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Roberto Vecchioni al Rendano: “Non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro”

vecchioniChiunque abbia ascoltato Roberto Vecchioni almeno una volta nella vita, può dire di aver toccato con mano la vera cultura.

Ospite al Teatro Rendano  per presentare il suo libro “Il mercante di luce”, in occasione dell’avvio della programmazione di attività previste dalla Museion srl che da qualche settimana ha la gestione dei servizi aggiuntivi del Museo dei Brettii e degli Enotri, l’artista, docente, scrittore e cantautore Roberto Vecchioni incanta e affascina come una musica. Di quelle maneggiate con sapienza.

L’opera,  che racconta la storia di un padre, pieno di contraddizioni, burrascoso e infelice, e quella di un figlio, condannato da una brutta malattia a morire giovane, che prima di separarsi per sempre si incontrano in quel lungo viaggio chiamato “senso della vita”, attraverso i sentieri dell’amore e della poesia, è un omaggio alla cultura antica, grande passione dell’autore,  rinvenibile nella modernità e  all’amore che, all’interno della tragedia, si tramuta in lirica della bellezza e musica del cuore.

Il paradosso di una storia che porta a riflettere sul significato del dolore che, a detta di Vecchioni, “è il prezzo che gli uomini hanno scelto di pagare per avere una vita libera, e quindi infelice”.

Nel suo testo che definisce, un “debito lungo circa 60 anni”, emerge preponderante la sua idea di vita, di morte, di felicità dietro la quale l’artista rivela tutto il suo potere di conoscenza. “Sono abituato a gioire ogni giorno pensando a quello che verrà. E per questo mi sento felice sempre. La felicità non è uno stato d’animo che appartiene alle cose già conquistate, semmai è dinamica. L’uomo è nomade e solo cui che prova e riprova, che progetta di fare sempre qualcosa, che non si ferma mai, è davvero felice. “vecchioni 2

Persino il dolore, sentendo parlare Vecchioni, diventa un compagno di merende con cui condividere pezzi della propria esistenza. “Ogni volta che inizio una giornata, sono felice perché so che mi aspetterà qualcosa di nuovo  e di diverso. Anche laddove fosse il dolore, dopo verrebbe comunque una nuova gioia”.

La sua è una lezione tutt’altro che universitaria. Incuriosisce e desta ammirazione come se a parlare fosse un antico profeta proveniente da un passato mitologico e decantato. Mai sazio e vorace di applausi, si congeda solo dopo aver dato ai presenti la possibilità di fare qualche domanda, anticipando, per la gioia dei più, l’uscita tra venti giorni del suo ultimo libro “La vita che si ama”.

 

Lia Giannini