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Dispersi in mare, si attende la riapertura delle ricerche dei corpi

Simeri Mare
Simeri Mare

SIMERI CRICHI (CZ) – È passato quasi un anno dalla scomparsa di Giuseppe Parrò, Angelo Tavano e Francesco Rania, i tre uomini usciti in mare per una battuta di pesca in località Simeri Mare il 27 luglio scorso e mai più ritornati. La moglie di Giuseppe Parrò, Rosetta Tarantino, e i suoi figli, hanno più volte avanzato la richiesta di fare ulteriori ricerche sul fondale della zona in cui i tre si erano diretti per recuperare il palamito. Ora potrebbe esserci una svolta: «in seguito alla richiesta della Guardia Costiera – ci spiega il loro legale Maria Costa – la Procura della Repubblica di Catanzaro ha autorizzato ogni operazione utile al rinvenimento dei corpi, quindi sono venuti meno gli ostacoli indicati dal Ministro della Difesa». Perciò ribadisce la richiesta dei suoi assistiti: cercare i corpi con mezzi subacquei nella zona della scomparsa, tramite un’esercitazione della Marina militare. Rosetta Tarantino confida in una risposta positiva: «siamo indignati: dopo un anno siamo ancora senza risposte, anche noi cittadini italiani dobbiamo essere tutelati», dice. «Siamo straziati – aggiunge – vorremmo almeno poter dare una degna sepoltura a Giuseppe». Intanto, vicinanza e solidarietà possono essere espresse tramite la pagina facebook ‘Un grido d’aiuto per Giuseppe’.

Giuseppe Parrò, Angelo Tavano e Francesco Rania, escono in mare intorno alle 4 del mattino del 27 luglio scorso, ma non fanno ritorno: a nulla valgono le ricerche della Guardia Costiera condotte con mezzi sofisticati per diversi giorni. Rosetta Tarantino e i suoi figli fin dall’inizio, anche con istanza scritta, chiedono alle autorità competenti di effettuare ricerche sottomarine nel tratto di mare tra i comuni di Cropani, Simeri Crichi e Sellia Marina, all’altezza dell’ex base militare americana. Perché, secondo le prime indagini, in questa zona, a tre miglia dalla costa di Simeri, il cellulare di Giuseppe Parrò ha emesso l’ultimo segnale. Nella stessa zona, poco più a nord, il 25 agosto un peschereccio a strascico ripesca fortuitamente la barca dei tre scomparsi: Rosetta Tarantino e i figli si convincono sempre più della necessità di riprendere le ricerche con mezzi sottomarini.

Tramite il loro legale, Maria Costa, a ottobre scrivono al Ministro della Difesa e allo Stato Maggiore della Marina militare perché, tramite un’esercitazione della Marina o di altri corpi militari, sia perlustrato lo specchio di mare tra Simeri Mare, Sellia Marina e Cropani. La Marina, spiegano la famiglia di Parrò e l’avvocato Costa, è solita fare questo tipo di esercitazioni: «svolgerla in quella zona non comporterebbe costi aggiuntivi e potrebbe essere utile alle indagini condotte dalla Procura di Catanzaro».

I senatori Bruno Marton e Vincenzo Santangelo (Movimento 5Stelle) presentano un’interrogazione parlamentare al Ministro per la Difesa. A novembre seconda lettera di Rosetta Tarantino. A gennaio, il video-appello della signora postato sulla pagina facebook ‘Un grido d’aiuto per Giuseppe’. A febbraio la risposta del Ministro Pinotti: partecipa al dolore, ma «non può adottare alcuna autonoma iniziativa di ricerca, essendo questa vincolata a specifica richiesta dell’Autorità Giudiziaria che, al momento, non risulta sia stata avanzata». Ora, però, il vincolo sembra essere venuto meno.

L’avvocato Maria Costa ricostruisce gli ultimi passaggi della vicenda: «di recente la Direzione marittima di Reggio Calabria ha sentito i familiari di tutti e tre gli scomparsi e l’Ufficio circondariale marittimo della Guardia Costiera di Soverato ha chiesto riscontro alla Procura di Catanzaro che aveva aperto un fascicolo sulla scomparsa». Prosegue: «la Procura della Repubblica di Catanzaro ha autorizzato ogni operazione utile al rinvenimento dei corpi, quindi sono venuti meno gli ostacoli indicati dal Ministro della Difesa. Perciò ribadiamo la nostra richiesta e sollecitiamo con urgenza le operazioni di ricerca dei corpi con mezzi subacquei, tramite un’esercitazione della Marina nel Golfo di Squillace e quindi nei luoghi della scomparsa». L’avvocato precisa che la richiesta è stata nuovamente avanzata allo Stato Maggiore della Marina, al Ministro della Difesa e al Comando Generale della Guardia Costiera «in considerazione della competenza e dell’ interessamento alla vicenda da parte della Direzione Marittima di Reggio Calabria».

 

Rita Paonessa

Dispersi in mare/Nuovo messaggio al ministro Pinotti: ci aiuti. Mercoledì Rosetta Tarantino a Roma

Simeri Mare

SIMERI CRICHI (CZ) – Mercoledì 18 Rosetta Tarantino e il suo legale Maria Costa saranno ricevute dai senatori del Movimento 5Stelle, Bruno Marton e Vincenzo Santangelo. Rosetta Tarantino è la moglie di Giuseppe Parrò, uno dei tre dispersi in mare dal 27 luglio scorso in località Simeri Mare (Catanzaro). Dalla pagina facebook ‘Un grido d’aiuto per Giuseppe’, la donna ha pubblicato un nuovo video-messaggio rivolto al Ministro per la Difesa, Roberta Pinotti, che il 4 febbraio ha risposto al primo appello pubblico di Rosetta. Nel video, la moglie di Giuseppe Parrò ripropone la richiesta avanzata da mesi: effettuare delle esercitazioni marine nella zona in cui il cellulare del marito ha emesso l’ultimo segnale  e la barca è stata fortuitamente ritrovata. In questo modo, ci ha spiegato, si potrebbero perlustrare i fondali senza costi esosi perché la Marina è solita fare queste esercitazioni, ma in altri luoghi, ad esempio in Liguria e in Sicilia. L’ipotesi di Rosetta Tarantino è che il marito, Angelo Tavano e Francesco Rania, siano rimasti intrappolati sul fondo, trattenuti dal conzo [palamito calato dai tre dispersi, ndr], mai rivenuto.

Nel video, Rosetta Tarantino, anche a nome dei figli, risponde alla lettera inviatale dal Ministro Pinotti. Dopo aver ringraziato il Ministro per la partecipazione al dolore causato da questa vicenda, Rosetta Tarantino ribadisce le sue domande:  «Lei dice ancora una volta che non può adottare autonoma iniziativa alla ricerca essendo vincolata a specifica richiesta dell’autorità giudiziaria che, al momento, non risulta avanzata e che le dispiace di non aver potuto corrispondere alle nostre aspettative – dice Rosetta Tarantino – mi chiedo se, come ministro, se solo volesse, avrebbe bisogno di richiesta? Inoltre, perché le autorità giudiziarie non hanno fatto richiesta nonostante gli sia stato chiesto molte volte? Oggi ancora mi domando: perché, quando è stata trovata la barca, la Magistratura non ha ordinato l’ispezione dei fondali? Ora le faccio personalmente io la richiesta pubblicamente, Ministro Pinotti». In conclusione rivolge un appello al Ministro: «Avevo chiesto di essere ricevuta e di poterla incontrare personalmente, ma da parte sua non ho avuto alcuna risposta. Ora, a distanza di sette mesi, mi rivolgo a lei come donna sensibile, come ministro che ci rappresenta. La prego: ci aiuti. Non mi arrenderò fino a quando porterò a casa mio marito. Se davvero vuole partecipare al nostro dolore, come lei ha scritto, faccia eseguire ed effettuare questa operazione anche senza alcuna richiesta della Magistratura. La prego, mi aiuti».

 

Il primo video-messaggio di Rosetta Tarantino e la sintesi della vicenda

 

Rita Paonessa

Dispersi in mare/ La moglie di Giuseppe Parrò lancia un video in rete: “Non lasciatemi senza risposte”

SIMERI CRICHI (CATANZARO) – ‘Un grido d’aiuto per Giuseppe’, si chiama così la pagina facebook aperta da Rosetta Tarantino, moglie di Giuseppe Parrò, uno dei tre dispersi in mare dal 27 luglio scorso in località Simeri Mare (Catanzaro). Attraverso il social network, in un video, la donna si rivolge alle autorità civili e militari e in particolare al Ministro per la Difesa, Roberta Pinotti. «Ho scritto questa lettera affinché qualcuno mi aiuti», esordisce.  La donna ricostruisce la vicenda della scomparsa. «Non è stato mai rinvenuto il conzo [palamito calato dai tre dispersi, ndr] – spiega –  ed esiste quindi una probabilità che i tre vi siano rimasti inpigliati e che sia il conzo stesso a trattenerli sul fondo».

 

Il video

 

Rosetta Tarantino fa l’ennesimo tentativo per ottenere una risposta. «Non sapete quanto per me sia importante recuperare quello che può essere rimasto del corpo di mio marito – dice nella lettera diffusa in rete – pochi, veramente pochi, hanno capito il mio bisogno altrimenti mi avrebbero concretamente aiutata, come in realtà non è stato.  Chiedo allo Stato e alle istituzioni di aiutarmi e voglio dire a tutte le persone che ho incontrato in questa vicenda che i corpi degli esseri umani non possono esseri considerati al pari di un oggetto smarrito. Anche senza anima e senza vita, un corpo ha diritto di essere recuperato per rispetto dell’uomo che è stato  e per rispetto del dolore dei suoi familiari».

La scomparsa e le ricerche senza esito – E’ il 27 luglio dello scorso anno. Intorno alle 4.20 circa del mattino, Giuseppe Parrò, Angelo Tavano e Francesco Rania escono in barca una battuta di pesca. Ma non fanno ritorno. Purtroppo, gli sforzi e le ricerche della Guardia Costiera condotte per molti giorni e con mezzi sofisticati restano senza esito.

L’istanza: fate perlustrazioni sottomarine– Rosetta Tarantino non si rassegna. Il 18 agosto, infatti,viene presentata un’istanza alla Procura di Catanzaro e ai vertici della Capitaneria di Porto di Catanzaro Lido perché il tratto di mare tra i comuni di Cropani, Simeri Crichi e Sellia Marina, all’altezza dell’ex base militare americana, sia perlustrato da sommozzatori o con mezzi idonei. «Verbalmente ci è stato spiegato che la guardia costiera non può eseguire l’operazione – ci dice l’avvocato Maria Costa – perché il mare è molto profondo e la guardia costiera comunque non dispone dei mezzi adatti». La richiesta è motivata dal fatto che, secondo le prime indagini, il cellulare di Giuseppe Parrò ha emesso l’ultimo segnale proprio in quella zona, a tre miglia dalla costa di Simeri.

Giuseppe Parrò

Il ritrovamento della barca – Il ritrovamento fortuito della barca poco più a nord della stessa zona in cui è stato localizzato l’ultimo segnale del cellulare, convince sempre più i familiari di Giuseppe Parrò della necessità di riprendere le ricerche con mezzi straordinari. Il 25 agosto la barca è stata casualmente ripescata da un peschereccio a strascico, assolutamente integra, a 150 metri di profondità.

La lettera al Ministro della Difesa e alla Marina Militare – In seguito al ritrovamento della barca, Rosetta Tarantino e i suoi figli decidono di scrivere al Ministro della Difesa e allo Stato Maggiore della Marina militare perché mezzi meccanici della Marina o di altri corpi militari dello Stato perlustrino lo specchio di mare tra Simeri Mare, Sellia Marina e Cropani, cioè la zona nella quale non solo era stato rilevato l’ultimo segnale emesso dal cellulare di Giuseppe Parrò, ma addirittura è stata ritrovata la barca dei tre uomini. Propongono di eseguire l’operazione come esercitazione. La Marina, spiegano la famiglia di Parrò e l’avvocato Costa, è solita fare questo tipo di esercitazioni: «svolgerla in quella zona non comporterebbe costi aggiuntivi e potrebbe essere utile alle indagini condotte dalla Procura di Catanzaro».

«Se è vero che l’operazione richiesta comporta l’impiego di molto personale e di mezzi costosi – si legge nella lettera inviata il 1° ottobre – è altresì vero che il recupero dei corpi, oltre ad essere importante per l’indagine penale in corso, è indispensabile a dare pace ai familiari che finalmente potranno dare degna sepoltura ai loro cari». La lettera prosegue: «si tratta comunque di un operazione possibile, che viene effettuata anche nelle numerose esercitazioni della Marina Militare. L’operazione potrebbe anche essere effettuata come esercitazione e sicuramente non sarebbe un esercitazione inutile o fine a se stessa, dato il possibile risultato». «I familiari del sig. Parrò – conclude la missiva – chiedono ancora e ripetutamente di non essere abbandonati dallo Stato».

L’interrogazione parlamentare – Bruno Marton e Vincenzo Santangelo (Movimento 5Stelle) presentano un’interrogazione parlamentare al Ministro per la Difesa. Venuti a conoscenza della lettera famiglia di Giuseppe Parrò,  i senatori pentastellati hanno chiesto al Ministro di  «sapere quali urgenti iniziative siano state attivate dal Ministro in indirizzo e quali intenda adottare per recuperare i corpi nonché per agevolare, nell’ambito delle proprie competenze, la conclusione dell’indagine penale». Per Rosetta Tarantino e per Vittorio e Maria, rispettivamente moglie e figli di Giuseppe Parrò, si accende la speranza che le ricerche dei corpi possano riprendere con altri mezzi meccanici. «Che io sappia – afferma Rosetta Tarantino nel video di oggi –  a questa interrogazione non è seguita nessuna risposta».

Un’altra lettera – Nello stesso video, la donna fa riferimento a una seconda lettera inviata al Ministro Pinotti. Rosetta Tarantino si rivolge direttamente al Ministro: «Con la lettera del 3 novembre chiedevo ancora  a voi onorevole Ministro Pinotti,  di essere ricevuta, di potervi incontrare personalmente per sollecitarvi la mia richiesta. La risposta è pervenuta dal Gabinetto del Ministro della Difesa il 24 novembre 2014, fredda e di poche righe, inviata al legale che mi assiste con la quale è stato comunicato del Ministro della Difesa ha trasmesso tutto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per le competenti Capitanerie di porto. Con grande mia delusione, mi sono ritrovata al punto di partenza, con niente in mano e con l’amarezza di non essere stata ascoltata da chi, pur avendo mezzi per effettuare l’operazione, ha ritenuto di non eseguirla. Mi chiedo perché per lo Stato non sia importante recuperare i corpi di questi tre italiani».

 

Rita Paonessa

Dispersi in mare, la moglie di Giuseppe Parrò scrive a Ministro Difesa e Marina militare: lo Stato non ci abbandoni

Simeri Mare

SIMERI CRICHI (CZ) – «Possibile che non sia stato trovato neanche un corpo? Possibile che si va nello spazio, si fanno i documentari in fondo al mare e non si possono ritrovare i corpi di tre uomini scomparsi in mare?», sono questi alcuni degli interrogativi che assillano Rosetta Tarantino, la moglie di Giuseppe Parrò, uno dei tre uomini dispersi in mare dal 27 luglio scorso. La donna e i suoi figli, Maria e Vittorio, non si arrendono e proseguono la loro battaglia. Perché le autorità competenti proseguano le ricerche per ritrovare i corpi dei tre uomini usciti in mare il 27 luglio e mai più ritornati. Nei giorni scorsi hanno scritto al Ministro della Difesa e allo Stato Maggiore della Marina Militare. Chiedono che mezzi meccanici della Marina o di altri corpi militari dello Stato perlustrino lo specchio di mare tra Simeri Mare, Sellia Marina e Cropani, cioè la zona nella quale non solo era stato rilevato l’ultimo segnale emesso dal cellulare di Giuseppe Parrò, ma addirittura è stata ritrovata la barca dei tre uomini. L’operazione potrebbe essere eseguita come esercitazione. La Marina, spiegano la famiglia di Parrò e l’avvocato Costa, è solita fare questo tipo di esercitazioni: svolgerla in quella zona non comporterebbe costi aggiuntivi e potrebbe essere utile alle indagini condotte dalla Procura di Catanzaro. La probabilità di ritrovare i corpi darebbe un minimo di pace a tre famiglie e a tre uomini che nulla hanno potuto contro il mare.

«Se è vero che l’operazione richiesta comporta l’impiego di molto personale e di mezzi costosi – si legge nella lettera – è altresì vero che il recupero dei corpi, oltre ad essere importante per l’indagine penale in corso, è indispensabile a dare pace ai familiari che finalmente potranno dare degna sepoltura ai loro cari». La lettera prosegue: «si tratta comunque di un operazione possibile, che viene effettuata anche nelle numerose esercitazioni della Marina Militare. L’operazione potrebbe anche essere effettuata come esercitazione e sicuramente non sarebbe un esercitazione inutile o fine a se stessa, dato il possibile risultato». «I familiari del sig. Parrò – conclude la missiva – chiedono ancora e ripetutamente di non essere abbandonati dallo Stato».

Giuseppe Parrò, Angelo Tavano e Francesco Rania sono usciti in barca alle 4.30 circa del 27 luglio scorso. La sera prima avevano calato il palamito, il giorno seguente sono andati di nuovo in mare per recuperarlo. Ma non sono più ritornati. Le ricerche della Guardia costiera, fatte con mezzi sofisticati della stessa guardia costiera, di polizia e finanza, non hanno prodotto alcun esito. Dalle prime indagini era emerso che il cellulare di Giuseppe Parrò aveva emesso l’ultimo segnale a tre miglia dalla costa di Simeri, all’altezza dell’ex base militare americana, tra i comuni di Simeri Crichi e Sellia Marina. Per questo Rosetta Tarantino aveva chiesto che la zona fosse perlustrata da sommozzatori o con mezzi idonei. In questo senso, il 18 agosto, il suo legale, Maria Costa, insieme all’avvocato Saverio Loiero (legale di Stella Parrò, sorella di Giuseppe), ha presentato un’istanza alla Procura di Catanzaro e ai vertici della Capitaneria di Porto di Catanzaro Lido.  «Verbalmente ci è stato spiegato che la guardia costiera non può eseguire l’operazione – ci dice Maria Costa – perché il mare è molto profondo e la guardia costiera comunque non dispone dei mezzi adatti, ma ad oggi non è pervenuta alcuna risposta scritta». Intanto il 25 agosto la barca è stata ritrovata per caso da un peschereccio a strascico, a 150 metri di profondità, poco più a nord del punto in cui era stato localizzato l’ultimo segnale del cellulare. Un elemento oggettivo, questo, che spinge i familiari a non arrendersi e a fare il minimo di fronte a una tragedia immane: tentare tutte le strade per ritrovare i corpi e dare almeno una degna sepoltura ai propri cari.

Rita Paonessa