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Marisa Manzini lascia la Procura di Cosenza. Nominata consulente Commissione Antimafia

COSENZA – Marisa Manzini, procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Cosenza lascia l’incarico nella città dei Bruzi per andare a lavorare nella Commissione Parlamentare Antimafia.

La proposta le è giunta direttamente dal Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. Insieme alla Manzini, anche i magistrati Giuseppe Lombard, procuratore aggiunto di Reggio e Camillo Falbo, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro lasciano i loro rispettivi incarichi per recarsi a Palazzo San Macuto.

 

 

Sventato traffico di cocaina tra Mendicino e la Colombia, tre arresti

COSENZA – La Squadra Mobile di Cosenza, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha arrestato quest’oggi tre persone con l’accusa di importazione di cocaina proveniente dalla Colombia. Sono finiti in manette Domenico Baldino 54 anni, Andrea Rudisi 37 anni e Romina Reda di 34, tutti residenti nel comune di Mendicino. L’operazione di questa mattina rappresenta il capitolo successivo di quella portata a termine nell’agosto dello scorso anno quando a finire in manette fu Antonio Segreti, 34 anni, il quale, decidendo di intraprendere una nuova tipologia di mercato della cocaina, aveva tentato di farsi consegnare la droga dal paese sudamericano, passando per la città di Londra, tramite corriere espresso. Lo stupefacente era ben nascosto nei tubolari di una sedia impacchettata e consegnata a domicilio dalla Dhl. Quel giorno però, a vestire i panni dei fattorini c’erano gli uomini della squadra mobile agli ordini del vicequestore Giuseppe Zanfini.

Cosenza, traffico di Cocaina sulla tratta Mendicino-Colombia

arresti droga«Stiamo parlando di un’operazione importante – afferma Marisa Manzini, Procuratore Aggiunto del Tribunale di Cosenza – con la quale abbiamo completato il lavoro iniziato lo scorso anno. Grazie all’aiuto della Polizia inglese, che ci ha segnalato il pacco sospetto, abbiamo da subito avviato delle indagini. Attraverso un’attività di copertura – continua il magistrato – abbiamo deciso di consentire l’arrivo a destinazione del pacco, ovvero a casa di Segreti. Quest’azione ci ha consentito di disarticolare l’organizzazione criminale. La cocaina – dice la Manzini – doveva essere consegnata per lo smercio a Rudisi mentre Domenico Baldino, era colui il quale aveva organizzato e coordinato il viaggio del pacco».

Zanfini e le indagini condotte

Sull’accaduto si è espresso anche il capo della Squadra Mobile di Cosenza, il vicequestore Giuseppe Zanfini, che si è detto soddisfatto del percorso di indagini condotto dai suoi uomini: «Eravamo a conoscenza del destinatario ma volevamo comprendere cosa e chi ci fosse dietro – afferma -.Ad agosto 2015 siamo riusciti a ritardare la consegna del pacco a Segreti, il quale, tramite intercettazioni telefoniche, risultava essere piuttosto nervoso per quell’imprevisto. Una volta arrivato a destinazione, il pacco sarebbe stato consegnato a Rudisi, uno dei tre arrestati di oggi, che poi lo avrebbe immesso nel mercato».

L’intervento della Squadra Mobile, per mezzo di alcuni agenti sotto copertura, vestiti con la divisa del corriere, ha permesso di porre fine al primo tentativo di un nuovo modus operandi relativo al traffico di sostanze stupefacenti. I due uomini arrestati hanno precedenti penali per traffico di droga. La donna, invece, moglie di Segreti e madre di una bambina di pochi mesi, è stata posta ai domiciliari. Durante l’operazione di questa mattina Rudisi ha tentato la fuga nelle campagne di Mendicino. Una corsa di poche centinaia di metri prontamente bloccata dalle forze dell’ordine.

Alessandro Artuso 

Il ricordo dei caduti di ‘ndrangheta con la partecipazione di Monsignor Oliva (AUDIO)

L'intervento di Monsignor OlivaCASTIGLIONE COSENTINO (CS) – Una lunga lista quella delle vittime innocenti di ‘ndrangheta. Nomi e cognomi scanditi dal giovane consigliere comunale di Castiglione Cosentino, Alessia Primavera, sulle suggestive note musicali di una bandura ucraina, accompagnata dalle voci dei soprani Dalila De Leo, Caterina Vignardi, Annarita Pichierri e Stefania Bilik, guidate dal M° Francesco De Leo. Si è aperta così la celebrazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno organizzata dall’Associazione Culturale Più di Cento – Tana per la legalità presieduta da Salvatore Magarò che, in testa a questo movimento, sta proseguendo nelle attività di educazione alla legalità intraprese alla guida della Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio Regionale. Alla manifestazione, ospitata nel Frantoio dei Saperi di Castiglione Cosentino ed introdotta dai saluti del sindaco Dora Lio, e da Francesco Cozza, primo cittadino del vicino comune di San Pietro in Guarano, sono intervenuti il Vescovo di Locri-Gerace, Monsignor Francesco Oliva e la docente dell’Università della Calabria Donatella Loprieno. <Il senso profondo di questa nostra manifestazione, giunta alla quinta edizione – ha spiegato Magarò nel corso del suo intervento – è quello di alimentare la riflessione e il ricordo, ma anche di assumere l’impegno preciso ad improntare la nostra vita quotidiana alla legalità ed al rispetto delle regole. Perché se da una parte occorrono le manette e le sentenze, per contrastare la ‘ndrangheta è necessario soprattutto rendersi promotori di una rivoluzione culturale. Dobbiamo sottrarre terreno alla criminalità, attraversoNutrita partecipazione di pubblico un’antimafia sociale che garantisca diritti, lavoro e opportunità. E serve la presenza delle istituzioni. Avremo maggiori possibilità di sconfiggere la ‘ndrangheta se essa diventerà una grande questione di interesse europeo>. Visibilmente emozionato, ha preso la parola anche Giovanni Gabriele, papà del piccolo Dodò ferito mortalmente alla testa il 25 giugno del 2009 mentre si trovava in compagnia del genitore in una struttura sportiva di Crotone. <Abbiamo avuto giustizia, ma oltre il settanta per cento dei delitti di ‘ndrangheta rimangono ancora impuniti – ha affermato – I colpevoli della tragica morte di Dodò sono stati condannati all’ergastolo. Ma i veri ergastolani siamo noi familiari delle vittime, costretti a vivere con la consapevolezza che mai più potremo riabbracciare i nostri cari. Tante volte mi è stato detto che la sfortuna di Dodò è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato. Invece no – ha ribadito Giovanni Gabriele – Dodò era nel posto giusto, stava trascorrendo una giornata serena in un campo di calcetto, una struttura sportiva affollata di persone sorridenti. Erano i suoi assassini a trovarsi nel posto sbagliato. Il prossimo 25 giugno – ha infine annunciato – porteremo i ragazzi sul quel campo, teatro del drammatico evento, per una manifestazione sportiva organizzata con la FIGC dal titolo Liberi di giocare>. Un violento attacco influenzale ha impedito al procuratore aggiunto del Tribunale di Cosenza, Marisa Manzini, di partecipare all’iniziativa, ma il magistrato ha voluto ugualmente inviare il proprio contributo attraverso un messaggio indirizzato agli organizzatori: “La storia di questa terra è segnata da gravi episodi di violenza che hanno colpito persone che con la ‘ndrangheta non avevano nulla a che vedere. E’ il caso del piccolo Dodò – ha scritto la dott.ssa Manzini – Proprio questi gravi fatti, che hanno interessato vittime innocenti e lontane dal mondo criminale, ci devono convincere della necessità di non disinteressarci di un fenomeno così devastante. Quando mi succede di parlare nelle scuole, con i ragazzi che vivono in famiglie normali e che vedono distante il fenomeno della criminalità organizzata, ricordo loro che, solo per caso, possiamo, nel corso della nostra vita, essere esclusi dalla violenza criminale. Ma, sempre per caso, anche se il fenomeno ci sembra lontano e pare non doverci mai interessare, in un attimo possiamo, come è successo al piccolo Dodò e a tanti altri, essere colpiti in modo devastante ed irreparabile. Per questo, è così importante ricordare. Solo la L'accompagnamento musicaleconoscenza del fenomeno ci consente di raggiungere quella forza necessaria per isolare i criminali ed escluderli dalla vita sociale. La mia esperienza professionale mi ha portato a conoscere testimoni di giustizia e vittime di ‘ndrangheta che, con encomiabile forza, hanno denunciato soprusi e violenze. Questa forza va premiata anche e soprattutto con la vicinanza della società”. Monsignor Francesco Oliva ha tratto le conclusioni della manifestazione:
<Non possiamo restare chiusi nelle chiese e nelle sagrestie. Dobbiamo entrare nelle famiglie, assumere un ruolo di guida della società, strappare i giovani dalle strade ed istruirli alla legalità. La locride paga un prezzo altissimo in termini di vite umane, ma anche di arretratezza, mancanza di collegamenti e di infrastrutture. I nostri ragazzi lasciano questa terra bellissima dopo il diploma, e non tornano più. Il fenomeno dilagante della corruzione politica allontana le persone perbene dalla partecipazione civile. Lo sviluppo – ha denunciato Monsignor Oliva – è bloccato dalla ‘ndrangheta che attecchisce perché favorita da una mentalità distorta che tocca anche i percorsi di fede. La Chiesa deve recuperare la sua credibilità e tradurre i valori cristiani in impegno civile e impegno sociale. Il passato insegna sempre – ha concluso il presule – insegna a non ripetere gli errori commessi e a guardare al futuro con maggiore fiducia>.

In basso le interviste realizzate con Monsignor Francesco Oliva e con Giovanni Gabriele.

 

Il 15 marzo a Castiglione la Giornata della Memoria 2016

CASTIGLIONE COSENTINO (CS) – Ha annunciato il suo intervento anche il presidente della giunta regionale Mario Oliverio, alla Quinta edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime della ‘ndrangheta, che sarà celebrata a Castiglione Cosentino martedì 15 marzo alle ore 17,30.

L’appuntamento è ispirato alla manifestazione promossa da Libera su scala nazionale ed organizzata dall’Associazione Più di Cento – Tana per la legalità, guidata da Salvatore Magarò che inaugurò questa iniziativa nel 2012, da presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta.

«Ho ritenuto di proseguire il mio impegno di contrasto alla criminalità organizzata per non vanificare il positivo lavoro condotto a Palazzo Campanella, sia sotto il profilo normativo, sia, come nel caso della Giornata della Memoria, nell’ambito delle attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi della lotta alla ‘ndrangheta – spiega Magarò nel presentare l’edizione 2016 – Saranno presenti Monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace e il Procuratore aggiunto del Tribunale di Cosenza Marisa Manzini. Interverranno inoltre il provveditore agli studi di Cosenza Luciano Greco e la docente dell’Università della Calabria Donatella Loprieno. Ascolteremo infine la testimonianza di Giovanni Gabriele, papà del piccolo Dodò a cui è stata intitolata la Bottega della Legalità nella sede del Consiglio Regionale”.

La manifestazione, ospitata nel Frantoio dei Saperi  sarà introdotta dalla lettura dei nomi delle vittime della ‘ndrangheta a cura di Alessia Primavera, consigliere comunale di Castiglione Cosentino, e dai saluti dei sindaci di Castiglione e di San Pietro in Guarano Dora Lio e Francesco Cozza.

I presunti rapinatori di Zumpano forse preparavano un altro colpo in Calabria (AUDIO)

COSENZA – Stavano preparando un altro colpo, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine prima di poter agire. Si tratta di Antonio Fortunato e Massimo Niro, entrambi residenti in Lombardia ed arrestati per aver rapinato lo scorso 14 dicembre il Brico Center dell’area commerciale di Zumpano.
Antonio Fortunato è stato fermato sabato sera dai carabinieri della Compagnia di Girifalco a bordo di un’auto che aveva rubato poco prima a Maida. Sul veicolo, rintracciato grazie al Gps e sul quale viaggiava un’altra persona, Domenico Iommello, residente in provincia di Milano, i militari dell’arma avevano rinvenuto due kalashnikov con i numeri di matricola cancellati ed una sessantina di cartucce. In una casa che i due avevano preso in affitto a Lamezia Terme i militari hanno trovato successivamente una pistola calibro 9, anche questa con la matricola cancellata. Le indagini sono poi proseguite ed hanno consentito di mettere in collegamento questo episodio con la rapina consumata a Cosenza. Nessuna traccia però del bottino, oltre centomila euro in contanti, anche se sono in corso gli accertamenti della magistratura. Con ogni probabilità i due arrestati fanno parte di una più articolata organizzazione dedita alle rapine. Antonio Fortunato e Massimo Niro hanno precedenti specifici per colpi consumati in diverse località italiane. Di seguito l’intervista al dirigente della squadra mobile di Cosenza Giuseppe Zanfini.

Alla conferenza stampa organizzata presso la Questura di Cosenza era presente anche il procuratore aggiunto di Cosenza. “Il risultato, ottenuto in così poco tempo – ha detto – è significativo anche perché le rapine rappresentano in questo territorio un aspetto importante. I responsabili sono milanesi, quindi riteniamo che si tratti di una batteria di professionisti. Erano organizzati e preparati – ha aggiunto la Manzini – E’ stato fondamentale il lavoro svolto dalla squadra mobile. Uno dei due rapinatori era stato già fermato in provincia di Catanzaro, a Girifalco, e trovato con tante armi tra cui kalashnikov”. Infatti, gli agenti della Mobile hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare a Fortunato nel carcere di Catanzaro, mentre Niro è stato raggiunto nella sua abitazione a Cologno Monzese. Le immagini adeso non si fermano. E’ caccia aperta ai presunti basisti dell’organizzazione.

Cosenza, nel pomeriggio i funerali della piccola Marianna

Cosenza ( Cs) – E’ stata soffocata Marianna, la bimba di sette mesi morta a Cosenza la cui madre, Giovanna Leonetti,  di 37 anni, si trova in stato di fermo in ospedale perché accusata di omicidio volontario. La conferma e’ venuta dall’autopsia effettuata nella tarda serata di ieri dal dottor Berardo Cavalcanti. Dall’esame, i cui risultati saranno resi noti solo tra sessanta giorni, sarebbero emerse delle microlesioni che confermerebbero la pressione esercitata sul volto con un cuscino e, quindi, il soffocamento che ha portato al decesso. Il corpo della bambina, dopo l’autopsia, e’ stato consegnato ai familiari e, nel pomeriggio, alle 15, sono state fissate le esequie che si svolgeranno nella chiesa cosentina di Santa Teresa. La madre della piccola, Giovanna Leonetti, dopo l’esecuzione del provvedimento di fermo, emesso nella notte tra sabato e domenica dal pm Domenico Frascino e controfirmato dal Procuratore della Repubblica Dario Granieri e dall’aggiunto Marisa Manzini, si trova ancora piantonata dai carabinieri nell’ospedale dell’Annunziata. Nelle prossime ore dovrebbe tenersi l’udienza di convalida. Al marito della donna Francesco Luberto, di 41 anni, e’ stata chiesta la disponibilita’ a nominare un difensore per la consorte ma lui, che e’ avvocato, si e’ rifiutato di indicarne uno. Da quanto si e’ appreso il difensore di Giovanna Leonetti sara’ l’avvocato Marcello Manna.

Ancora non certe le cause della morte della piccola di 7 mesi. Il procuratore è cauto

12765592_948406418576575_733740011_oCosenza – “Stiamo cercando di capire che cosa sia successo e non abbiamo ancora nessun elemento per parlare con certezza di omicidio e tentato suicidio. Nessuna voglia di commentare una tale tragedia ma e’ necessario mettersi subito al lavoro con cautela, data la delicatezza del caso”. E’ questo il pensiero del procuratore aggiunto Marisa Manzini appena uscita dalla casa in cui e’ stata trovata morta una piccola di appena sette mesi. Una tragedia avvenuta in una abitazione in pieno centro a Cosenza, uno storico palazzo che si affaccia su corso Mazzini adesso piantonato dai carabinieri. Questa mattina il papa’ della piccola, Francesco Luberto noto avvocato avrebbe trovato la piccola senza vita e la moglie Giovanna Leonetti, 36 anni, riversa su una poltrona in stato di choc. La donna, biologa conosciuta in citta’, avrebbe forse – ma su questo gli inquirenti sono molto cauti – ucciso la bimba e poi avrebbe provato a togliersi la vita ingerendo barbiturici. Una ricostruzione dei fatti che pero’ il procuratore aggiunto Manzini, che coordina le indagini assieme al pm di turno Domenico Frascino, non si sente di confermare perche’ “dobbiamo capire che cosa sia realmente successo. Dobbiamo valutare tutto. Stiamo cercando anche di capire se la donna soffrisse di depressione post partum e fosse in cura. Non sappiamo nemmeno con certezza chi ci fosse in casa al momento della tragedia”.

Marisa Manzini nominata nuovo procuratore aggiunto dal Plenum del Csm

COSENZA – “Esaminati approfonditamente i fascicoli personali degli aspiranti e la documentazione depositata, la dott.ssa Marisa Manzini risulta il candidato più idoneo, per attitudini e merito, al conferimento dell’ufficio semidirettivo di Procuratore aggiunto di Cosenza”. Così il Plenum del Csm ha conferito questa mattina, all’unanimità, l’incarico alla dottoressa Manzini.

La dott.ssa Marisa Manzini è stata responsabile per il tirocinio di viceprocuratori onorari e ha tenuto il corso per la preparazione al concorso per uditore giudiziario organizzato per l’anno 1995 e per l’anno 1999/2000 dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catanzaro in collaborazione con la Regione Calabria, d’intesa con il Consiglio Giudiziario della Corte d’Appello di Catanzaro.  È  stata docente nei corsi di formazione per il personale del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Lamezia Terme, nei corsi di qualificazione per U.P.G. relativamente al personale di Polizia Penitenziaria della Regione Calabria negli anni 2001-2002 e 2003, nonché presso la Scuola di Specializzazione per le professioni forensi nell’anno 2013. E’ stata nominata direttore del Corso di Alta Formazione sulle “Politiche di contrasto alla mafia” presso la Fondazione dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Ha, infine, conseguito il diploma di specializzazione in criminologia clinica con indirizzo socio psicologico presso l’Università degli studi di Modena.

La dott.ssa Manzini nel corso del suo primo incarico dall’anno 1993 all’anno 2003 come Sostituto presso il Tribunale di Lamezia, ufficio che presentava rilevante scopertura dell’organico, incidente su un territorio caratterizzato da una forte presenza della criminalità organizzata, per 9 mesi  e successivamente per oltre 5 mesi  ha espletato le funzioni di Procuratore della Repubblica facente funzioni, in qualità di sostituto anziano, durante i congedi del Procuratore della Repubblica per ragioni di salute. Quale Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Catanzaro dal 21 novembre 2003 e fino alla data del 18 ottobre 2009 è stata inserita nella DDA, con competenza  per i delitti di criminalità organizzata relativamente a tutto il territorio compreso nel circondario del Tribunale di Vibo Valentia, mantenendo direttamente rapporti di collaborazione e coordinamento con la Procura di Vìbo Valentia. Dal 19 ottobre 2009 quale Sostituto presso la Procura Generale di Catanzaro è inserita nel gruppo di lavoro istituito per la trattazione di procedimenti concernenti la richiesta di applicazione delle misure patrimoniali  relativamente ai territori rientranti nei circondari dei Tribunali di Lamezia  e Vibo, ed in condizioni di oggettiva difficoltà di organico, non si è mai sottratta ai suoi compiti diretti ed in supplenza, pur essendo applicata in procedimenti penali in corso di indagine presso la Procura di Catanzaro. Ha partecipato per delega del Capo dell’Ufficio alle convocazioni dei Consigli Giudiziari in rappresentanza del Procuratore Generale di Catanzaro in diverse occasioni.

Il profilo professionale della dott.ssa Marisa Manzini, scrive ancora il Csm, “è quindi elevato per cultura giuridica e criminologica, per disponibilità e spirito di servizio manifestato nelle applicazioni ai processi penali in uffici giudiziari in difficoltà e nella formazione di VPO. Ha maturato un’esperienza professionale specifica nel settore inquirente e in particolare in quello contro la criminalità organizzata nel territorio del distretto di Corte di Appello di Catanzaro che comprende il Tribunale di Cosenza.

“Si ritiene – conclude il Plenum del Csm – che la dott.ssa Manzini è pienamente in possesso dei requisiti richiesti per lo svolgimento della funzione di Procuratore Aggiunto della Repubblica, e in particolare per tale funzione presso un ufficio del distretto di Catanzaro dove ha maturato la sua esperienza professionale, prima come Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, poi presso il Tribunale di Catanzaro dal 2003 al 2009, quindi come Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro dove tuttora è in servizio”.