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Lucia Annibali a Lamezia Terme

LAMEZIA TERME (CS) – Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, e il Sindaco di Sant’Agata d’Esaro, Luca Branda, accolgono in Calabria Lucia Annibali e Giusi Fasano per la presentazione del loro libro “Io ci sono-la mia storia di non amore”.
“La testimonianza di Lucia Annibali è una lezione di coraggio per tutto il Paese ed ha un grande significato in una regione come la Calabria, dove donne vissute in famiglie di mafia hanno avuto il coraggio di ribellarsi e di ricominciare, mostrandosi come modelli e semi di cambiamento per tutta l’Italia”. Così il Sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza ha dato il benvenuto, insieme al sindaco di Sindaco di Sant’Agata d’Esaro, Luca Branda, ieri pomeriggio in Calabria a Lucia Annibali, l’avvocato di Pesaro sfigurata con l’acido il 6 aprile 2013 e insignita lo scorso 8 maggio dal Presidente della Repubblica Napolitano, nel giorno della festa delle donne, dell’onorificenza al merito della Repubblica italiana, che ha raccontato la sua storia nel libro “Io ci sono – La mia storia di non amore”, scritto insieme alla giornalista Giusi Fasano.  coraggio e la voglia di ricominciare di Lucia raccontati nel libro scritto a 4 mani con la giornalista del Corriere della Sera, che da Lamezia inizia il suo tour in Calabria per consegnare a tutte le donne il messaggio del riscatto e della possibilità di ricominciare. “Grazie per aver iniziato qui, da Lamezia, la vostra testimonianza in Calabria” ha detto Speranza a Lucia Annibali e a Giusi Fasano ricordando la vicenda di Adele Bruno, la giovane lametina uccisa dal fidanzato, e ribadendo “l’impegno del nostro Comune contro la violenza sulle donne che si è concretizzato, tra le altre cose, con la costituzione del Centro “Demetra” che ha messo in sinergia associazioni e istituzioni contro un dramma come quello della violenza sulle donne”.
“Ogni storia in cui c’è qualcuno che reagisce a un sopruso e ce la fa a ricominciare, va raccontata perché è un messaggio di coraggio per tutti”, ha detto la giornalista Giusi Fasano, evidenziando come “Lucia in questo libro non si racconta come una vittima da commiserare, ma nella normalità della sua reazione, nella sua voglia di ricominciare che accomuna tutte le donne che reagiscono, sia che si tratti di storie di mafia, sia che si tratti di casi come quello di Lucia”.