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Olimpiadi, Occhiuto ringrazia il sindaco di Bari e annuncia tavolo di confronto a Napoli

COSENZA – Olimpiadi del Meridione sì, la proposta del sindaco di Cosenza ha trovato ieri l’appoggio del sindaco di Bari Decaro. «Tengo a ringraziare pubblicamente il sindaco di Bari, Antonio Decaro, per le dichiarazioni a favore della mia idea di portare le Olimpiadi 2028 nelle regioni del Sud d’Italia». È quanto annunciato dal primo cittadino Mario Occhiuto che dopo aver registrato, attraverso gli organi di stampa l’adesione alla sua proposta da parte del sindaco del capoluogo pugliese, rilancia con più forza la sua proposta: «Ho invitato gli amministratori delle principali città del Meridione a partecipare a un percorso unitario – ricorda Occhiuto – per il comune obiettivo di offrire ai nostri territori una grande, unica, opportunità di sviluppo. Sono pertanto lieto che Decaro, non curandosi di sterili divisioni di appartenenza partitica, faccia prevalere il buon senso nei confronti di un progetto nato per la collettività. Mi conforta ricevere il riscontro positivo di chi va oltre la strumentalizzazione politica apprezzando la bontà della mia iniziativa. A questo punto – chiosa Mario Occhiuto – procederò per come annunciato, convocando un incontro da organizzare magari a Napoli, alla presenza, fra gli altri, del sindaco di Cassano allo Ionio e Sibari, Gianni Papasso. Tutto il Sud, ne sono convinto, deve recepire questa occasione in chiave identitaria e di irrinunciabile possibilità di crescita».

La clamorosa proposta di Occhiuto sulle Olimpiadi 2024: «Facciamo i Giochi a Sibari»

COSENZA – Se Roma è tormentata sull’ospitare o meno i Giochi olimpici estivi del 2024 e Milano si è già tirata fuori dalla corsa, c’è chi dimostra di desiderare l’organizzazione dei Giochi. E’ il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, che a sorpresa propone la Calabria, in particolare Sibari, e Il Sud Italia per ospitare la prestigiosissima manifestazione. Queste le sue parole: «Le Olimpiadi sono notoriamente un momento di pace, condivisione, storia e opportunità di sviluppo. Nel 2024 si celebreranno i 2.800 anni dalla prima edizione dei giochi a Olimpia, nell’antica Grecia. Se Roma dice no, propongo al Comitato Olimpico e al governo Italiano il coraggio di individuare Sibari, all’epoca la più grande metropoli del Mediterraneo, e di chiamarli Giochi della Magna Grecia. L’idea è quella di collegare tutta la Magna Grecia: Sibari e la sua immensa area diventerebbero villaggio olimpico, sede delle competizioni di nuoto, tuffi, pallanuoto, lotta greco-romana, tennis, boxe. L’atletica potrebbe svolgersi in Sicilia. Canoa, canottaggio, sport di squadra a Napoli, il resto in Puglia e Basilicata. Si tratterebbe della vera rivoluzione per il Sud, con investimenti molto importanti sui trasporti e le infrastrutture, che significherebbero linee ferroviarie veloci fino a Palermo, Catania e Agrigento. Una nuova strada statale 106, quella che va da Taranto a Reggio Calabria, linee regionali rimesse in funzione e almeno ventimila posti letto turistici in più. Significherebbe mettere in rete i porti di Taranto e Gioia Tauro con Napoli e ciò aiuterebbe a riportare la rotta merci mondiale nel Mediterraneo italiano. L’indotto comporterebbe la realizzazione del ponte sullo Stretto con un project financing potenzialmente a costo zero. Le credenziali storiche di questa operazione sono insuperabili, con tutto il rispetto per le concorrenti, perché le Olimpiadi sono nate da noi e qui si trovano le loro tracce della storia. Occorre crederci subito, avendo a disposizione tredici mesi prima dell’assegnazione, di decidere immediatamente, di impegnare il premier Matteo Renzi in un’azione che legittimerebbe il Meridione a uscire dal torpore e darebbe un nuovo spunto di crescita all’Italia e a tutta l’Europa, sulla scorta di quanto accaduto in Catalogna il 1992. Decidiamo immediatamente, con un progetto comune e ingaggiando come testimonial Parmenide, Pitagora, Empedocle, Archimede. I 2.800 anni dalla prima edizione, così facendo, verrebbero celebrati nella culla della cultura classica mondiale».