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SOVERATO, Progetto fusione in vista

Si lavora nell’hinterland calcistico catanzarese per dare vita ad un Comprensorio nato dalla fusione delle principali società dilettantistiche della zona. Nei giorni scorsi, l’idea era stata lanciata dalla Soverato Virtus, presente all’incontro fra le delegazioni delle squadre coinvolte con il presidente Mario Cannistrà e il dirigente Alberto Schiavone. Attorno al tavolo si sono ritrovati quindi le società del Badolato (con il presidente Menniti e il dirigente Audino), del Cardinale (con il dirigente Iezzi), del Chiaravalle (con Corapi, Maellare e Taverna), la neonata società della Gagliato Virtus (con Greco), del Gasperina (Sità, Conforto e altri dirigenti), del Montepaone (Rattà, Sanso e altri collaboratori), del Petrizzi (con il presidente Mirarchi e alcuni collaboratori) dello Stalettì (Lio e Zangara). Assente giustificata, per ragioni di lavoro, la società del Real Montepaone che ha comunque fatto sapere di essere interessata al progetto. Assente, invece, per una propria scelta, la società del Davoli.

L’obiettivo è quindi quello di dare vita a un’organizzazione calcistica unica che racchiuda diverse società del comprensorio. Ora si sta cercando di adoperare gli strumenti adatti per verificarne la fattibilità e raggiungerlo: un primo passo è stato compiuto martedì scorso, quando i dirigenti di diverse società sportive del territorio si sono incontrati per la prima volta e hanno discusso di questa ipotesi che, oltre a far affrontare meglio il periodo di crisi economica, potrebbe anche portare alla nascita di un’importante realtà sportiva.

I lavori si sono svolti in un clima propositivo ed entusiasta, nonostante le varie società non avessero mai dialogato tra loro per costruire qualcosa assieme: si è cominciato con un’analisi del territorio in tutte le sue caratteristiche, dalla geografia dei luoghi all’economia, dall’aspetto sociale a quello sportivo.

Sul tappeto è stata messa l’ipotesi di creare un’organizzazione unitaria sotto il profilo societario, attraverso la quale mettere in rete le diverse realtà locali con le rispettive peculiarità: nel concreto, la società unica andrebbe a occuparsi della prima squadra e dell’attività regionale di maggiore valenza, utilizzando e valorizzando le risorse e le strutture disponibili su un territorio che spazia dal mare alla montagna.

Si tratta di una sfida ambiziosa e complessa ma, pur cercando di salvaguardare la propria identità, tutti si sono detti disponibili ad approfondire il discorso per andare oltre i “campanili”. In questa settimana, infatti, ogni società riunirà il proprio direttivo al quale sarà illustrato il progetto per trarne le dovute determinazioni.

Lunedì prossimo si tireranno le somme e, trattandosi di un’operazione che riguarda molte realtà territoriali, già nelle prossime ore sarà lanciato un sondaggio sul web al fine di raccogliere le impressioni della pubblica opinione sull’iniziativa e anche per trovare una possibile denominazione alla società unica, qualora l’operazione andasse in porto.