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Quando la passione diventa lavoro a tempo pieno

Annalisa, Simona, Susanna e Sissi

COSENZASe una laurea in economia, un lavoro in azienda, il trasferirsi in una diversa città piena di stimoli e nuove occasioni non bastano per sentirsi veramente soddisfatti e realizzati l’unica cosa che resta da fare è armarsi di coraggio e seguire la passione, quell’unica passione che ti appartiene a tal punto da definirti nella tua interezza.

Questo è quello che hanno fatto Annalisa Gallo, Simona Florio e Susanna Tosti tre giovani donne, tre colleghe ma soprattutto tre amiche che hanno fondato a Cosenza l’Associazione no profit risPETtiamoci, la prima dove si pratica la pet teraphy, conosciuta anche come terapia dolce, che fonda la sua efficacia terapeutica su una profonda interazione, sullo scambio di emozioni e affetto tra paziente e in questo caso specifico i cani.

Annalisa, Simona e Susanna svolgono ogni giorno un lavoro eccezionale perché danno forma a quel tipo di bellezza che viene fuori solo quando l’amore si unisce ad altro ma il vero fulcro dell’Associazione sono loro Waka, Sissi, Piero e Poldo, i cuccioli che quotidianamente senza mai stancarsi aiutano chi ne ha bisogno andando oltre le differenze senza giudicare, accolgono tutti senza riserva alcuna con quella dedizione e fedeltà che li rende unici.

In cosa consiste esattamente il vostro lavoro?

Simona Il nostro lavoro è un po’ speciale, i pet operator hanno sì un protocollo tecnico da seguire, ma lo strumento necessario affinché un nostro intervento sia davvero efficace è l’empatia. E non mi riferisco solo la nostra, ma anche e soprattutto quella dei nostri co-terapeuti a quattro zampe. Noi siamo i mediatori tra l’utente ed il cane, facciamo in modo, attraverso precise attività, che il loro rapporto diventi funzionale al raggiungimento di obiettivi precedentemente concordati con il medico e o con l’insegnante di sostegno.

E’ stato difficile portare una realtà come quella della pet therapy  in una città come Cosenza?

Annalisa All’inizio, con nostro grande stupore, abbiamo potuto riscontrare la grande disponibilità da parte delle istituzioni che ci hanno supportato in tutto, dandoci anche una sede comunale gratuita, permettendoci di dare avvio alla nostra attività. Per noi la battaglia che ci troviamo ad affrontare quotidianamente è la grande diffidenza e la titubanza, alcune volte anche la paura, con cui le persone vivono l’approccio con gli animali. Inoltre c’è da dire che ancora in Calabria la Pet Therapy è una realtà poco diffusa e poco conosciuta e quindi ancora il cammino da fare per far capire e conoscere i benefici di questa co-terapia è lungo.

Con quali mezzi riuscite a portare avanti la vostra attività?

Susanna Questa, forse, è la parte più problematica della nostra attività. La nostra associazione è no profit e come tale viene sostenuta attraverso contributi volontari e mezzi propri.

Vi va di raccontarci un caso emblematico in cui il vostro intervento è stato particolarmente utile?

Poldo e Waka

Annalisa Ricordo con particolare piacere l’esperienza con un bambino affetto da sindrome di Asperger con evidenti difficoltà motorie, all’inizio della terapia non riusciva a tenere nulla in mano, neanche ad impugnare una penna e alla fine siamo riuscite ad avere risultati eccezionali, il bambino riusciva a tenere dei piccoli oggetti in mano, riusciva prendere dei croccantini e a farli mangiare al cane e riusciva a portare a spasso il cane impugnando perfettamente il guinzaglio.

Simona RisPETtiamoci è stata la prima associazione di pet therapy a portare i propri cani nelle scuole del territorio e a sviluppare, di concerto con gli insegnanti di sostegno, progetti dedicati agli alunni diversamente abili. Uno di loro, bambino di 7 anni affetto dalla sindrome di Williams, ha sin da subito creato con Sissi, dolcissima cagnolina meticcia di 2 anni impiegata nella pet therapy da un 1 anno, un feeling speciale.  Il bambino già dopo qualche incontro ha aumentato le capacità attentive e di concentrazione, dapprima solo in presenza del cane e in seguito anche in classe. Ha migliorato la postura e, di conseguenza, la deambulazione. Questa esperienza è stata un ottimo esempio di come un bimbo attraverso lo stimolo e la motivazione giusti, rappresentati dal cane, riesca ad ottimizzare le proprie capacità e dunque a migliorare la qualità della vita.

Susanna Sono stati tanti i casi che ricordo con piacere per la buona riuscita, la pet therapy fa bene davvero a tutti . Ma ricordo un caso di un bambino autistico, con molti problemi di ansia e aggressività, nonché tanta paura nei confronti dei cani. Siamo riuscite ad avere grandi risultati giorno dopo giorno, il bambino inizialmente, in maniera assolutamente spontanea, si è avvicinato al cane facendolo diventare il suo migliore amico e il mezzo attraverso il quale riuscire a controllare le proprie emozioni. Le nostre sono esperienze difficili da raccontare, andrebbero vissute per capire di cosa parliamo effettivamente.

Nella vostra storia personale quanta importanza hanno avuto i cani?

Annalisa Un’importanza enorme, sono i nostri compagni di vita e di lavoro e grazie a loro riusciamo a sentirci complete e realizzate. Nello specifico il mio amico a quattro zampe è entrato nella mia vita in un momento di grande sconforto, confusione ed incertezza sul futuro e mi ha dato la motivazione e l’entusiasmo necessario per reinventarmi, avere la voglia di rimettermi in gioco e fare di una mia passione un vero e proprio lavoro.

Simona Le mie due dolcissime cagnoline sono le mie compagne. Proprio loro mi hanno permesso di intraprendere questo percorso. Sono cagnoline dolci, equilibrate e tranquille, non hanno paura delle sedie a rotelle, dei deambulatori e si avvicinano naturalmente a persone che non conoscono. In realtà la gran parte del lavoro di pet therapy è svolto proprio da Sissi e Waka: loro mettono il contenuto emozionale e istintivo, io sono solo uno strumento che valorizza queste loro naturali capacità.

Susanna Sono cresciuta sempre con la presenza di cani nel nucleo familiare. Non potrei mai pensare di vivere senza. Sono compagni di gioco, responsabilizzano, non giudicano difetti fisici o psichici e amano a prescindere, sono compagni di vita.

Poldo e Piero

Ci illustrate un esempio di un vostro intervento tipo?

Simona La pet therapy non ha un “intervento tipo” . Tutto dipende dalla tipologia di utente coinvolto nel progetto e dagli obiettivi che si vogliono conseguire. Le cose che non cambiano mai sono l’inizio e la fine del percorso di pet therapy. Ogni progetto inizia con la presentazione, anche solo visiva, dell’animale che, gradualmente, sarà introdotto nelle attività, è sempre l’utente che rivela la volontà di avvicinarsi fisicamente all’animale. Ogni progetto termina con abbracci, sorrisi e code scodinzolanti.

Secondo voi in che modo si può sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pet terapy in quanto oggettivo e reale intervento terapeutico? 

Annalisa Con continue  operazioni di informazione e sensibilizzazione, con eventi sociali, con i progetti nelle scuole e dandone maggiore risalto attraverso i mezzi di comunicazione.

Susanna Noi stiamo lavorando per sensibilizzare l’opinione pubblica mediante la diffusione di informazioni attraverso diversi canali informativi, giornali, tv, interventi nelle  scuole, convegni, corsi. Il nostro scopo è quello di far capire alle istituzioni l’importanza dell’attività ed informare le persone e le famiglie della tipologia di aiuto esterno di cui potrebbero avvalersi. A volte bastano cose semplici per migliorare la vita di tutti. All’estero e nelle altre regioni d’Italia questa co-terapia  è già ampiamente conosciuta all’interno di istituti sanitari e diverse sono le organizzazioni che la praticano. E’ giusto che Cosenza e la Calabria si allineino al resto d’Italia riconoscendo questo tipo di attività.

Per maggiori info http://rispettiamoci.altervista.org/home.html Pagina Fb  Rispettiamoci Cosenza

Gaia Santolla