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FP-CGIL Calabria: «Chi autorizza all’Arsac il pagamento dei dirigenti scaduti?»

CATANZARO – Lo scorso 31 maggio si è riunita l’assemblea della FP-CGIL Arsac che per attivare le procedure per il rinnovo del comitato degli iscritti per come previsto dal documento di auto-riforma della categoria.

L’assemblea, tenuta in presenza della segreteria  constata, nonostante la firma dell’ultimo contratto decentrato integrativo, lo stallo preoccupante delle relazioni col quadro dirigente aziendale e con il Di.to Agricoltura della Regione Calabria, quest’ultimo sordo finora alle richiesta di confronto sulle strategie di intervento alla luce della legge regionale n. 66/12 di istituzione dell’ARSAC.

«Nei giorni scorsi – si legge nella nota di FP-CGIL Calabria – abbiamo segnalato che all’Azienda Regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura Calabrese, in deroga alla normativa che informa la pubblica Amministrazione, hanno responsabilità dirigenziale due funzionari, i cui incarichi sono scaduti a inizio maggio. Dopo incarichi della durata di 3 anni quei funzionari erano stati prorogati per ulteriori due annualità (art. 19 D. Lgs. 165/01). A proroghe scadute, comunque, pare che sia assolutamente normale per il Direttore Generale non avviare le procedure concorsuali ovvero le selezioni sulla base di comparazione dei curricula, per assicurare gestione ordinaria dell’Azienda! Non si ha alcuna notizia in ordine a questi importati adempimenti.

Di più – prosegue la nota – accanto al rischio concreto della nullità degli atti che, comunque, sono stati firmati nel frattempo pare proprio che gli stessi dirigenti abbiano percepito la mensilità di maggio come dirigenti e non come funzionari quali sono.

Noi denunciamo un possibile danno erariale. D’altronde è impossibile rintracciare sul sito istituzionale Arsac gli emolumenti percepiti dal quadro dirigenziale , così come abbiamo per tempo denunciato alla  Regione Calabria e all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANA).

Riteniamo non più procrastinabile giungere alla chiarezza ed al ritorno del rispetto delle regole, convinti come siamo che la trasparenza nella Pubblica Amministrazione rappresenta un fattore imprescindibile per sovvertire facili luoghi comuni imperanti nell’immaginario collettivo e lesivi delle buone pratiche quotidiane della stragrande maggioranza di lavoratori e lavoratrici che operano all’interno della stessa.»