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Inquinamento Mar Tirreno: risponde il Comitato Mare Pulito di Paola

Nei giorni scorsi, date le numerose segnalazioni pervenute dai bagnanti dall’inizio dell’estate ad oggi, la nostra redazione si faceva portavoce della situazione incresciosa che riguarda la costa Tirrenica Calabrese. Ad oggi, apprendiamo ulteriori ed interessanti sviluppi dal Comitato Mare Pulito di Paola che ringraziamo per la disponibilità all’intervista, sperando che la battaglia intrapresa sia fonte di sviluppi positivi. Di seguito l’intervista integrale:

Da diversi giorni si evince un livello di inquinamento del mare Tirreno ed in particolare della zona di Paola, al di sopra delle righe. Diversi bagnanti hanno riscontrato nei giorni scorsi, la presenza di topi morti galleggianti in mare e diversi escrementi sulla spiaggia. Siete al corrente della situazione? Se sì come vi state muovendo, in concreto, per la gestione del problema?

Siamo purtroppo al corrente del problema, e come noi lo sono le istituzioni, che sembrano ignorarlo. Al mare, che rappresenta la nostra risorsa più bella, sono da troppo tempo riservate scarsa tutela e attenzione. Il Coordinamento Mare Pulito del Tirreno nasce dunque dall’esigenza dei cittadini di riqualificare tale bene comune. Il Coordinamento, nato lo scorso maggio, vanta l’adesione di numerose associazioni impegnate sul territorio e di singoli cittadini sensibili alle tematiche ambientali, che condividono l’insoddisfazione ed il bisogno di attivarsi per arginare il degrado in cui versano le nostre coste, degrado che riduce drasticamente le opportunità turistiche del nostro paese. Ad oggi il Coordinamento è composto dalle seguenti associazioni: WWF, Italia Nostra, VAS, ForumAmbientalista del Tirreno, Amici di San Nicola Arcella, Comitato Civico Natale De Grazia, Circolo Arci Piera Bruno, Auser Circolo di Paola, AC, Subacqua Diving Club, Comitato Differenziamoci, Comitato per le Bonifiche dei Terreni,Mari e Fiumi della Calabria. Lo scopo del comitato è quello di sensibilizzare i cittadini e di promuovere una nuova cultura ed una nuova politica ambientale attuabile attraverso economie sostenibili ed ecocompatibili, prefiggendo traguardi a breve e lungo termine da raggiungere con lavoro ed impegno costanti. In particolare, il Coordinamento ha avviato negli scorsi mesi un’attività di monitoraggio degli impianti di depurazione della costa Tirrenica Cosentina al fine di verificarne lo stato autorizzativo e del rispetto dei parametri previsti dalle leggi inerenti alle acque di scarico. Attraverso la richiesta di accesso all’informazione ambientale, regolamentata dal D. Lgs. 195 del 2005, il Coordinamento ha coinvolto 19 comuni: Paola, Diamante, Fuscaldo, Sangineto, Fiumefreddo, Falconara, Praia a Mare, Acquappesa, Belvedere, Bonifati, SantaMaria del Cedro, Scalea, Tortora, San Nicola Arcella, Belmonte, San Lucido, Longobardi, Amantea e Cetraro. Da rilevare, ancora una volta, è la totale indifferenza e la sostanziale reticenza delle amministrazioni locali nei confronti delle istanze dei cittadini: infatti, nonostante i termini previsti dalla normativa siano ampiamente scaduti, i comuni di San Lucido, Amantea, Scalea, Praia, Belvedere, Bonifati, Cetraro, Acquappesa, Tortora e SantaMaria del Cedro non hanno ancora ottemperato alla richiesta.

Qual è il motivo principale per cui sulla costa Tirrenica si rivela un simile inquinamento?

I fattori che concorrono all’inquinamento marino sono molteplici, oltre alla funzionalità dei depuratori è da rilevare la presenza di scarichi abusivi, responsabili in grande percentuale dell’inquinamento biologico, rilevabile attraverso la concentrazione spropositata di batteri fecali nelle acque costiere. Alcuni paesi sono addirittura interessati da inquinamento da metalli pesanti e agenti tossici. È il caso della città di Praia a Mare, nota oltre che per le meravigliose coste anche per la triste vicenda che vede protagonista la fabbrica tessile Marlane, ed oggi vittima di inquinamento da metalli pesanti dovuti alle centinaia di fusti contenenti rifiuti tossici che furono sotterrati negli anni ’70 nei terreni circostanti la fabbrica (che sorge a pochi passi dal mare). Nel litorale marino sono state rinvenute altissime concentrazioni di metalli pesanti, quali nichel, vanadio, cromo esavalente, cromo totale, mercurio, zinco, arsenico, piombo e policlorobifenili (Pcb). I paesi di Cetraro, Capo Spartivento e Melito Porto Salvo sono invece noti alla cronaca poiché al largo delle coste è avvenuto l’affondamento delle “navi dei veleni”. Nonostante siano trascorsi numerosi anni la vicenda appare ancora poco chiara e in tali zone non esiste un limite per attività pescherecce. Il dato da rilevare è che in Calabria, specie in alcuni paesi, il tasso di neoplasie è decisamente più alto rispetto alla media nazionale.

Nel rivolgervi e far presente il problema alle istituzioni, che risposte avete ricevuto?

L’esperienza del Coordinamento Mare Pulito del Tirreno è iniziata dal comune di Paola, le cui amministrazioni si sono mostrate sorde e non hanno in alcun modo dimostrato interesse al dialogo e alla collaborazione. Prima di ricevere i dati su citati inerenti allo stato autorizzativo degli impianti di depurazione sono trascorsi oltre due mesi dalla data di richiesta, un vero abuso se consideriamo che i tempi di adempimento alla richiesta sono regolati da norme ben precise, che prevedono un tempo di trenta giorni. Inoltre capita sovente che i nostri amministratori pubblicizzino coste meravigliose, tacendo i problemi che le affliggono, infatti dalla nostra indagine abbiamo scoperto che il depuratore della città di Paola non è autorizzato da vari anni, verità mai espressa pubblicamente dagli amministratori, che continuano a diffondere cattiva informazione sul nostro mare.

 Quali sono i prossimi provvedimenti che avete intenzione di attuare?

Il coordinamento continuerà ad occuparsi della problematica anche nei mesi invernali. Non appena avremo maggiori dati a riguardo dello stato depurativo della costa intendiamo confrontarci con gli amministratori costieri per affrontare concretamente la problematica.

E’ possibile rassicurare i bagnanti in modo concreto sul livello di balneazione previsto per questa stagione turistica?

I comuni sono in possesso dei dati relativi alla balneabilità della costa, dati rilevati a cura dell’agenzia ARPACAL. I cittadini possono accedere alle informazioni ambientali attraverso la richiesta di informazione ambientale su citata. Le acque di balneazione sono classificate come aventi qualità scarsa, sufficiente, buona o eccellente. I dati più recenti riguardanti il comune di Paola indicano due punti in cui le analisi hanno rilevato qualità delle acque scarsa.

Quali sono le località turistiche più inquinate?

Non abbiamo al momento informazioni sufficienti per rispondere in maniera esaustiva. Potremmo considerare dei buoni candidati i comuni non provvisti di impianti di depurazione autorizzati, come quello di Paola, le cui acque di scarico non sono sottoposte a regolari controlli che ne attestino l’idoneità.

Come è possibile che sullo stesso Tirreno ci siano delle condizioni così disparate da zona a zona? Come funziona realmente l’impianto di depurazione, che tipo di costi ha, da cosa dipende la sua attivazione e non attivazione?

Gli impianti di depurazione presenti sulla costa Tirrenica sono i più comuni, tutti i paesi infatti possiedono impianti di depurazione a fanghi attivi. Gli impianti sono dimensionati in relazione alla densità abitativa della zona. Le acque di scarico, che dovrebbero rispettare parametri precisi atti a garantire che tali acque siano compatibili con l’ambiente e che non procurino danni, vengono poi immesse sotto costa (torrenti, corsi d’acqua e valloni) entro due km dalla costa o attraverso condotta sottomarina direttamente in mare ad una distanza definita dalle norme relative agli scarichi.

L’attività da cui dipende la maggior parte dei costi è lo smaltimento dei fanghi, sostanze concentrate indesiderate, che vengono prelevati e smaltiti in appositi impianti, attività tracciabile attraverso certificazioni che ne attestino l’avvenuto smaltimento.

E’ recente la notizia relativa al ritrovamento di fanghi abbandonati in località Pantani presso il comune di Paola. Questo tipo di eventi rivelano che il problema è tutt’ altro che sotto controllo nella nostra regione, il danno ambientale è troppo spesso sottovalutato. In merito alla vicenda confidiamo negli organi competenti affinchè chi attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini venga severamente punito.

E’ possibile fare una previsione sulla reale possibilità che il nostro mare torni ad essere quello di un tempo e sperare davvero  in un mare Pulito?

Il danno da inquinamento biologico è reversibile, sono necessarie politiche severe ed è essenziale che gli organi competenti vigilino e garantiscano che le attività riferite agli scarichi e alla depurazione avvengano nel pieno rispetto delle norme. Per questo ci auspichiamo di trovare un punto d’incontro che permetta la collaborazione con le istituzioni, assolutamente necessaria per affrontare il problema.

 

Lia Giannini