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Cosenza: addio a Giovanni Marletta, il giudice che pronunciò la sentenza del Borsellino bis

 

COSENZA – Giovanni Marletta, un vero galantuomo della giustizia. Magistrato d’altri tempi che inizia la sua carriera a Rossano nel 1960, come sostituto procuratore della repubblica. E qui che conosce Francesca Mattioli sua futura sposa e dalla loro unione nasce Lucia Angela Marletta, giudice del tribunale di Cosenza. Con Francesca Mattioli scomparsa nel 2020, donna moderna e aperta con una grande passione per la loro città d’adozione, la città di Piazza Armerina, ne ha condiviso un lungo percorso di vita. Da Rossano si trasferisce nella città di Piazza Armerina dove inizia la sua carriera come pretore e inizia ad esercitare nella sua comunità un percorso di giustizia giusta e dove ancora oggi lo ricordano come un giudice gentiluomo, mai sopra le righe e grande cultore di arte, letteratura, poesia e pittura. Ha dedicato anche la sua attività come governatore del Lions nel mezzogiorno.

Nella sua lunga carriera di 50 anni di magistratura ha ricoperto l’incarico di Procuratore della Repubblica di Enna, Presidente della Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, Direttore del Massimario della commissione tributaria regionale siciliana, Procuratore Generale della Corte D’appello di Reggio Calabria e Procuratore Generale Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione. Nella sua funzione di Procuratore della Repubblica di Enna, nella sua instancabile lotta alla mafia siciliana la sua abitazione fu presidiata per lungo tempo dalle forze armate, dopo che alcuni mafiosi avevano progettato un attentato nei suoi confronti. Molti lo ricorderanno nelle trasmissioni nazionali quando pronuncio la sentenza del Borsellino Bis, l’omicidio del giudice ragazzino Livatino e e il processo contro Michele Greco detto u’ Papa, tanto per citare lo svolgimento di alcuni suoi importanti processi. Giovanni Antonino Marletta, una vita spesa per la giustizia giusta. I funerali avranno luogo Martedi 10 Gennaio 2023 alle ore 11,00 presso la Parrocchia di San Giovanni Battista In Via De Rada Cosenza.

Servizio Civile, 491 posti disponibili nel CSV Cosenza: ecco come presentare domanda

COSENZA – C’è tempo fino alle ore 14 di venerdì 10 febbraio 2023 per presentare domanda di partecipazione al bando per la selezione di operatori volontari di servizio civile. Il CSV Cosenza con il programma “Restanti” mette a disposizione, in totale, 491 posti.

I progetti di Restanti sono: Frogger (ambiente) con 33 posti; Tetris (disabilità) con 125 posti; Wonder boy (giovani) con 28 posti; Pac Man (povertà) con 128 posti; Super Mario (sanità) con 72 posti e Donkey Kong (protezione civile) con 63 posti, quest’ultimo realizzato in co-progettazione con il CSV della Basilicata. Di Restanti fa parte anche il progetto Just listen – Caritas Calabria che mette a disposizione 42 posti con la Caritas.

Per partecipare al bando è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 28 anni, essere cittadini italiani o possedere un regolare permesso di soggiorno. Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale un contratto che fissa l’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio in 444 euro.

In allegato trovate il comunicato stampa e due foto (la prima riguarda un gioco fatto con gli operatori volontari durante la formazione generale; la seconda riguarda un momento di incontro alla Città dei Ragazzi di Cosenza).

Unical, al Prof. Franco Rubino il Premio Nazionale Bonifacio VIII

COSENZA – Il Professore Franco Ernesto Rubino, ordinario di economia aziendale del dipartimento di scienze aziendali e giuridiche dell’Università della Calabria, ha ricevuto il Premio Nazionale Bonifacio VIII (XX edizione). Il riconoscimento, consegnato ad Anagni, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2022/2023 – si legge in una nota – «nato in occasione del settimo centenario dello ‘schiaffo’ e della morte del pontefice Benedetto Cajetani, (1303-2003), è un evento dedicato a Papa Bonifacio, che, con la creazione del primo giubileo della storia della cristianità, ha consegnato all’umanità un’importante occasione di riflessione spirituale e di perdono».

La cerimonia di consegna del riconoscimento, attribuito quest’anno al prof. Rubino, si è svolta alla presenza del rettore, prof. Sante De Angelis e del vescovo Monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, presso la sala della Ragione del Comune di Anagni. Erano presenti anche i membri del Senato Accademico, il presidente, Monsignor Ernico dal Covolo, vescovo e assessore del Pontificio comitato di scienze storiche della Santa Sede, e i membri del comitato scientifico. «Il conferimento del nostro massimo riconoscimento accademico – si legge nelle motivazioni del conferimento – riconosce l’impegno profuso e il fattivo contributo culturale e sociale per la realizzazione degli ideali e degli scopi e per i valori richiamati dalle finalità perseguite dall’Accademia Bonifaciana». A fare gli onori di casa il sindaco di Anagni Avv. Daniele Natalia e il consigliere provinciale Riccardo Ambrosetti. Ospiti ed insigniti tra gli altri (nella sessione internazionale) il Vice Presidente del Senato della Repubblica Maurizio Gasparri, Maria Fernanda Silva, Ambasciatore d’Argentina presso la Santa Sede; il senatore Massimiliano Romeo capogruppo della Lega al Senato e membro della commissione beni culturali e pubblica istruzione; il generale di Divisione Gaetano Lunardo, Capo del I reparto Stato Maggiore Esercito; il generale di Brigata Giovanni Brafa Musicoro comandante della brigata Granatieri di Sardegna e di strade sicure Lazio Abruzzo; la scuola militare Nunziatella di Napoli in occasione del 235 anno di fondazione; il professor Alberto Auricchio fondatore di Telethon e il professor Agustín Hernández, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum.

Rende, Rinaldo: “I templi civili e i templi religiosi non sono luoghi di affari e protagonismo”

RENDE (CS) – “Lo Stato e la Religione hanno in comune l’obiettivo di eliminare la disuguaglianza e dunque condividono alcuni  valori fondamentali tra i quali il servizio e la filantropia, a discapito dell’affarismo e del protagonismo”. A dirlo in una nota Carlo Rinaldo, portavoce di del Comitato Cittadini Comunità in partecipazione diretta. 

“E’ proprio l’imprescindibile separazione tra società e culto esplicata dalla laicità, la non confessionalità dello Stato, a permettere invero a tutte le componenti della società di lavorare insieme al servizio di tutti e della comunità nazionale: non è un luogo di scontro, è realmente l’ambito per un dialogo costruttivo, nello spirito dei valori di libertà, di uguaglianza e di fraternità. Le sedi istituzionali e quelle di culto vanno affidate nella loro amministrazione a persone pervase da principi solidaristici affinché le problematiche della Società possano essere calmierate e si possa condurre una vita quanto più all’insegna della pari dignità per ciascun essere umano.              

Questa fase storica è di estrema secolarizzazione, in cui si registra l’allarme del soggetto, che si intende come primo attore, esclusivamente impegnato a realizzare i propri interessi e desideri con atteggiamenti sempre più esibizionistici. È una Società senza un panorama comune, senza l’ambizione della solidarietà e della comprensione dell’altro in vista di un bene collettivo: individualismo indifferente ed edonismo che entrano dunque prepotentemente anche nei “templi” civili ed in quelli religiosi pervadendone la gestione. Auspichiamo e invitiamo gli amministratori dell’uno e dell’altro a rivalutare la differenza proprio nella qualità delle relazioni, a favore di tutti, la possibilità di relazioni gratuite, forti e durature, improntando strutture di governo ispirate a corresponsabilità, rapporti di autorità vissuti come servizio e concessione di spazio all’altro. Dando tutti più peso alla ricerca di percorsi in cui l’uguaglianza dei diritti e della dignità delle persone, l’uguaglianza economica, l’uguaglianza di tutti i cittadini, siano al centro delle nostre azioni quotidiane, a qualunque etnia o rango apparteniamo”.