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Cosenza, aumenta il costo delle materie prime. Panificatori in difficoltà

Cosenza – Quando la pandemia sembrava essere finita e si intravedeva la luce in fondo al tunnel, i venti di guerra hanno riportato una situazione di instabilità e di preoccupazione. In mezzo gli incrementi dei costi per l’energia e delle materie prime che ora si stanno ulteriormente aggravando. Così i panificatori di Assipan Cosenza che parlano di seria crisi di tenuta dei conti delle imprese della panificazione

Momenti difficili si prospettano per imprese e famiglie a causa di questi eventi che stanno dando luogo a effetti economico-sociali a catena potenzialmente molto seri, se non interverranno le adeguate contromisure a livello globale.

I prezzi delle materie prime come carburante, grano, farine stanno raggiungendo livelli mai visti, con le imprese che di queste materie prime fanno la loro fonte produttiva principale, che non riescono più a sostenere i costi.

Le ricadute soprattutto sul mondo dei panificatori sono particolarmente gravi. La neo costituita Assipan provincia di Cosenza stima che oltre all’aumento registrato già tra settembre e ottobre scorsi, il prezzo delle farine di grano tenero è aumentato di un ulteriore 30%, quello delle farine di grano duro del 150%. Ma per valutare pienamente il quadro bisogna aggiungere gli aumenti per la produzione e per la distribuzione: +100% per il gas, +50% per l’energia elettrica, +50% per il carburante, +30% per zuccheri e grassi. Inoltre, le materie prime necessarie, ad esempio, a pezzi di ricambio per i macchinari sono arrivate ad aumentare anche del 300% e le plastiche per il confezionamento del 130%. Senza contare che la scarsità di risorse induce i fornitori a ridurre le garanzie sulle forniture nonostante contratti già siglati: dai 12 mesi garantiti, si è arrivati appena a 2 mesi.

Aumenti generalizzati che, sostengono i panificatori della provincia, non possono non avere ricadute sui prezzi di vendita al dettaglio del pane. Se così non fosse la sostenibilità economica delle nostre imprese sarebbe in serio rischio.

Il Catanzaro sconfigge il Picerno al fotofinish

CATANZARO – PICERNO

CATANZARO (3-4-3) : Di Gennaro; Signorini (25’st Favalli), Riggio, Martinelli; Statella, Maita, Tascone (34’st Risolo), Nicoletti; Giannone (25′ st Di Livio), Fischnaller (34’st Mangni), Kanoute (12’st Bianchimano). In panchina: Mittica, Adamonis, Elizalde, Novello, Figliomen, Casoli, Bayeye. All.: Grassadonia

PICERNO (3-4-3) : Pane, Caidi, Fontana, Bertolo (21’st Priola); Melli (18’st Vanacore), Kosovan (39’st La Vigna), Vrdoljak, Calamai, Guerra; Santaniello, Nappello (18’st Calabrese). In panchina: Fusco, Esposito, Cavagnaro, Ruggieri, Donnarumma, Sparacello, Montagno. All.: Giacomarro

ARBITRO: Panettella di Gallarate

NOTE: Ammoniti: Kosavan (P), Fontana (P), Signorini (C). Espulso Vanacore (P)

MARCATORI: 45′ st Martinelli

 

CATANZARO – Ritorna alla vittoria il Catanzaro di Grassadonia, che grazie a un guizzo di Martinelli sconfigge il Picerno negli istanti finali della gara.

I giallorossi cambiano modulo e passano dal 3-5-2 al 3-4-3. Scelta offensiva che paga i suoi dividendi dopo due minuti, quando un colpo di testa di Giannone colpisce il braccio di un difensore e provoca rigore per le aquile. Lo stesso Giannone però è poco freddo dal dischetto e spara centrale addosso al portiere. Gran serata per Pane, l’estremo difensore, decisivo in un paio d’occasioni anche su Fischnaller.

L’attaccante altoatesino però ci mette del suo e dopo un bello scambio con Kanouté a inizio secondo tempo, dal cuore dell’area calcia piano e sul piede di Pane. Poco più tardi la mira migliora ma Pane si allunga e con uno straordinario colpo di reni mette in corner. Nei minuti finali Bianchimano di testa sfiora l’incrocio dei pali. I presenti al Ceravolo sembrano rassegnati al pareggio, ma al 91′ uno schema su palla da fermo permette a Favalli di condurre fino all’area. La difesa si aspettava il cross e rimane bassa e passiva. Favalli serve a rimorchio Martinelli che calcia sotto al sette. Termina quindi col risultato più giusto una partita dominata dai giallorossi.

Coldiretti, in arrivo l’etichetta per distinguere il pane fresco da quello decongelato

CATANZARO –  Finalmente potremo distinguere fra pane fresco e pane scongelato.  Arrivano le nuove norme per distinguere in etichetta il pane fresco da quello “conservato o a durabilità prolungata” con specifiche prescrizioni in merito alla denominazione e alla modalità di esposizione in vendita di quest’ultimo. Lo rende noto la Coldiretti in riferimento all’entrata in vigore da domani 19 dicembre 2018 del Decreto 1° ottobre 2018, n. 131 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 novembre. «Il pane che ha subito processi di surgelazione e congelamento o che contiene additivi chimici e conservanti – sottolinea la Coldiretti – non potrà essere più venduto per fresco e dovrà obbligatoriamente avere una etichetta con la scritta “conservato” o a durabilità prolungata. Potrà quindi ora essere denominato “pane fresco” – continua la Coldiretti – solo il pane preparato secondo un processo di preparazione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, ad eccezione del rallentamento del processo di lievitazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante. Per “processo di preparazione continuo” – precisa la Coldiretti – si intende un processo per il quale, dall’inizio della lavorazione alla messa in vendita al consumatore, non trascorrano più di 72 ore. Sono infatti previste norme – precisa la Coldiretti – per il “pane conservato o a durabilità prolungata”, nel caso venga utilizzato un metodo di conservazione ulteriore rispetto ai metodi già sottoposti agli obblighi informativi previsti dalla normativa (ad es. pane precotto surgelato o meno). Per questa tipologia di pane nel momento della vendita deve essere fornita una adeguata informazione, al fine di evitare che il consumatore possa essere indotto in errore, riguardo il metodo di conservazione utilizzato nel processo produttivo nonché le modalità per la sua conservazione ed il consumo, attraverso un’apposita dicitura da riportare sul cartello negli specifici comparti in cui viene collocato, distinti rispetto a quelli in cui viene esitato il pane fresco. Infine, oltre alle indicazioni sul pane, il Ministero fornisce – continua la Coldiretti – anche una definizione di panificio, ossia “l’impresa che dispone di impianti di produzione di pane ed eventualmente altri prodotti da forno e assimilati o affine e svolge l’intero ciclo di produzione dalla lavorazione delle materie prime alla cottura finale”. Il nuovo decreto fa chiarezza sulla denominazione del pane fresco ma – continua la Coldiretti – resta il problema di prevedere anche per il pane l’etichettatura obbligatoria dell’origine delle farine utilizzate: infatti, solo una etichettatura trasparente può consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli e alle imprese di far emergere il valore distintivo dei prodotti agricoli. I consumi di pane degli italiani si sono praticamente dimezzati negli ultimi 10 anni ed hanno raggiunto il minimo storico con appena 80 grammi a testa al giorno per persona, un valore molto lontano da quello dell’Unità d’Italia nel 1861 in cui – ricorda la Coldiretti – si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno. Con il taglio dei consumi – sottolinea la Coldiretti – si è verificata però una svolta qualitativa con la crescita dell´interesse per il pane biologico e di grani antichi e per quello con contenuti salutistici e ad alto valore nutrizionale: a lunga lievitazione, senza grassi, con poco sale, integrale, a km 0 come il pane realizzato direttamente dai produttori agricoli di campagna amica anche con varietà di grano locali spesso di varietà salvate dall’estinzione».

                                               

Calabria protagonista al Fico Eataly World con “la merenda di una volta”

BOLOGNA – Le merende dei nonni tornano protagoniste della contemporaneità grazie alle degustazioni offerte allo stand organizzato dalla Presidenza della Regione Calabria – Settore Internazionalizzazione – in collaborazione con l’Arsac, grazie gli eventi dedicati alla promozione delle eccellenze agroalimentari calabresi.

Il weekend appena trascorso, infatti, è stato dedicato al tema “La merenda di una volta”. Protagonisti degli assaggi, infatti, sono stati i pani tradizionali calabresi fatti in casa. Il “Pane di Cuti”, nelle tipologie bianco ed integrale, prodotti a Rogliano (CS), il “Pane di Cerchiara”, dalla tipica pezzatura di 3-4 chili, il “Pane di Tessano”, dalla caratteristica crosta chiara, il “Pane di Cutro (KR)” ottenuto dal grano duro coltivato nella zona del Marchesato, il “Pane di Mangone” prodotto con la tradizionale “levatina”, il lievito naturale, e il “Pane di Bisignano” lavorato nella tipica “maiddra” (madia: contenitore in legno). È stato possibile assaporarli in abbinamento a preparazioni tipiche della dieta mediterranea a base di Pomodoro di Belmonte, Cipolla Rossa di Tropea IGP, peperoncino calabrese, tonno e olii calabresi EVO. che si fregiano dei prestigiosi marchi comunitari DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta).

PROTAGONISTA ANCHE IL BERGAMOTTO

Nei giorni scorsi, invece, degustazioni dedicate al Bergamotto di Reggio Calabria DOP con succhi, liquori e preparazioni ottenute dal tradizionale agrume calabrese. Nel corso del cooking show “La cucina racconta la Calabria”, poi, gli chef dell’Arsac Luigi Barberio e Vittorio Secreti hanno preparano le eccellenze calabresi trasferendo ai presenti ricette, segreti e curiosità. Cinque le sessioni di cucina andate in scena nelle sale “Maestrale” e “Scirocco” di Fico. Start con “Calabria Mediterraneo da gustare” con menu composto da Maccheroni, baccalà, broccoletti e scorzette di bergamotto con in abbinamento un vino Nerello Rosato di Calabria. A seguire “Dalla Sila alla Magna Grecia” con Riso di Sibari e Caciocavallo Silano DOP aromatizzato con Bergamotto e rosmarino. In abbinamento è stato degustato un vino Greco bianco di Calabria. Durante “Sapori di Calabria al profumo di bergamotto”, invece, sono state preparate Pappardelle salvia e bergamotto, con mousse di ricotta calabrese, e in abbinamento un Pecorello bianco di Calabria. La sessione “L’oro Verde di Calabria e la cucina contadina” prevedeva, poi, Lagane e ceci al profumo di bergamotto con in abbinamento il vino bianco Guarnaccia del Pollino. “In dolce compagnia del Bergamotto”, infine, ha visto un menu strutturato con: Tortino di patata della Sila con bergamotto caramellato abbinato al vino Cirò rosato ottenuto da Gaglioppo.

Ricette, storie, luoghi, tradizioni ed emozioni, infine, sono state raccontate dai divulgatori dell’Arsac Saverio Urso e Domenico Turiano

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Tutti gli eventi di “Fico – Fabbrica Italiana COntadina” sono realizzati su iniziativa della Presidenza della Regione Calabria – Settore Internazionalizzazione – in collaborazione con l’Arsac, l’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese. Fico, già da qualche settimana, ha superato il milione di visitatori.

 

Lasciano Londra per tornare in Calabria. Lavoreranno nel mulino bio

CATANZARO –  Hanno lasciato senza pensarci due volte il loro lavoro a Londra per tornare in Calabria, a San Floro, nel primo mulino biologico dove il grano diventa farina e la farina viene trasformata in prodotti da forno. É la scelta, un caso di scuola di quella che può essere definita emigrazione di ritorno, fatta da Santo e Simone, due giovani catanzaresi, colleghi di lavoro, ed esperti nella preparazione di pane e pizza, che lavoravano nel mondo della ristorazione italiana nella City. Tutto è nato così: i due giovani venuti a conoscenza della particolare lavorazione del grano nel mulino biologico di San Floro si sono messi in contatto con il titolare del “Mulinum”, Stefano Caccavari, per sapere se era possibile inviare le sue farine anche Oltremanica. Alla richiesta, Caccavari ha controbattuto proponendo loro di tornare in Calabria per lavorare con lui. Proposta accettata. Un’occasione per creare posti di lavoro in una terra dove l’occupazione langue.

“Pane al Mondo”: Catanzaro dedica una mostra ai temi dell’Expo

Invito-Marca-20x15-DefSarà inaugurata giovedì 9 luglio alle ore 18 la mostra di Chiara Dynys “Pane al mondo” che affronta i temi di Expo. Oltre cinquanta opere per celebrare il pane, scelto come alimento per antonomasia, e la sostenibilità ambientale. Contro lo spettro dell’inquinamento.

Un invito a difendere la biodiversità e quella sostenibilità ambientale da cui passa la corretta ed equilibrata alimentazione. Nell’anno di EXPO e in aderenza ai temi suggeriti dall’esposizione universale, Chiara Dynys espone al MARCA di Catanzaro, dal 10 luglio al 9 settembre.

L’iniziativa, organizzata dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, guidata dal presidente Enzo Bruno, e dalla Fondazione Rocco Guglielmo, rappresenta il frutto di una collaborazione instaurata con il Museo Carlo Bilotti di Roma e  sarà presentata nella conferenza stampa che precederà l’inaugurazione della mostra, alle 17.30.

Artista lombarda da sempre legata da un’affinità elettiva con la terra di Calabria, come dimostrano le sue mostre alla Fondazione Rotella, la sua presenza nella collezione permanente del MAB di Cosenza – città per la quale sta preparando un’opera che verrà collocata proprio in Piazza Bilotti – e il progetto per un’installazione pubblica presso la sede dell’Università della Calabria a Rende.

Il percorso al MARCA parte proprio da Pane Al Mondo, coppia di opere gemelle che dà nome all’ intero progetto: uno dei due esemplari consta di 360 diverse forme di pane in alluminio e in dimensioni variabili, poggiate su un tappetto ellittico istoriato con l’immagine del planisfero; l’altra ripropone il modello del mondo in forma di arazzo, su cui poggia questa volta una spiga in metallo protetta da una boccia di vetro. Nasce così una riflessione sulle emergenze alimentari, sulle disparità tra i Paesi più ricchi e gli altri: con il cibo, trattato come oggetto prezioso, a schiacciare il mondo. Il pane pesa allo stesso modo su ogni Paese, figurando come l’indigenza dei più poveri sia prima o poi destinata a ricadere anche su chi oggi è più fortunato. Salvo tornare, appena evocato, nell’ immagine fragilissima di una spiga indifesa: rimando al simbolo scelto dalla FAO, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa di politiche alimentari su scala globale.

Strettamente connesso al cibo è il concetto di sostenibilità ambientale. Da qui la scelta di esporre Poisoned Flowers, serie di fiori fantastici sbocciati in un ideale giardino dell’Eden. Si tratta di immagini reali, fotografate dall’artista, che attraverso il ricorso alla stampa lenticolare appaiono e scompaiono davanti allo spettatore, accentuando l’effetto onirico dell’insieme.

L’Accampamento dei fiori, sorta di traduzione tridimensionale di questo lavoro, è costituito invece da diverse “tende” realizzate in fusioni di metacrilato, all’interno delle quali sono appoggiate coppie di fiori che svaniscono nel loro stesso colore, quasi fossero fantasmi.Il rapporto con la luce gioca un ruolo chiave per Dynys; e proprio la luce, considerata come elemento plastico, è al centro di un’altra delle opere presentate al MARCA: Tenda di luce propone una riflessione sul tema della casa, al tempo stesso serra e nido, permeata da una benaugurale aura di sogno. Completano la mostra alcuni pezzi della serie Tutto, le sculture Love Hate e Solidi platonici.

 

 

 

 

Alti costi di gestione, anche il pane è in crisi

I piccoli artigiani panificatori calabresi sono in enorme difficoltà a causa del continuo rialzo del costo delle materie prime e soprattutto dei costi energetici, l’elettricità, il gas e l’acqua.

“Quello che ci giunge dalle numerose aziende che compongono la nostra fliera produttiva della panificazione – spiega il Presidente di Confapi Calabria Francesco Napoli – è un vero e proprio grido d’allarme, per cui occorre intervenire subito, senza altro indugio. Anche questo è stato uno dei temi affrontati nell’incontro avuto nei giorni scorsi con l’Assessore regione all’industria e Piccole e medie imprese Carlo Guccione. Ci auguriamo che anche le proposte lanciate su questo settore,  siano tenute in considerazione”.

Il cambiamento del regime alimentare, la grande distribuzione, la difficoltà del ricambio generazionale in un settore prevalentemente a conduzione familiare, i costi energetici e della mano d’opera sempre più rilevanti e, non da ultimo, il diffuso abusivismo dei produttori di pane, sono tanti i motivi delle difficoltà dei panificatori calabresi. Certo è che a situazione del comparto, che pure rappresenta una filiera importante del nostro sistema produttivo e soprattutto di grande eccellenza, è di grande preoccupazione.

“Le criticità sono soprattutto per i costi di approvvigionamento energetico direttamente riconducibile  all’attività  e talvolta alla inefficienza degli impianti. C’è bisogno quindi di finanziamenti mirati per sostenere interventi di miglioramento dell’impiantistica e di ammodernamento. Le nostre aziende di produzione di pane e farinacei hanno bisogno di investire in nuovi impianti di produzione, di realizzare impianti fotovoltaici per abbattere i costi energetici.

“Per questo – ha concluso Francesco Napoli – abbiamo presentato all’Assessore Guccione un vero e proprio progetto per il sostegno agli investimenti in campo energetico delle aziende panificatrici. Un bando che può essere già attuato le risorse disponibili. Ci auguriamo che il prima possibile si avviino azioni di finanziamento –  in parte a fondo perduto, utilizzando i fondi comunitari che rappresentano una grande opportunità per le aziende calabresi – per sostenere gli artigiani di panificazione.”

I socialisti del Terzo millennio contro la ludopatia

CIRO’ MARINA- Prima di brindare con lo spumante e di scambiarsi gli auguri natalizi, la Federazione provinciale socialista di Crotone si è riunita. Giuseppe Russo (Commissario della sezione di Cirò Marina), Luigi Cosenza (Segretario della sezione di Strongoli), Salvatore Pane (Membro del consiglio nazionale del partito), Carmine Iuliano (Segretario provinciale del Psi) e i compagni di Cirò Marina, Strongoli, Crotone e Torretta di Crucoli, si sono infatti incontrati nella sede partitica “Sandro Pertini” di Cirò Marina per un appuntamento importante. Argomenti cardine della giornata: il disamore nazionale verso la politica e la battaglia socialista per curare la ludopatia.

I socialisti calabresi del Terzo Millennio hanno coscienziosamente esaminato il loro ruolo politico ed hanno poi criticato l’emendamento del governo centrale che offende chi limita il gioco d’azzardo. Secondo il loro punto di vista, i soldi spesi per i macchinari del vizio andrebbero usati per curare i giocatori patologici (in Italia sono circa un milione) affetti dalla cosiddetta ludopatia.

Chiusa la partentesi dello scambio di opinioni, i socialisti si sono affettuosamente salutati augurandosi buone foste. Forse qualcuno fra loro, avrà pure impugnato la penna per scrivere a Babbo Natale e chiedergli una percentuale di voti. Ma il vecchio lappone generoso, che pure veste sempre di rosso, non vota e non sposta voti. Perciò, questi socialisti svegli e per niente stupidi, sanno che le salite (non le vie del Signore) verso il benessere sociale sono infinite e milioni di persone, soprattutto a Natale, chiedono ai politici di essere più pratici e onesti. E siccome la politica (la bella politica) si fa con i fatti, bisogna riconoscere che se la proposta dei socialisti crucolesi di integrare le comunità senegalesi e rumene (spesso emarginate o trattate con diffidenza) nel tessuto sociale si realizzasse, potrebbero vantarsi. Senza l’aiuto divino o di un mito infantile, avrebbero infatti attirato tanta simpatia e gettato le basi per il sacrosanto multiculturalismo.