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Bernardino Telesio, il primo sistema naturalistico.

Bernadino Telesio è stato un filosofo e naturalista italiano, originario di Cosenza, dove nasce nel 1500. A seguito dello zio umanista e letterato Antonio, all’età di diciotto anni, si trasferisce dapprima a Milano e poi a Roma fino al 1527, passando per Venezia che lo vede come insegnante. Successivamente Bernardino si trasferisce a Padova nella cui università studia filosofia, matematica, astronomia e ottica fino al 1535, anno in cui consegue il dottorato. Nell’università di Padova, Telesio viene in contatto con quelle che erano le teorie averroiste ed alessandrine sull’interpretazione di Aristotele e proprio in questo ambiente di contrasti Bernardino svilupperà la sua critica alla fisica aristotelica elaborando quello che sarà il più grande interesse della sua vita: lo studio della natura. Godendo del favore di papi come Clemente VII e Gregorio XIII e grazie all’amicizia ed alla protezione del Duca di Nocera, Alfonso Carafa, Bernardino, suo ospite per lunghi periodi, riesce a comporre la sua maggiore opera tra il 1544-1552, il “De rerum natura iuxta propria principia” (Intorno alla natura delle cose secondo i propri principi). Tra i numerosi viaggi compiuti, Telesio nel 1553 torna a Cosenza dove prende in moglie un vedova, Diana Sersale il quale, oltre ai due che già possedeva, morì lasciando a Bernardino altri quattro figli. Negli anni successivi, a cavallo tra il ’55 e il ’59, nonostante la precarietà della sua situazione, Bernardino rifiuta la nomina, offertagli da papa Paolo IV, di arcivescovo di Cosenza in favore del fratello Tommaso. Nel 1565 vengono pubblicati i primi due libri della sua opera. Nonostante il conforto di una fama sempre crescente, l’ultimo decennio della sua vita venne sconvolto dalla morte, o assassinio, del suo primogenito Prospero nel 1576. Telesio non lascerà mai più Cosenza, dedicandosi ai suoi studi filosofico-scientifici fino alla sua morte, avvenuta nel 1588, due anni dopo la pubblicazione ultima dei nove libri del “De rerum natura”.

PENSIERO

Telesio, ha un concetto materialistico dell’uomo e della natura. Egli avanza l’idea che la conoscenza della natura debba basarsi sullo studio di principi naturali, iuxta propria principia quindi, abbandonando ogni considerazione metafisica. La filosofia di Telesio si sviluppa dalla critica dei fondamenti della fisica aristotelica basata su un metodo dove principi universali astratti come sostanza, forma e materia pretendono di spiegare fatti concreti che rimandano piuttosto ad un intervento dei sensi che li percepiscono. In più, osserva Telesio, Aristotele introduce spiegazioni metafisiche come il “motore immobile” per spiegare fenomeni fisici. La natura spiega Telesio, invece va studiata adoperando principi che abbiano la stessa consistenza materiale della natura e che siano da noi appresi tramite i sensi.

I principi sono tre:

 Due forze agenti il caldo, dilatante, e il freddo, condensante, che emanano dai corpi ma che non hanno di per sé una consistenza corporea anche se possono inserirsi nei corpi più compatti.

 Un sostrato corporeo, la materia, che permette a quelle forze di esplicarsi realmente dando così ragione del mutamento delle cose.

Contrariamente ad Aristotele che sosteneva che «quidquid movetur ab alio movetur», cioè che ogni cosa in movimento è mossa da un altro corpo in movimento, Telesio ritiene che il movimento sia un principio inerente al calore per cui in natura si muove tutto ciò che è caldo. Non esiste dunque un motore immobile poiché ogni corpo naturale è in grado di muovere se stesso. Un’altra caratteristica del calore e del freddo è la sensibilità che appartiene ad entrambi in quanto questi due principi avvertono la presenza l’uno dell’altro e quindi si contrastano tra loro e cercano di reciprocamente di evitarsi. Il calore è sensibilità e quindi vita; ogni corpo che possegga una minima quantità di calore è animato. A differenza dei corpi inorganici, in quelli organici è presente un’anima, chiamata da Telesio spiritus, concepita come una materia sottilissima che riempie di sé ogni parte dei corpi viventi e che è destinata a morire assieme al corpo.

«[..]è la stessa sostanza che nell’uomo sente e ragiona; la sostanza che ragiona non è affatto diversa da quella che sente.»

Altrettanto materiale è l’intelligenza che appartiene nella sua corporeità non solo all’uomo ma a tutti gli esseri viventi. Essa non è altro che il deposito nella memoria delle percezioni immediate avute in passato. È in base a questi ricordi sbiaditi delle percezioni passate che siamo in grado di riconoscere un corpo anche in assenza di sensazioni attuali.

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