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In libreria “Giulio Andreotti e l’intelligence. La guerra fredda in Italia e nel mondo” a cura di Mario Caligiuri

ROMA – “Giulio Andreotti e l’intelligence. La guerra fredda in Italia e nel mondo” è il titolo del testo curato da Mario Caligiuri appena dato alle stampe da Rubbettino. Il volume si inseriscenell’ambito degli approfondimenti storici e scientifici che l’Università della Calabria sta promuovendo per fare diventare l’intelligence materia di studio nelle università del nostro Paese. Dopo “Cossiga e l’intelligence” del 2011 e “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso delloStato e le responsabilità del potere” del 2018, adesso vieneapprofondita la figura di Giulio Andreotti. E’ in preparazione un ulteriore studio su “Enrico Mattei e l’intelligence”. Il saggio su Andreotti contiene contributi di Vera Capperucci della LUISS “Guido Carli” di Roma, Tito Forcellese dell’Università di Teramo, Paolo Gheda dell’Università della Valle d’Aosta, Luca Michelettadell’Università “La Sapienza” di Roma, Giacomo Pacini ricercatore e saggista, Luca Riccardi dell’Università di Cassino e Federico Scaranodell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Così illustra il volume il curatore Mario Caligiuri dell’Università della Calabria e Presidente della Società Italiana di Intelligence: ”A più di cento anni dalla nascita, Giulio Andreotti continua a suscitare opinioni molto discordanti. In questo volume viene affrontato con un approccio scientifico il tema delicatissimo e sostanzialmente inedito dei suoi rapporti con l’intelligence. Prima da Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi progressivamente da Ministro della Difesa, Capo del Governo e Ministro degli Esteri ha rapporti costanti con i Servizi Segreti. Iniziano dal 1947, quando viene delegato da De Gasperi come direttore dell’Ufficio Zone di Confine quando Trieste era ancora contesa e la NATO dava vita a organizzazione di resistenza in caso di invasione sovietica. Proseguono poi negli anni Cinquanta e Sessanta da responsabile del Ministero della Difesa nel confronto costante con il comparto militare, impegnato pure in complesse forniture di carri armati tedeschi ad Israele. Da Presidente del Consiglio deve affrontare prima l’emergenza del terrorismo con l’apice dell’omicidio di Aldo Moro e poi il crollo del muro di Berlino, che segna la fine della guerra fredda combattuta principalmente attraverso lo spionaggio internazionale. Da Ministro degli Esteri, dopo il bombardamento di Lampedusa del 1986 interrompe le relazioni diplomatiche con la Libia, mantenute aperte attraverso i Servizi per garantire la fornitura del petrolio indispensabile per l’Italia. Inoltre, grazie alle analisi dell’intelligence, spesso speculari ai giudizi degli ambasciatori, osserva le trasformazioni della politica sovietica, comprendendo in anticipo che la fine mondo bipolare avrebbe potuto costituire “un disastro”. Consapevole del ruolo fondamentale dei tempi dell’informazione, è lui che rende pubblica nel 1974 la circostanza che Guido Giannettini era un informatore del SID e nel 1990 dichiara in Parlamento l’esistenza di Gladio. Chiamato in causa in innumerevoli e complesse vicende politiche e giudiziarie, Andreotti si è servito dei Servizi o li ha utilizzati nell’interesse del Paese? A tale quesito di fondo, prova a fornire le prime risposte questo volume, che raccoglie i saggi di autorevoli storici italiani. Dal quadro che emerge, studiare la vicenda di Andreotti significa comprendere in profondità la storia della Repubblica, sopratutto per verificare la fondatezza di una sua ironica osservazioni maturata nella temperie di quegli anni: “A volte penso che sarebbe meglio sospendere per un paio d’anni l’attività di tutti i Servizi, forse le cose si rimetterebbero a posto”.

E’ scomparso il prefetto Carlo Mosca. Era presidente del Laboratorio sull’Intelligence dell’Unical

RENDE (CS) – «Con grande dolore comunico l’improvvisa scomparsa del Prefetto Carlo Mosca, rappresentante esemplare delle istituzioni della Repubblica e presidente del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria». E’ l’annuncio di Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria

«Avremo modo – prosegue Caligiuri – come Ateneo di ricordare il suo decisivo impegno civile e culturale per la diffusione della cultura dell’intelligence nel nostro Paese. Ad agosto del 2020 aveva ricevuto la prima edizione del Premio “Francesco Cossiga per l’Intelligence” promosso dalla Società Italiana di Intelligence con la giuria presieduta da Gianni Letta».

Fra i tanti incarichi ricoperti, Carlo Mosca, classe 1945, è stato, tra l’altro, Prefetto Roma, Capo di Gabinetto dei Ministri dell’Interno Amato e Pisanu, Consigliere del Consiglio di Stato, Vice Direttore Vicario del SISDE, Direttore della Scuola Superiore del Ministero dell’Interno, docente all’Università Cattolica di Milano e a “La Sapienza” di Roma. Insegnava ancora alla Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia.

Intelligence, Alessandro Aresu al Master Unical: “Le mafie si organizzano per intercettare i fondi per la pandemia”

RENDE (Cs) – Alessandro Aresu, Ricercatore e Consigliere Scientifico di “Limes”, ha tenuto una lezione dal titolo “L’analisi di Intelligence e la Diffusione delle Mafie in Italia” durante il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Aresu ha richiamato il pensiero di Max Weber, il quale afferma che alla base del capitalismo politico vi è la relazione tra denaro e potere, col denaro utilizzato da alcuni gruppi per obiettivi che riguardano le guerre e le rivoluzioni.
“Oggi – ha detto Aresu – possiamo porre il capitalismo politico al centro del rapporto tra Stati Uniti e Cina, sulla base dell’allargamento della sicurezza nazionale e dei conflitti tecnologici”.
Affrontando poi in maniera più approfondita l’espansione economica cinese ha evidenziato che negli ultimi 40 anni in questo paese si è verificata una crescita economica che non ha precedenti nella storia dell’umanità. “Tuttavia- ha detto – i cinesi non ritengono che il loro modello sia un capitalismo di Stato perché i privati investono molti capitali nell’economia nazionale, e non rientra neppure nella definizione di economia di mercato libero perché lo Stato controlla ed investe molti capitali. Negli ultimi dieci anni si è assistito anche ad una forte espansione dell’innovazione scientifica e tecnologica; allo sviluppo dell’intelligenza quantica e dell’intelligenza artificiale ed alla conquista dello spazio. Paradossalmente queste innovazioni hanno rafforzato l’autoritarismo cinese. Basti pensare al ruolo svolto dal sistema di credito sociale controllato dallo Stato-Partito ed al ruolo controverso assunto da privati come Jack Ma Yun, fondatore di Alibaba”.
L’economia degli Stati Uniti d’America, continua Aresu, risponde ad altre dinamiche, ma con alcune somiglianze. “Negli Stati Uniti – ha sostenuto – gli attori economici privati da sempre comprano pezzi della politica, tanto che vi alla fine dell’Ottocento quella americana era definita una democrazia degli affari. Allo stesso tempo, la sicurezza nazionale è centrale: gran parte del bilancio è destinato per finanziare le politiche della difesa, settore nel quale gli USA hanno la supremazia a livello planetario. Il Pentagono resta il maggiore investitore in ricerca e sviluppo al mondo”.
“La pandemia da Covid 19 – ha proseguito – ha rappresentato un acceleratore del capitalismo politico, che ha compiuto un ulteriore balzo in avanti, con sfere di sicurezza nazionale in competizione. Le guerre commerciali oggi sono basate sullo sviluppo e sul controllo tecnologico. I rapporti politici tra Stati sono inevitabilmente anche rapporti economici. A tal riguardo basti pensare che il volume degli scambi commerciali tra Usa e Cina, che negli anni novanta erano ridottissimi, oggi sono aumentati in maniera esponenziale ed a tutto vantaggio della Cina, che tuttavia resta dipendente in alcuni ambiti cruciali, come quello dei semiconduttori”.

Aresu ha poi approfondito il ruolo svolto dalle mafie durante la pandemia ed a tal proposito ha affermato che “si sono registrate infiltrazioni mafiose in settori economici strategici: nel turismo, nell’energia e nei lavori pubblici. La crescita delle mafie economiche è un fenomeno deviato di capitalismo politico che va preso molto sul serio. Oggi i flussi economici globali incentivano di fatto l’economia criminale per la simmetria che c’è tra Stati legali e le organizzazioni transnazionali, tra le quali la mafia”.

Spiegando il ruolo assunto dalle mafie nel nostro Paese ha citato Max Weber e Santi Romano, il quale affermava che l’ordinamento criminale è in competizione con l’ordinamento dello Stato.
Aresu ha individuato due punti nodali per cui il fenomeno mafioso in Italia è in espansione. “In primo luogo in alcuni territori il monopolio della forza non legittimo ma reale viene esercitato, di fatto, dalle organizzazioni criminali, che falsano il mercato e la democrazia. In secondo luogo, ci sono dei vuoti creati dall’inefficienza strutturale dello Stato che sono occupati dalla criminalità”.

Le mafie economiche hanno rappresentato una paradossale “unificazione” nazionale, in particolare per la crescita della loro influenza nel Nord Italia nella lunga crisi economica italiana dal 2008 in poi. Un altro paradosso, ha spiegato Aresu, richiamando il pensiero di Mario Caligiuri, è che la mafia basa l’individuazione delle sue élite su una forma di “meritocrazia”. Infatti mentre le democrazie scelgono le élite attraverso le elezioni e concorsi, le organizzazioni criminali selezionano i loro leader prevalentemente basandosi sulle capacità personali. Il motivo è che dalle capacità personali dipende la sopravvivenza dell’organizzazione criminale stessa e la sua forza nella sfida costante allo Stato”.
Aresu ha poi parlato dell’evoluzione mafiosa che è capace di utilizzare la tecnologia per conquistare sempre maggiore fette di mercato. Infatti, dimostra capacità di individuare le professioni del futuro, infiltrarsi della sanità, di intercettare le risorse pubbliche per la realizzazione di opere strategiche per lo Stato.
Tutto questo lo si può far risalire, nel nostro Paese, agli inizi degli anni Sessanta quando le mafie cominciano a crescere ed a diventare imprenditrici. Questi fenomeni richiedono di essere monitorati con sempre maggiore attenzione. A questo riguardo ha fatto riferimento ad Alessandra Dolci, magistrato della DDA di Milano, che evidenzia come la mafia abbia un sistema di finanziamento parallelo a quello pubblico, distorcendo il mercato e inserendosi negli appalti e subappalti, poichè sfrutta a proprio vantaggio i tempi lunghi della realizzazione delle opere pubbliche.

Intelligence, Mario Caligiuri scrive voce per Enciclopedia Treccani

COSENZA – “L’Intelligence è fondamentale per capire e vivere il XXI secolo”. Così Mario Caligiuri conclude la voce “Intelligence” nella X Appendice della “Enciclopedia Italiana” appena pubblicata dall’Istituto Treccani.

La definizione di Intelligence

Per Caligiuri, “l’intelligence è la capacità di selezionare le informazioni necessarie per assumere decisioni, nel proprio interesse o in quello generale”. Pertanto il professore, presidente della SOCINT e docente dell’Università della Calabria, “la sicurezza è fondamentale”. Però va equilibrata con la libertà e “l’intelligence può rappresentare un sistema cognitivo indispensabile, da studiare scientificamente nelle scuole e nelle università”.

Caigiuri affronta poi il rapporto tra intelligence e democrazia, che rappresenta, secondo la lezione di Giorgio Galli, “uno strumento per stabilizzare le democrazie occidentali [e] “può essere interpretata come un mezzo per difendere la democrazia da sé stessa e dalle sue degenerazioni”.

Per Caligiuri, l’intelligence dal 1945 ha attraversato quattro fasi.

La prima è quella della guerra fredda a cui segue quella economica fino al 2001. Successivamente c’è quella del sostegno alle decisioni politiche e dal 2015 quella di contrasto al terrorismo e della dimensione cyber.

Nel futuro “gli attori politici internazionali più che gli Stati saranno le multinazionali finanziarie e le megalopoli”. In tale quadro, l’intelligence sarà chiamata a svolgere la funzione di tutelare l’interesse nazionale e la continuità dello Stato. Sul piano tecnologico, invece, l’intelligenza artificiale e lo sviluppo dell’informazione quantistica cambieranno radicalmente la trattazione delle informazioni.

“La disinformazione – ha proseguito – rischia di essere ulteriormente ampliata dai deep fakes, contenuti multimediali che rendono indistinguibile il vero dal falso”. Il crescente disagio sociale e il terrorismo ideologico e religioso, insieme alle mafie, rappresenteranno concrete minacce.

“Sul piano culturale – rileva Caligiuri – una chiave per fronteggiare i fenomeni è l’educazione”, che consente di prestare “attenzione ai segnali deboli che provocano conseguenze impensabili”. “Pertanto l’inatteso, l’improbabile e l‘imprevisto possono trovare nella parola “«intelligence» una chiave interpretativa fondamentale per il XXI secolo”.

Unical, al via la X edizione del master in Intelligence

RENDE (CS) – “Studiare l’intelligence in Italia: esperienze a confronto” è il titolo del convegno con il quale sulla piattaforma zoom si inaugurerà sabato 28 novembre 2020 alle ore 9 (per durare fino alle ore 18) la decima edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, il primo a essere attivato in Italia nel 2007 grazie al sostegno del Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.

Sarà possibile seguire i lavori dall’indirizzo

https://bit.ly/2Uz9ULQ.

Dopo i saluti istituzionali delle autorità accademiche dell’ateneo calabrese, ci sarà l’introduzione del Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria Mario Caligiuri. Sono quindi previsti gli interventi del Direttore del DIS Gennaro Vecchione e del Presidente del COPASIR Raffaele Volpi. Seguiranno poi le relazioni del Direttore del corso di perfezionamento post laurea in “Intelligence e sicurezza nazionale” dell’Università di Firenze Luciano Bozzo, del Direttore del Master in “Prevenzione e contrasto alla radicalizzazione, al terrorismo e per le politiche di integrazione e sicurezza internazionale dell’Università di Bergamo Michele Brunelli, del Direttore Master in “Economic intelligence” dell’Università “Torvergata” di Roma Massimo Giannini, del Titolare del corso “Introduzione al sistema di intelligence italiano” della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Andrea De Guttry, del Direttore del Master in “Criminologia e diritto penale. Analisi criminale e politiche per la sicurezza urbana” dell’Università Federico II di Napoli Giacomo Di Gennaro, del Coordinatore di ITSTIME (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Marco Lombardi, del Direttore del Master in “Terrorismo, prevenzione della radicalizzazione e integrazione interreligiosa e interculturale” dell’Università “Aldo Moro” di Bari Sabrina Martucci, del Direttore del Master in “Intelligence e ICT” dell’Università di Udine Gian Luca Foresti, del Direttore del Master in “Homeland Security” del Campus Bio-Medico di Roma Roberto Setola, del Direttore del Master in “Security e Intelligence” dell’Università telematica “Pegaso” Ernesto Pallotta, del Coordinatore del modulo di intelligence del Master in “Sicurezza economica, geopolitica e intelligence” della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale Massimo Bontempi, del Direttore del Master in “Sicurezza delle informazioni e informazione strategica” dell’Università di Roma “La Sapienza” Fabrizio D’Amore.

Le conclusioni sono a cura dello stesso Mario Caligiuri che così spiega l’iniziativa: «Abbiamo voluto celebrare il taglio del nastro della decima edizione del percorso formativo avviato all’Università della Calabria facendo dialogare alcune delle esperienze più significative degli studi di intelligence del nostro Paese. E’ un’occasione importante per verificare lo stato dell’arte anche al fine di richiedere il riconoscimento scientifico dell’intelligence come materia di studio e di ricerca nelle università del nostro Paese». I testi delle relazioni verranno pubblicati nella Collana editoriale del Laboratorio sull’Intelligence del Dipartimento Culture Educazione e Società dell’Università della Calabria in collaborazione con la Rubbettino e la Società Italiana di intelligence.

Intelligence, all’Unical il primo laureato d’Italia. È un maggiore dei Carabinieri

RENDE (CS) – Primato nazionale per l’Università della Calabria dove è stato proclamato oggi il primo laureato in Intelligence d’Italia.

La commissione di esami del Corso di Laurea in intelligence e analisi del rischio, presieduta da Mario Caligiuri e composta da Maria Mirabelli, Anna Maria De Bartolo, Mario Caterini, Spartaco Pupo e Concetta Carnovale, ha conferito il titolo a Francesco Filippo Cinnirella, maggiore dell’Arma dei Carabinieri. L’ufficiale, attualmente in servizio presso il Comando Generale dell’Aa a Roma, ha discusso una tesi dal titolo “La globalizzazione e la crisi regolativa dello Stato”, con relatrice Maria Mirabelli, ottenendo la votazione finale di 110 su 110.

Il Corso di laurea in Intelligence e analisi del rischio è stato istituito, primo in Italia, nell’a.a. 2018-19 con il concorso dei Dipartimenti Cultura Educazione e Società diretto da Roberto Guarasci, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale diretto da Leonardo Pagnotta e del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche diretto da Alfio Cariola.

Il percorso di studi, si aggiunge al Master in Intelligence che, anch’esso primo in Italia, è stato creato nel 2007 con il sostegno del Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Proprio oggi sono scaduti i termini di presentazione delle domande della terza annualità del corso di laurea in intelligence e analisi del rischio che hanno superato quelle dell’anno scorso, con il doppio delle domande rispetto ai 20 posti messi a disposizione.

Nel frattempo è in corso anche la presentazione delle domande per il Master di secondo livello in Intelligence i cui termini scadranno invece il 30 ottobre 2020. Com’è noto, nel corso degli anni l’Università della Calabria ha promosso percorsi di formazione scientifica, centri studi, collane editoriali, siti internet, fino a promuovere anche la costituzione della Società Italiana di Intelligence che si prefigge di far riconoscere l’intelligence come settore scientifico disciplinare nelle università italiane.

Intelligence, costituito osservatorio sulle fonti aperte presso l’Università della Calabria

RENDE (Cs) – Proseguono le attività del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria, per creare una cultura scientifica in questo settore sempre più strategico per la società e per il Paese.

L’ultimo nato in seno al Laboratorio di ricerche è l’“Osservatorio sulle Fonti Aperte”.

L’esigenza di un nuovo gruppo di studio nasce dal fatto che, come spiega il Direttore del Laboratorio Mario Caligiuri, «oggi siamo sommersi da informazioni e la grande questione che si pone, educativa e democratica, è rappresenta dalla capacità di selezionare le informazioni rilevanti che avvicinano alla realtà, evitando la manipolazione continua a cui siamo sottoposti. Di sicuro interesse per le istituzioni pubbliche come per le istituzioni private, professionisti e singoli cittadini, le Open Source Intelligence (OSINT), cioè le informazioni, legalmente ed eticamente disponibili, rappresentano un’area di studio di estremo interesse e di indiscutibile rilevanza. Pertanto, nell’’ambito degli studi di intelligence, assume una funzione specifica, dotata di un proprio assetto teoretico formale e indipendente, proprio come evidenziano le più recenti e avanzate ricerche sulla materia».

Obiettivi

L’Osservatorio intende sollecitare l’innovazione disciplinare in ambito dell’OSINT, sia sotto l’aspetto teorico che sotto gli aspetti applicativi ed etici.

L’Osservatorio si propone di coinvolgere le migliori esperienze interdisciplinari oggi disponibili nel nostro Paese al fine di descrivere lo “stato dell’arte” dell’Intelligence delle Fonti Aperte.
Tra le iniziative che l’Osservatorio intende intraprendere ci sono la realizzazione di un “Manifesto della ricerca interdisciplinare nell’intelligence delle fonti aperte” e della promozione di un convegno nazionale, la cui prima edizione si prevede per la primavera del 2021, al termine della prima fase di ricerca.
Tutto ciò sarà utile per le attività delle istituzioni pubbliche e private, in tanti ambiti.

Componenti

A far parte Osservatorio sono stati individuati esperti di provata capacità ed esperienza provenienti da vari settori disciplinari, dell’accademia e del mondo produttivo: Alessandro Zanasi (Ufficiale dei Carabinieri in congedo e fondatore di Zanasi & Partner), Edoardo Camilli (CEO e co-fondatore di Hozint), Stefania Fantinelli (psicologa, dottore di ricerca, borsista presso l’Università di Chieti-Pescara e partner Intelli|sfèra), Micol Ruffini (socio e managing director di Resquon). A coordinare l’Osservatorio sarà Giovanni Nacci, ufficiale in congedo della Marina Militare, fondatore di Intelli|sfèra, autore, esperto in teorie, metodi e sistemi per l’Intelligence delle Fonti Aperte.

Secondo il Direttore del Dipartimento Culture, Educazione e Società Roberto Guarasci «l’Università della Calabria conferma il suo impegno per la promozione degli studi sull’intelligence, dimostrando costante capacità nell’identificare innovativi percorsi formativi e di ricerca, che si aggiungono al consolidato master e al corso di laurea magistrale, il primo ad essere istituto nel nostro Paese».

Unical, aperte le iscrizioni al Master in intelligence. Lezioni tutte online

RENDE (CS) – Aperte da oggi le iscrizioni alla decima edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri è promosso nel 2007 grazie al sostegno del Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga.

Per partecipare occorre presentare domanda online sul sito dell’Università della Calabria all’indirizzo https://unical.portaleamministrazionetrasparente.it/archivio22_bandi-di-concorso_0_6036_874_1.html

Il bando scade il 30 ottobre 2020.

Il master potrà essere interamente seguito anche in modalità streaming cioè a distanza tramite le piattaforme e-learning interattive dell’ateneo calabrese.

Le lezioni frontali si svolgeranno da novembre 2020 a maggio 2021 nella giornata di sabato dalle ore 8.30 alle ore 17.30 (pausa dalle 12.30 alle 13.30). Il percorso formativo si concluderà con la discussione della tesi finale a dicembre 2021.

Possono presentare domanda laureati del vecchio ordinamento (4 anni) e con la laurea magistrale (5 anni) in qualunque disciplina .

La quota di iscrizione è di € 3.000 (tremila).

Per gli appartenenti alle forze di polizia è prevista una riduzione del 30% per cui l’importo è € 2.100.

Sono previste 4 borse di studio da parte dell’INPS.

Al termine del ciclo delle lezioni, è previsto un Laboratorio di Cyber intelligence che si svilupperà in 5 giornate consecutive (da lunedì a venerdì) con lo svolgimento di seminari e laboratori, d’intesa anche con NTT Data e il Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università della Calabria.
Inoltre andranno svolte 300 ore di stage in strutture convenzionate che nelle precedenti edizioni si sono tenute presso istituzioni pubbliche e società private, tra le quali ENI, ENEL, Sky ed NTT Data.

Come in ogni edizione, i docenti saranno professori universitari ed esperti italiani del settore.

Nelle edizioni precedenti sono intervenuti, tra gli altri, i ministri Paolo Savona, Giulio Tremonti e Marco Minniti; il presidente della camera dei Deputati Luciano Violante; i Direttori dei Servizi Franco Gabrielli, Vittorio Stelo, Luigi Ramponi e Nicolò Pollari; i Direttori delle Scuole dei Servizi Mario Maccono, Maurizio Navarra e Paolo Scotto di Castelbianco; l’agente della CIA Robert Gorelick; i professori Domenico De Masi, Alessandro Barbero, Antonio F. Uricchio,Roberto Baldoni, Alberto De Toni, Evgeny Morozov, Derrick De Kerckhove, Roberto Cingolani, Paolo Benanti, Giorgio Galli, Andrea De Guttry, Antonio Baldassarre, Umberto Gori, Umberto Broccoli e Antonio Teti; i prefetti Carlo Mosca, Marco Valentini e Luigi Varratta; i generali Fabio Mini e Carlo Jean; i giornalisti Lucio Caracciolo, Paolo Messa, Massimo Franco e Andrea Cangini; i magistrati Nicola Gratteri, Rosario Priore, Giuseppe Pignatone, Stefano Dambruoso e Mario Spagnuolo; l’ambasciatore Michele Valensise; i funzionari dello Stato Roberto Riccardi, Nunzia Ciardi, Alessandro Ferrara, Adriana Piancastelli e Giuseppe Scandone; i dirigenti della sicurezza di multinazionali Alfio Rapisarda e Alberto Accardi.

Per informazioni ci si può rivolgere al Direttore del Master Mario Caligiuri al cellulare 337 980189 oppure mario.caligiuri@unical.it.

Unical, ammissioni lauree magistrali al via. Confermati corso di laurea e master in intelligence

RENDE (CS) – Sono partite ieri le iscrizioni ai corsi di laurea magistrale dell’Università della Calabria, con scadenza fissata al 18 settembre

Qui tutti dettagli su ammissione, agevolazioni e borse di studio 👉 bit.ly/32sBcak

Anche quest’anno l’Università della Calabria si conferma uno dei capofila nazionali negli studi in intelligence nel nostro Paese. Sono aperte da ieri, giovedì 27 agosto, le iscrizioni al corso di laurea in intelligence e analisi del rischio per l’a.a. 2020-2021. Le domande di iscrizione vanno presentate mediante il portale dell’Ateneo, entro e non oltre, venerdì 18 settembre alle ore 12. Di seguito il link di riferimento con cui inoltrare la domanda: https://www.unical.it/portale/ateneo/amministrazione/aree/uocsdfpl/sdfpl/ammissione1819/bandilm/. Al corso, il primo ad essere stato attivato in Italia avviato nel 2018-2019, si può accedere con laurea triennale conseguita nelle più diverse discipline, con possibilità di sbocco occupazionale nel campo della sicurezza pubblica e privata quali analisti di intelligence. “In un mondo complesso, occorre sviluppare competenze specifiche sempre più indispensabile per selezionare le informazioni rilevanti e anticipare le minacce in modo da ridurre i rischi legati alla sicurezza che investe molteplici ambiti, da quello economico a quello ambientale, da quello energetico a quello criminale” ha affermato il docente referente del Corso di laurea Mario Caligiuri, che è anche il Direttore del Master in Intelligence le cui iscrizioni saranno possibili a partire da lunedì 31 agosto e sino a venerdì 30 ottobre 2020. A questo percorso di studi si accede con la laurea magistrale in tutte le discipline. Anche questo percorso di studi è stato il primo ad essere avviato in Italia, risalendo al 2007 e nato sotto la sollecitazione del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.
Per ulteriori informazioni, si comunica che il bando sarà disponibile appunto dal 31 agosto sempre sul portale dell’Ateneo al seguente sito: https://www.unical.it/portale/ateneo/amministrazione/aree/assar/postlaurea/master/

L’allarme della Polizia Postale: «Con il Covid-19 truffe informatiche aumentate del 600%». Nunzia Ciardi al master in Intelligence 

RENDE (CS) – «In questo periodo di coronavirus, le truffe informatiche, sotto forma di phishing, sono aumentate del 600 % nel mondo». È quanto ha affermato Nunzia Ciardi, Direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Ministero dell’Interno recentemente intervenuta al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

«Le violazioni informatiche si ricollegano a motivazioni eterogenee e spaziano da iniziative statali a manifestazioni di cyber warfare, dallo spionaggio industriale all’attivismo politico ed ideologico. E questo nonostante oltre il 70% dei casi si riferiscono a reati che investono direttamente il ruolo della Polizia Postale». «L’ambiente cibernetico – ha proseguito Ciardi – costituisce l’obiettivo pregiato delle organizzazioni criminali per l’ampia possibilità di utilizzi illeciti che esso consente. Inoltre, i sistemi critici, orientati per loro natura alla gestione ed allo scambio di dati particolarmente sensibili, risultano inevitabilmente molto esposti. Basti pensare che solo nel 2019 la Polizia Postale ha diramato ben 82.484 alert di sicurezza, a fronte di 1.181 attacchi effettivi rilevati ai danni delle Infrastrutture critiche. A queste attività ha fatto seguito l’apertura di 155 indagini e l’individuazione di 108 hacker denunciati alla magistratura». Il Direttore della Polizia Postale ha concluso sottolineando come «sopratutto nella attuale fase storica, caratterizzata dall’esigenza di fronteggiare un’epidemia virale così drammatica anche per il nostro Paese, il cybercrime è particolarmente attivo nella violazione dei servizi pubblici, a cominciare dagli ospedali e dalle istituzioni sanitarie più direttamente collegate all’esigenza di fronteggiare l’emergenza. Analogo attivismo si riscontra anche nelle condotte di sottrazione di dati personali sensibili. Il phishing, condotta ancora largamente prevalente, fa registrare, secondo gli ultimi studi, un incremento del 600% a livello mondiale, mentre sono in aumento anche gli attacchi portati direttamente alle dell’infrastrutture informatiche».