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Opere d’arte trafugate e vendute all’estero, 5 arresti

REGGIO CALABRIA – Un’organizzazione con base a Napoli e provincia e ramificazioni nel bresciano, dedita alla ricettazione di beni di rilevanza storico-artistica rubati in Italia e commercializzati, anche tramite antiquari calabresi compiacenti, o esportati illecitamente per essere venduti in fiere di settore in Francia, come Avignone e Montpellier, è stata sgominata dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza supportati da quelli del Nucleo di Napoli.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Reggio Calabria, ha portato all’esecuzione di 5 ordinanze agli arresti domiciliari ed a 20 perquisizioni a carico di altrettanti indagati. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di opere d’arte.

Durante le indagini sono state recuperate diverse opere, tra le quali un dipinto olio su tela del ‘700 raffigurante “Madonna con Bambino” di scuola napoletana, trafugato nel 2014 da un palazzo nobiliare di Arcevia (Ancona). Il valore delle opere recuperate è di circa 1,5 mln.

Fonte e foto Ansa 

Al Museo di Reggio Calabria in esposizione le opere d’arte confiscate alla ‘ndrangheta. Plauso di Dorina Bianchi

ROMA – “Le opere d’arte confiscate alla ‘Ndrangheta diventano un bene di tutti. È un gran bel risultato della costante lotta alle mafie dello Stato, delle forze dell’ordine e dei cittadini onesti”. Questo il plauso di Dorina Bianchi, sottosegretario al MiBACT e deputata calabrese del Gruppo Area Popolare (Ncd-Udc). La Bianchi si è complimentata con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, promotrice di tale progetto culturale all’insegna della legalità e simbolo perpetuo di lotta alle mafie. “Oggi la cultura vince sulla violenza” ha proseguito Dorina Bianchi. “Iniziative come queste vanno incentivate e meritano tutta la nostra attenzione ed il nostro sostegno. Rappresentano l’orgoglio di questa terra che dice no alla criminalità organizzata e di un Sud che reagisce”.

Si tratta della ricca collezione di quadri confiscata in via definitiva a Gioacchino Campolo, il cosiddetto “re

De Chirico, fonte: Ansa Calabria
De Chirico, fonte: Ansa Calabria

dei videopoker” che investiva i proventi delle slot machine in dipinti preziosi, ora esposti nel “Palazzo della Cultura” intitolato a Pasquino Crupi, intellettuale calabrese. La collezione consta di 124 dipinti posti in allestimento nel palazzo nell’ambito dell’edizione 2016 degli “Stati generali della cultura”. Altresì è presente la collezione “San Paolo” con preziose icone, un “San Giorgio con il volto sfregiato” attribuito originariamente ad Antonello da Messina, un bozzetto di Raffaello e una “Madonna con bambino” di Cima da Conegliano. “Oggi – ha detto l’assessore provinciale di Reggio Calabria, Edoardo Lamberti Castronuovo – qui c’è lo Stato. Un museo con una collezione dal valore immenso”.

Esami scientifici per le opere d’arte al Museo Civico di Rende

rendeLe opere d’arte del ‎Museo Civico di Rende, sono state sottoposte ad accurati esami scientifici (assolutamente non lesivi) con lo scopo di precisarne la datazione esatta di realizzazione e lo stato di conservazione delle tele e del colore impresso.Oltre a questo, tali rilevamenti consentiranno l’inserimento delle opere all’interno di un moderno database innovativo, intelligente e aggiornabile, utile alla catalogazione delle opere d’arte.Le operazioni di rilevamento scientifico e la costituzione del database, rientrano all’interno del progetto SCODA (Sistema Integrato per la rilevazione di Opere d’Arte) che vede la collaborazione tra l’Università della Calabria (Dipartimento di Chimica e ingegneria Meccanica), la Tea (Società che si occupa del trattamento di immagini digitali), la Diarco spin off universitario (che si occupa di diagnostica e restauro dei beni culturali) e l’azienda 3D Research.Questa è la migliore testimonianza di come l’Amministrazione Manna ha a cuore la tutela e la cura del patrimonio artistico cittadino. Un patrimonio di tutti i rendesi che merita di essere custodito e curato nel migliore dei modi.