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Cosenza si posiziona al 4° posto tra le città più verdi d’Italia

COSENZA – Cosenza scala le classifiche nazionali per la città più verde d’Italia, posizionandosi al quarto posto  dopo Reggio Emilia (salita dalla quinta posizione e sempre in testa nelle piste ciclabilie) Mantova e Trento che conferma la sua “medaglia d’oro”. Palermo e Catania in coda: in sette degli ultimi dieci posti ci sono centri del Sud, con l’eccezione di Alessandria, 102esimo posto su 105 e – come detto – Cosenza che sale ai piedi del podio.

Caso vuole che la classifica arriva proprio durante la conferenza Cop26 a Glasgow, i dati della 28ª edizione rapporto Ecosistema urbano, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, fotografano le performance verdi di 105 città capoluogo di provincia nel 2020, quando il Covid era nel pieno della sua prima ondata e il lockdown aveva “congelato” tutti gli spostamenti degli italiani e non solo.

 

Forum “CompraVerde Buy Green”, presente anche la regione Calabria

ROMA – Il Dipartimento regionale all’ambiente e la Stazione Unica Appaltante hanno rappresentato – informa l’ufficio stampa della Giunta –  la Regione Calabria nell’XI edizione del Forum CompraVerde-BuyGreen, che si è svolto a Roma nei giorni 12 e 13 ottobre. L’evento, dedicato a politiche, progetti, beni e servizi di Green Procurement pubblico e privato, è promosso dalla Fondazione Ecosistemi, in collaborazione con il Ministero dell’ambiente, con il Coordinamento Agende 21 locali italiane, Unioncamere, CONAI, Banca popolare etica, ICLEI. La Regione è stata invitata per esporre l’attività e la metodologia adottata per l’organizzazione del percorso formativo specialistico sul GPP, ritenuto innovativo e qualitativamente efficace, erogato alle Stazioni Appaltanti del territorio calabrese nel primo semestre 2017. I dirigenti dei settori regionali Gabriele Alitto, del Dipartimento ambiente, e Elvira Costantino, della SUA, che hanno organizzato i seminari con la collaborazione del settore formazione, hanno illustrato la tematica nel corso del seminario sul tema “La formazione come azione propedeutica all’implementazione del GPP. L’esperienza della Regione Calabria”. Particolare rilievo è stato dato ai risultati raggiunti dall’iniziativa, misurati attraverso rilevazioni di gradimento degli utenti. Inoltre, è stato messo in evidenza che la metodologia utilizzata può costituire un modello formativo di riferimento replicabile in altri contesti territoriali e costituire una buona pratica di diffusione di saperi orientati alla riduzione degli impatti ambientali e allo sviluppo sostenibile. Per ulteriori notizie si può consultare il sito www.forumcompraverde.it/seminari-formazione.

I R.E.M. e il loro (ever)Green

R.E.M. – Green 1988 Warner Bros

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Dopo cinque anni con un’etichetta indipendente, i R.E.M. firmano con la Warner Bros. Records. Segno che qualcosa nella loro carriera sta cambiando. Siamo nel 1988.
La loro uscita discografica precedente, Document, presentava sonorità punk che negli Stati Uniti sembravano non riuscire a trovare spazio e questa perseveranza premia i quattro ragazzi di Athens con la copertina di Rolling Stones.

E poi? Cambiamento, dicevamo.

Green, infatti, è un album di transizione verso quel successo mondiale che si realizzerà con Out of time e che poi verrà consacrato col capolavoro Automatic for the people. Ciò non toglie che un album, per quanto di transizione, o forse proprio per il suo esserlo, possa rappresentare un piccolo gioiello in una discografia. Inizialmente doveva trattarsi di un album doppio – una parte acustica e un’altra elettrica – ed effettivamente questa divisione rimane, tra schitarrate sfacciate e linee melodiche che percorrono un intero brano. Questa intelligente commistione di sonorità pop e folk, intessute su altre di tipo indie, non tolgono certamente spazio a testi di piena denuncia sociale. Già il solo titolo dell’album è un doppio richiamo al colore scelto dagli ambientalisti, che è anche quello dei dollari.

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Alcuni degli esempi più evidenti sono Get up, un invito ad alzarsi dal divano di casa e a far sentire la propria voce, e soprattutto World leader pretend, brano chiaramente contro Reagan, che insomma… traducete il titolo!
I testi giocano un ruolo interessante anche nel brano di apertura che è Pop song 89, dove la band che, ripetiamo, si preparava alla scalata al successo, sfotte proprio gli ascoltatori del pubblico di massa (Hello, how are you? / I know you, I knew you / I think I can remember your name). Coesistono anche venature intimiste, che prendono forma in un’altra perla come You are everything, dove viene cantato in chiave introspettiva il terrore per il mondo che sta nascendo e i riff spiazzanti e psichedelici dell’outro I remember California.

Chiamatelo album politico, chiamatelo album di transizione. Fate come vi pare. Green è uno dei cardini della discografia di un gruppo che ha sempre mantenuto la propria dignità artistica, anche nell’insidioso mondo delle major. E tiene ancora oggi il passo di molte altre produzioni, a distanza di 28 anni. Intanto speriamo che Stipe ci ripensi.

Speriamo di rivederli presto assieme.

Gianluca De Serio