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Marco Caforio, «Ingegneria tissutale, nuova frontiera dell’ortopedia moderna»

COSENZA – E’ uno dei settori terapeutici più all’avanguardia in campo medico particolarmente legato a tessuti e organi. L’ingegneria tissutale – nuova frontiera anche in ambito ortopedico – è oggi uno degli strumenti più utilizzati dalla medicina rigenerativa, consistente nel rimpiazzamento di cellule, tessuti e organi riutilizzati per ripristinare le normali funzioni dell’organismo.

«In ortopedia – spiega il dott. Marco Caforio –brillante chirurgo ortopedico originario della Brianza trasferitosi da poco più di un anno a Cosenza dove presta servizio alla Clinica Scarnati- l’utilizzo di questo particolare e innovativo strumento di rigenerazione è assai diffuso». E nell’ambito dell’ingegneria tissutale rilevanza assume l’utilizzo dei biomateriali, argomento sul quale il dottore Caforio ha tenuto, nei giorni scorsi, un seminario al Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Università della Calabria dal titolo “Biomateriali in Ortopedia e Traumatologia”.

«I biomateriali – dice il dott. Caforio – sono ideati per relazionarsi con i principali sistemi biologici al fine di valutare e dare supporto o anche sostituire in alcuni casi, un qualsiasi tessuto, organo o funzione vitale. E’ necessario però distinguerli in base alla loro destinazione, alla loro conformazione, al loro uso temporale, ai loro effetti sull’organismo, alla loro evoluzione storica e, in ultimo – ma non meno rilevante- al tipo di materiale utilizzato. E Sebbene rappresentino oggi un importante e moderno traguardo in campo biomedico i biomateriali hanno una loro storia che si è evoluta nel corso degli anni. Oggi il biomateriale che viene utilizzato in chirurgia deve fungere da stimolo per avere determinate risposte da parte dell’organismo».

LA CLASSIFICAZIONE DEI BIOMATERIALI: I METALLI

«Tra i materiali più utilizzati in chirurgia ortopedica– come ha chirtito il dott. Caforio agli studenti dell’Unical durante il seminario – ci sono i metalli: i più diffusi sono rappresentati dalle Leghe di Titanio, largamente usate per lo sviluppo di placche o chiodi per la sintesi di fratture, o altre Leghe metalliche sfruttate per l’impianto di protesi alle articolazioni, dove giocano un ruolo significativo oltre che la resistenza a corrosione e fatica, anche e soprattutto il modulo elastico»

I POLIMERI

Assai adoperati sono poi i biomateriali polimerici, grazie alla loro biocompatibilità. «Il nylon ad esempio – spiega il dottore– è utilizzato per le suture non riassorbibili, il polietilene come “ingranaggio” articolare interposto tra due componenti protesiche. Altri materiali sono poi le piccole vitine polimeriche usate nella traumatologia sportiva, come fissazione di legamenti o nella ricostruzione dei tendini della cuffia dei rotatori. L’unico problema di questi ultimi, ancora presente, è rappresentato dal controllo della loro velocità di degradazione in ambiente biologico».

I BIOMATERIALI CERAMICI

Tra le caratteristiche che contraddistinguono i biomateriali ceramici vi è certamente la fragilità, la poca duttilità, la resistenza all’usura, la buona trasmissione dei carichi e l’essere bioinerti. Tra i biomateriali ceramici assume importanza l’idrossiapatite, un materiale che ripropone la fase minerale dell’osso e induce uno stresso legame chimico tra impianto e osso ospite.

I BIOMATERIALI BIOLOGICI, LA NUOVA FRONTIERA DELL’ORTOPEDIA MODERNA

La vera frontiera anche in campo ortopedico è però rappresentata dai biomateriali biologici, utilizzati per la rigenerazione dei tessuti. Tre i principi cardine di questa tipologia di materiali sul tessuto osseo: l’osteoconduzione ( di cui fa parte l’idrossiapatite),  l’osteoinduzione e l’osteogenesi. Rientrano nella seconda sfera le BMPs (Bone Morphogenic Proteins), proteine che inducono un processo biologico a cascata atto a formare nuovo tessuto, in questo caso osseo.

GLI SCAFFOLDS, ALTRO PASSO IN AVANTI

Altro importante passo dell’ingegneria tissutale è basato poi sull’impianto di scaffolds, supporti porosi realizzati con materiali biocompatibili capaci di favorire l’adesione e la proliferazione cellulare fino alla formazione del nuovo tessuto. «Esistono diverse tipologie di scaffolds – dice il dott. Caforio- naturali, sintetici e artificiali e sono particolarmente utilizzati per colmare i difetti cartilaginei. Grazie a questa tipologia di biomateriali – che sono tra l’altro biodegradabili e permeabili- siamo in grado di trattare diverse patologie».

L’IMPORTANZA DEI Growth Gactors

Negli ultimi anni, poi, si sono sviluppati diversi studi sui fattori di crescita, meglio noti come growth factors, vale a dire delle proteine in grado di stimolare la proliferazione e la diffusione delle cellule, contenute nel gel piastrinico. «Le infiltrazioni di PRP– conclude il dottore- sono una promettente alternativa a diverse terapie oggi presenti in campo medico e sono destinate a divenire un importante traguardo non solo in ambito ortopedico, ma medico in generale».