Archivi tag: perna

Arresti per estorsione. In manette due uomini vicini al clan Perna

 

  

 

COSENZA – Nella prima mattinata odierna, al culmine di un’articolata indagine, la Squadra Mobile della Questura di Cosenza ha dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misura cautelare (arresti domiciliari) nr. 3864/17 R.G.N.R. – nr. 2904/17 R.G. G.I.P. – nr. 170/17 R.M.C. G.I.P. emessa in data 2 ottobre 2017 dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro dr. Antonio BATTAGLIA su richiesta di questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia (Sost. Proc. Dr. Camillo FALVO), a carico dei due soggetti  ritenuti responsabili dei delitti di cui agli artt. 81, 110, 56 e 629 comma 3 nr. 1 c.p. e 7 Legge 203/91. GIANNONE Salvatore, di anni 51, di Fuscaldo, commerciante; CHIANELLO Attilio, di anni 33, di San Lucido (CS), imprenditore edile. Più specificamente, le indagini hanno accertato che i due, in concorso tra loro, nel mese di giugno scorso, avevano minacciato, avvalendosi di modalità di tipo mafioso, un imprenditore edile della zona, al fine di costringerlo a pagare una somma di denaro a titolo estorsivo. In particolare, nel mese di giugno scorso il CHIANELLO, amministratore di fatto della società Eurocostruzioni srl, impresa a cui la vittima aveva subappaltato l’effettuazione di alcuni lavori edili riguardanti un appalto pubblico che lo stesso si era aggiudicato a Rende (CS), aveva cominciato a pretendere da questi il pagamento di un’ulteriore somma di 27.000 euro, asseritamente a titolo di saldo per i lavori effettuati, ma in realtà avente una sola finalità estorsiva. Al CHIANELLO ben presto si affiancava il GIANNONE, il quale, evocando l’appartenenza al gruppo criminale di riferimento (il clan PERNA di Cosenza) e avvalendosi della forza intimidatrice derivante dagli espliciti riferimenti all’interessamento alla vicenda del fratello, GIANNONE Giovanni, inteso u gaddrinaru, esponente di primo piano del citato clan, e delle conseguenze violente che la vittima e i suoi familiari avrebbero subito qualora egli non avesse ceduto alla richiesta estorsiva, interveniva nella vicenda minacciando pesantemente, con chiare modalità mafiose, il citato imprenditore affinchè ottemperasse subito alla corresponsione del denaro. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Cosenza e coordinate da questo Ufficio di Procura, che si sono avvalse di diversi presidi tecnici, hanno consentito di raccogliere gravi e determinanti elementi di colpevolezza a carico dei sopra notati soggetti nei cui confronti poi il G.I.P. ha emesso il citato provvedimento restrittivo.

Cosenza, scacco matto al clan Perna. Diciannove provvedimenti di fermo

carabinieri-3COSENZA – Diciannove provvedimenti di fermo emessi nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Perna sono stati eseguiti dai carabinieri di Cosenza nel corso di un’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Secondo l’accusa, il clan dei Perna sarebbe a capo di un ampio traffico di sostanze stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire l’area urbana cosentina e gli altri comuni ad essa limitrofi. Tra i fermati spicca il nome di Marco Perna, di 41 anni, figlio del capo della cosca Franco, attualmente detenuto in regime di 41 bis. Dalle indagini è emerso il ruolo di leader che era stato assunto nel gruppo criminale da Marco Perna, che aveva di fatto assunto la guida della cosca dopo l’arresto del padre e che poteva contare anche sulla disponibilità di un deposito di armi, scoperto dai militari dell’Arma. All’interno di tale deposito, ubicato a Cosenza nel quartiere di Serraspiga, erano custoditi, tra l’altro, anche due revolver di grosso calibro. Per imporre il loro potere sul territorio, gli uomini della cosca, secondo quanto riferito dai carabinieri, si avvalevano di modalità tipicamente mafiose, specificamente contestate nel provvedimento di cattura. Secondo quanto si è appreso, l’attività di monitoraggio e controllo dei principali indagati da parte dei carabinieri ha riguardato un periodo di circa un anno, a partire dal mese di settembre del 2014. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni e condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza in collaborazione con i militari della compagnia.