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Cosenza, un murales in memoria del cabarettista Totonno Chiappetta

COSENZA – Il 13 giugno sarà inaugurato in viale della Repubblica a Cosenza il Murales dedicato a Totonno Chiappetta. L’opera, che sorgerà accanto ai Murales di Gigi Marulla e Giuseppe Faraca, è stata finanziata da Hobby Color che negli ultimi anni ha già firmato tre Murales nella città bruzia: Bergamini nella curva Sud dello stadio San Vito – Marulla, personaggi e simboli di Cosenza, nel primo lotto di via Popilia, Mario Gualtieri sul muro di cinta del Palazzetto Casali.

“Un nuovo sogno sta per realizzarsi: dopo mesi di attesa forzata, false illusioni e speranza di poter ripartire, finalmente potremo regalare alla città di Cosenza un posto dove poter ritrovare l’arte e la comicità di un grande uomo e attore che nella nostra città ha lasciato il segno”- ha dichiarato Federico Morabito, titolare della Hobby Color.

A guidare l’idea e la realizzazione del Murales l’amore per Cosenza che l’azienda Hobby Color esprime da sempre attraverso l’arte, dando colore a zone urbane trascurate. “Con il progetto del Murales abbiamo voluto trasformare un luogo di passaggio, viale della Repubblica, in un luogo in cui fermarsi, ritrovare la profonda leggerezza di Totonno, quella con cui ci ha fatto sorridere ed emozionare, riflettere sull’amore.” aggiunge Federico Morabito. A curare la realizzazione del Murales anche stavolta la ditta Garritano, che si è occupata dei lavori, e l’artista Matteo Zenardi di Baboon che ha firmato il Murales.

Totonno, il cabarettista cosentino

Totonno meritava uno spazio nel cuore di Cosenza. Il legame con la città e la sua gente l’ha sempre riportato a casa, nonostante il suo successo. Comico, cabarettista, attore di teatro e del cinema, Totonno ha recitato a New York con la compagnia “I Giullari di piazza”, è stato protagonista in “Pulcinella e Jugale” di Casalini, Capponi e Chiappetta. Ha lavorato con il regista Massimo Masini nella “Casa di pietra” di Vincenzo Ziccarelli. Ha riempito il Petrarca di Arezzo, con il “Re nudo” di Schwarz e ha vinto il Castello d’oro, importante premio teatrale, interpretando Tonio ne “I Pagliacci”, e Basilio nel “Barbiere di Siviglia”.

Nel ‘87, insieme a Carlo Napoletani inizia le prime rappresentazioni nelle carceri di Cosenza, dove per oltre 15 anni è riuscito a far entrare arte e cultura, a farsi apprezzare per la sua spontaneità. Anche per questo è stato definito attore sociale. “Nel perseguire l’abbellimento di alcune zone urbane di Cosenza, rendiamo omaggio a personaggi di spicco per la nostra cultura e che ci rappresentano di più, e Totonno è senz’altro tra questi!” – conclude Federico Morabito. Appuntamento il 13 giugno alle ore 19.00 in viale della Repubblica.

 

 

Il ciclista Pino Faraca sulla “parete dei campioni” di Cosenza

COSENZA – Quel ragazzo ritratto da Giacomo e Francesco è uno dei simboli della città di Cosenza. I due gli hanno dedicato 76 m² di colori sul muro dello spiazzo che precede l’inizio del ponte Pietro Mancini. Un murales «per ricordare l’uomo, l’artista e l’atleta che è stato mio padre», racconta Francesco, figlio del compianto ciclista Cosentino Pino Faraca scomparso nel 2016, «un esempio per tutti i Cosentini che è legato anche al periodo. Tutti noi abbiamo avuto la nostra giovinezza negli anni ‘80-’90 legando la nostra vita anche alla figura di questi campioni della città di Cosenza. Non può morire nella nostra mente e nel nostro cuore un campione come Pino Faraca. Oggi lo vogliamo ricordare con questo murales su questa parete dei campioni della storia di Cosenza, accanto ad un altro dei nostri campioni; non sono solo campioni dello sport, ma campioni nella vita, campioni di correttezza e umanità», dice il primo cittadino Mario Occhiuto. Un’idea partorita due anni fa, «pochi giorni dopo la scomparsa di mio fratello. Un nostro concittadino, attraverso una pagina Facebook, ha espresso il desiderio di veder realizzato un murales in ricordo di Pino sulla “parete dei campioni” accanto a quello dedicato a Gigi Marulla. Quando ho visto che molta gente appoggiava la richiesta ho capito che, oltre alla famiglia, era l’intera città a volerlo ricordare. Da qui, essendo stato il suo primo allievo, ed essendo rimasto piacevolmente imprigionato in quel meraviglioso mondo che lui mi aveva regalato durante la mia adolescenza, ho capito che dovevo essere io a calarmi in questa fantastica avventura», mi racconta Giacomo. Un lungo lavoro fatto di prove: «Ho realizzato bozze e disegni partendo da un semplicissimo foglio A4, passando poi a cartelloni 70X100 fino ad arrivare ad un disegno di 76 m². Avevo le idee dei due personaggi che hanno contraddistinto la sua persona: il ciclista e il pittore. Di tutti e due ho conosciuto ogni piccolo segreto. Successivamente ho lavorato alla pulitura del muro impiegando quasi una settimana affinché il muro risultasse liscio e idoneo alla realizzazione del murales; infine la realizzazione del dipinto è durata circa 10 giorni, qui la piacevole sorpresa: mio nipote Francesco ha voluto dare il suo contributo aiutandomi nelle rifiniture del disegno, ed è stata una bellissima esperienza. Molti scambi di idee tra di noi mi hanno portato indietro nel tempo a quando io, allievo di Pino, mi confrontato con lui. Nei momenti di pausa pensavo e ripensavo, poi ho aperto la mente e ho fatto un tuffo nel passato. Come Pino mi ha insegnato ho dipinto le mie emozioni. Il dipinto prende vita e ci regala il ciclista che è stato, che è tuttora e sarà sempre. La sua firma sul quadro a voler esaudire il mio desiderio di vederlo ancora dipingere. Il messaggio è chiaro: una città senza passato non ha identità e di conseguenza non può avere futuro. Ripartiamo da qui, dall’esempio di Pino Faraca, il grande ciclista-pittore testimone di una Cosenza città europea dello sport».Chi, se non Francesco, può raccontare il murales, quei tratti che parlano, raccontano una storia di passione e di lavoro, «l’immagine di mio padre ricostruita nell’arco degli anni della su vita. Il pittore che dipinge il ciclista. Racchiude tutto quello che è riuscito a realizzare: le vittorie, la maglia bianca, ma anche la sua arte e i suoi quadri». Quel ragazzo ha vissuto appieno una passione bruciante, sempre accompagnato da papà Francesco, suo allenatore e primo fan. La squadra “Fausto Coppi”, fondata da papà Francesco e Vincenzo Le Donne, di cui Pino rappresentava la punta di diamante, la maglia bianca riservata al miglior ciclista esordiente al Giro d’Italia, il brutto incidente che lo ha costretto ad abbandonare l’attività agonistica; poi la passione per l’arte e la galleria nel centro storico in cui dipingeva le sue amate bici. La bicicletta l’aveva tatuata nel cuore e nell’anima: viveva nei suoi dipinti, ne aveva fatto una passione inesauribile e un lavoro attraverso l’attività commerciale che ora viene portata avanti dalla moglie e dai figli Andrea e Francesco; un lavoro che ha lasciato spazio agli insegnamenti ora vivi nei ricordi che il figlio Francesco mi racconta con la voce rotta dall’emozione: «ricordo quando mi chiedeva di andare in negozio per riparare le biciclette, ora quando le riparo penso a lui, alla passione che metteva, e questa cosa accompagna anche me». Toccanti i ricordi del fratello Giacomo: «di mio fratello come sportivo ricordo l’attesa sulle montagne con mio padre Francesco durante le sue corse. Il suono delle sirene delle moto che man mano si avvicinavano, poi d’incanto la sua figura sulla bici sempre in fuga solitario. Nessuno sforzo apparente sul suo viso e il suo stile inimitabile. Il mio cuore impazziva di gioia. Come fratello ricordo che mi teneva sulle sue ginocchia insegnandomi a disegnare, i suoi consigli non li ho mai dimenticati. E poi i suoi baci. Ogni volta che ci incontravamo veniva a baciarmi, se mi incontrava tre volte al giorno, mi baciava tre volte al giorno. Un esempio». Un uomo di testa e di cuore. Passione e sacrificio. Con le ali ai piedi ha macinato chilometri lasciando alle sue spalle la polvere. Per arrivare sempre più su, fino a toccare le stelle.

 

 

 

 

 

 

 

Rita Pellicori

Ph. Lorena Castellano

Un murales in ricordo di Pino Faraca indimenticato ciclista cosentino

COSENZA – Un murales per ricordare il ciclista cosentino Pino Faraca, scomparso nel 2016. L’opera pittorica, realizzata dal fratello del ciclista, Giacomo, in collaborazione con il figlio Francesco, sarà inaugurbata, alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto, domenica  18 novembre, alle ore 11,00.

Il murales è collocato in prossimità del Ponte Mancini, accanto all’altro murales che ricorda il calciatore del Cosenza Gigi Marulla.

Approdato al ciclismo professionistico, Pino Faraca vi rimase dal 1981 al 1986, partecipando più volte al Giro d’Italia. Alla sua prima apparizione nella celeberrima corsa rosa, ottenne un importante piazzamento, arrivando ad indossare la maglia bianca riservata al miglior ciclista esordiente. Una maglia che portò con orgoglio come rappresentante e ambasciatore di un’intera regione nel resto del Paese. Faraca fu costretto successivamente ad abbandonare anzitempo l’attività agonistica, a causa di un brutto incidente.

La bicicletta, però, restò al centro della sua sfera di interesse, sia per l’attività commerciale aperta nella sua città, sia per quanto seppe realizzare nel campo artistico: nel suo studio-galleria d’arte, nel centro storico di Cosenza, in Vico IV Santa Lucia, continuò  a dipingere biciclette, corse e scene dal giro d’Italia, con la passione di sempre, quella stessa passione che lo ha visto acclamato beniamino dei suoi orgogliosi concittadini. Per la sua attività artistica, ma anche per il suo passato di atleta, il Comune gli attribuì, nel novembre del 2012, un riconoscimento alla carriera.

In un vecchio articolo, il decano dei giornalisti esperti di due ruote, Gino Sala, lo ricordò come passista-scalatore, nei professionisti della pedalata, che ottenne un sorprendente undicesimo posto nel suo primo Giro d’Italia. Gino Sala nell’articolo ricordava che Pino Faraca figurò addirittura tra i ciclisti in odore di nazionale. Il commissario tecnico dell’Italia di allora, Alfredo Martini, lo aveva, infatti, selezionato per il “grande salto”, ma a spezzare i sogni di gloria fu la rovinosa caduta nel Giro dell’Appennino che fu l’anticamera dell’addio definitivo alle corse. Ora il mito di Pino Faraca rivivrà nel murales che sarà inaugurato domenica a Cosenza e che è stato fortemente voluto dall’Amministrazione comunale e dal Sindaco Mario Occhiuto  che ha inteso rendergli omaggio con un’opera permanente sui muri della città. Un’occasione in più per festeggiare il riconoscimento, consegnato a Cosenza Città Europea dello Sport 2020 la scorsa settimana a Roma, nella sede del CONI.

 

 

 

 

 

 

 

Al via “ColoraRende”, il progetto di Street Art School

RENDE (CS) – L’Assessorato alla Cultura della Città di Rende, in collaborazione con la Street Art School di Cosenza e l’Associazione Culturale Sottosuolo, si sono fatti promotori del progetto “ColoraRende” per la riqualificazione delle superfici degradate e vandalizzate presenti sul territorio comunale. Il progetto, che nella prossima primavera vedrà direttamente coinvolti gli studenti delle scuole secondarie di Primo grado del Comune di Rende, ha come obiettivo il recupero e la riqualificazione dei muri esterni degli edifici pubblici che versano in condizioni di degrado attraverso la realizzazione di murales, ad opera dei ragazzi, sotto la guida della Street Art School di Cosenza impegnata da anni nell’organizzazione di corsi di writing e graffiti presso la “Città dei Ragazzi” di Cosenza.Il primo evento del progetto, denominato “Street Art al Museo”, si terrà domenica 10 dicembre 2017 presso il Museo del Presente. In questa occasione i giovani artisti, molti dei quali già qualificati avendo frequentato i corsi presso la Città dei Ragazzi, realizzeranno delle opere dal vivo su alcune superfici esterne del Museo preventivamente individuate e autorizzate. Le opere resteranno in esposizione permanente e contribuiranno a riqualificare un’area cittadina degradata e vandalizzata, fungendo anche da polo d’attrazione per i visitatori.L’evento, che si inserisce nel programma del natale rendese, avrà inizio alle ore 10 del mattino si protrarrà fino al primo pomeriggio. La scelta della domenica permetterà agli studenti delle scuole cittadine di partecipare, questa volta come osservatori, insieme ai genitori e agli insegnati di Educazione Artistica, a questa sorta di laboratorio artistico itinerante. Un momento importante e conoscitivo in vista del successivo coinvolgimento degli studenti stessi nelle iniziative che verranno poste in essere nella prossima primavera all’interno del progetto “ColorareRende”, rivolto proprio a loro.

 

Catanzaro, il murales della scuola Aldisio tra i 20 migliori al mondo per GQ

CATANZARO – L’opera d’arte dal titolo “Risveglio” realizzata dall’artista Gola Hundun sulla parete della palestra della Scuola Elementare Aldisio di Catanzaro è stata selezionata da WideWalls e GQ come uno dei 20 miliori murales al mondo. Un prestigioso riconoscimento, dunque, per quel percorso di ricerca e valorizzazione artistica del territorio svolto dal progetto Altrove, nato a Catanzaro nel 2014 con l’intento gola_hundun_002di rieducare al concetto di bellezza in contesti urbani trascurati. L’opera, inaugurata a maggio 2016, è stata dedicata a don Pino Puglisi, prete siciliano che negli anni ’90 tolse dalla strada bambini e ragazzi altrimenti vittime delle famiglie mafiose e per questo motivo assassinato. Nel murales è rappresentato il momento del risveglio vegetativo delle piante che definiscono la forma del cerchio, simbolo della ciclicità della vita, in cui spicca la figura di un cervo, animale che nelle culture arcaiche rimanda al concetto di nascita ed eterno ritorno. «Poter lavorare insieme a tantissimi amici, di giorno e di notte, con vento e pioggia, all’interno della scuola che ci ha visto crescere è stata un’emozione difficile da descrivere – hanno confessato i ragazzi di Altrove -. Per questo ci teniamo a ringraziare chi ci ha dato la possibilità di lasciare un’opera a quei bambini che rappresentano il futuro della città e soprattutto chi si è sporcato le mani per portare a termine questa impresa».

I murales di Catanzaro tra i venti più belli per la Community di Wide Walls

CATANZARO – La community di Wide Walls ha pubblicato la classifica dei 20 murales più belli al mondo per il 2016 diffusa da GQ Italia in cui figura anche “Risveglio”, realizzato da Gola Hundun sulla parete della palestra della scuola elementare Aldisio di Catanzaro nell’ambito della programmazione portata avanti dai ragazzi di Altrove. Il murales, presentato il giorno dell’intitolazione della palestra della scuola a don Pino Puglisi, rappresenta il momento del risveglio vegetativo delle piante che definiscono la forma del cerchio, simbolo della ciclicità della vita. Il sindaco, Sergio Abramo, ha espresso un plauso all’artista ed alla squadra di giovani che hanno contribuito a far conoscere Catanzaro grazie alla “street art”. <<Quest’ultimo prestigioso riconoscimento – ha commentato Abramo – conferma che il modello di Altrove ha rappresentato una scommessa vincente, riuscendo a coniugare l’arte con l’impegno sociale e conquistando l’attenzione dei grandi media nazionali e delle riviste di settore>>.

Murales a Marulla: l’omaggio che lascia perplessi

COSENZA – Una sorta di contestazione, come allo stadio, ma finita poi nell’accordo generale, ha caratterizzato la presentazione alla stampa e alla città del murales dedicato a Gigi Marulla e ideato, per conto dell’Amministrazione comunale, dall’artista Flavio Favelli.

L’arte può dividere e può unire. Ed è in sintesi ciò che è accaduto oggi, in sequenza, davanti all’opera raffigurante la storica figurina del campionato ’90-’91, ingigantita da Favelli volutamente con un vuoto dentro per rappresentare l’assenza incolmabile di Gigi Marulla. Ma i tifosi, nello scambio diretto con l’artista (che nell’apprendere dell’improvvisa scomparsa dell’ex calciatore lo scorso 19 luglio aveva subito espresso di sua iniziativa – gliene ha dato atto Occhiuto –  la volontà di dedicargli un’opera alla memoria), hanno lamentato la mancanza di un riferimento visibile che fosse appunto riconducibile a Marulla.

fonte ph: Andrea Rosito
fonte ph: Andrea Rosito

“Cosenza è città aperta e tollerante – ha dichiarato Mario Occhiuto partecipando al confronto fra artisti e ultrà – Occorre rispettare il lavoro di Favelli, che è un artista di fama internazionale che ha messo a disposizione del nostro Comune il suo talento. Nel contempo però – ha aggiunto il Sindaco – capisco anche i forti sentimenti che animano la partecipazione popolare a questo momento che vuole essere un omaggio a Marulla, e le ragioni di chi manifesta dissenso”.

Dal canto suo, Favelli ha spiegato: “In questo breve periodo in cui ho lavorato all’opera, ho voluto evidenziare attraverso l’immagine di questa famosa figurina    il rimando simbolico a ciò che hanno significato gli anni Ottanta, anni difficili, in tutto quel contesto sociale e non solo sportivo. Questa figurina è dunque un mondo preciso, il mondo in cui Marulla è esploso come beniamino degli stadi”.

La contestazione è poi continuata sui social ma in conclusione di presentaziome, si è giunti a stabilire all’unanimità ciò che ha messo tutti d’accordo: all’opera verrà aggiunto il nome Gigi Marulla, una scritta nera sul giallo che colora il basso del maxi rettangolo sulla parete. Visto che Favelli ha pregressi impegni altrove, nei prossimi giorni continuerà a completare l’opera Marco Cotroneo, artista originario di Reggio Calabria e residente da moltissimi anni a Cosenza, che già ha collaborato alla realizzazione del murales.

Si è trattato dunque di una inaugurazione un po’ anomala ma sentita e passionale, in linea col clima che accade di vivere sui gradoni del San Vito. Alla fine, l’amato numero 9, Gigi Marulla, ha legato la “piazza” – tanto per usare un gergo calcistico – con una vittoria pacifica all’insegna del suo ricordo, e Kevin Marulla, figlio di Gigi, ha inviato al sindaco Occhiuto un messaggio di ringraziamento della famiglia, impossibilitata ad essere presente in quanto fuori sede.

 

Un murales dedicato a Gigi Marulla: prime opere The BoCS donate alla città

Luigi_MarullaUn murales dedicato a Gigi Marulla: l’artista Flavio Favelli lo completerà entro una settimana. Sarà fra le prime opere The BoCS donate alla città

Dopo la volontà dichiarata del sindaco Mario Occhiuto di intitolare lo stadio San Vito a Gigi Marulla, l’Amministrazione comunale si fa tramite di un’altra dedica alla memoria del compianto capitano del Cosenza calcio. Si tratta di un’opera che sarà un presidio visivo nella quotidianità cittadina, a due passi dall’oasi francescana, firmata da Flavio Favelli, nome di fama internazionale attualmente impegnato nella seconda fase della residenza artistica presso i BoCS-Art del lungofiume.

L’opera sarà fra le prime che saranno donate alla città proprio nell’ambito dell’importante iniziativa delle residenze artistiche The BoCS e, su espressa richiesta del primo cittadino, verrà realizzata per commemorare la figura di Marulla.

Non solo Fanelli martedì pomeriggio si è mescolato alla folla che ha partecipato ai funerali del bomber in una piazza Loreto quasi sospesa, constatando di persona l’immensa ondata emotiva che questa morte ha suscitato, ma ha già effettuato un sopralluogo nel punto dove nel giro di una settimana verrà creato il murales dedicato all’amato Gigi.

La collocazione scelta per l’opera è il muro che, percorrendo la fine di viale della Repubblica, si trova sulla destra poco prima che cominci il ponte Mancini.

Nota tecnica: sarà uno smalto su muro 7,50×5,70 metri che l’artista Favelli commenta così: “Ieri pomeriggio, al funerale di Gigi Marulla, a piazza Loreto, spiccava lo striscione del gruppo ultras Anni Ottanta. E’ una strana coincidenza perché credo che molte mie opere riflettano, in qualche modo, quel periodo così intenso, così irripetibile, drammatico ed effimero allo stesso tempo e soprattutto così inesauribile. Anni cruciali per la mia memoria visiva, dove tutto, piano piano, stava iniziando ad esplodere… il Paese stava scoprendo le mille luci e le mille ombre di quel decennio. In quegli anni nel calcio arrivarono gli stranieri e le figurine, che avevo sempre collezionato, continuarono a essere un grande strumento di conoscenza e di compagnia nella solitudine. I calciatori sono sempre dei campioni. I loro ritratti, come nei santini, sono di eroi che si sacrificano per noi. I calciatori ci rappresentano, come gli dei. E’ il mondo dei riti e dei miti, degli inni, delle bandiere e delle divise, che come quello militare e religioso, rimane sospeso nella nostra esistenza orami globalizzata. Opero con le immagini che spesso modifico, scompongo, assemblo, ritaglio e ricostruisco. Marulla è una pittura su muro che tenta di rappresentare una figurina del giocatore su cui compare lo sfondo azzurro del cielo. Una cornice che evoca uno dei simboli della città e il suo tempo”.