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Tutela dell’habitat, la regione stanzia tre milioni di euro

CATANZARO – Si è concluso il percorso amministrativo che rende disponibili importanti risorse comunitarie per interventi concreti di tutela ambientale.

L’iniziativa rientra nell’articolata strategia regionale per la biodiversità che il Dipartimento ambiente e territorio ha messo in atto sia per finalità conservazionistiche che per la valorizzazione turistica dell’immenso capitale naturale regionale. Nello specifico, per la tutela della biodiversità terrestre e marina sono stati selezionati, a seguito di avviso pubblico, 41 progetti che riguardano i siti di interesse comunitario (SIC) presenti in Calabria.

Complessivamente 3 milioni di euro da destinare a  progetti a sostegno degli habitat e delle specie incluse nelle Direttive europee. Sostegno a centri di recupero animali feriti, ripopolamento di specie a rischio di estinzione, creazione o ripristino di zone umide e, non ultimo, rimozione straordinaria  di rifiuti nei siti di grande valenza naturalistica. In ambiente marino gli interventi riguardano  la realizzazione di strutture di contrasto della pesca a strascico, strutture di ripopolamento, ripristino e mantenimento di dune e zone umide retrodunali, pulizia dei fondali.

L’iniziativa è frutto di un confronto costante con tutti i portatori di interesse in tema di tutela ambientale, dalle Associazioni Ambientaliste agli Enti gestori delle aree protette e ai Consorzi di bonifica.

La realizzazione dei singoli progetti consentirà, da una parte a perseguire concreti  obiettivi di tutela e, dall’altra, di accrescere la consapevolezza dell’importante  ruolo ambientale, economico e sociale svolto da rete natura 2000, attraverso l’informazione e la sensibilizzazione rispetto alle tematiche oggetto dell’iniziativa.Tutti gli interventi saranno realizzati sulla base di specifici crono programmi di attività, entro il primo semestre del 2019.

Il Presidente della Giunta Mario Oliverio e l’Assessore Regionale all’Ambiente Antonella Rizzo, in occasione della firma delle Convenzioni, si confronteranno con i responsabili dei progetti selezionati,  l’ 11 ottobre prossimo alle ore 11 presso la Cittadella Regionale.

L’occasione sarà utile anche per fare il punto sullo stato di attuazione del progetto “monitoraggio degli habitat e delle specie”,  che vede coinvolti, insieme al Dipartimento ambiente,  i Parchi nazionali e regionale, le Riserve regionali, l’Arpacal e le università della Calabria e che mira a rafforzare il quadro di conoscenze del patrimonio ambientale calabrese.Sarà inoltre presentato e distribuito il volume “ Elenco degli alberi monumentali della Calabria

Domani incontro tra Irene Sisi e Claudia Francardi: La vedova del carabiniere ucciso dopo un rave party e la madre dell’omicida

Irene Sisi_e_Claudia FrancardiVenerdì 3 luglio incontro al Parco Impastato con Irene Sisi e Claudia Francardi, la prima è la vedova del carabiniere ucciso dopo un rave party e l’altra è madre dell’omicida. Irene Sisi e Claudia Francardi; due donne unite dal dolore e dalla forza del perdono. Saranno loro le protagoniste dell’incontro che si terrà venerdì 3 luglio alle ore 20,30 nell’auditorium del parco “Impastato” a Lamezia Terme e organizzato dall’Azione Cattolica – Parrocchia San Raffaele in collaborazione con Lions Club Lamezia e Habitat. Un incontro dibattito molto toccante, quello tra la vedova del carabiniere ucciso dopo il rave party e la madre dell’omicida, che rappresenta una testimonianza  molto forte di fede e di perdono. Claudia Francardi, 45 anni, e Irene Sisi, 39 anni, sono due donne divise da una tragedia: una è la vedova dell’appuntato Antonio Santarelli, ridotto in fin di vita ad un posto di blocco e morto dopo un anno di coma nel 2012, l’altra è la mamma di Matteo Gorelli, 22 anni, il giovane aggressore, che per quella morte sta scontando 20 anni in una comunità di don Mazzi. Insieme hanno dato vita all’associazione “AmiCainoAbele”: insieme stanno girando l’Italia far sì che la loro vicenda diventi un seme fecondo per altri e per diffondere la cultura della riconciliazione. Che passa attraverso alcune parole che stanno alla base del progetto: verità, responsabilità, compassione. Il perdono, infatti, è un fatto personale, ma può nascere dentro un cuore preparato e all’interno di una situazione in cui la giustizia fa il suo percorso. Verità e responsabilità: quella che ha detto Matteo e che Matteo si è assunto. Se anche in sede processuale la verità non fosse emersa fino in fondo e Matteo non avesse compiuto un percorso di consapevole pentimento, non ci sarebbe stato un «dopo» diverso da quello che sembrava già scritto: una storia di dolore in sopportabile, capace solo di «congelare» ciascuno nel proprio dramma.  Da questo percorso di discesa nell’inferno del male, la risalita è diventata invece un percorso di resurrezione, che può guarire “Caino” e “Abele” e può aiutare tanti altri a sperimentare che il perdono non è utopia, non è per gente “debole”, ma per chi ha testa e cuore, per chi sente dentro di sé che c’è una strada percorribile, per quanto stretta e piena di insidie e dentro una vicenda che stordisce c’è un pertugio e una ferita enorme, che ancora fa male, ha però potuto trasformarsi in una feritoia dalla quale filtra quel tanto di luce che ha permesso il perdono.