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Comunicato NIDIL CGIL sul Morto sul Lavoro a cerisano

La morte di Franco Ritacca, LSU del  comune di Cerisano, e’ una tragedia che colpisce le coscienze e che riporta tristemenente alla ribalta il problema della sicurezza sul lavoro, ed in questo caso anche la mancanza di copertura previdenziale completa.

Franco era un lavoratore iscritto,  alla Cgil.

Un’iscrizione che viveva con passione e senso di appartenenza.

Aveva sempre manifestato la sua rabbia ed il suo disagio con grande civilta’ orgoglio e dignita’, lo scorso anno a Catanzaro allo sciopero regionale di Lsu e Lpu, e quest’anno aveva aderito, sempre fra iprimi, a tutti i presidi ed a tutti gli scioperi,  ultimo quello di Reggio Calabria il 12 novembre.

Certo per la sua famiglia la sua perdita, la sua scomparsa prematura, non potra’ mai essere colmata, ma adesso il Comune e la Regione facciano la loro parte, in attesa che la Procura concluda le indagini

Il comune si attivi con L’Inail per affinche’ venga velocemente liquidato quanto spetta agli eredi.

La Regione ponga fine al suo ritardo vergognoso nel pagamento delle indennita’ di decesso, per  i lavoratori lsu e lpu morti sul lavoro, previsto dal disciplinare regionale.

Decine di famiglie aspettano da oltre due anni la liquidazione, non si aggiunga al dolore di una tragedia come questa anche l’insensibilita’ e le inadempienze delle istituzioni

Ai colleghi, alla famiglia, alla moglie e ai figli il Nidil Cgil esprime solidarieta’, per ricordare chi come Franco ha sempre creduto e lottato per migliorare i diritti e le condizioni  dei lavoratori, ed ha pagato con la vita  il suo attaccamento al lavoro, che viveva  non come condizione di precarieta’ ma come espressione di dignita’.

Quella dignita’ che Governo e Regione continuano a negare a migliaia di lsu e lpu calabresi, ma sappiano che la lotta e la mobilitazione sindacale non si fermera’.

Crollo nel cantiere della Pedemontana Lombarda, muore un operaio crotonese

VARESE – Costanzo Palmo era un operaio crotonese di 55 anni. Lavorava lontano da casa, lontano dagli affetti, nell’imponente cantiere autostradale della Pedemontana Lombarda  ̶  la  grande infrastruttura viaria, che al termine dei lavori collegherà ben cinque province nel nord dell’Italia (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese)  ̶  dove lunedì 21 gennaio ha purtroppo perso la vita. Secondo le prime ricostruzione al momento della disgrazia Costanzo Palmo stava lavorando in una galleria, la Galleria di Morazzone nel comune di Lozza, insieme ad altri colleghi, tutti impegnati nelle operazioni di stabilizzazione del tunnel, quando una delle reti di protezione si sarebbe staccata provocando la caduta di un pesante masso che avrebbe poi colpito l’operaio calabrese. Inutili i soccorsi. Costanzo Palmo si è spento nel vicino ospedale di Varese poco dopo il terribile incidente.

Carabinieri e ispettori dell’Asl hanno effettuato i primi sopralluoghi dopo l’accaduto, del quale è stata comunque informata la Procura. Il tutto per accertare il rispetto delle norme antinfortunistiche sul cantiere autostradale. Una cosa è certa, Costanzo Palmo indossava il casco protettivo.

Tanti i messaggi di cordoglio, arrivati tanto dal nord che dal sud d’Italia: tra questi quelli dei sindacati edili di Uil, Cisl, Cgil e Filca, degli R.S.U. S. Perri, C. Calitri, G. Grasso e di tutti gli operai della Lagonegro Scarl (SiS)  ̶  azienda in cui lavorano attualmente molti amici ed ex colleghi dell’operaio calabrese ̶ che, stringendosi intorno alla famiglia di Costanzo Palmo, si dicono fortemente preoccupati per quanto accaduto, dando seguito ai sentimenti di dolore, preoccupazione e rabbia espressi dagli attuali colleghi di lavoro di Costanzo, i quali in seguito all’accaduto hanno indetto uno sciopero di otto ore con assemblea permanente in tutti i cantieri della Pedemontana.

La Lombardia, regione teatro del terribile incidente, detiene il triste primato italiano per morti sul lavoro, 69 nel solo 2012. La Calabria, terra natale di Costanzo Palmo, è invece quarta tra le regioni in cui il fattore di rischio, basato sull’incidenza delle morti sul numero degli occupati è più elevato (32,9). I dati emergono da uno studio effettuato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering di Mestre  ̶  la società di ingegneria che offre servizi ad elevato livello qualitativo per le aziende, negli ambiti della salute e sicurezza nel lavoro, sia in ambito aziendale che nei cantieri edili  ̶  e le percentuali non sono per nulla incoraggianti. I numeri delle tragedie che tutti i giorni colpiscono i nostri lavoratori e le loro famiglie sono sconvolgenti. La leggera, e in un certo senso confortante, diminuzione (-8%) delle così dette morti bianche sul lavoro registrata dal 2011 al 2012 non può far certo sorridere. Nell’ultima giornata Nazionale di studio sulla saluta e sulla sicurezza sul lavoro, tenutasi a Roma lo scorso 25 giugno, il Presidente della Repubblica Napolitano ha sottolineato l’esistenza di gravissime crepe e contraddizioni nell’impegno a garantire la sicurezza dei nostri lavoratori, di quel lavoro che in Italia viene considerato un fondamentale valore costituzionale. Ebbene, l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, ad ogni cittadino deve essere riconosciuto il diritto al lavoro, ad un lavoro innanzitutto sicuro che rappresenti fonte di sostentamento, di benessere e non di morte. Ma ricordiamo soprattutto che prima di ogni altra cosa ad ogni cittadino deve essere riconosciuto il diritto alla vita, diritto che si iscrive tra i diritti inviolabili dell’uomo, diritto che non può venir meno a causa di un altro diritto, purtroppo a volte mal garantito e male assicurato. Ricordiamo che prima di ogni altra cosa c’è l’essere umano inteso in tutte le sue possibili declinazioni: l’operaio, il padre, il fratello, l’amico… ciao Costanzo!

Giuseppina Pascuzzo

Cisl e Fai esprimono la loro solidarietà per il tragico incidente che ha coinvolto l’operaio Pino Caruso

CATANZARO – ”Il grave episodio in cui il lavoratore Pino Caruso ha perso la vita a Cropalati (Cs) conferma l’impellente necessità di intensificare le misure in materia di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro”. Secondo Tramonti e Gualtieri, rispettivamente Segretaro Generale Cisl Calabria e Fai Calabria, ”avvenimenti così drammatici impongono ad ognuno di agire, di fare la propria parte, senza se e senza ma, tenendo conto, come nel caso specifico, delle condizioni di particolare pericolosità e difficoltà che i lavoratori forestali (a dispetto delle strumentalizzazioni) sono costretti ad affrontare soprattutto nel periodo estivo quando la nostra Regione immancabilmente brucia”.

Proprio per questo la Cisl e la Fai ”sollecitano ancora una volta l’intervento deciso e determinato di tutti i soggetti istituzionalmente preposti affinché si intensifichino capillarmente i controlli sulle condizioni di sicurezza in ogni luogo di lavoro”.

Per queste ragioni la Cisl e la Fai, ”nell’esprimere vicinanza e profonda solidarietà ai familiari del lavoratore forestale vittima dell’incidente a Cropalati, propongono la sottoscrizione di un vero e proprio patto sociale in modo da rilanciare una cooperazione sempre più stretta tra tutti i soggetti, istituzionali, sociali e imprenditoriali, allo scopo di contrastare sempre più efficacemente i fenomeni che spesso sono all’origine di tali drammatici eventi”.