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L’Assessore Guccione interviene sugli ammortizzatori sociali

CATANZARO – L’Assessore regionale al Lavoro Carlo Guccione, facendo seguito all’incontro avuto a Roma con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ha comunicato nelle settimane scorse al Ministero, il fabbisogno finanziario per la Calabria relativo al 2014, per quanto attiene gli ammortizzatori sociali in deroga. A tal proposito, Guccione – informa una nota dell’Uffiico stampa della Giunta regionale – ha chiesto la convocazione, in tempi brevi, di un Tavolo a livello governativo, al fine di poter stipulare l’accordo con le parti sociali della nostra regione e avviare i pagamenti per l’anno 2014.

Convocate le Organizzazioni Sindacali

CATANZARO – Il Ministro del Lavoro in merito alla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro ha convocato le Organizzazioni Sindacali.

Tale incontro, che si terrà il 3 marzo, rappresenta evidentemente il risultato delle azioni di mobilitazione messe in campo dai lavoratori di tutto il territorio nazionale, e che in Calabria si è concretizzata con una partecipata assemblea regionale unitaria del 18 febbraio, con il coinvolgimento delle TV locali e degli organi di stampa, e con la conseguente adesione alla manifestazione di Roma il giorno 20.

Ma quali sono i motivi che stanno alla base della mobilitazione e della protesta in atto?

Ciò di cui parliamo è infatti solo il primo atto, che parte dalla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro, di un progetto molto più ambizioso e devastante, che porterebbe allo smantellamento della pubblica amministrazione e dell’INPS in particolare.

Un progetto, quello citato, che viene da lontano e che l’attuale governo ha iniziato a tradurre in pratica con la Legge Delega n° 184/2014, c.d. Jobs Act, la stessa legge con la quale è stato di fatto cancellato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rifiutando al riguardo ogni forma di confronto e di discussione con le parti sociali.

Il rischio è che, se andasse in porto la realizzazione dell’Agenzia ispettiva, anche un altro pezzo importante dell’Istituto legato alle prestazioni a sostegno del reddito, in un futuro prossimo, verrà sottratto all’INPS (con la costituzione della c.d. Agenzia nazionale per l’occupazione) per andare a collocarsi, entrambe, sotto il controllo diretto del Ministero del Lavoro e quindi della politica.

Quanto sta avvenendo rappresenta un’evidente operazione di “macelleria”, in netta contrapposizione rispetto al recente passato in cui il nostro Ente, quando la propria “governance” poteva definirsi tale, aveva fatto la scelta politica  di ampliare il proprio campo di azione, anche in ambiti che poco avevano a che fare con quello previdenziale in senso stretto.

Se questo è il quadro in cui ci muoviamo, e se è vero (com’è vero) che i vertici dell’Istituto (Presidente e Direttore Generale), di recente nomina, non hanno preso al riguardo alcuna posizione, ciò che ne deriva è una situazione veramente drammatica.

Ma non si può assistere inerti. Nella convinzione della strategicità e della specificità del corpo ispettivo all’interno dell’INPS, come quelli delle altre amministrazioni, ma anche di una pubblica amministrazione efficiente, garante dello stato sociale e presidio di legalità, è necessario che siano messe in campo, proprio in questa direzione, tutte le energie disponibili nel percorso di confronto intrapreso con il Ministro del Lavoro.

Ancor più in un territorio come quello Calabrese, dove i numerosi fenomeni di lavoro nero e fittizio fatti emergere dal nostro corpo ispettivo, che non di rado finiscono per avviare anche procedimenti giudiziari, sarebbe necessario un potenziamento delle attività di contrasto al lavoro irregolare e migliori sinergie tra gli attori coinvolti.

Sono queste le ragioni di una mobilitazione, con il preciso intento di mettere in luce le incongruenze derivanti dalla costituzione dell’Agenzia per le ispezioni del lavoro, che comprometterebbe gravemente la funzionalità di tutto il sistema ispettivo. Ma non solo, il percorso di confronto non potrà non tenere conto anche di tutte quelle misure di garanzia nei confronti dei lavoratori coinvolti riguardo le retribuzioni, i percorsi di carriera, le professionalità, i percorsi formativi, nonché l’articolazione territoriale dell’Agenzia che, al momento, non appare per nulla chiara.

Insomma un percorso ricco di insidie che vedrà la CGIL in prima linea a partire dall’assemblea unitaria del personale ispettivo di giorno 27 febbraio a Catanzaro ed in tutte le iniziative che seguiranno, ma nella consapevolezza che il risultato dipenderà anche dal sostegno e dalla partecipazione di tutto il personale dell’Istituto che, a nostro avviso, deve sentirsi coinvolto nella mobilitazione contro questo processo di “DISINTEGRAZIONE”, che appare tanto subdolo e devastante quanto drammaticamente alle porte.

On.Laratta al Ministro del Lavoro: Lavoratori Lsu-Lpu Senza Stipendi e Senza Futuro

“E’ sconcertante quanto sta accadendo ai lavoratori Lsu-Lpu che vivono una condizione di estrema difficoltà e senza alcuna certezza per il loro futuro.
Nel corso delle assemblee organizzate dai lavoratori, è emersa la rabbia dei precari, stanchi di essere sfruttati e perfino non retribuiti da mesi.
I lavoratori Lsu-Lpu della Calabria, che da tantissimi anni prestano servizio presso Enti pubblici, oltre a essere sottopagati, non ricevono i contributi dai comuni e dalla regione, quasi fossero dei veri e propri lavoratori in nero!
I lavoratori rivendicano oltre che il pagamento degli arretrati, anche un piano di stabilizzazione, al fine di porre fine a questa lunga condizione di incivile precariato.
Occorre ricordare che senza l’apporto degli Lsu/Lpu, viene messa in ginocchio la normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali. Già alcuni comuni stanno dichiarando l’impossibilità di garantire i servizi essenziali.
In questi anni tutti gli appelli e le proteste dei precari non hanno prodotto nulla di concreto.
Si chiede pertanto al Governo nazionale e alla Regione Calabria di mettere in atto tutti gli strumenti possibili, e con estrema rapidità, che possano porre fina a questa lunga e complessa vicenda. In questo momento di gravissima crisi economica e sociale, ci sono disoccupati che vivono in condizioni di profondo disagio, ci sono imprese che vanno al fallimento, ci sono famiglie che scivolano nella povertà, e ci sono i precari che lavorano in condizioni difficili ma non ricevono da mesi nemmeno un cent di stipendio. Questa situazione non è più sostenibile.”