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Presunto omicidio Vangeli, fermato uomo vicino alla ‘ndrangheta

VIBO VALENTIA – I carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno fermato Antonio Prostamo, di 30 anni, ritenuto uno dei responsabili dell’omicidio di Francesco Domenico Vangeli avvenuto a ottobre scorso.

Le indagini condotte dai militari del Nucleo operativo e radiomobile hanno portato all’esecuzione del provvedimento nei confronti di Antonio Prostamo, di 30 anni, nipote del presunto boss Nazzareno Prostamo in carcere per una condanna all’ergastolo.

Il delitto, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe da collegare al fatto che la vittima avrebbe avuto una relazione sentimentale con l’ex di Vangeli quando i due si erano lasciati.
Francesco Domenico Vangeli era scomparso lo scorso 10 ottobre da Filandari il comune del Vibonese dove risiedeva e la sua auto era stata trovata bruciata nei pressi dello svincolo di Mileto dell’A2 Autostrada del Mediterraneo. Malgrado le ricerche il corpo di Vangeli non è ancora stato trovato.

Fonte e foto Ansa

Padre e figlio scomparsi a Pasqua, forse uccisi. Tre fermi

CROTONE – Due persone sono state fermate dai carabinieri ed una terza è ricercata, in esecuzione di un provvedimento della Procura di Crotone, in relazione all’omicidio degli allevatori Rosario e Salvatore Manfreda, di 68 e 35 anni, padre e figlio, scomparsi a Petilia Policastro dal giorno di Pasqua.

Si tratta di Salvatore Emanuel Buonvicino, di 20 anni, e Pietro Lavigna (50). Ricercato Pasquale Buonvicino (52), padre di Salvatore Emanuel, che si trova all’estero. Il movente sarebbe da ricercare in dissidi per problemi di confine.

Padre e figlio, secondo l’ipotesi dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Crotone e della Compagnia di Petilia Policastro, sarebbero stati uccisi a colpi di fucile. I cadaveri non sono stati ancora trovati. L’uso delle armi viene ipotizzato per il ritrovamento, nelle vicinanze dell’azienda agricola dei Manfreda, di residui di colpi di fucile. I tre sono accusati di omicidio, occultamento di cadavere e porto e detenzione illegale di arma.

Fonte e foto Ansa

Eseguita l’autopsia sul docente universitario originario di Rossano e morto a Tunisi

CATANZARO – Eseguita l’autopsia sul corpo del docente universitario originario di Rossano, Massimo Bevacqua, 42 anni, deceduto la notte tra martedì e mercoledì scorso all’interno dell’appartamento che occupava nel villaggio sul mare nei pressi di Tunisi. L’ipotesi degli investigatori è che il docente sia stato ucciso. L’esame autoptico, iniziato a mezzogiorno, è durato oltre quattro ore. Riserbo strettissimo da parte degli inquirenti tunisini in merito all’esito: i medici legali non avrebbero riferito nulla sull’autopsia al fratello della vittima, Cataldo, che si trova in Tunisia, e aveva richiesto anche che all’autopsia  potesse assistere un perito di parte  in rappresentanza della famiglia. Cataldo non avrebbe avuto il permesso da parte delle autorità tunisine né di vedere il fratello, né di entrare nell’abitazione per recuperare i suoi effetti personali.