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Arte per grandi e piccini, conclusa la mostra di Anna Rotundo a Visioni Mediterranee

Da sx Lara Caccia e Anna rotundo

MONTEPAONE (CZ) – L’attenzione ai più piccoli, alla creatività che liberamente dialoga con le forme contemporanee del fare arte, si rivela ancora una volta un punto qualificante delle proposte che l’associazione culturale Kairòs, con sede presso la Casa d’arte Visioni mediterranee di Montepaone, continua ad offrire alle famiglie del territorio. In occasione della Pasqua, i bambini erano stati invitati a partecipare ad un laboratorio originale, creato e condotto dall’artista Antonella Rotundo, durante il quale tutti i bambini presenti hanno potuto creare con le proprie mani il proprio foglio di carta, sul quale hanno tracciato ognuno i segni che ritenevano più significativi. Nell’occasione, l’artista aveva installato gli spazi della casa d’arte di Montepaone, alcuni dei suoi lavori più recenti. La mostra, dal titolo “Meditazioni. Arte – Fede – Materia”, a cura di Lara Caccia, era stata visitata dagli ospiti della casa d’arte in questi mesi, tra cui il filosofo Massimo Cacciari. In occasione della chiusura della mostra, la curatrice ha dialogato con l’artista dinanzi al pubblico presente sui significati del suo lavoro, che parte da una profonda ispirazione religiosa. La sua attuale ricerca in ambito artistico, culturale ed antropologico avviene attraverso il recupero di manufatti antichi, presso la casa-studio in Catanzaro, città in cui ha avviato numerose collaborazioni con associazioni culturali e studi grafici, attraverso l’attività laboratoriale pittoriche e della carta fatta a mano riciclata ed in puro cotone.

Attualmente  si occupa dei laboratori didattici del MUDAS di Catanzaro e dei Laboratori didattici dell’Ass. Tribunale per la Difesa e Diritti del Minore, contestualmente partecipa a concorsi e mostre collettive patrocinate sia da enti pubblici sia da enti ecclesiastici.

In questa occasione, come previsto, sono state anche presentate e donate ai bambini e alle famiglie presenti, le “carte d’artista” create durante il laboratorio che aveva aperto la mostra. Un modo nuovo e originale di accostarsi all’attività e alla poetica dell’artista, la quale, condividendo con i più piccoli e con le loro famiglie il senso e i modi del suo operare, ha potuto presentare in maniera diretta e immediata le sue stesse opere e il loro più profondo significato.

Un viaggio tra esistenza, spazio e tempo nelle opere dei quattordici artisti di “Calabria contemporanea” – fotogallery

Domenico Cordì - NTE Calabria Contemporanea

CITTANOVA (RC)  – Domenica 18 maggio a Cittanova è stata inaugurata la mostra collettiva “Calabria contemporanea – il bello educa” curata da Lara Caccia, con testi critici di Marco Palamidessi e realizzata grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione comunale e l’Associazione culturale Lato2. L’evento è parte del progetto “New Temporary Exhibition”, una risposta concreta all’esigenza dei giovani di comunicare idee e pensieri differenti sull’attualità. L’edificio dell’ex mercato coperto è diventato la location ideale su cui intessere i diversi discorsi artistici, grazie alla sua struttura composta da ampi box e le imponenti vetrate che si affacciano sulla città, creando così un suggestivo connubio tra le opere e il paesaggio.
I protagonisti sono quattordici giovani artisti calabresi, tutti presentano al pubblico opere con peculiarità differenti ma evidenziando un comune angolo di convergenza: la contemporaneità.
Il percorso espositivo si sviluppa su due livelli, al piano terra si possono ammirare le opere di Erelin che costruisce il suo lavoro basandosi sulle prospettive, i riflessi, i volti e catturando alcuni momenti significativi, in grado di dialogare con l’osservatore. Nel box successivo Melania Aitollo propone un cammino in grado di percuotere tutti e cinque i sensi.
Al piano superiore le incisioni di Sisetta Zappone fondono simbolismi e forme zoomorfe, di seguito Cristina Raffa che nei volti di donne dipinti coniuga bellezza ed emozioni. Proseguendo il fruitore può apprezzare le opere di Giovanni Longo, l’artista tra scultura e disegno affonda con eleganza il colpo sulla precarietà della materia, cagionevole mutevolezza che scandisce l’esistenza. Accanto Domenico Cordì con un’installazione site-specific dialoga con il luogo, raccontando un passato di storie vissute e arcaiche. Poi il {movimentomilc}, un duo di artisti composto da Vincenzo Vecchio e Michele Tarzia, attinge agli anni settanta, ad esempio riproponendo il messaggio di Arecibo, per sottolineare l’esigenza cosmica di comunicare e manifestare la propria presenza, avvicinando il linguaggio matematico alla comprensione di tutti e agevolando la lettura con l’accostamento di immagini che rendono i codici meno impersonali.
Bado alias Santo Alessandro Badolato si esprime sull’eterno incontro/scontro tra la natura perfetta e l’uomo, che tenta con la sua incessante produzione di eguagliarla ma comunque rimane relegato alla sua condizione imperfetta. Davide Negro esprime un senso di protesta nei confronti del torpore e dell’apatia, tratti distintivi della natura umana in alcune circostanze, cerca così di aprire un varco verso la libertà dall’oppressione del tempo nel suo scorre inesorabile e si scaglia contro i vincoli delle apparenze.
Proseguendo Gabriele Nicolò che accosta elementi industriali per riprodurre paesaggi urbani, indice dell’alternanza tra splendore e decadenza, e Giulio Manglaviti che attraverso rapidi gesti invade la superficie della tela. L’arte di Salvatore Insana crea, invece, un bilanciamento tra spazio e tempo fissando istanti con la fotografia e proiettando in video il continuo e effimero moltiplicarsi di un corpo.
Per finire Girolamo Deraco mescola linguaggio visivo e sonoro e Giuseppe Guerrisi ricostruisce un sacro altare di preghiera che permette a chi si avvicina di entrare in contatto con le vibrazioni proprie del suono primordiale.
Ogni artista nella sua individualità si appropria di uno spazio ma allo stesso tempo non può fare a meno di essere parte di un’unità. Da singole identità sottraggono al tempo e allo spazio, producendo una moltiplicazione imprevedibile di significati. Una mostra da vedere, aperta al pubblico fino a martedì 3 giugno 2014.

Claudia Capogreco

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