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La Lira calabrese e i ritmi della tradizione nelle musiche degli “Akusma”

REGGIO CALABRIA – E’ uno strumento antichissimo, che giunse in terra calabra tra l’XI e il XII secolo con i greci. La leggenda vuole che il primo a costruirla sia stato il dio Mercurio, il quale in giovane età,  privò una tartaruga del suo guscio, tendendovi all’interno sette corde di budello di pecora; successivamente donò lo strumento ad Apollo, che a sua volta lo cedette al figlio Orfeo il quale divenne talmente abile al punto da riuscire ad ammansire gli animali feroci e indurre alla commozione persino le divinità degli inferi.

Stiamo parlando della “lira” lo strumento cordofone ad arco, meglio conosciuto come “calabrese” in quanto strumento musicale tradizionale caratteristico di zone della Calabria, quali l’area della Locride e l’area del Monte Poro.  Si presenta con il corpo ricavato da un unico blocco in legno di abete rosso, con tre corde; viene suonata ad arco, seduti e con lo strumento appoggiato fra le ginocchia. Molto usata nel periodo medievale, la lira è stata per diversi secoli uno strumento poco conosciuto, per ritornare in voga tra gli anni ’70 e ’80, in Calabria in particolare, dove ad oggi esistono i veri pochi artigiani costruttori e insegnanti dello strumento.

Rimane ad oggi poco conosciuto e di nicchia, seppur, per via della sua antica storia e del suo forte legame con le musiche della tradizione popolare,  sia parte integrante delle radici culturali della Calabria.

Da qualche tempo si esibisce in Calabria un gruppo musicale che vede tra i propri componenti uno dei volenterosi e appassionati giovani che oggi studiano per perfezionare la tecnica della lira; si tratta degli Akusma gruppo con la passione per i ritmi della tradizione popolare, di cui fa parte Giuseppe Ceravolo, giovane studente all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e musicista di lira calabrese per l’appunto, con il quale abbiamo deciso di scambiare qualche impressione in merito alla passione e allo studio di un così singolare strumento.

Come nasce la tua passione per la lira?

Fin da  piccolo sono stato attirato dalla musica tradizionale calabrese. Nonostante in famiglia nessuno suonasse alcuno strumento tipico, sentivo il desiderio di possederne almeno uno, mi sarei accontentato anche di un semplice tamburello.
Fu cosi che i miei, inizialmente per gioco, me ne comprarono uno, rendendosi cosi conto anche loro del mio serio interesse su questo genere musicale. All’età di 16 anni iniziai a seguire alcune lezioni di un corso base di organetto diatonico a due bassi, iniziando così a prendere confidenza con questo tipo di “suono tradizionale”.
Da tre anni a questa parte mi sono letteralmente appassionato della Lira calabrese, strumento tradizionale di origine greco-bizantina. In un primo momento mi sono limitato ad allietare le serate di festa tra amici e parenti, per poi realizzare il mio sogno entrando a  fare parte di un gruppo composto da musicisti con cui condividere la passione per questa musica.

Esistono in Calabria dei corsi specifici per imparare a suonare la Lira? Quale la tua esperienza al riguardo?

Da qualche anno a questa parte sono nati parecchi corsi di lira calabrese, istituiti da diversi maestri che hanno coltivato questa passione.  Io ho inizialmente frequentato le lezioni individuali del maestro Domenico Macri, perfezionandomi successivamente da autodidatta principalmente attraverso la pratica.

Pare che da vent’anni a questa parte si sia verificata una sorta di “riscoperta” di questo strumento. Quanti (sulla base della tua esperienza) i musicisti che, come te, oggi si dedicano allo studio di questo strumento?

Negli ultimi anni ho potuto riscontrare un crescente interesse nei confronti della lira  da parte di musicisti di  tutte le fasce di età, in particolare dai giovani. Devo dire che si tratta di una preziosa riscoperta che ha portato al risveglio di questi suoni ormai perduti. Molte sono le persone che oggi si cimentano a suonare la lira, da coloro che magari non hanno mai avuto a che fare con la musica, ai musicisti di professione i quali sono maggiormente stimolati allo studio dello strumento legato alla sua storia ed alla sua riscoperta.

Gli Akusma impegnati con una serie di concerti in tutto il territorio regionale, si esibiranno stasera (22 agosto) a Bagnara Calabra (RC) in occasione della semifinale del “Premio Mia Martini” nella sezione”Etnosong” con il brano “Matrimoniu Anticu“.

Giovanna M. Russo