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Da Bergamo a Cosenza per farsi operare al ginocchio

COSENZA – Dalla Lombardia alla Calabria per sottoporsi ad un intervento di protesi al ginocchio.

Mille chilometri o poco più percorsi da una signora di Bergamo che ha scelto Cosenza per farsi operare dal dott. Marco Caforio, chirurgo ortopedico, traumatologo, specialista in chirurgia protesica e artroscopica.

Il dott. Caforio è originario della Brianza e da quasi tre anni ha scelto la città di Cosenza per lavorare e vivere. Attualmente è dirigente medico presso la Clinica Scarnati. Al suo arrivo al Sud aveva destato molto interesse e compiacimento questa sua decisione di trasferirsi in Calabria, scelta che ad oggi si è mostrata più che vincente, considerata la decisione della paziente bergamasca.

Apprendiamo di questa “buona” notizia da un post sul suo profilo facebook

“Oggi ho operato una paziente scesa in Calabria da Bergamo appositamente per protesi al ginocchio. Ringrazio per la fiducia e per questa inversione di tendenza che mi rende fiero e sempre più felice di lavorare e vivere in questa terra”.

 

Consensi e plausi per il convegno “La Spalla Dolorosa”. Oltre 150 gli iscritti

COSENZA – Ha incamerato grandi apprezzamenti il convegno medico scientifico dedicato a “La Spalla Dolorosa”, tenutosi lo scorso sabato nella sede dell’Ordine dei Medici di Cosenza, organizzato e promosso dal dottore Marco Caforio, chirurgo ortopedico, specialista in Traumatologia e Chirurgia Protesica e Artroscopica che, dopo la sua esperienza all’Ospedale Gaetano Pini di Milano, da circa due anni presta servizio in Calabria.

Una giornata formativa di grande spessore e rilevanza – la spalla è ancora oggi un distretto anatomico poco trattato soprattutto nella nostra regione – che ha fatto registrare oltre 150 iscritti tra medici, tecnici di radiologia, infermieri, fisioterapisti ed esperti del settore. Oltre al dr. Caforio a fare gli onori di casa anche i dottori Luigi Bisogno e Vincenzo Campagna, presidenti onorari dell’evento.

Il distretto anatomico riguardante la spalla è stato affrontato da diversi punti di vista grazie alla presenza di relatori illustri che nel corso delle cinque sessioni hanno analizzato, discusso e approfondito tutti gli aspetti ad essa relativi, dalla spalla come articolazione, alla spalla traumatica e instabile, dalla spalla degenerativa al post operatorio. Assai interessante poi la sessione interattiva direttamente su paziente, dove un esperto ha proiettato in video le tecniche di studio ecografico della spalla con una successiva seduta rivolta alla manipolazione della stessa.

L’evento, che ha permesso anche l’acquisizione di crediti formativi, è stato organizzato in collaborazione con Xenia.

“La Spalla Dolorosa”, boom di iscritti al convegno in programma domani

COSENZA – Dati importanti e significativi quelli raggiunti e già registrati, in termini di numero di iscritti, al convegno medico – scientifico dedicato a “La Spalla Dolorosa”, in programma nella giornata di domani, 16 marzo, a partire dalle 9.00 nella sede dell’Ordine dei Medici di Cosenza,  in Via Suor Elena Aiello.

L’iniziativa, che vede la collaborazione di Xenia, è stata promossa e organizzata dal dott. Marco Caforio, presidente del convegno, chirurgo ortopedico, specialista in Traumatologia e Chirurgia protesica e artroscopica.

Una giornata di studi incentrata sulle patologie e le cure riguardanti la spalla, un distretto anatomico, ancora oggi poco trattato, soprattutto nella nostra regione. La giornata di formazione è rivolta a tutti i professionisti medici del settori, ai tecnici di radiologia, ai fisioterapisti, agli infermieri.

Cinque le sessioni in cui è strutturato l’evento, alle quali prenderanno parte illustri specialisti, tra cui il dott. Luigi Bisogno e il dott. Vincenzo Campagna presidenti onorari del convegno.

Al The You Tu Show “La Spalla Dolorosa”, intervista a Marco Caforio

RENDE (CS) – Il dr. Marco Caforio, chirurgo ortopedico, traumatologo, specialista in chirurgia protesica e artroscopica è stato ospite nei giorni scorsi dello Spazio Interviste del The You Tu Show, la nuova web tv calabrese ideata e prodotta dalla Sibot.

Ai microfoni di Fiorenza Gonzales, direttrice di ottoetrenta.it, Marco Caforio, originario della Brianza, ma da due anni trasferitosi a Cosenza, ha presentato il convegno medico scientifico organizzato da Xenia e dedicato alla spalla dolorosa in programma il prossimo 16 marzo a partire dalle 9.00 nella sede dell’Ordine dei Medici di Cosenza.

Una giornata di studio e approfondimento, di cui il dott. Caforio è presidente, che ha già fatto registrare un significativo numero di iscritti, tra medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia, considerato che la spalla è un distretto anatomico ancora poco trattato, soprattutto nella nostra regione.
Presidenti onorari del convegno sono i dottori Luigi Bisogno e Vincenzo Campagna. Cinque in totale le sessioni in cui è strutturato il convegno.

L’intervista integrale al seguente link  https://www.facebook.com/theyoutushow/videos/2222194911443005/

Marco Caforio, «Ingegneria tissutale, nuova frontiera dell’ortopedia moderna»

COSENZA – E’ uno dei settori terapeutici più all’avanguardia in campo medico particolarmente legato a tessuti e organi. L’ingegneria tissutale – nuova frontiera anche in ambito ortopedico – è oggi uno degli strumenti più utilizzati dalla medicina rigenerativa, consistente nel rimpiazzamento di cellule, tessuti e organi riutilizzati per ripristinare le normali funzioni dell’organismo.

«In ortopedia – spiega il dott. Marco Caforio –brillante chirurgo ortopedico originario della Brianza trasferitosi da poco più di un anno a Cosenza dove presta servizio alla Clinica Scarnati- l’utilizzo di questo particolare e innovativo strumento di rigenerazione è assai diffuso». E nell’ambito dell’ingegneria tissutale rilevanza assume l’utilizzo dei biomateriali, argomento sul quale il dottore Caforio ha tenuto, nei giorni scorsi, un seminario al Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Università della Calabria dal titolo “Biomateriali in Ortopedia e Traumatologia”.

«I biomateriali – dice il dott. Caforio – sono ideati per relazionarsi con i principali sistemi biologici al fine di valutare e dare supporto o anche sostituire in alcuni casi, un qualsiasi tessuto, organo o funzione vitale. E’ necessario però distinguerli in base alla loro destinazione, alla loro conformazione, al loro uso temporale, ai loro effetti sull’organismo, alla loro evoluzione storica e, in ultimo – ma non meno rilevante- al tipo di materiale utilizzato. E Sebbene rappresentino oggi un importante e moderno traguardo in campo biomedico i biomateriali hanno una loro storia che si è evoluta nel corso degli anni. Oggi il biomateriale che viene utilizzato in chirurgia deve fungere da stimolo per avere determinate risposte da parte dell’organismo».

LA CLASSIFICAZIONE DEI BIOMATERIALI: I METALLI

«Tra i materiali più utilizzati in chirurgia ortopedica– come ha chirtito il dott. Caforio agli studenti dell’Unical durante il seminario – ci sono i metalli: i più diffusi sono rappresentati dalle Leghe di Titanio, largamente usate per lo sviluppo di placche o chiodi per la sintesi di fratture, o altre Leghe metalliche sfruttate per l’impianto di protesi alle articolazioni, dove giocano un ruolo significativo oltre che la resistenza a corrosione e fatica, anche e soprattutto il modulo elastico»

I POLIMERI

Assai adoperati sono poi i biomateriali polimerici, grazie alla loro biocompatibilità. «Il nylon ad esempio – spiega il dottore– è utilizzato per le suture non riassorbibili, il polietilene come “ingranaggio” articolare interposto tra due componenti protesiche. Altri materiali sono poi le piccole vitine polimeriche usate nella traumatologia sportiva, come fissazione di legamenti o nella ricostruzione dei tendini della cuffia dei rotatori. L’unico problema di questi ultimi, ancora presente, è rappresentato dal controllo della loro velocità di degradazione in ambiente biologico».

I BIOMATERIALI CERAMICI

Tra le caratteristiche che contraddistinguono i biomateriali ceramici vi è certamente la fragilità, la poca duttilità, la resistenza all’usura, la buona trasmissione dei carichi e l’essere bioinerti. Tra i biomateriali ceramici assume importanza l’idrossiapatite, un materiale che ripropone la fase minerale dell’osso e induce uno stresso legame chimico tra impianto e osso ospite.

I BIOMATERIALI BIOLOGICI, LA NUOVA FRONTIERA DELL’ORTOPEDIA MODERNA

La vera frontiera anche in campo ortopedico è però rappresentata dai biomateriali biologici, utilizzati per la rigenerazione dei tessuti. Tre i principi cardine di questa tipologia di materiali sul tessuto osseo: l’osteoconduzione ( di cui fa parte l’idrossiapatite),  l’osteoinduzione e l’osteogenesi. Rientrano nella seconda sfera le BMPs (Bone Morphogenic Proteins), proteine che inducono un processo biologico a cascata atto a formare nuovo tessuto, in questo caso osseo.

GLI SCAFFOLDS, ALTRO PASSO IN AVANTI

Altro importante passo dell’ingegneria tissutale è basato poi sull’impianto di scaffolds, supporti porosi realizzati con materiali biocompatibili capaci di favorire l’adesione e la proliferazione cellulare fino alla formazione del nuovo tessuto. «Esistono diverse tipologie di scaffolds – dice il dott. Caforio- naturali, sintetici e artificiali e sono particolarmente utilizzati per colmare i difetti cartilaginei. Grazie a questa tipologia di biomateriali – che sono tra l’altro biodegradabili e permeabili- siamo in grado di trattare diverse patologie».

L’IMPORTANZA DEI Growth Gactors

Negli ultimi anni, poi, si sono sviluppati diversi studi sui fattori di crescita, meglio noti come growth factors, vale a dire delle proteine in grado di stimolare la proliferazione e la diffusione delle cellule, contenute nel gel piastrinico. «Le infiltrazioni di PRP– conclude il dottore- sono una promettente alternativa a diverse terapie oggi presenti in campo medico e sono destinate a divenire un importante traguardo non solo in ambito ortopedico, ma medico in generale».

 

 

Marco Caforio, eccellenza ortopedica che dalla Brianza si trasferisce a Cosenza

COSENZA – Se è vero che molti cervelli calabresi sono in fuga per trovare fortuna altrove, c’è però una storia che va decisamente in controtendenza rispetto al trend a cui siamo abituati. Una storia bella da raccontare che vede protagonista un’eccellenza della chirurgia ortopedica che ha trovato in Calabria, a Cosenza, la sua isola felice.

E’ il dott. Marco Caforio, originario della Brianza, località situata tra Milano Bergamo Lecco e Como, che da poco più di un anno presta servizio alla Clinica Scarnati di Cosenza, struttura di preminenza in campo ortopedico e punto di riferimento per l’intera provincia e oltre.

Il dott. Caforio, persona affabile, cordiale e disponibile è specialista in chirurgia protesica e artroscopica, traumatologia sportiva, medicina orientale e agopuntura. Ci ha accolti nel suo studio, dove si è piacevolmente concesso alle nostre domande e ci ha raccontato il suo percorso professionale che lo ha portato a Cosenza, città che ama moltissimo e dove ha trovato la sua seconda famiglia.

D – Un percorso professionale che dal Nord, dalla Brianza, l’ha portata a Cosenza, dove ha deciso di vivere e lavorare. Ci racconti la sua storia

R – Vengo dalla Scuola di Formazione di Milano. Dopo la prima esperienza professionale all’Ospedale Ortopedico Gaetano Pini, dapprima nel reparto di ortopedia pediatrica, in seguito nel reparto Chirurgia Protesica (ndr ginocchio, anca e spalla) e Traumatologia dello Sport, ( ndr menischi, legamenti crociati, sutura della cuffia dei rotatori della spalla), ho vinto il concorso all’Ospedale Civile di Piacenza, dove sono rimasto per circa tre anni. Poco dopo arriva il felice – e oggi direi anche fortunato – incontro con il dott. Bisogno (ndr Primario della Clinica Scarnati di Cosenza), che ha fortemente creduto in me chiedendomi di trasferirmi giù in Calabria, sfatando, in un certo senso, l’ossessione ed il mito del posto fisso, per lavorare nel privato.  E così è stato. Ho amato questa città e la sua gente sin dall’inizio. Ho trovato accoglienza, calore e affetto. Una scelta che, senza dubbio, rifarei senza alcun indugio.

D- A Cosenza, dunque ha trovato una seconda famiglia. Cosa le piace di più di questa nuova vita e di questa città?

R–  Sono rimasto fin da subito colpito dalla gente, dal calore e dall’affetto. Mi piace molto il modo di vivere qui, certamente meno frenetico e meno stressante rispetto al nord, dove era praticamente impossibile accompagnare mio figlio all’asilo – a piedi- e sempre senza prendere l’auto recarmi a lavoro. Passavo ore in macchina prima di raggiungere il posto di lavoro. Qui è tutto più concentrato, è una città molto vivibile. E poi il sole, il caldo, il mare e la montagna a pochi passi, e senza dubbio la cucina. Meravigliosa. E’ tutto straordinario, come straordinari sono i colleghi di lavoro, persone eccezionali e altamente qualificate.

D – Entriamo nel merito dell’aspetto professionale. Ci sono degli interventi ortopedici che effettua con maggiore frequenza rispetto ad altri?

R– Sicuramente gli interventi di chirurgia protesica e artroscopica relativi a spalla e ginocchio. Per chirurgia protesica si intende la sostituzione dell’articolazione, per casi di usura delle articolazioni, di artrosi, o per fratture – nel caso della spalla. Tratto, invece, con chirurgia artroscopica i casi di ricostruzione dei tendini della spalla, per le rotture della cuffia dei rotatori, o i casi di reinserzione del cercine glenoideo per le lussazioni recidivanti, sempre della spalla; ma anche, nel caso del ginocchio, suture meniscali, meniscectomie, ricostruzioni dei legamenti crociati e legamenti collaterali. Sono molto interessanti ora i trattamenti rigenerativi, mediante l’utilizzo dei fattori di crescita, grazie al cosiddetto gel piastrinico. E’ una nuova tecnica che utilizza le piastrine contenute nel sangue del paziente stesso: nei granuli delle stesse piastrine sono presenti i Growth Factors – fattori di crescita, che re-inoculati mediante il Platelet Rich Plasma – gel piastrinico appunto – in un ambiente articolare,  possono favorire la stimolazione di quel particolare tessuto, in questo caso cartilagine.

D – Che innovazioni, a livello protesico, ci sono oggi in campo ortopedico, rispetto a qualche anno fa?

R – Sicuramente si parla di chirurgia mininvasiva, e certamente l’innovazione interessante riguarda il materiale, il design protesico e specialmente le vie d’accesso sempre più risparmiose e limitate che permettono al paziente un recupero più rapido. Una innovazione interessante è anche la terapia post-intervento, che rende più agevole la degenza in riabilitazione e la ripresa alla vita normale senza più dolore.

D – Lei dott. Caforio è anche specialista in Medicina Orientale e Agopuntura. Quando è consigliabile intervenire in tal senso?

R– Sull’apparato muscolo-scheletrico l’agopuntura è indicata in via preventiva, perché anche la stessa medicina orientale sfrutta un certo tipo di filosofia, vale a dire, più un problema assume aspetti concreti, più è difficile trattarlo stimolando un meridiano o un agopunto. Ad esempio, una frattura, è molto difficile trattarla con i metodi della medicina orientale. Gli stessi medici specialisti orientali utilizzano sistemi tipici dell’ortopedia classica. Quando invece siamo di fronte ad altre patologie, come le allergie, è più semplice prevenirle e trattarle con l’agopuntura stessa. Una contrattura cervico brachiale, una lombalgia da stress, una cefalea muscolo tensiva, un mal di testa, che hanno come base una contrattura muscolare, possono essere trattate con la medicina orientale. Bisogna però sempre valutare il paziente con questa filosofia, con questi occhi, indagare la sua energia, e soprattutto valutare quale tipo di energia è necessario stimolare o ridurre.

D- Tecnologia ed ortopedia. Cosa ci riserva il futuro dal punto di vista delle tecniche chirurgiche?

R –  Siamo sempre in continua evoluzione. Pensiamo a come prima ogni intervento avveniva con grossi accessi chirurgici, poi soltanto 25 anni fa entrava in voga l’artroscopia, cioè con sole 2 piccole incisioni si riusciva a sistemare un grosso problema all’interno dell’articolazione. Quindi interventi sempre più mininvasivi e con meno dispendio per il paziente ed un recupero più rapido. Negli ultimi anni poi la ricerca sta dando spazio a ciò che può far stimolare un tessuto degenerato, quindi alla rigenerazione. Sono convinto che altri passi avanti si faranno e sono altrettanto convinto dell’importanza di utilizzare, laddove è possibile, le tecniche più innovative per consentire al paziente un recupero sempre più celere.

Prima di congedarci, il dott. Marco Caforio rivolge un invito ad avere più fiducia nel medico e nello specialista, «la gente è molto spaventata- dice-  si fida poco e ha paura. Vuole andare altrove, al Nord, appunto, per curarsi. E’ necessario dunque, instaurare con il paziente un rapporto di fiducia reciproca. Il paziente va rassicurato, va seguito costantemente anche con incontri più frequenti, è di assoluta importanza che si fidi dello specialista. E, ad onor del vero, non si sbaglia. Insomma, una bella storia da raccontare.

Raffaella Aquino