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Ospedale di Acri, Capalbo: «Realizzare 30 posti di terapia intensiva qui comporterebbe una minima spesa»

ACRI (CS) – Torna prepotentemente di attualità l’Ospedale cittadino di Acri. Già considerato da molti, in queste settimane concitate di emergenza sanitaria, quale possibile valido presidio sanitario per la lotta al coronavirus, a parlarne oggi è il sindaco di Acri Pino Capalbo che ha spiegato come, da quando é stata dichiarata l’emergenza sanitaria, si stia spendendo ininterrottamente affinché l’ospedale Beato Angelo venga inserito nella rete degli ospedali Covid o, in subordine, renderlo disponibile per decongestionare la struttura di Cosenza ospitando i pazienti ospedalizzati non Covid. 

«Mi sono rivolto – scrive Capalbo – alla Presidenza della Regione Calabria, al Presidente del Consiglio Conte, ai Ministri della Sanità, delle Finanze e degli Interni, a commissari e sub commissari coinvolgendo ALI, Deputati, Senatori e l’intero Consiglio del Comune di Acri nonché ai colleghi sindaci dei territori confinanti col nostro. Continuerò, continueremo. Realizzare 30 posti di terapia intensiva con la diagnostica che abbiamo qui ad Acri, comporterebbe una minima spesa.
Ben vengano i contributi di tutti. La sanità non ha colore politico».

 

Acri, sindaco Capalbo denuncia ritardi dalla Regione: «Non c’è solo l’emergenza sanitaria»

ACRI (CS) – «Ritardi da parte della Regione, nonostante i diversi solleciti nei mesi scorsi, nei trasferimenti regionali di parte corrente ed a destinazione vincolata. In particolare non risultano trasferiti ai comuni le risorse storicizzate per il percorso di stabilizzazione degli ex lavoratori Lsu/lpu». E’ quanto afferma il sindaco di Acri Pino Capalbo.
«Solo per Acri – prosegue il Primo cittadino – mancherebbero circa 150 mila euro, che metterebbero a rischio le retribuzioni dei lavoratori, spesso in nuclei familiari mono reddito. Inoltre, risultano non accreditati i contributi regionali in conto di mutui in corso di ammortamento (per i quali la Regione garantisce una percentuale di copertura del costo annuale di ammortamento), per Acri si parla di circa 700 mila euro».

«Così si costringono i comuni a ricorrere ad ulteriori indebitamenti in termini di anticipazioni di cassa».

«Tali ritardi – si legge nel post pubblicato su Facebook di Capalbo – vanificano gli sforzi fatti dalle amministrazioni comunali per risanare i propri bilanci e creano ingiustificati ritardi nei pagamenti, con conseguenti aggravi di costi per interessi sia verso i fornitori e sia verso l’istituto di tesoreria». Infine: «Noi sindaci siamo sempre più soli nell’affrontare quello che in Calabria si può definire uno stato di perenne emergenza».

Bitume elettorale, Pino Capalbo risponde alle accuse

ACRI (CS) – A ridosso della manifestazione indetta per questo pomeriggio per protestare contro la “speculazione” – come l’ha dapprima definitiva il promotore Maurizio Feraudo invitando tutti i cittadini di ogni idea e partiro a partecipare – il candidato a sindaco Pino Capalbo, rispedisce le accuse al mittente.

«Era il 23 gennaio, Tenuta era ancora sindaco di Acri ed io annunciavo su Acrinrete la fine del contenzioso e la ripresa dei lavori sulla 660», scrive sui propri social il candidato in quota PD. «Da allora, i lavori sono ripresi incessantemente fino alla bitumazione di questi giorni. Chi oggi strumentalizza questa vicenda mentendo e sperando di ricavarne qualche consenso è semplicemente risibile… ». Eloquente la chiusura della nota: «Finirete asfaltati dalle vostre bugie».

A pochi giorni dal voto amministrativo dell’11 giugno, la campagna elettorale nel grosso centro di Acri è sempre più elettrica.