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Klaus Davi si candida a sindaco di Africo

AFRICO (RC) – «Mi candido alla carica di Sindaco di Africo (RC). Lo faccio per tenere alta l’attenzione sulla Locride, completamente rimossa dalla politica e dimenticata dalle istituzioni. Lo faccio anche perché commissariare un comune è un fatto sacrosanto ma comunque una sconfitta per lo Stato stesso. Togliere a una comunità il diritto di eleggere i propri rappresentanti non mi pare un grande risultato. Vorrei che il paese fosse conosciuto più per gli scritti di Corrado Stajano che per le cosche dominanti». Lo ha dichiarato il massmediologo Klaus Davi, consigliere comunale a San Luca (RC), nel corso del programma Mediaset ‘Fatti e Misfatti – I Fuorilegge’ condotto da Paolo Liguori sul TgCom24 (qui video).

Il comune di Africo è stato sciolto dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nei giorni scorsi ed è noto in tutto il mondo per aver dato i natali a Rocco Morabito detto ‘U Tamunga’, latitante da ormai 30 anni.

«Mi dicono che il commissariamento durerà dodici mesi se non di più – aggiunge Davi – poco male. Vuol dire che la mia campagna elettorale durerà finché non tornerà la democrazia. A San Luca dicevano che non avrei tenuto… anche qui si dovranno ricredere…». In merito allo scioglimento Klaus Davi ha anche detto: «Fossi un politico, prima di sciogliere qualcosa anche per rispetto delle istituzioni locali mi recherei sul posto. Il Ministro Lamorgese qui non è mai venuta. Non ha idea di cosa sia la Locride… Ma non basta la burocrazia per riportare la legalità».

Klaus Davi: «A San Luca è accaduto un miracolo democratico»

SAN LUCA (RC) – «Ci siamo impegnati per servire una comunità. Siamo scesi in Calabria, una terra dimenticata dai media, dalla politica, da tutti. Il popolo è tornato a votare, ci siamo impegnati per un anno a nostre spese e ora il comune di San Luca ha un sindaco democraticamente eletto. Dispiace per il mutismo di istituzioni come la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e del presidente della Camera Roberto Fico. In fondo, questo lavoro l’abbiamo fatto per tutti, abbiamo aperto la strada a tutti. Sono sconcertato dall’insistente miopia delle istituzioni romane». È quanto dichiara Klaus Davi, già candidato sindaco e ora neoeletto consigliere comunale al comune di San Luca.

Cori offensivi, sindaco Africo chiede scusa a Klaus Davi

AFRICO (Rc) – “Porco porco vai via”. Un gruppo di ragazzi ha così apostrofato Klaus Davi ad Africo il 9 agosto scorso, e ora il sindaco del comune reggino si scusa con una lettera a nome di tutte le associazioni e della cittadinanza.

Francesco Bruzzaniti ha scritto a Klaus Davi una lettera di scuse per quanto accaduto quella notte ad Africo. 

Il noto massmediologo si era recato da solo nella cittadina della locride per girare un servizio. «L’accoglienza della comunità era stata molto cordiale e calorosa. Bruzzaniti e il giovane assessore Bartolo Morabito sono stati disponibili anche se non li avevo avvertiti della mia visita».

Insomma, un incontro  all’insegna dell’ospitalità e della cordialità intrinseca nel DNA calabrese. A fine serata però uno sparuto numero di ragazzi che si trovava in piazza «quando stavo per lasciare il paese ha cominciato a urlare in coro “Klaus Davi Porco Porco” alla presenza dello stesso primo cittadino, che proprio in quel frangente mi stava accompagnando dove era parcheggiata la mia auto».

«Non erano più di 7  o 8 rispetto alle decine di persone che ho incontrato. E comunque,sembrerà strano, questi ragazzi li capisco. In quelle zone lo Stato ha fatto schifo, diciamocelo francamente. In me forse vedono in qualche modo una sua emanazione e attraverso quegli epiteti hanno espresso solo ciò che provano: e cioè senso di abbandono e di sfiducia».

La lettera

«L’amministrazione comunale di Africo – si legge nella lettera inviata dal sindaco – unitamente a tutte le associazioni africesi ringraziano la S.V. per l’inaspettata e graditissima visita di giorno 9 agosto 2018, dissociandosi dagli atteggiamenti infantili e poco rispettosi messi in atto da alcuni ragazzini nella stessa occasione. Pertanto, si prega la S.V. di accogliere le nostre scuse ed accettare I’invito ad essere presente sul nostro territorio Certi che potrebbe essere di aiuto, ispirazione e stimolo nella crescita culturale della comunità».

La risposta di Davi

«Ringrazio Bruzzaniti – il commento di Davi -, mi adopererò per aiutarlo nel trovare i finanziamenti per un campo da calcio ad Africo. Sarebbe bello la politica  si adoperasse affinché i miliardi andati ai Benetton in questi anni servissero ad aiutare questi ragazzi».

 

PMI, Santo Versace: «Candidare l’artigianato italiano all’Unesco? Grande idea»

COSENZA – Santo Versace, fondatore di Altagamma e industriale della moda di fama internazionale, sostiene la campagna di Klaus Davi per la candidatura dell’Artigianato italiano a Patrimonio Unesco in collaborazione con il MIBACT e dichiara, in un messaggio al massmediologo che lo stesso ha postato sulla sua pagina facebook https://www.facebook.com/klaus.condicio.7: «Mi sembra semplicemente una grande idea e se facessi politica la farei mia. Tra di noi ci diciamo che siamo i più bravi, i migliori, i più intelligenti, ma oggi, per sapersi misurare alivello internazionale, ci vogliono sostegni dei governi, gioco di squadra e, soprattutto, continuare a creare valore attorno all’impresa attraverso qualità, innovazione, formazione. Mio fratello Gianni – prosegue Versace – aveva capito perfettamente che l’impresa di per sé è una forma di cultura, perché riassume in sé ingegno, creatività, artigianato, capacitò di visione, emozione: in una parola ‘saper fare’. L’abito diventava parte di un percorso culturale ben preciso. Mi sembra che Klaus Davi abbia dato un’opportunità alla politica ma anche alle filiere stesse che dovrebbero unirsi per stabilire un percorso che porti a un riconoscimento importantissimo per le PMI Italiane. Un marchio di originalità irripetibile. L’idea c’è – conclude Versace – ma ora bisogna lavorarci».

 

 

Moda, il ventennale della scomparsa di Gianni Versace. Davi: «I reggini gli chiedano scusa»

COSENZA – «Si avvicina una data terribile per tutti noi italiani e per l’umanità. Il 15 luglio di venti anni fa mori un uomo straordinario. Un genio è stato ucciso. Parlo di Gianni Versace, stilista di Reggio Calabria, che cambiò il mondo della moda con il suo incredibile talento». È quanto ha dichiarato il massmediologo  Klaus Davi ricordando la triste ricorrenza del ventennale della scomparsa di Versace. «Gianni andò via da Reggio Calabria perché non tollerato da un città densa di pregiudizi verso i gay – ha proseguito Davi -. Ora i reggini chiedano scusa. Mi aspetto un segnale tangibile. Perché qui la colpa non è della politica ma dell’ignoranza e del pregiudizio. Gianni soffri molto per il trattamento che gli riservavano i suoi concittadini». «Reggio Calabria – concluse – è una città  capolavoro, ma non può più convivere con i clan. Sogno una Reggio libera dai De Stefano. Tegano, Serraino, Labate, Ficara eccetera eccetera . Che vengano cacciati a calci nel culo dalla città. Reggio è la città di Gianni e delle persone come lui che hanno fatto grande l’Italia nel mondo e  non di questo ladri assassini, vigliacchi cocainomani».

‘ndrangheta, e il bacio fra il boss e il senatore diventa spot

Sfondo bianco e contorni neri che definiscono in modo inconfondibile gli insoliti testimonial. Si tratta di Paolo Rosario de Stefano, super boss della ‘Ndrangheta, la mafia più potente del mondo, e del senatore della Repubblica Antonio Caridi, secondo le accuse, uno dei tanti interlocutori della criminalità organizzata calabrese nello Stato. Sulla scia già tracciata dal colosso Benetton, a puntare ora su queste immagini forti è il giornalista Klaus Davi che si è affidato al pluripremiato creativo Pasquale Diaferia, coordinatore della realizzazione del concept realizzato per mano della nota artista di Zurigo Patrizia Pfenninger, la quale ha prestato volentieri la propria opera su questo tema. La campagna avrà una versione virale sul web e sono in programma anche una serie di affissioni in Calabria, a Roma e a Milano. Non è la prima volta che Klaus Davi e il suo coautore Alberto Micelotta si affidano ai guru del marketing per operazioni completamente autofinanziate. Qualche settimana fa, infatti, dei poster giganti invasero Milano con i nomi dei boss calabresi residenti nel capoluogo lombardo. Ora è il canovaccio degli annunci a spiegare la motivazione di questa nuova iniziativa: «A Reggio Calabria si celebra un processo epocale, denominato Gotha, al quale lavora da anni un magistrato coraggioso come Giuseppe Lombardo, secondo cui l’abbraccio mortale Stato e Mafia ha coinvolto anche membri molto influenti delle Istituzioni. Tra gli indagati il senatore Antonio Caridi che, secondo numerosi accertamenti, è stato uno degli ‘angeli custodi’ della latitanza del boss Paolo Rosario de Stefano. Uno dei tanti episodi di contaminazione fra organi istituzionali e crimine organizzato. L’evento giudiziario, però, si svolge nel quasi più totale silenzio mediatico, grazie al patto ‘Ndrangheta-Massoneria-Politica che sembra condizionare interi pezzi dei mezzi di comunicazione».

Klaus Davi si dice deciso ad andare avanti su questa strada: «Sono inviso ad alcuni politici perché ricordo che la ‘Ndrangheta condiziona e orienta la loro agenda. Ma non temo ritorsioni. Per quanto possano tentare di soffocare una voce, ci sarà sempre un canale aperto attraverso il quale dare spazio alla verità. Confido, infatti, nelle parti sane della Repubblica che fortunatamente conservano la loro integrità».

Klaus Davi, “La ‘ndrangheta dice no al restyling del logo di Quartiere Archi di Reggio Calabria”

ROMA – Klaus Davi, titolare di un’agenzia di comunicazione di impresa con sede a Milano e a Roma, è attivo da anni sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, soprattutto la ‘ndrangheta. La sua agenzia ha realizzato documentari pluripremiati come – di recente – con il riconoscimento conferito dai familiari dei magistrati Livatino Saetta Costa, uccisi dai clan. In questi giorni si era rivolto all’associazione dei creativi pubblicitari italiani, l’Art Directors Club Italiano, per chiedere un restyling del logo di Archi, quartiere a nord di Reggio Calabria in cui vivono alcuni tra i più potenti e sanguinari boss della mafia. Più volte Klaus Davi ha ritratto il quartiere nei suoi film, di recente, riprendendo a distanza ravvicinata il rito della firma dei boss, ossia la processione dei capi clan che si recano al commissariato di zona per firmare, certificando così di non essersi dati alla latitanza. «Il presidente Vicky Gitto è stato estremamente disponibile – racconta Davi – avevo chiesto che la sua associazione si facesse promotrice di un concorso per  ridisegnare il marchio di Archi. Infatti il cartello presente a Reggio Calabria sulle strade risale ancora a quello delle guerre di mafia negli anni ’90. Un modo anche per attirare l’attenzione su un’area depressa dove regnano queste famiglie e dove il 90% dei cittadini vive indifeso dalle istituzioni». «La motivazione del rifiuto è la mancanza di budget – continua il massmediologo – Ora lancerò un concorso su Facebook rivolto a tutti i creativi, al link https://goo.gl/d9tBHL. Ai tempi di Sanna e Pirella una cosa simile non sarebbe mai successa. Era gente che si dedicava anima e corpo alle cause sociali. Ora i tempi sono cambiati, la crisi i fa sentire, si fa tutto per denaro e non biasimo l’Art Director Club poiché ha solo rispettato le regole della società. Per questo ora mi rivolgo a creativi e designer indipendenti affinché accolgano questo messaggio finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica su una terra abbandonata da Dio e, soprattutto, dai politici».

Sabato 26 Novembre Klaus Davi in Calabria: “La Rai sconfigga mafie e ‘ndrangheta”

GIOIA TAURO (RC) – In concomitanza del viaggio di Klaus Davi in Calabria di questi giorni, il massmediologo ha reso alcune dichiarazioni al quotidiano on-line Affari Italiani: <<La Rai potrebbe dare un contributo determinante per sconfiggere i mafiosi. Stanarli e ritrarli in tutta la loro pochezza è possibile. Non faccio altro che ripetere la lezione di Giuseppe Marrazzo, storico giornalista del servizio pubblico>>. Davi ha inoltre sottolineato come <<la prima azienda culturale del Paese potrebbe dedicare più attenzione al tema, attraverso fiction specifiche e creando un pool di giornalisti specializzati attingendo da un bacino di straordinari professionisti>>.
Davi ha anche criticato il tiepido interesse del PD sul tema ‘Ndrangheta: <<Tranne le eccezioni di Marco Minniti, Marco Di Lello, Stefano Esposito e Giovanni Legnini, ho trovato un’accoglienza fredda e di maniera. Ma non sono interessato all’antimafia da salotto. L’unico modo per combattere la bestia è guardarla in faccia>>.Proprio in queste ore, a confortare l’operato di Davi, è giunto un messaggio di Luca Palamara, membro togato del CSM nonché già Presidente dell’ANM: <<Le sono vicino per il grande impegno sulla nostra Calabria>>. 

‘Ndrangheta’, Klaus Davi suona al citofono di Orazio De Stefano

VIBO VALENTIA – Video pieno di suspense quello realizzato dai giornalisti Klaus Davi e Consolato Minniti che, sabato mattina, si sono recati ad Archi, presso la casa del boss Orazio De Stefano nel tentativo di fargli una intervista. L’accoglienza non è stata tra le migliori. A rispondere al citofono è stata una donna, probabilmente la moglie di De Stefano, che, appena sentito il nome “Klaus”, ha interrotto la comunicazione, per poi chiudere immediatamente la cancellata in faccia alla troupe presente, mentre il pitbull di famiglia continuava ad abbaiare minacciosamente.

klaus davi

Klaus Davi, allora, ha chiamato più volte De Stefano, chiedendogli di poter parlare pochi minuti, senza ricevere alcuna risposta. Dopo aver citofonato anche agli altri campanelli presenti, è riuscito solo a scambiare poche battute con il nipote di Orazio. Al giovane, Klaus Davi ha chiesto di riferire allo zio, la sua volontà d’incontrarlo.

Il video è stato realizzato dalla troupe de “Gli Intoccabili“, il primo docureality sulle mafie, in onda il sabato, in prima serata alle ore 21.00 sull’emittente LaC (canale 19 Dt o in streaming su www.lactv.it).

Per approfondimenti link al video: https://www.youtube.com/watch?v=f3tiigxkTvY

“Gli intoccabili”, Davigo dice no al Ponte sullo Stretto

VIBO VALENTIA – Piercamillo Davigo, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, nel corso del suo intervento alla trasmissione “Gli Intoccabili”, ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito al Ponte sullo Stretto, questione che in questi giorni più che mai preoccupa la Penisola.  Forti le parole del presidente che boccia, quasi in maniera categorica, la costruzione del collegamento. Di seguito le parole che Davigo ha rilasciato durante il corso della trasmissione condotta da Klaus Davi.

Davigo (Anm): ‘Ndrangheta teme comunicazione, bene diretta da Archi

Politici disertano? Bisogna dire no ai voti dei clan

«Le organizzazioni mafiose temono il silenzio quindi qualunque cosa che faccia diminuire questo silenzio e che getti una luce sulle loro attività è certamente molto utile. Sono sempre stato dell’avviso che i clan non controllino molti voti ma ne controllino abbastanza per determinare chi vince e chi perde. Se tutti i politici concordassero una convenzione che li portasse ad escludere i voti di questi soggetti il potere dei clan diminuirebbe».

Davigo (Anm): Va modificata norma su benefici penitenziari per mafiosi

mi hanno dato assicurazioni 

«In merito alla riforma della giustizia c’è una norma che ha suscitato perplessità in alcuni di noi e si presta ad interpretazioni ambigue e che riguarda la possibilità di applicare benefici penitenziari anche agli appartenenti ad associazioni mafiose. Peraltro ho ricevuto assicurazioni che se questo fosse il rischio potrebbe essere cambiata la norma, dopo di che si vedrà cosa accadrà».

Davigo (Anm): Ponte sullo stretto? Inutile

«Quando sono andato al sud per la campagna elettorale per il Comitato Direttivo Centrale, mi sono reso conto guadando gli orari dei treni che in Calabria e in Sicilia è praticamente impossibile muoversi agevolmente. Trasferte e spostamenti in quelle regioni richiedono ore e ore. Sono abituato ad andare daMilano a Roma in sole tre ore. Quanto al ponte, mi sembra un ponte che porterebbe dal nulla al nulla: se non ci sono strutture efficienti da una parte e dall’altra non si capisce perché si dovrebbe fare un ponte.»

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DAVIGO (ANM) A GLI INTOCCABILI BOCCIA PONTE SULLO STRETTO:
https://youtu.be/zridYPSq5Bc