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In moto con mezzo chilo di cocaina, fermato presunto esponente clan

REGGIO CALABRIA – Era in sella ad una moto con a bordo oltre mezzo chilogrammo di cocaina. L’uomo però è stato fermato dalla polizia, dopo un primo tentativo di fuga ed è stato bloccato. Si tratta di Fabio Nirta, 41 anni originario di San Luca, nel reggino, considerato uno degli esponenti della cosca Nirta- Strangio, clan attivo nella cittadina.

A bloccarlo sono stati gli agenti del commissariato di Bovalino che, una volta perquisito gli hanno trovato un panetto di cocaina di 521 grammi. A seguito del fermo gli agenti hanno sottoposto a perquisizione anche l’abitazione del 41enne dove è stata rinvenuta una pistola Beretta calibro 9 e 150 cartucce. Per Nirta sono scattate subito le manette ed è stato condotto nel carcere di Locri. Adesso dovrà rispondere dei reati di detenzione e spaccio di droga e detenzione di arma clandestina.

Omicidio di Giuseppe Nirta, è stata una esecuzione

E’ stato “finito” con un colpo alla testa dopo che gli avevano sparato altri sei colpi in varie parti del corpo. Così è morto nel sud della Spagna Giuseppe Nirta, di 52 anni, originario di San Luca (Reggio Calabria) e per alcuni anni residente in Valle d’Aosta. E’ stato freddato nella sua casa di campagna nella zona di El Charcon, nel comune costiero di Aguila, vicino a Murcia. L’omicidio è avvenuto verso le 22 di venerdì scorso: uomini armati, almeno 2 o 3, si sono introdotti nella tenuta e gli hanno sparato. Per gli inquirenti – come riportato dalla stampa spagnola – si tratta di un’esecuzione, probabilmente di stampo mafioso. A dare l’allarme è stata la compagna di Nirta, che era in casa con lui e che è riuscita a sfuggire all’agguato. La casa si trova in una zona abbastanza isolata. Alcuni vicini hanno raccontato di aver sentito gli spari ma che pensavano si trattasse di caccia ai conigli. Solo uno ha detto di aver visto tre uomini allontanarsi su un’auto. Le indagini sono affidate alla Guardia Civil e alla polizia locale. Giuseppe Nirta aveva precedenti per traffico di stupefacenti ed era stato coinvolto nell’operazione Minotauro contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. Viveva in Spagna da alcuni anni dove gestiva un’azienda di import-export di prodotti alimentari. Da San Luca, Nirta era partito giovanissimo per il Nord ovest del Paese dove ha vissuto per alcuni anni e dove si è stabilito con la propria famiglia. Non risultano, infatti, contatti con le cosche che operano nell’area pre-aspromontana.

Ucciso in Spagna Giuseppe Nirta, era coinvolto nel processo Minotauro

ROMA – E’ stato ucciso in Spagna Giuseppe Nirta, 52 anni, originario di San Luca (Reggio Calabria), già coinvolto nell’operazione Minotauro sulla ‘ndrangheta in Piemonte e con precedenti per traffico di stupefacenti. Sul suo corpo sono stati trovate ferite da arma da fuoco e da taglio. Dell’omicidio, avvenuto nella comunità di Murcia, si occupano le autorità spagnole. Il suo nome era finito anche nell’ordinanza del gip di Milano Giuseppina Barbara che il 30 gennaio scorso aveva portato all’arresto del pm di Aosta, ora sospeso, Pasquale Longarini e del suo amico imprenditore Gerardo Cuomo. Secondo l’ipotesi della procura meneghina Longarini, venuto a conoscenza delle indagini della Dda di Torino e dei carabinieri del Gruppo Aosta su Cuomo e Nirta, aveva avvisato l’amico, che aveva così subito interrotto i rapporti con Nirta. Nel 2016 la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna di secondo grado a tre anni e otto mesi di reclusione per Nirta nel processo Minotauro.