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Riforma Renzi: La scuola pubblica si privatizza.Continuano le proteste

Flashmob degli insegnanti in sciopero contro la riforma della scuolaIl 7 luglio 2015 siamo andati a Roma, nonostante i 37° gradi di temperatura bollente, per dire No alla votazione definitiva alla Camera della Riforma della Scuola, così da una nota di questa mattina diramata dagli “Insegnanti Calabresi”. Erano presenti delegazioni di docenti provenienti da tutta Italia e tutti i sindacati confederali e di base. Sul palco i Cobas hanno aperto la manifestazione. Questa Riforma della Scuola è incivile antidemocratica e anticostituzionale perché lede i diritti di tutti: docenti studenti e famiglie. Questa Riforma precarizza i docenti di ruolo perché l’incarico di servizio dura 3 anni, rinnovabile o meno.  L’albo regionale costringe i docenti a peregrinare in giro per la Calabria, penalizzando così la sia la resa professionale che la continuità didattica, da sempre condsiderata un elemento fondamentale per una buona riuscita dell’attività didattica stessa. Si decontrattualizza il rapporto di lavoro quindi cambia lo stato giuridico del docente. Si privatizza la Scuola che dovrà sopravvivere grazie alla carità di sponsor privati. Gli studenti pagheranno rette esose.  La Scuola diventerà un diplomificio. Il sostegno sarà smantellato con le deleghe in bianco contenute all’articolo 22.  Solo gli studenti benestanti si potranno istruire. Sparisce il fondo d’istituto. Spariscono gli organi collegiali a causa dell’articolo 22.I Presidi, nella scelta dei docenti, saranno pesantemente condizionati dalle liste dei capibastone di zona, lobbies e partiti. A parità di stipendio le ore frontali di servizio saranno aumentate con la banca delle ore. Con la Governance la competenza sull’Istruzione viene delegata alle Regioni che sono già pesantemente in difficoltà per i pagamenti di tutti gli altri lavoratori.

Lamezia terme (Cz): continuano le proteste degli insegnanti

Flashmob degli insegnanti in sciopero contro la riforma della scuolaQuest’anno gli studenti lametini hanno disertato le prove invalsi, aderendo così al boicottaggio nazionale lanciato da Unione degli studenti e Studaut-No Invalsi. Riuscito al 100% nelle scuole superiori di Lamezia Terme e in tantissime città d’Italia. Anche se al corteo studentesco organizzato dai rappresentanti di tutti gli istituti superiori di Lamezia Terme, c’erano pochi studenti e pochissimi docenti, il dato realmente interessante e straordinario è stata la massiccia adesione al boicottaggio dei famigerati test. Infatti le classi oggi erano tutte vuote.Hanno aderito alla protesta il liceo classico, il magistrale, l’istituto tecnico industriale, il geometra, il professionale, l’Istituto agrario e lo scientifico, praticamente tutte le scuole superiori della città.Nonostante la minaccia di qualche dirigente scolastico di adottare provvedimenti futuri, che risulterebbero peraltro inopportuni e antidemocratici, è prevalso il senso di ribellione ad un sistema di valutazione, estraneo alla programmazione didattica delle scuole. Un criterio peraltro in fase di abbandono dal resto dell’Europa.Infatti i test invalsi, costosissimi , seguono una logica estranea alla Scuola, quella dei quiz a crocette, ma i docenti sanno benissimo che non esiste una valutazione senza programmazione. Dopo il boicottaggio avvenuto in alcune scuole elementari di Lamezia da parte dei genitori che non hanno portato i figli a scuola si percepisce quindi in maniera sempre più ampia quanto questo criterio di valutazione degli alunni e delle scuole sia privo di senso e di scientificità. Lo sciopero per il personale della scuola era stato indetto dal sindacato dei Cobas, proprio in continuità con quelli precedenti, in particolare quello del 5 maggio che ha visto un’ampia adesione anche in città. Uno stato di agitazione contro la Riforma della Scuola Renzi che fa seguito a diverse iniziative svoltesi in Citttà, un primo flashmob alla vigilia dello sciopero del 24 aprile ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, sulle scale dello scolastico. Poi Lunedi 4 maggio un secondo flashmob a cui hanno partecipato circa 200 tra docenti, studenti e solidali organizzato dai docenti autoconvocati. Il giorno successivo Martedi 5 invece nelle scuole cittadine ha scioperato oltre l’80% del personale. Le percentuali: liceo Campanella 85%, liceo scientifico 95%, liceo classico 30 %. Adesioni altissime anche all’Ipsia e all’Einaudi. E non finisce qui, visto che i sindacati si apprestano a lanciare lo sciopero degli scrutini.Contestualmente, 2 giorni fa, è stata lanciata una campagna di dissenso contro il Pd che si è espressa con la proclamazione di non voto sulla pagina facebook di Matteo Renzi e Davide faraone. Questo flash mob virtuale ha avuto enorme successo su face book e twitter. Parola d’ordine “Non  voto più il Pf,perché indignato dal DDI Scuola”  ossia il partito di governo responsabile del disegno di legge in discussione alle camere che ha visto proprio qualche giorno fa il passaggio nella commissione cultura della camera, con un Pd che si ritiene “soddisfatto” di questo primo risultato.