Archivi tag: Petrolmafie

Inchiesta ‘Petrolmafie’, chiesto il processo per 85 persone

VIBO VALENTIA – La Dda di Catanzaro con il procuratore Nicola Gratteri ed i pm Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso, hanno avanzato 85 richieste di rinvio a giudizio per gli indagati dell’inchiesta “Petrol Mafie”, denominata anche “Rinascita Scott 2” o “Dedalo”. Il processo è stato chiesto anche per il presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano, che è anche sindaco di Stefanaconi, centro che confina con Vibo.

Solano è indagato per i reati di corruzione, scambio elettorale politico-mafioso e turbata libertà degli incanti con l’aggravante mafiosa. Secondo la Dda avrebbe stretto un accordo con il cugino Giuseppe D’Amico (in carcere con l’accusa di associazione mafiosa) sia per essere eletto nelle elezioni del 2018 (in una coalizione sostenuta da Forza Italia) con metodi intimidatori nei confronti degli elettori, sia per affidare alla ditta dello stesso D’Amico appalti per la bitumazione delle strade in maniera illecita e con materiale scadente. L’inchiesta fa anche luce sugli affari della ‘ndrangheta nel settore degli idrocarburi. L’udienza preliminare è stata fissata dal gup per il 4 ottobre prossimo e fra le richieste di rinvio a giudizio ci sono anche tre funzionari della Provincia di Vibo Valentia, imprenditori e boss dei clan Mancuso, Fiarè e Piscopisani.

“Petromalfie”, nuovo maxi-blitz alla ‘ndrangheta: eseguite 56 misure cautelari

CATANZARO – Il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinierie il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, hanno dato esecuzione, nella mattinata odierna, all’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro (D.ssa Valeria Isabella Valenzi), nei confronti di 56 indagati, dei quali 28 sottoposti alla custodia cautelare in carcere, 21 agli arresti domiciliari, 4 all’obbligo di dimora e 3 a misura interdittiva, su richiesta del Procuratore della Repubblica, dott. Nicola Gratteri, e dei Sostituti Procuratori dott. Andrea Mancuso, dott.ssa Annamaria Frustaci e dott. Antonio De Bernardo.

Il provvedimento cautelare è stato emesso nell’ambito della manovra di contrasto alla ‘ndrangheta unitaria, immediata prosecuzione della attività di indagine portata avanti nella operazione c.d. “Rinascita”, che ha portato, il giorno 8 aprile scorso, nell’ambito dell’operazione congiunta delle DDA di Roma, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro denominata “Petrol MafieSPA”, all’esecuzione di un Decreto di Fermo di indiziato di delitto emesso da questa Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 15 persone.

I responsabili sono indagati, a vario titolo, per associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle Accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (F.O.I.),contraffazione ed utilizzazione di Documenti di Accompagnamento Semplificati (DAS); delittiaggravati dall’essere stati commessi al fine di agevolare le associazioni ‘ndranghetistiche attive sul territorio calabrese.

Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro e portate avanti dai R.O.S. dei Carabinieri e dalla componente specialistica in materia di accise del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Catanzaro, chiudono il cerchio sulle attività illecite di interesse dell’associazione di stampo mafioso capeggiata dal clan “Mancuso” di Limbadi (VV), nell’ambito del remunerativo commercio fraudolento di prodotti petroliferi, colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio.

I beni già sottoposti a sequestro di urgenza, sequestrati nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, riconducibili a società di capitali e a ditte individuali operanti nel settore del commercio di carburanti e dei trasporti, a seguito di convalida, da parte del G.I.P., del provvedimento emesso d’urgenza dalla Procura della Repubblica, sono stati affidati agli Amministratori Giudiziari.