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Tragedia a Paola, morti per le esalazioni del mosto. Indagini in corso

PAOLA – Proseguono le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Paola, per accertare con esattezza quanto accaduto ieri in un frantoio privato dove sono morte quattro persone. I tecnici continuano il loro lavoro ma da quello che si apprende pare proprio che la vicenda, nella sua drammaticità, sia ormai chiara. I fratelli Giacomo e Valerio Scofano, di 70 e 50 anni, e Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio, di 70 e 40 anni, hanno perso la vita per le esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d’uva in fermentazione. Il fatto che tutto ciò sia accaduto in un magazzino privato adibito a cantina e ricavato sotto il livello stradale in località Carusi della frazione San Miceli, sembra fare intendere che non vi siano responsabilità di altre persone nella vicenda. Nessun indagato, una terribile tragedia familiare.

I vicini di casa, i parenti e gli amici non si danno pace. “Ho impresse le urla strazianti e disperate di aiuto e sono sotto choc” dice una vicina di casa. Due famiglie distrutte per quella che sembra una banale distrazione. “Non erano persone sprovvedute e non era la prima volta che facevano il vino. Qui ogni anno viene fatta la vendemmia, operazioni ripetute decine di volte per fare del vino familiare e non per business” ripetono tra le lacrime i parenti “non riusciamo davvero a capire cosa sia successo, non ci crediamo”. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il susseguirsi dei fatti e la ricostruzione ritenuta più probabile al momento è che il primo ad entrare nella vasca sia stato stordito dal monossido di carbonio sprigionato dalla fermentazione del mostro d’uva e che gli altri tre siano entrati a loro volta nel disperato tentativo di salvarlo, ma trovando anche loro la morte. In particolare, il locale poco arieggiato, come hanno detto gli investigatori, avrebbe giocato un ruolo determinante nella vicenda. Gli accertamenti tecnici comunque continueranno per chiarire ogni aspetto della tragedia.

Zuccheraggio dei mosti, la Coldiretti chiede la revoca all’autorizzazione

“Ma chi vuole farci brindare con il vino calabrese “corretto in cantina” grazie al provvedimento autorizzativo per l’aumento del titolo alcolimetrico-volumico minimo naturale delle uve e dei mosti per la produzione dei vino comune, IGP e DOP nonché, degli spumanti per la campagna 2015/2016?”  E’ una domanda oltre che legittima anche lecita – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – innanzitutto questa pratica,  meglio conosciuta come aumento di zucchero, è consentita dalla legislazione per eccezionali condizioni climatiche avverse. Coldiretti Calabria, ha dato subito parere negativo all’arricchimento.  Infatti, la concessione della deroga e quindi l’autorizzazione allo zuccheraggio, rappresenta una contraddizione all’eccezionale andamento stagionale. Ci pare ed è di palmare evidenza – prosegue – che in Calabria  non si sono verificate condizioni climatiche avverse che abbiano compromesso la qualità delle uve e le condizioni di una vendemmia, invece ottima, dal punto di vista  qualitativo e con un aumento di circa il 10 per cento rispetto ai valori dello scorso anno con una produzione di circa 400 mila ettolitri, che colloca la Calabria, la sedicesima regione per produzione di vino in Italia.

coldiretti calabria

L’annata  è stata ottima e ha permesso la maturazione ottimale delle uve con un buon equilibrio tra grado zuccherino e acidità, che porteranno a vini “rotondi e morbidi” insomma più qualità. Ha davvero dell’incredibile che il Dipartimento si sia prestato ad una operazione di tal fatta – danneggiante i viticoltori attenti alla qualità che nasce nei vigneti e dopo anni di sacrifici ed investimenti si stanno raccogliendo i frutti che hanno portato i vini calabresi alla ribalta nazionale ed internazionale. Ancor di più, il Decreto Dirigenziale, cade in contemporanea con la notizia che ha suscitato notevole interesse cioè l’Italia sorpassa la Francia è diventa il primo produttore mondiale di vino ed anche questo grazie a condizioni climatiche favorevoli che hanno garantito un’ottima maturazione delle uve tanto che confermano una  annata storica per quantità e qualità. Insomma un andamento della vendemmia particolarmente positivo che sostiene anche  le esportazioni segnando un risultato record. Davanti a questo la Regione non trova di meglio che consentire lo zuccheraggio, con un perfetto decreto “burocratese”: forse – conclude Molinaro – si è ancora in tempo per revocarlo.