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La bellezza patologica del dopo De Seta Cosenza-Lamezia

COSENZA – Piastrella su piastrella. Mani strette con rispetto ed amarezza. Asciugamano accatastate sulle panchine. Un muro che si alza con mezzo secondo di ritardo. Una lettura imprecisa del gioco. Una schiacciata che non sfiora la linea e sbatte oltre il perimetro. Una ricezione sbagliata dopo numerosi salvataggi. Due palle match non convertite in punto decisivo. Un derby vinto e perso in un battito di ciglia. La sostanza oliosa del volley è incredibilmente questa. La bellezza dello sport inventato all’Università di Springfield si forma con le inezie più romanzesche.  Ma c’è chi vince e chi no.

La De Seta Cosenza ha perso il derby, Lamezia l’ha conquistato credendo che la campanella dell’ultimo round non fosse suonata. Il Palasparti lametino era un tripudio di applausi, mentre allo Juventus Stadium, durante un derby più popolare, un branco di barbari esponeva striscioni vergognosi contro il dramma di Superga (chi non li ha banditi ?). Gli esteti della pallavolo sono comunque sobbalzati per lo spettacolo e l’ incertezza del derby. La dea Eupalla, di breriana creazione, ha arbitrato la partita. Perciò, gli spettatori che hanno mangiato chilometri e soldi non si lamentino. Evviva la bellezza e la lealtà dello sport ! Evviva la passione che ci fa correre ad allenarci e a condannare le “canaglie” che ironizzano sui morti italiani. Soprattutto se poi, chi perde (stavolta gli uomini di Marano) è stimolato a vincere contro il Potenza e a contro-sorpassare Alessano. E chi vince (i lametini di Rigano, che hanno svolto con cura e astuzia i loro compiti) può arrogarsi il piacere di alzare la voce.

Il girone C del campionato B1 di pallavolo si è  dimostrato allenante per le squadre con grandi obiettivi. Godiamoci le ultime partite e invitiamo più persone ai palazzetti. A chi non è interessato, a chi non piace, si consiglia la visione delle esibizioni della Littizzetto.

Francesco Cerminara