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Fatti di musica, stasera a Reggio Calabria Francesca Michielin

REGGIO CALABRIA – Continua il successo di Fatti di Musica 2021, lo storico Festival-Premio del Miglior Live d’Autore ideato e diretto da Ruggero Pegna, l’oscar del live che da 35 anni presenta e premia alcuni dei migliori live d’autore con il Riccio d’Argento dell’orafo calabrese Gerardo Sacco.

IN PIAZZA CASTELLO DI REGGIO CALABRIA ARRIVA FRANCESCA MICHIELIN CON LA SUA BAND

Dopo i successi dei live di Barreca (Premio Migliore Nuova Proposta), Remo Anzovino (Premio Musica e Cinema), Giovanni Allevi (Premio per il Successo Internazionale), Valerio Lundini (Premio Personaggio Televisivo dell’Anno), Aka7even (Premio Rivelazione), Subsonica (Premio Migliori Band Italiane)Aiello (Miglior Album di Musica d’Autore dell’anno),  questa è la sera di Francesca Michielin con la sua band, per l’unico concerto in Calabria del suo live  “Fuori dagli spazi” nella splendida Piazza del Castello Aragonese di Reggio. 

La ventiseienne cantante e compositrice di Bassano del Grappa, che riceverà il Riccio d’Argento della sezione riservata alle “Migliori Cantanti Italiane”, eseguirà tutti i suoi successi, a cominciare da “Chiamami per nome” presentato insieme a Fedez all’ultimo Sanremo. Sono numerosi i duetti e le collaborazioni con altri big della musica italiana, dai Maneskin ai Coma Cose, da Fabri Fibra a Samuel dei Subsonica, con cui ha inciso “Cinema”, una delle hit del 2021.

I biglietti per il concerto di questa sera (inizio ore 21.45), sono in vendita nel circuito Ticketone. La biglietteria del Castello aprirà alle ore 18.30, mentre l’ingresso è previsto dalle ore 20.00.

“Fatti di Musica, con il suo format unico e originale di oscar del live d’autore, è da 35 anni la storia dei grandi live nazionali e internazionali in Calabria, con numeri record di pubblico ed eventi veri. I luoghi scelti per questa edizione del festival, nel rispetto della tradizione che vuole come location alcuni dei posti più belli e accoglienti, dal Teatro dei Ruderi di Cirella con vista mozzafiato sul Tirreno, all’Arena dello Stretto di Reggio con la Sicilia sullo sfondo, fino allo spettacolare scenario del Castello Aragonese – ha sottolineato Pegna – sono sempre lo spettacolo nello spettacolo, vere cartoline e spot del patrimonio paesaggistico e culturale della regione. Un grazie speciale al numeroso pubblico sempre composto e festoso. C’era voglia di rivivere le emozioni dei grandi live e gli eventi proposti, tra i più attuali e attesi, hanno intercettato in particolare le preferenze del pubblico più giovane, stupendo tutti per l’incredibile successo!”.

A DICEMBRE IL KOLOSSAL “LA DIVINA COMMEDIA”

Per Fatti di Musica, l’oscar del live d’autore che si fregia del Patrocinio di Assomusica e della prestigiosa media partnership di Rai Radio Tutta Italiana, un’altra grande edizione che si concluderà dal 2 al 4 dicembre al Palacalafiore di Reggio Calabria con tre matinèe per le scuole e tre serali dell’ Opera Musical La Divina Commedia di Marco Frisina, regia di Andrea Ortis, per omaggiare l’ Anno Dantesco 2021.

Gli eventi reggini di Fatti di Musica fanno parte anche del programma dell’ Estate Reggina 2021 e sono realizzati con il contributo e la collaborazione del Comune di Reggio e della Città Metropolitana. Per informazioni tel. 0968441888, www.ruggeropegna.itwww.ticketone.it e varie pagine social, mail info@ruggeropegna.it.

 

 

Travolta mentre attraversava la strada, identificato motociclista senza patente

REGGIO CALABRIA – La Polizia locale di Reggio Calabria ha identificato il conducente del motociclo che nella tarda serata del 20 Agosto scorso ha investito sul lungomare Falcomatà una donna e non si è fermato per ha prestare soccorso. La Polizia locale, sin da subito sulle tracce del responsabile, stava esaminando i filmati dell’impianto di videosorveglianza cittadina e valutando le dichiarazioni dei testi.

Ieri pomeriggio, anche previa segnalazione di un’altra forza di polizia, il responsabile è stato invitato al Comando dove, accompagnato dal difensore di fiducia, ha fornito la propria versione dei fatti, ammettendo sostanzialmente le responsabilità del sinistro. Reggino, maggiorenne da un giorno, il giovane guidava lo scooter di un amico senza aver mai conseguito la patente. Oltre alle numerose sanzioni amministrative contestate conseguenti alle violazioni previste dal codice della strada, il giovane sarà denunciato all’autorità giudiziaria per mancato arresto dopo incidente con feriti ed omissione di soccorso.

 

‘Ndrangheta, blitz ‘Mercato libero’: i nomi degli arrestati

REGGIO CALABRIA – Questa mattina, a Reggio Calabria, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria coadiuvati dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione denominata Mercato Libero, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione GIP – nei confronti dei seguenti indagati:

  • FRASCATI Emilio Angelo, cl. 1969, ritenuto responsabile del reato di associazione mafiosa;
  • TOMASELLI Gaetano, cl. 1978, ritenuto responsabile del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso;

Sono stati, invece, destinatari di ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari:

  • FRASCATI Demetrio, cl. 1974, ritenuto responsabile del reato di trasferimento fraudolento di valori;
  • FRASCATI Paolo, cl. 1981, ritenuto responsabile del reato di trasferimento fraudolento di valori;

Inoltre, tutti soci della cooperativa EFFE MOTORS sono stati destinatari di misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche e imprese, per la durata di mesi 6, in ordine al delitto di trasferimento fraudolento di valori. 

  • TEMI Antonia, cl. 1970
  • MUSARELLA Saverio, cl.1960
  • NICOLO’ Caterina, cl. 1974
  • COCCHIARALE Elvira Caterina, cl.1970
  • ROMEO Emilio Angelo, cl.1965

È stato altresì disposto il sequestro preventivo delle quote e dell’intero compendio aziendale della società cooperativa EFFE MOTORS, concessionaria autorizzata per i marchi Honda e Mazda con sede in Reggio Calabria.

 

É stato disposto, inoltre, su proposta della Guardia di Finanza di Reggio Calabria il sequestro preventivo finalizzato alla confisca c.d. allargata, di un immobile a sei piani fuori terra ed un piano interrato sino in località Fondo Schiavone del comune di Reggio Calabria, oltre all’autovettura intestata alla moglie di uno degli indagati.

 

L’attività, diretta dal Sostituto Procuratore DDA Sara Amerio, ha consentito ai Carabinieri del Nucleo Investigativo cittadino di sviluppare le iniziali indagini relative ad un tentativo di estorsione perpetrata il 2 agosto 2017 in danno della impresa PA.E.CO. s.r.l., azienda lucana impegnata nella realizzazione dell’opera pubblica avente ad oggetto la riqualificazione del quartiere Ravagnese, collegamento viario sulle golene del torrente Sant’Agata, tra la Superstrada Jonica e la zona sud di Reggio Calabria. Tale appalto è stato aggiudicato dalla società PAECO S.r.l. in data 23.11.2015 per un importo complessivo pari ad euro 3.240.006,59, oltre Iva. In seguito alla predetta richiesta estorsiva è stata avviata l’attività d’indagine che ha consentito, soprattutto attraverso l’individuazione fotografica di uno degli operai presenti durante l’azione estorsiva, di pervenire all’identificazione di uno dei responsabili in Gaetano TOMASELLI, soggetto organico alla cosca di ‘ndrangheta dei LIBRI, come già emerso nell’ambito del procedimento  c.d. “Teorema – Roccaforte”, che aveva già disvelato il modus operandi di alcune pregresse richieste estorsive poste in essere dallo stesso TOMASELLI in danno di commercianti locali. 

Al fine di individuare ulteriori correi all’azione estorsiva, nel mese di agosto 2017, è stato avviato un monitoraggio investigativo nei confronti degli operai presenti in cantiere, riponendo particolare attenzione sul responsabile di cantiere, il quale aveva denunciato la notitia criminis alle Forze dell’Ordine solo tre giorni dopo la richiesta estorsiva, giustificando tale ritardo con la necessità per il direttore tecnico e procuratore speciale della PA.E.CO. S.r.l. di confrontarsi con il proprio legale di fiducia. Tuttavia, le risultanze investigative consentivano di appurare come il reale motivo dell’indugio andasse ricercato nel tentativo da parte dei rappresentanti dell’impresa PAECO S.r.l. di interessare esponenti, o comunque, soggetti vicini alla criminalità organizzata reggina, per far fronte alla richiesta estorsiva mediante “aggiustamenti interni”, tipici degli ambienti mafiosi.

 

Nello specifico, le emergenze investigative hanno evidenziato come i gestori dell’impresa PAECO S.r.l., attraverso il responsabile di cantiere, abbiano investito della questione Emilio Angelo FRASCATI, individuandolo quale referente di zona della ndrangheta cui affidarsi per intercedere con i vertici della cosca LIBRI per risolvere la questione estorsiva.

Seguendo tale direttrice, le investigazioni si sono concentrate sulla figura di Emilio Angelo FRASCATI, al fine di delineare la sua partecipazione all’articolazione di ndrangheta dei LIBRI, prendendo in esame sia le risultanze tecniche circa il suo intervento, nella veste di intermediario, nella suddetta vicenda estorsiva, sia analizzando il contributo dichiarativo proveniente da molteplici collaboratori di giustizia. Il suddetto Emilio Angelo FRASCATI è figlio di Antonino FRASCATI, condannato in via definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso, quale partecipe della cosca LIBRI, consorteria che detiene l’egemonia criminale ove insisteva il cantiere della PA.E.CO. S.r.l.

 

Nel corso delle indagini finalizzate a delineare le dinamiche sottese alla citata richiesta estorsiva, è stata avviata un’attività di video osservazione sulle opere di cantiere svolte dalla PAECO S.r.l.

Tali attività hanno consentito di svelare plurime violazioni di natura ambientale poste in essere dai vertici della società PAECO nell’interesse ed a vantaggio della medesima, con la collusione dell’Ufficio della Direzione dei Lavori. Nello specifico, si appurava che, nel corso delle operazioni di movimento terra, scavo e demolizione, la società aveva gestito abusivamente un ingente quantitativo di rifiuti speciali pericolosi e non, già presenti sull’area di cantiere, tra cui anche materiale contenente amianto frantumato. Il prodotto ricavato, invece di essere selezionato e/o smaltito secondo quanto previsto dalle norme ambientali, è stato in realtà miscelato con terra e rocce da scavo e poi riutilizzato per riempire avvallamenti e terrapieni

Gli indagati, pur di ampliare i propri profitti, piuttosto che procedere all’immediata sospensione dei lavori, segnalando quanto accertato agli organi competenti, continuavano, con la complicità dei suddetti responsabili comunali, nell’attività di movimento terra, sbancamento e riempimento su quasi tutta l’area di cantiere, perfettamente consapevoli del grave danno che avrebbero arrecato all’ambiente ed incuranti dei siti di amianto ivi presenti.

 

Il cantiere in argomento è stato successivamente posto in sequestro dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Reggio Calabria che, a seguito di un accesso al sito, ha riscontrato la presenza in loco di rifiuti pericolosi, tra i quali – appunto – l’amianto frantumato. Gli accertamenti compiuti sul cantiere in occasione del sequestro hanno inoltre consentito di evidenziare numerose violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, che sono state contestate all’impresa aggiudicatrice.

 

Tale gestione illecita di rifiuti ha trovato peraltro riscontro nelle attività di sondaggio compiute dal consulente tecnico incaricato dall’Autorità Giudiziaria, a compiere studi approfonditi sull’area di cantiere circa la presenza dei rifiuti pericolosi e non pericolosi.

Orbene, gli esiti della consulenza hanno evidenziato come l’area interessata dalla realizzazione delle golene del Torrente Sant’Agata costituisse una vera e propria discarica. Tale dato tuttavia era noto sin dalla progettazione dell’opera, posto che la condizione e lo stato in cui versava l’intera area del torrente erano già noti dal novembre 2007, allorquando il sito in questione era stato inserito nel piano delle bonifiche della Regione Calabria.  

Ad oggi, la suddetta area non è stata ancora bonificata.

 

Nello stesso solco di indagine confluiscono inoltre gli esiti di indagine svolti sul conto di Demetrio e Paolo FRASCATI, fratelli del suddetto Emilio Angelo, in ordine al reato di trasferimento fraudolento di valori, volto a mascherare la titolarità di un noto concessionario di autovetture da tempo attivo in Reggio Calabria, che in realtà è a loro perfettamente riconducibile.

Nello specifico, è stato ricostruito come i fratelli FRASCATI, da sempre attivi nel commercio degli autoveicoli, a seguito dei provvedimenti giudiziari che hanno portato nel tempo al sequestro ed alla successiva confisca dei beni da loro acquisiti illecitamente, tra cui la concessionaria di autovetture FRAUTO s.r.l., abbiano messo in atto una manovra elusiva finalizzata a mascherare i loro capitali aziendali nel timore di subire ulteriori provvedimenti in tema di misure di prevenzione patrimoniale.

Le indagini, infatti, hanno acclarato come la Società Cooperativa EFFE MOTORS (concessionario di autovetture) sia stata fittiziamente intestata ai soci della stessa, già dipendenti della FRAUTO S.r.l., quest’ultima riconducibile a Demetrio e Caterina FRASCATI, in quanto sottoposta in sequestro in data 25.02.1997, a cagione dagli esiti del procedimento c.d. “Olimpia”, e poi sottoposta in confisca irrevocabile.

Il meccanismo fraudolento attuato dagli indagati è stato volto a garantire ai fratelli FRASCATI la continuità nella gestione della FRAUTO S.r.l., in seguito al sequestro e successiva confisca di cui sopra. Per tale scopo, gli ex dipendenti della FRAUTO S.r.l., con il contributo agevolatore di Elvira COCCHIARALE ed Emilio Angelo ROMEO, cugini e collaboratori fidati dei fratelli FRASCATI, hanno costituito la cooperativa EFFE MOTORS, tramite la quale chiedevano ed ottenevano dall’Agenzia del Demanio la concessione a titolo gratuito del patrimonio aziendale della FRAUTO S.r.l., avvalendosi della normativa allora in vigore, volta a tutelare i livelli occupazionali delle aziende soggette a confisca. Sono state esaminate le fasi che hanno portato alla nascita, sequestro e confisca della FRAUTO S.r.l., ed alla conseguente formazione della società cooperativa EFFE MOTORS che oggi gestisce il patrimonio in ragione di una concessione a titolo gratuito da parte del Demanio dello Stato.

Dal compendio delle risultanze investigative è emerso una continuità tra la FRAUTO e la EFFE MOTORS, con una perfetta sovrapposizione di ruoli e competenze che i FRASCATI hanno mantenuto invariati nel tempo, anche e soprattutto grazie alla fattiva collaborazione dei loro storici dipendenti che “formalmente” amministravano, per giunta gratuitamente, il patrimonio che lo Stato ha dapprima sequestrato e successivamente confiscato ai FRASCATI, poiché riconosciuto ufficialmente quale provento di attività delittuosa.

É emerso, in sostanza, dall’attività di indagine come l’attività di rivendita auto venisse gestita interamente da Paolo e Demetrio FRASCATI, laddove i soci, anche quelli inseriti formalmente ai vertici dell’organigramma dell’ente (quali presidente e consiglieri di amministrazione) erano ai predetti subordinati, eseguendo le direttive da questi ultimi impartite ed a loro tenuti a rendere conto per tutto ciò che concerne il rapporto lavorativo alle dipendenti della società.  

Il quadro indiziario sottoposto alla valutazione del GIP è costituito da copioso materiale intercettivo ed attività di osservazione che hanno fatto ritenere la gestione diretta della società cooperativa EFFE MOTORS da parte dei fratelli Demetrio e Paolo FRASCATI, consentendo di ricostruire in dettaglio il reato di trasferimento fraudolento di valori realizzato, appunto, dai FRASCATI attraverso la creazione della EFFE MOTORS.

Sono stati, inoltre, espletati accertamenti finalizzati alla ricostruzione dell’iter procedurale che ha portato all’affitto a titolo gratuito dei beni della ex FRAUTO alla cooperativa EFFE MOTORS. Dalla disamina della documentazione acquisita è stato possibile rilevare che nell’iter amministrativo in parola vi sono state, in più occasioni, lacune procedurali, evidentemente dovute a superficialità dei funzionari/dirigenti che nel tempo si sono succeduti, oltre che evidenti difetti di comunicazione tra le varie amministrazioni interessate.

 

Le investigazioni si sono incentrare anche sugli accertamenti di natura patrimoniale, svolti dalla Compagnia di Reggio Calabria della Guardia di Finanza, a carico dei FRASCATI, i cui esiti hanno evidenziato significativi elementi sperequativi che hanno contraddistinto le condotte “anomale” di Elvira COCCHIARALE e del cugino Demetrio FRASCATI, le cui entrate lecite e note all’Erario confrontate con il costo della vita media annuale, hanno fatto emergere gravi incompatibilità rispetto ai loro beni posseduti ed ai risparmi accumulati.

 

L’attività nel suo complesso ha consentito di porre sotto sequestro beni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.

 

Ad esito dell’attività di esecuzione entrambi gli arrestati, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Associazione mafiosa, narcotraffico, e tentati omicidi: 19 arresti

REGGIO CALABRIA – I carabinieri di Reggio Calabria questa mattina all’alba hanno arrestato 19 persone, 15 finite in carcere e 4 ai domiciliari a Scilla, Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte e nelle Province di Messina, Milano, Roma e Terni. L’operazione arriva a conclusione di mirate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia – nell’ambito dell’operazione denominata “Lampetra”. Le 19 persone coinvolte sono ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata alla produzione e al traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi e tentato omicidio.

 

L’attività investigativa è partita nel 2019 per concludersi nei primi mesi del 2021 e ha consentito di accertare la radicata e attuale operatività della cosca Nasone – Gaietti, struttura mafiosa pienamente organica alla ‘ndrangheta unitaria ed operante nel territorio di Scilla e nelle aree limitrofe.

Narcotraffico e sodalizio

Le indagini, basate su intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, hanno offerto uno spaccato chiaro sulla propensione del sodalizio nel settore del narcotraffico, attraverso un’autonoma capacità produttiva di marjuana e consolidati canali approvvigionativi per la cocaina nelle aree urbane di Scilla, Bagnara e Villa San Giovanni, grazie al ruolo svolto dall’indagato Carmelo Cimarosa. Inoltre aveva nella disponibilità armi, tra cui un kalashnikov di fabbricazione russa, per la commissione di gravi delitti sul territorio, tra i quali un agguato ai danni di un cittadino, organizzato al solo fine di dimostrare l’egemonia criminale della cosca sul territorio e la cacciata dalla Calabria di un pusher, reo di aver ritardato il pagamento dello stupefacente.

 

Controllo criminale aScilla e Bagnara

Il sodalizio era capace di controllare alcuni settori particolarmente delicati dell’economia scillese: basti pensare all’interesse dimostrato per le assegnazioni delle concessioni degli stabilimenti balneari. Tutte fasi criminali controllate dalla figura di Angelo Carina, di cui si è delineato il sicuro rango apicale.

 

 

Tragico incidente stradale, ferito un bimbo di 4 anni

REGGIO CALABRIA – Era a bordo della sua auto con il figlioletto di 4 anni quando, per motivi ancora in corso d’accertamento ha perso il controllo impattando violentemente contro un muro. E’ accaduto in via Padova a Reggio, stanotte intorno alle 3:50. Soccorsi entrambi sono stati ricoverati in prognosi riservata al Grande Ospedale Metropolitano per le gravi lesioni.

‘Ndrangheta, incendiano un negozio per intimorire il proprietario: due arresti

REGGIO CALABRIA – Questa mattina i Carabinieri di Reggio Calabria hanno arrestato due persone con l’accusa di tentata estorsione, danneggiamento mediante incendio, porto di arma in luogo pubblico. L’episodio al centro dell’indagine coordinata dalla Dda reggina è legato all’incendio di un esercizio pubblico allo scopo di “ammorbidire” un esercente che non voleva accettare la proposta di acquisto recapitata da un esponente della ‘ndrangheta del capoluogo.

Dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti sul luogo dell’incendio si vede chiaramente un  soggetto arrivare in scooter davanti l’esercizio commerciale il quale, sceso dal mezzo, appicca il foto alla saracinesca del negozio della vittima per poi dileguarsi.

L’operazione e i sequestri

L’operazione ribattezzata “La fabbrica dei cornetti” ha portato all’arresto di Antonio Morabito, reggino di 40 anni e Riccardo D’Anna, 28 anni, nato a Siracusa. Morabito è ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso ed entrambi di tentata estorsione, danneggiamento mediante incendio, detenzione e porto in luogo pubblico di arma da sparo in concorso ed aggravati dall’agevolazione mafiosa. Morabito inoltre, secondo gli inquirenti, avrebbe un ruolo centrale nella ‘ndrangheta dell’area meridionale di Reggio Calabria.

Quanto acquisito nel corso delle indagini, oltre a fornire una dimostrazione del pieno inserimento degli indagati nelle dinamiche mafiose locali, costituisce importante elemento di riscontro alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Le risultanze investigative hanno permesso di documentare come Morabito, con l’ausilio di D’Anna, aveva inizialmente tentato di estorcere – attraverso l’invio di messaggi diretti al proprietario di un tabaccaio di Ravagnese – il consenso alla cessione della sua attività, e di fronte alle resistenze di quest’ultimo, aveva poi dato mandato al D’Anna affinché venisse appiccato il fuoco alla saracinesca dell’esercizio commerciale.

E’ stato inoltre accertato come Antonio Morabito, in ragione del suo stabile inserimento all’interno della ‘ndrangheta, fosse perfettamente in grado di procurarsi clandestinamente armi da sparo tanto da mettere a disposizione una di queste ad un soggetto non identificato mediante la collaborazione del sodale Riccardo D’Anna. L’ indagine ha anche portato al sequestro di due imprese operanti nel settore della produzione e vendita di prodotti dolciari e della panificazione a Reggio per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. I due soggetti sono stati portati nel carcere di Reggio Calabria.

Buoni spesa Covid senza averne diritto, scoperti e sanzionati in 13

REGGIO CALABRIA – Autocertificazioni false per percepire indebitamente il “bonus spesa Covid-19” erogato dal Comune di residenza per famiglia in stato di bisogno e maggiormente colpite dagli effetti economici derivanti dalla pandemia. Tredici persone sono state scoperte e sanzionate dalla Guardia di finanza del comando provincia di Reggio Calabria tra i comuni di Condofuri e San Lorenzo. Le verifiche dei finanzieri hanno riguardato circa 100 nuclei familiari nei due Comuni del basso Jonio reggino che, sulla base delle autocertificazioni presentate dai richiedenti, hanno elargito complessivamente oltre 70 mila euro di “buoni spesa Covid”. In 13 casi è emerso che uno o più componenti dei nuclei familiari controllati, avevano ricevuto il sussidio, anche per cospicui importi, a fronte di rapporti d’impiego regolari.

Altri avevano percepito il reddito di cittadinanza, l’indennità di disoccupazione o altri contributi non compatibili con il “buono spesa Covid”. Altri richiedenti ancora avevano alterato il proprio stato di famiglia indicando soggetti fittizi o non residenti per incrementare la somma da percepire. Da qui le sanzioni amministrative per indebita percezione di erogazioni pubbliche e la segnalazione dei trasgressori ai Comuni di residenza che adesso potranno avviare il recupero delle somme indebitamente percepite. Lo scorso novembre le fiamme gialle avevano accertato l’indebita percezione del “buono spesa covid” da parte di 91 nuclei familiari di Africo. Con quelli accertati dalla compagnia di Melito Porto Salvo nei Comuni di Condofuri e San Lorenzo, l’erogazione illegittima del contributo ammonta a 24mila e 800 euroSoldi incassati da 104 soggetti a danno dello Stato.

Scuola Estiva di Astronomia del Planetario di Reggio omaggia Dante Alighieri nei 700 anni dalla morte

REGGIO CALABRIA – La Scuola estiva di Astronomia del Planetarium Pythagoras della Città Metropolitana di Reggio Calabria, residenziale e nazionale, riparte dal 26 al 31 luglio nei borghi di Stilo e Riace. Il Ministero, giorno 28 aprile 2021, ha pubblicato la XXVI edizione della Scuola, il programma e la modalità di partecipazione possono essere visionati collegandosi al seguente link

https://www.miur.gov.it/web/guest/-/xxvi-scuola-estiva-di-astronomia-sulle-orme-di-dante-un-percorso-didattico-di-astronomia-astrofisica-cosmologia-26-al-31-luglio-2021-

La Scuola è inserita sulla piattaforma S.O.F.I.A.

La Società Astronomica Italiana, il Ministero dell’Istruzione, Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione, nell’ambito del Protocollo d’Intesa MI/SAIt, in sinergia con la Città Metropolitana di Reggio Calabria ed in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, anche per il 2021, daranno vita al percorso di formazione per docenti in Astronomia e in Astrofisica, con l’obiettivo di evidenziare il nesso tra lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ed il contesto storico e filosofico in cui tale sviluppo si colloca.

Ci credono la Società Astronomica Italiana e la Città Metropolitana di Reggio Calabria impegnate da molti anni su questo versante, con l’attuazione di percorsi didattici a contenuto storico-scientifico, per l’inserimento della scienza in un contesto interdisciplinare.

Nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, l’itinerario didattico della scuola sarà quello di sviluppare i temi tra scienza e letteratura. Il sommo Poeta, infatti, è stato, certamente tra i primi a utilizzare la “scienza” come motore trainante della sua narrazione e la Divina Commedia è l’esempio più lampante che non esistono barriere tra i diversi ambiti culturali.

“In ciascuna scienza la scrittura è stella piena di luce (dal Convivio). Sulle Orme di Dante un percorso didattico di Astronomia, Astrofisica, Cosmologia” è, dunque, il titolo dell’edizione 2021 della Scuola.

Dante è uomo del suo tempo, ne condivide i valori e il modo di pensare ma è, anche, uomo di scienza.

In un’epoca in cui il patrimonio della fisica aristotelica si mescola con la teologia, la filosofia, l’astrologia e l’alchimia, attraverso la lettura in chiave scientifica della Divina Commedia si può evidenziare che scienza e letteratura non sono mondi contrapposti, bensì entità che interagiscono dinamicamente e sono strettamente collegati alle personalità e ai periodi storici in cui questi operano. Dante non è solo figura colta che si adagia sulle conoscenze di Aristotele e Tolomeo, ma le fa proprie e le interiorizza dimostrando di essere un fine conoscitore dei fenomeni naturali. Oggi la nostra conoscenza del cosmo e della natura è immensamente più vasta e dettagliata di quella dantesca, ma studi recenti dimostrano che la scienza intesa come razionalità osservazione dei fenomeni naturali trova i presupposti decisivi per il suo sorgere in senso moderno proprio nel Medioevo.

La scuola intende da un lato proporre la dimensione scientifica della Divina Commedia e dall’altro evidenziare i presupposti che sono alla base del metodo scientifico. Il fondamento dell’indagine scientifica è lo stupore e la meraviglia, chissà Dante, con le sue capacità speculative con la “meraviglia” e senso del mistero che pervadono la sua opera, dove sarebbe arrivato se fosse vissuto nel ventunesimo secolo.

 

 

Operazione “Dioniso”: disarticolata estesa filiera di produzione di droga

REGGIO CALABRIA – Nelle province di Reggio Calabria, Chieti e Milano, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia e dei Comandi Arma competenti per territorio, nelle prime ore di oggi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 7 persone (di cui 5 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 all’obbligo di presentazione alla P.G.) ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di coltivazione, detenzione, vendita e acquisto di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

I NOMI

I destinatari della misura cautelare, quasi tutti già gravati da precedenti di polizia, anche specifici, e originari della Provincia di Reggio Calabria, sono: Fabio Bono, 42enne di Taurianova; Giuseppe Sicari, 33enne di Taurianova; Giuseppe Bianco, 40enne di Africo; Bruno Criaco, 65enne di Africo; Angelo Ferraro, 49enne di Palizzi, sottoposto all’obbligo di presentazione alla P.G.; Fabio Messina, 31enne di Brancaleone, sottoposto agli arresti domiciliari;  Bruno Stelitano, 70enne di Africo.

L’odierna operazione, denominata “Dioniso”, giunge all’esito di una articolata attività investigativa condotta dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, P.M. Davide Lucisano, tra il gennaio 2019 e il maggio 2020 e supportata da ampie attività di intercettazione telefonica e ambientale, videoregistrazioni, servizi di osservazione e pedinamento, nonché altre metodologie d’indagine tradizionali. La genesi dell’attività è rappresentata da un corposo sequestro di circa 118 kg di marijuana divisa in numerosi sacchi, rinvenuta nel gennaio 2019 in una abitazione della frazione Amato di Taurianova e nella disponibilità di Antonino Sorrenti, 31 anni, arrestato allora in flagranza di reato dai Carabinieri della Stazione di San Martino di Taurianova. La grande quantità dello stupefacente rinvenuto, nonché la tipologia di imballaggio, ha fatto fin da subito ipotizzare ai Carabinieri che la partita di droga fosse solo una di un più esteso contesto delinquenziale di produzione e smercio di sostanza stupefacente, con la necessaria complicità di altri soggetti. L’avvio delle attività ha infatti permesso in breve tempo di appurare come il carico sequestrato fosse commissionato e gestito anche dallo zio dell’arrestato (nel frattempo deceduto), e destinato, principalmente, all’odierno arrestato Giuseppe Bianco, di Africo.

La complessiva indagine ha però permesso di far luce sull’esistenza di un più ampio gruppo criminale, composto da soggetti gran parte pregiudicati operanti nella Provincia di Reggio Calabria, dedito alla produzione, detenzione e commercio di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, con principale base in un capannone industriale a Rizziconi, di proprietà di Giuseppe Sorrenti, che ha rappresentato un importante luogo di incontro e di accordi illeciti del gruppo. Gli indagati hanno utilizzato anche terreni in disuso nella Piana di Gioia Tauro per la coltivazione di estese piantagioni di marijuana, una delle quali è stata rinvenuta e sequestrata dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova in una zona rurale di Cittanova nel luglio 2019, quando furono arrestati in flagranza quattro giovani taurianovesi.

 

In definitiva, le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno consentito di disarticolare, nelle diverse fasi, una vera e propria filiera di produzione, coltivazione, lavorazione e commercio di marijuana e cocaina, con l’immissione nel mercato illegale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, con conseguenti lauti illeciti profitti per il gruppo criminale.

 

‘Ndrangheta, ex sottosegretario ed ex parlamentare Ue indagati nel processo ‘Gotha’

REGGIO CALABRIA – L’ex sottosegretario Giuseppe Valentino e l’ex parlamentare europeo Umberto Pirilli sono indagati per reato connesso nel maxi-processo “Gotha”, in corso davanti al Tribunale di Reggio Calabria, che vede alla sbarra quello che i pm della Dda reggina hanno definito il “direttorio” della ‘Ndrangheta, la componente “riservata” delle cosche in grado di influenzare anche pezzi delle istituzioni.

Secondo quanto riporta Ansa, lo ha rivelato in aula il sostituto procuratore della Dda Sara Amerio nel corso dell’udienza di oggi in cui ha chiesto alla presidente del Tribunale Silvia Capone che Valentino e Pirilli vengano sentiti, venerdì prossimo, ai sensi dell’articolo 210 del codice di procedura penale.

In sostanza i due politici – per i quali non sono state specificate le accuse – per molti anni militanti in Alleanza Nazionale, devono essere interrogati con l’assistenza di un avvocato. I loro nomi sono stati fatti in aula nelle precedenti udienze.

L’ex sottosegretario Valentino è stato chiamato in causa dal collaboratore di giustizia Seby Vecchio che ha riferito di una riunione tenuta a Roma tra il 2006 e il 2007 quando all’ex sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti, prima di essere ricandidato al Comune, sarebbe stato fatto capire che doveva garantire non solo la cosca De Stefano ma anche la cosca Condello. Pirilli, invece, è stato citato in un’intervista depositata agli atti del processo collegata alle dichiarazioni spontanee dell’avvocato Paolo Romeo. Quest’ultimo, ex parlamentare del Psdi, ha raccontato che a chiedergli di ospitare a Reggio nel 1979 l’allora latitante Franco Freda sarebbe stato l’amministratore di una tipografia di Villa San Giovanni. Quell’amministratore, stando all’intervista dell’ex senatore Renato Meduri, sarebbe stato proprio Pirilli.

Quest’ultimo episodio, però, essendo avvenuto 42 anni fa, è ormai prescritto per cui evidentemente la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sta indagando su altri aspetti relativi all’ex parlamentare europeo ed ex presidente della Provincia.