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Standing ovation per Virginia Raffaele. E stasera Performance bis a Catanzaro

COSENZA – Tutti in piedi per Virginia Raffaele. L’istrionica artista romana si conferma una performer completa come pochi, poliedrica come pochissimi, unica nel suo genere! Ieri sera applausi a non finire per il suo Performance, andato in scena al Teatro Alfonso Rendano per la prima dello spettacolo in Calabria.

Tutti i personaggi di Virginia Raffaele

La popolare attrice comica e imitatrice dal talento cristallino ha portato in scena i suoi cavalli di battaglia. Le maschere più popolari, da Roberta Bruzzone a Carla Fracci, da Ornella Vanoni e Belen Rodriguez, così come i personaggi liberamente tratti dalla realtà, tra cui l’eterna esclusa dai talent show musicali Giorgia Maura o la poetessa transessuale Paula Gilberto Do Mar, hanno intrattenuto il pubblico cosentino per quasi due ore di spettacolo. Fra i momenti più divertenti il siparietto di Belen Rodriguez che ha interagito con il pubblico in sala, alla forsennata ricerca dei paparazzi, o l’esibizione di una “smemorata” e nostalgica Ornella Vanoni, oppure ancora un’esilarante Francesca Pascale, amorevole compagna di Berlusconi che racconta la tenera amicizia fra i “piccoli” Silvio e Matteo (Renzi, ndr). Il tutto raccontato attraverso la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira, tipici elementi che compongono il suo stile.

I principali ingredienti di uno spettacolo travolgente 

La musica originale del maestro Teo Ciavarella fa da punteggiatura allo spettacolo, accompagnando i personaggi nelle loro performance, sottolineandone i movimenti, enfatizzandone le manie; conferendo allo spettacolo un ritmo forsennato nel cui vortice i personaggi, la stessa Raffaele e le varie chiavi di lettura, si mescolano creando una nuova realtà, a volte folle a volte melanconica. Completano il quadro un’attenta regia e uno straordinario allestimento scenoppgrafico. 

Virginia Raffaele omaggia Cosenza e il suo pubbblico

Apprezzabile anche l’ironico omaggio della Raffaele alla città di Cosenza (quando si aspettava, nei panni di Carla Fracci, le chiavi della Città) e soprattutto al maestro Alfonso Rendano, che sarebbe stato insolito compagno artistico di Ornella Vanoni e improbabile capo teatrante della stessa Fracci.

Al termine dello spettacolo l’artista non si è sottratta ai selfie e agli abbracci dei tanti fan che l’hanno aspettata a fine spettacolo, ma ai microfoni della stampa sì.

Secondo e ultimo appuntamento a Catanzaro

E Virginia Raffaele replicherà il suo One Woman Show, sempre sotto l’ottima organizzazione locale di Ruggero Pegna, questa sera, alle ore 21, al Teatro Politeama di Catanzaro, dove si profila un altro sold out.

Andreina Morrone

Fiorenza Gonzales

 

Domani sera il grande show di Virginia Raffaele. Rendano verso il tutto esaurito

COSENZA – Verso il tutto esaurito al Teatro Rendano di Cosenza per lo show di domani sera di Virginia Raffaele, che replicherà il suo spettacolo sabato al Teatro Politeama di Catanzaro. Gli ultimi biglietti rimasti sono disponibili nei punti Ticketone.

Dopo il sold out fatto registrare in tutti i principali teatri italiani, anche in Calabria è grande l’attesa per la prima assoluta del one-woman-show dei record dell’istrionica artista romana.

Performance, questo il titolo dello spettacolo, è stato scritto da Virginia RaffaelePiero Guerrera e Giovanni Todescan, con  Giampiero Solari  che ne cura anche la regia. I trucchi speciali sono a cura di Bruno Biagi e Valeria Coppo. Imponente l’allestimento, che si avvale di immagini e varie soluzioni scenotecniche.

A Cosenza tutti i personaggi di Virginia Raffaele

Le maschere più popolari, da  Ornella  Vanoni e  Belen  Rodriguez,  così come i personaggi liberamente tratti dalla realtà, tra cui l’eterna esclusa dai talent show musicali Giorgia Maura o la poetessa transessuale Paula Gilberto Do Mar, sono donne molto diverse tra loro che sintetizzano alcune delle ossessioni ricorrenti della società contemporanea:  la vanità, la scaltrezza, la voglia di affermazione e, forse, la scarsa coscienza di sé. Il tutto raccontato attraverso la lente deformante e irriverente dell’ironia e della satira, tipici elementi che compongono il suo stile. I personaggi si avvicendano tra monologhi esilaranti e dialoghi surreali con la vera Virginia Raffaele che, grazie ad un attento lavoro di regia, interagisce con le sue creature come una sorta di narratore involontario che poeticamente svela il suo “essere – o non essere”. La musica originale del maestro Teo Ciavarella fa da punteggiatura allo spettacolo, accompagnando i personaggi nelle loro performance, sottolineandone i movimenti, enfatizzandone le manie; conferendo allo spettacolo un ritmo forsennato nel cui vortice i personaggi, la stessa Raffaele e le varie chiavi di lettura, si mescolano creando una nuova realtà, a volte folle a volte melanconica.

Una carriera straripante

Attrice comica e imitatrice di straordinario talento, Virginia Raffaele nasce il 27 settembre 1980 a Roma, da una famiglia di tradizione circense. Sua nonna era un’acrobata cavallerizza e insieme ai suoi fratelli gestiva il Circo Preziotti. Negli anni Cinquanta i suoi nonni fondano il Luna Park di Roma, all’Eur, dove Virginia Raffaele trascorre la sua infanzia. A diciannove anni si diploma all’Accademia Teatrale Europea del Teatro Integrato Internazionale diretta da Mariagiovanna Rosati Hansen. Negli stessi anni studia danza classica e danza moderna presso l’Accademia Nazionale di Danza. Dopo numerose esperienze televisive e  cinematografiche, il 13 febbraio 2015 è ospite durante la quarta serata del Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti, imitando Ornella Vanoni e il centralino telefonico. A partire dall’11 aprile 2015 è ospite fisso alla fase serale della trasmissione “Amici” di Maria de Filippi, dove porta numerosi personaggi tra cui la giovane cantante esordiente Giorgia Maura (parodia di una partecipante dei talent ispirata a Emma).

Info biglietti

Gli ultimi biglietti per assistere agli spettacoli saranno in vendita fino ad esaurimento anche presso le biglietterie dei teatri a partire dalle ore 18.00 e fino ad inizio spettacoli. (Per informazioni: tel. 0968441888 e www.ruggeropegna.it).

 

Border, a Belmonte un’iniziativa all’insegna della contaminazione

BELMONTE (CS) – Tre giorni per contaminare e contaminarsi, riflettere e condividere pratiche virtuose di biodiversità culturale, che abbiano al centro della discussione l’importanza, il ruolo e la sopravvivenza delle comunità.
Questo e tantissimo altro ancora attraverserà dal 21 al 23 ottobre il centro storico ed alcune frazioni di un piccolo borgo sulla costa tirrenica calabrese: Belmonte, grazie a rifugi d’aria: BORDER; progetto promosso da Ex Convento che progetta, organizza eventi, residenze creative e laboratori didattici, mixando cibo, teatro, musica, in collaborazione con il Comune di Belmonte Calabro e il patrocinio di Matera2019 capitale europea della cultura.
In uno spazio tra mare e montagna, creare un ecosistema creativo che interpreti la condizione “border” di chi opera ai margini dell’omologazione culturale, creando set di confronto ed esperienze performative da co-progettare con chi crede che la biodiversità culturale possa esprimere il futuro strategico del Paese nel suo complesso.
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CONCEPT
rifugi d’aria: BORDER è una festa di comunità. 
Talk, laboratori, performance, che hanno come focus il tema “border”, il confine, come tratti costitutivi ma non necessariamente discriminatori delle aree interne del territorio nazionale. 
Il margine non solo come delimitazione geografica e privazione di inclusione sociale ma al contrario come prospettiva di incontro e continuo scambio culturale.
Quali sono le condizioni di salute oggi delle comunità, le possibili visioni, le buone pratiche che l’attraversano o che potrebbero attraversarle?
 
PROSPETTIVE
BORDER è un progetto a lungo termine, che ha come finalità la costituzione di un cantiere culturale in cui ricercare e perseguire occasioni di discussione e di costruzione. 
Lo faremo attraverso teatro, musica e performing media, attivando diversi momenti di confronto con personaggi significativi del panorama nazionale che hanno lavorato sull’innovazione sociale e la progettualità culturale nelle piccole comunità. 
Parafrasando Cesare Pavese, un paese ci vuole, ma soprattutto un paese c’e’ già.
 
PROGRAMMA
Tre giornate ricchissime attraversate da un approccio multidisplinare e focalizzate su un concept specifico, che è quello del “border”, tema che viene profondamente indagato negli incontri, esplorato nei set artistici.
Si parte il 21 ottobre alle 11:00 con un workshop su videostorytelling per il rural marketing a cura di Pensiero Meridiano  e a seguire alle 16.00  lab su il performing media storytelling per lo sviluppo glocal tenuto da Carlo Infante per Urban Experience. In chiusura la proiezione del docufilm Triokala del regista agrigentino Leandro Picarella.
Sabato 22 ottobre alle 15:00 da annotare in calendario un’esplorazione partecipata con sistemi di whisper radio a cura di Carlo Infante, a seguire confronti e tavoli di lavoro; i talk dal titolo Un paese c’è già: nuove margininalità, con interventi e relazioni di Carlo Infante, Consuelo Nava, Emmanuele Curti, Francesco Lesce, Giuseppe Mangano e Leandro Pisano e Amministrare borderline o non amministrare? Dal basso per produrre nuove pratiche?  con il sindaco di Sant’Alessio di Aspromonte Stefano Calabrò.
Infine la performance teatrale In bocca al lupo – ovvero l’uomo nero arriva dal mare a cura di Piccola Compagnia presso Palazzo Tivoli e in concerto alle 22:30 la Fanfara Station che saranno proprio in residenza creativa presso l’Ex Convento dal 19 al 23 ottobre  2016.
Domenica 23 ottobre largo spazio al confronto fra realtà comunitarie e culturali virtuose, che da anni operano azioni di valorizzazione dei borghi calabresi attraverso proposte artistiche efficaci, capaci di dialogare con la contemporaneità del presente senza mai dimenticare il tessuto tradizionale.
Un talk dal titolo Vecchie e nuove feste  con festival quali Radicazioni, Joggi Avant Folk, Felici e Conflenti, Cleto Festival.

“Migliorare le performance delle organizzazioni pubbliche”, 14 Regioni a confronto

Catanzaro ( Cz) Il 18 marzo, a Catanzaro, i componenti degli Organismi e dei Nuclei di valutazione di 14 Regioni italiane si confronteranno sui sistemi di misurazione della performance, quale strumenti per il miglioramento ed il potenziamento delle organizzazioni pubbliche e quale leva per orientare l’azione amministrativa nella direzione delle priorità strategiche definite nell’ambito del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020.L’incontro- informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta-, per la prima volta organizzato in Italia, è un’importante occasione per un confronto sui diversi aspetti che interessano la valutazione delle prestazioni nel contesto delle pubbliche amministrazione: dalla corretta misurazione del “valore pubblico” all’incidenza dei diversi livelli di performance sulla valutazione individuale, dalle politiche di sviluppo del personale allo sviluppo organizzativo, dal corretto utilizzo delle risorse per l’incentivazione del personale alla valorizzazione delle competenze, dal raccordo degli obiettivi di performance  con i sistemi di programmazione e controllo previsti dalla nuova contabilità armonizzata alla rilevanza degli adempimenti degli obblighi di trasparenza e delle misure di prevenzione della corruzione e, infine, sull’esperienze di differenziazione del merito. All’importante evento parteciperanno oltre alla Regione Calabria le seguenti Regioni e Province autonome: Piemonte, Trentino Alto Adige, Provincia Autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Il programma, disponibile sul portale istituzionale della Regione Calabria, prevede l’intervento di autorevoli relatori: docenti universitari, componenti di Organismi di Valutazione e dirigenti regionali. L’evento, che ha avuto una vasta eco sia per l’autorevolezza dei relatori che per la numerosità delle Regioni che hanno aderito, è patrocinato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome. Nella “cittadella” regionale a Catanzaro sono attesi oltre 150 partecipanti, provenienti da enti territoriali, enti strumentali, aziende sanitarie e da diverse Università. All’incontro sono invitati a partecipare i dirigenti e funzionari delle Amministrazioni Pubbliche e degli enti strumentali, i componenti degli Organismi e Nuclei di Valutazione e gli operatori del settore. L’incontro di studio, oltre a stimolare una riflessione sui risultati conseguiti ed analizzare le criticità ed i percorsi di miglioramento intrapresi, costituisce l’inizio di un percorso che deve consentire alle Pubbliche Amministrazioni di aprirsi al confronto e allo scambio e valorizzazione delle esperienze. La funzione attuale degli Organismi di Valutazione sarà oggetto della tavola rotonda finale, nell’ambito della quale la riflessione sarà incentrata sulla difficoltà di far vivere, in un contesto unitario e correlato, la performance, la prevenzione della corruzione e la trasparenza dell’azione amministrativa, anche alla luce della magmaticità delle evoluzioni normative, che spesso pongono di fronte a significative criticità l’equilibrio tra certezza, giustizia ed efficienza (intesi alla stregua di interessi fondamentali rispettivamente di trasparenza, anticorruzione e performance).

Un’opera su Anita Garibaldi al Rendano

Andrea Amoroso durante la performance nella sala Quintieri

COSENZA – Il personaggio di Anita Garibaldi potrebbe presto ispirare un’opera lirica che potrebbe anche essere messa in scena nelle prossime stagioni del Teatro Rendano. Certamente non si tratta di un’opera nel senso più tradizionale del termine ma, di un progetto capace di far convivere la musica lirica con la contemporanea. In verità, i prodromi di questo ambizioso progetto, frutto dello sforzo ideativo di due artisti cosentini, il compositore e sound designer Luigi Porto ed il poeta Andrea Amoroso, Il progetto ha trovato d’accordo la Commissione Cultura, nelle persone di Claudio Nigro Mimmo Frammartino i quali hanno illustrato agli intervenuti il contenuto della proposta ricostruendo le carriere parallele dei due giovani artisti cosentini, di cui ha sottolineato l’indubbio valore artistico. Uno spaccato di quello di cui è capace il sodalizio tra Luigi Porto e Andrea Amoroso è andato in scena nella Sala “Quintieri” del “Rendano”, in occasione della seduta della Commissione cultura. Un reading di poesia, con il poeta Amoroso accompagnato al pianoforte da Luigi

Luigi Porto

Porto. La performance è proseguita con “Song cycle”, una serie di canzoni liriche per soprano, arco e pianoforte, affidate rispettivamente ad Annalisa Gioia, Salvatore Sangiovanni e Paolo Montefusco. La musica lascia il passo alle parole, quando Porto e Amoroso spiegano il loro progetto, l’Opera “Anita”. “Non siamo mai stati dei melomani, ma, utilizzando gli strumenti che ci sono propri, la poesia e la musica contemporanea, abbiamo voluto giocare, come faceva Luciano Berio, con il retaggio dell’opera, modificandolo e rompendone l’involucro tradizionale. Tuttavia ci sono cose che non possono essere bypassate, perché, comunque, la cantabilità deve esserci.”

Teo Teocoli trionfa in un esplosivo one man show

 

ALTOMONTE (CS) – Un vero “Super show” lo spettacolo di Teo Teocoli, che conferma di essere ancora una volta artista eclettico e dalle grandi doti di intrattenitore. Ieri, sera, sul palco dell’anfiteatro “Costantino Belluscio” la performance di Teo Teocoli è stata premiata da una  standing ovation  del pubblico. Sono i suoi personaggi più celebri ad entusiasmare la platea. Da Felice Caccamo, a Cesare Maldini all’irresistibile imitazione dello storico amico Adriano Celentano. Lo spunto da cui parte il one man show è il racconto della sua vita: la sua infanzia, la passione per il canto, le disavventure scolastiche e gli esordi artistici. Una serata all’insegna del divertimento e delle risate ma che non ha dimenticato la solidarietà. L’amministrazione comunale di Altomonte, in collaborazione con la comunità Regina Pacis e la Biblioteca nazionale di Spezzano Albanese, hanno ospitato un gruppo di ex detenuti accompagnati dai docenti e assistenti sociali della comunità. Il gruppo ha assistito allo spettacolo “Supershow” e  hanno incontrato, alla fine della performance, il comico Teo Teocoli.

La performance di Walter Carnì – così il MACA ha celebrato la “Giornata del Contemporaneo”

Acri (Cs) – Lo scorso 6 ottobre il MACA (Museo di Arte Contemporanea di Acri),
che per circa tre mesi ha ospitato la prestigiosa rassegna di pittura dal titolo “Richter, Dada fino all’ultimo respiro”, dedicata appunto al poliedrico artista, tra i massimi esponenti dell’avanguardia storica, ha celebrato – oltre al finissage della retrospettiva – la “Giornata del Contemporaneo”; e lo ha fatto in piena linea con lo spirito avanguardista custodito in questi giorni entro le sale del museo, con una performance dal vivo di un giovane artista calabrese.

Ad esibirsi, Walter Carnì, artista di origine reggina (Caulonia – Rc, ’79), giovane talento partecipante all’esposizione “Young at Art”, ospitata in questi giorni dal museo, insieme alle opere di Richter e finalista del premio Terna dedicato all’arte contemporanea.

“Le installazioni di Carnì trovano la loro origine nell’estrema attenzione che da sempre l’artista volge alla materia e alle sue infinite declinazioni. Dopo un iniziale approccio al gesso, al polistirolo e alla resina, indirizza successivamente la sua ricerca ai materiali di recupero, intesi non come opera in sé, ma come materia,appunto, capace anche di riscattare il lavoro manuale dell’artista”.

Il rapporto tra Stato/mafia/Chiesa cui Carnì sta dedicando un’intensa ricerca estetica è stato oggetto della performance in perfetto stile dada, cui lo stesso, assieme ad altri cinque performer, ha dato vita sotto gli occhi di un pubblico stupito e inevitabilmente rapito dall’esibizione.

Il Dada nasceva agli inizi del Novecento, come uno tra i più eversivi movimenti d’avanguardia, allo scopo di sovvertire le logiche tradizionali dell’arte stessa e dell’estetica, criticandone i canoni e i mezzi per giungere a una soluzione che “scuotesse” il senso critico del singolo stimolandolo alla libera e soggettiva interpretazione. Un’esaltazione dell’anticonvenzionale, che ora come oggi, ha il suo soggetto nella società.

La performance di Carnì, in perfetta linea con gli intenti appena descritti – ma lontana da facili anacronismi – ha rievocato quello che è delicato equilibrio e gioco di relazioni tra le tre “istituzioni” su cui oggi si regge la società italiana: lo Stato e la Chiesa, istituzioni canoniche e riconosciute, e la mafia che, seppur possa definirsi impropriamente un’istituzione a tutti gli effetti, per via della sua onnipresenza e pervasività, lo è in via informale.

Uno spago legato a un pezzo di legno a tracciare una circonferenza ideale – uno spazio chiuso entro il quale la performance potesse compiersi –, lungo la quale perfettamente allineati si posizionavano due piedistalli su cui erano esposte le due parti di un cranio di un cavallo tinto d’oro. Poi otto tuniche bianche, a evocare quelle usate dalle sette religiose (e non), accoppiate a otto corone di spine,intrecciate con l’asparago selvatico (nella tradizione popolare simulacro del dolore di Cristo); queste le componenti della performance, che ha preso vita nel momento in cui tra queste componenti si è insinuata la presenza degli artisti.

Indossate le tuniche e lambite le corone di spine, immobili e a piedi nudi, per qualche minuto i perfomer hanno intonato le orazioni ai santi, non a caso scelti tra i nomi che vengono invocati in occasione delle celebrazioni del battesimo “’ndranghetista”. «Santa Liberata – ora pro nobis», «San Pietro – ora pro nobis », «San Michele Arcangelo – ora pro nobis »… e così via fino al concludersi dell’esibizione in un fragoroso applauso che ha scosso i presenti dalla tensione emotiva da cui per qualche momento si erano lasciati rapire.

In questi casi, chiedere all’artista di dare un’interpretazione all’esibizione, oltre che essere inutile, è riduttivo, perché lo stesso, come è avvenuto nel caso di Carnì, è disposto a concedere giusto qualche nozione indicativa, invitando il fruitore alla libera interpretazione.

Compiendo una breve rassegna degli elementi utilizzati nella performance, salta subito all’occhio l’uso del cranio dell’animale, scomposto in due parti (mandibola superiore e inferiore), poste l’una di fronte all’altra. Questa ha voluto evocare la reliquia, da secoli prezioso (da qui si presume la ragione dell’uso dell’oro) oggetto di venerazione religiosa – che spinge alla personale riflessione sul misticismo insito nel culto religioso votato all’irragionevole fede, ma così legato al materialismo –; ma allo stesso tempo l’uso del cranio di un cavallo, che rimanda agli atti intimidatori di matrice mafiosa,che molto spesso in passato si sono scagliati contro gli animali domestici delle vittime.

L’oscillazione tra i sacro (la reliquia) e il profano (l’evocazione del cavallo decapitato), ritorna nell’invocazione ai santi, intonate dai performer cinti in ambigui abiti che evocavano al contempo pratiche al limite del lecito religioso. E infine la corona di spine, simbolo della passione di Cristo, ma qui anche evocazione della figura della regina – il potere istituzionale – : talvolta indossata, talvolta tenuta in mano con le braccia lungo i fianchi: corona che vuole essere citazione da uno dei film più celebri di Hans Richter, 8×8 (1957) – brillante gioco di variazioni sul tema degli scacchi – ove la regina uccide a colpi di arco e frecce proprio un cavallo.

Come accennato, la performance, si inquadra in un percorso di ricerca dell’artista, di cui fanno parte anche altre opere, tra cui ricordiamo: Ecce Homo, in concorso al premio “Terna” e 1920072012.

L’installazione di Carnì, fa parte delle sette opere vincitrici del premio Young at Art, indirizzato ai soli artisti Under 35 residenti e operanti nel territorio calabrese. A seguito di una prima mostra tenutasi tra i mesi di aprile e maggio all’interno delle sale del museo di Acri, le opere dei sette artisti vincitori – Walter Carnì (scultura, installazione, performance), Giuseppe Lo Schiavo (fotografia), Armando Sdao (pittura), Valentina Trifoglio (body-art, performance), Giuseppe Vecchio Barbieri (digital-art) e il duo {movimentomilc}, formato da Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio (video-arte) – hanno poi preso parte alla rassegna Aspettando la Biennale, presso il Collegio Sant’Adriano di San Demetrio Corone (Cs). Questo l’iter, per poi ritornare il 15 settembre al MACA e “arricchire” la retrospettiva su Richter prima della partenza prevista nel mese di novembre alla volta di Torino, dove verranno esposte in due differenti spazi espositivi, in concomitanza con l’importante fiera d’arte contemporanea Artissima.

Grande la soddisfazione per il progetto, l’installazione ospitata dal museo espressa da uno degli organizzatori della mostra “Young at Art”, Massimo Garofalo e da Silvio Vigliaturo, il celebre artista di cui il MACA porta il nome, entrambi presenti alla performance.

 

Giovanna M. Russo