senese, principalmente dal dottor Pierpaolo Correale e dalla professoressa Mariagrazia Cusi, in collaborazione con il professor Luigi Pirtoli, e brevettato dall’Ateneo.
Il prodotto è già stato sperimentato in una prima fase su 52 pazienti, di cui 42 affetti da cancro del colon-retto ad uno stadio avanzato, con buoni risultati. Gli esiti della sperimentazione clinica sono stati pubblicati a più riprese. L’articolo più recente è pubblicato sulla rivista scientifica “Oncotarget” nel 2018, firmato dai principali autori dello studio, Correale e Cusi, insieme a numerosi colleghi dell’Università di Siena e dell’Azienda ospedaliero universitaria senese.

La fase 2 della sperimentazione permetterà di valutare il prodotto su un numero maggiore di pazienti, focalizzandosi sui tumori colorettali, dando così risultati più certi sulla sua efficacia.

«Questa terapia può rappresentare una speranza in più per chi soffre di questa grave patologia, in quanto permette di migliorare la qualità della vita dei pazienti e rallentare la progressione della malattia, con un sostanziale prolungamento della sopravvivenza. Inoltre, già nella prima sperimentazione abbiamo osservato in alcuni casi la regressione del tumore – spiegano i ricercatori -. E’ dunque molto importante che si possa finanziare la fase 2 di sperimentazione, per una valutazione obiettiva dell’efficacia di questo prodotto in campo oncologico, al fine dello sviluppo clinico e industriale».

Nei giorni scorsi i delegati dell’Università di Siena e dell’associazione ARCO si sono incontrati per la firma dell’accordo, promosso dal Liaison Office di Ateneo, che concede all’associazione un’opzione di due anni sul brevetto, per finanziarlo e promuoverlo nella sperimentazione clinica e contribuire a svilupparlo ulteriormente per proporlo sul mercato.

Grazie al dottor Correale, che è attualmente direttore dell’Unità operativa di oncologia dell’ospedale metropolitano di Reggio Calabria, e all’associazione ARCO che opera a Reggio Calabria, la fase 2 della sperimentazione avverrà su pazienti ricoverati in Calabria e in altri centri che aderirranno, mentre l’analisi dei risultati sarà svolta in collaborazione con l’Università di Siena.

All’incontro con il rettore dell’Università di Siena Francesco Frati hanno partecipato il presidente dell’associazione ARCO Francesco Provenzano, Pierpaolo Correale, direttore dell’Unità operativa di oncologia dell’ospedale metropolitano di Reggio Calabria, la professoressa Maria Grazia Cusi, microbiologa del dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena, il professor Luigi Pirtoli dell’Università di Siena, già direttore del dipartimento oncologico dell’Azienda ospedaliero universitaria senese.