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A bordo del Treno della Sila la mostra fotografica di Luigi Cipparrone

COSENZA – A bordo del Treno della Sila, domenica 13 agosto, sarà possibile ammirare la mostra fotografica dell’artista Luigi Cipparrone.
A dieci anni dalla sua prematura scomparsa è stato realizzato nel mese di maggio scorso negli spazi espositivi della Provincia di Cosenza, il progetto fotografico nato da un’idea di Gabriella Lo Feudo e Anna Cipparrone, curato da Diego Mazzei, che è poi proseguito in occasione della decima edizione della Biennale “Riviera dei cedri” nel mese di luglio, per approdare sui monti della Sila grazie al sostegno di Ferrovie della Calabria.

Sul Treno della Sila e alla stazione sosta San Nicola di Silvana Mansio, sarà possibile ammirare le opere dello studioso della fotografia Luigi Cipparrone con delle sezioni particolari dedicate alla Sila ed allo storico Trenino. Luigi Cipparrone è stata una personalità nota ed importante nel panorama artistico contemporaneo, un attento studioso del territorio calabrese, come lo dimostrano i progetti fotografici da lui realizzati sui centri storici, le torri ed i castelli, la Fiera di San Giuseppe, la Magna Grecia ed il teatro ma altrsì docente e autore di libri sulla fotografia stenopeica di cui era uno dei massimi esponenti, l’unico al Sud d’Italia prima di dar vita ad una generazione di allievi interessati a questa affascinante tecnica.

Dell’artista e delle sue opere ne parleranno insieme i curatori della mostra che per l’occasione presenteranno il volume edito dalla casa editrice LibrAre. Interverrà la studiosa di storia e di teoria della fotografia, Caterina Martino. La mostra sarà visibile a partire dalle ore 9.30 sui vagoni del Treno della Sila, alla stazione di Camigliatello Silano, prima della partenza verso Silvana Mansio prevista alle ore 10.00

In viaggio oltre se stessi

COSENZA –  Sono molte le ragioni per le quali si decide di partire, di viaggiare alla scoperta di altri mondi, come il desiderio di imparare attraverso gli odori di nuove terre, vagare per rendere meno acuto un dolore che rende immobili, per spirito di avventura o più semplicemente per fuggire da se stessi, dalle proprie fragilità inespresse, dai sensi di colpa mai affrontati, dai fantasmi del passato per poi ritrovarsi faccia a faccia con la parte più profonda della propria coscienza.

Lo sguardo di Luigi Cipparrone racconta il viaggio metaforico e reale come il terreno per affrontare il proprio sé, che misurandosi e oltrepassando i confini di cui è costituito, attraverso la presenza e assenza delle altre vite, si prefigura davanti ai suoi occhi, si manifesta dal di fuori come parte integrante di un altrove con il quale è inevitabile relazionarsi.

Il viaggio che diventa necessario per scoprire e riconoscere se stessi, per superare le solitudini, i tormenti dell’animo, per renderti padrone del tempo.

Le foto di Cipparrone guardano al viaggio inteso proprio come modo per evadere da se stessi, come desiderio di smarrirsi, come necessità di ritrovarsi per mezzo della transizione, nella ricerca di qualcuno e nell’abbandono di qualcun altro, in luoghi di nessuno, con appuntamenti con il niente, in una realtà quasi visionaria dove è impossibile scappare dalle volontà del proprio io.

Un percorso che parte da dentro, senza l’implicazione necessaria del movimento fisico, che diventa man mano un esserci e dove l’io conoscitore e l’io conosciuto diventano una sola cosa, si dissolvono l’uno nell’altro per lasciare spazio solo alla conoscenza che sovverte il tempo e la percezione dello stato.

La mostra di Luigi Cipparrone “Io è un altro” è stata inaugurata ieri pomeriggio nella galleria d’arte L’impronta e potrà essere visitata fino al 5 aprile da mercoledì a sabato dalle ore 18,00 alle ore 20,00.

Gaia Santolla

 

 

Paesaggi urbani e non finito all’Urban Photo Art di Lamezia Terme

LAMEZIA TERME – Vista da una piscina sui grattacieli di Singapore. Quiete immutabile di un vicolo cieco. Strada di Lamezia Terme, di notte, con figura. Barche del Vietnam. Vortici geometrici di scale, parigine? Istanti di paesaggi urbani a Urban Photo Art, mostra concorso organizzata dall’associazione culturale Lante Arte con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme.  I paesaggi urbani, le storie, le vite, «restituiti da chi li vive», il tema della seconda edizione di Fotografarte curata da Fabrizio Basciano [intervista] e Silvia Pujia. L’associazione culturale, in collaborazione con Ama Calabria, prossimamente bandirà il primo concorso nazionale  di composizione audio-visiva.

Al complesso monumentale San Domenico sono esposti i lavori di tre fotografi professionisti, tre «chiavi interpretative» della Urban Photography nell’esposizione curata da Silvia Pujia e Fabrizio Basciano: Street Photography di Giuseppe Torcasio, NFC – Non Finito Calabrese di Angelo Maggio e Linea di Confine. Fotografie in tempo reale in Cassano alle Jonio di Luigi Cipparrone. E questa è la mostra. Urban PhotoArt è anche concorso: gli scatti sono esposti nello stesso complesso. Fuori concorso, le foto dei fotografi soci dell’associazione artistica e culturale ‘35 mm’. Negli stessi giorni della mostra, la rassegna si fa laboratorio: workshop e uscite fotografiche coinvolgono il pubblico.

Angelo Maggio durante il workshop

Il non-finito entra nel complesso San Domenico anche attraverso uno dei workshop. Dopo Fabrizio Basciano e Antonio Pujia (storico dell’arte e artista), Angelo Maggio parte dal suo lavoro, NFC – Non Finito Calabrese, presentato attraverso il video ‘150 anni ma non li dimostra’ . Il ferroviere con l’hobby della fotografia – così si definisce – fa di due villette abusive e non finite nel comune di Stilo, l’emblema del non finito calabrese e della risposta dello Stato. La foto sembra richiamare stanze sul mare. Racconta una storia tragicomica. Più tragica che comica, se si pensa che è vera, riguarda noi calabresi e l’uso di soldi pubblici [vedi l’articolo di Angelo Maggio, ndr].  I fabbricati non finiti, per Angelo Maggio, «sono dei monumenti alle aspettative dei calabresi». Stando alle statistiche evocate dal fotografo, la maggior parte delle costruzioni sono incomplete non per speculazione, ma «perché la gente non ha i soldi o perché i figli degli emigranti non vogliono ritornare in Calabria». E la risposta dello Stato? Angelo Maggio cita delibere e documenti scaricabili da internet. Nel caso di Stilo, risorse pubbliche – 400.00 euro – sono state usate per demolire due villette non finite e riqualificare l’area tramite il ripopolamento della tartaruga marina. Inoltre, a cinque giorni dalla demolizione, la Giunta ha approvato una variante perché «nel computo metrico dei lavori del progetto…non figurava la demolizione degli ecomostri».

Si tratta di tratto insito nel nostro dna di calabresi o il costume immortalato da Angelo Maggio – il non finito e la risposta dello Stato – ha una sua razionalità? La domanda emersa durante il dibattito, anima la discussione. Se di razionalità si tratta, allora un’altra logica è possibile.

 

 

Fotografarte II – Urban PhotoArt mostra concorso

fino al 30 dicembre 2012

Complesso monumentale di San Domenico, Lamezia Terme

 

* Programma

* Intervista a Fabrizio Basciano (uno dei curatori della mostra concorso)_AUDIO

* Hotel 5 stelle per tartarughe malate sulla costa Ionica_di ANGELO MAGGIO

 

Rita Paonessa