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Romanzo antirazzismo “Il cacciatore di meduse” tra i libri più letti nelle scuole

COSENZA – La struggente storia de  “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna (Falco Editore), “romanzo antirazzismo” come lo definisce lo stesso editore, divenuto un testo di riferimento per molti docenti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e, più in generale, su razzismo e rispetto di ogni tipo di diversità, è uno dei libri contemporanei più letti nelle scuole negli ultimi anni.

Per soddisfare, infatti, la richiesta di molti Istituti, Falco Editore ha dovuto provvedere ad una nuova ristampa. 

Nel 2017, “Il cacciatore di meduse” è stato inserito tra i libri consigliati dalla World Social Agenda della Fondazione Fontana di Padova a studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado sul tema “Migranti e Diritto al futuro”.

“Questo romanzo – afferma l’autore – è nato dal desiderio di raccontare gli stati d’animo, i sogni, le sofferenze, le difficoltà e i tanti rischi di chi lascia l’Africa con la speranza di una vita migliore! Mi sono immedisimato in un bambino migrante e ho raccontato la sua storia, ovviamente romanzata. E’ lui, con i suoi occhi e i suoi sentimenti, a portarci nel viaggio dalla sua Somalia a Lampedusa e poi a farci vivere,  attraverso innumerevoli avventure e un finale a sorpresa, le difficoltà dell’integrazione, la voglia di una vita normale, la capacità di superare ogni diffidenza e barriera attraverso l’umanità e l’amore.”

La commovente storia di Tajil, bambino somalo sbarcato a Lampedusa con la sua mamma e un Pinocchio di legno, e dei suoi amici miseri e immigrati di tutto il mondo, presentata con successo alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, colpisce per la straordinaria capacità di fare entrare i lettori nella storia, quasi fossero migranti in viaggio col protagonista. L’intensità della narrazione è arricchita dall’incanto delle ambientazioni: dal magico scenario della costa siciliana, ad altri luoghi molti belli del nostro Paese, come Le Castella in Calabria o alcune vie di Roma, fino a qualche capitolo nel suggestivo centro storico di Praga. Descrizioni incantevoli della natura, a cominciare da quella africana lasciata alle spalle, fanno da sfondo all’originalissimo racconto. Dopo il viaggio, prima nel deserto poi nel Mediterraneo, da Zuara in Libia a Lampedusa, il romanzo tocca molti luoghi della Sicilia, da Linosa a San Vito e poi in Calabria, dove Tajil rimane incantanto dal Castello Aragonese di Le Castella, “tenuto a galla da milioni di meduse”

Il tema scottante dell’immigrazione è toccato dall’altro punto di vista, con gli occhi di Tajil, che diventerà scrittore della sua stessa storia, e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

“Il cacciatore di meduse”, secondo il giudizio di criticie  docenti, è un romanzo imperdibile, pieno di magia, poesia e umanità, intriso di ironia e, allo stesso tempo, commovente. In un momento storico segnato da episodi d’intolleranza e di odio, “Il cacciatore di meduse” parla di sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Con le sue principesse del mare, delicate ed eteree, ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e di ogni diversità, la ricchezza della contaminazione tra diverse culture. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo Presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale. Il dramma dei migranti diventa una grande storia d’amore.

Nel suo primo temino in italiano Tajil scrive:  «La Terra è di tutti, diceva mio nonno e, per questo, sto bene anche qui, in mezzo a gente con la pelle diversa dalla mia… Penso che il nonno avesse ragione quando diceva che la bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore. ». Tra le onde, Tajil anela alla terraferma con in testa un guazzabuglio di desideri, speranze, sogni.

“Ognuno ha un motivo per scappare e mille altri per sperare”, scrive Ruggero Pegna che, dopo “Miracolo d’amore”, storia della “sua” leucemia (Rubbettino, 2005) e numerose altre pubblicazioni, decide di addentrarsi in un mondo affascinante e misterioso che si perde talora nelle derive del razzismo, del concetto errato di emigrazione, di tolleranza e solidarietà, di speranza. “Il cacciatore di meduse” si presenta come un autentico romanzo di formazione. Numerosi i riconoscimenti ottenuti. Primo classificato tra i romanzi al “Premio Antonio Proviero” di Trenta, al “Premio Core.re. Cultura” del Rende Book Festival, al “Premio Antonietta Roncone” di Grottole di Matera,  menzione d’onore al “Premio Michelangelo Buonarroti”, premiato tra i finalisti al Premio Internazionale “Il sigillo di Dante” della “Dante Alighieri” di La Spezia e al Premio Nazionale Città di Grosseto “Amori Sui Generis” anche per la copertina, il romanzo è già stato anche tradotto in braille per vedenti e ipovedenti dall’Uici di Vibo Valentia.

 

Presentazione del romanzo “Uomini” di Maria Teresa Cipri

COSENZA – Sabato 2 marzo 2019 alle ore 17,30, nella sala capitolare del Chiostro di San Domenico, con il Patrocinio del Comune di Cosenza, verrà presentato, in anteprima nazionale, il romanzo di Maria Teresa Cipri dal titolo “Uomini” per i tipi della Graus Edizioni di Napoli.

Saranno presenti all’evento per i saluti istituzionali: il Sindaco Mario Occhiuto e l’assessore alla cultura e Vicesindaco, on. Jole Santelli; il Presidente del Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica, Nicodemo Vitetta e il Presidente del Club per l’Unesco di Cosenza, Enrico Marchianò. Parteciperanno l’editore Pietro Graus e la prof.ssa Palma Comandè, nipote del compianto scrittore Saverio Strati, la quale dialogherà con l’autrice.

Maria Teresa Cipri, scrittrice romana di origini calabresi, dopo il successo di Guerra d’amore – Alter Ego Edizioni – che, tra l’altro, si è aggiudicato ben tre premi letterari in Calabria a Rende, Sellia e Castiglione Cosentino, nonché una segnalazione al Premio Tropea del 2016, torna nella sua amata terra con un testo originale e per certi versi stravagante dedicato a figure di uomini, di ieri e di oggi che, per motivi diversi, hanno fatto parte del suo vissuto.

In questa narrazione, un fiume di storie, cultura, sapienza ed emozioni si fondono in un catalogo che racconta la vita, le curiosità e l’aspetto più spudoratamente umano dei protagonisti: Adamo, il principio; il padre, primo vero amore di ogni figlia; Michelangelo Buonarroti, artista senza tempo; Hans Christian Andersen, geniale e stravagante favolista; Alarico, leggendario condottiero al quale la città di Cosenza ha legato per l’eternità il suo nome; Marcello, libraio un po’ speciale; e ancora Rinaldo, Diabolik, “uomini dopo uomini…” le cui vicende s’intrecciano con quelle della scrittrice, creando una dolce alchimia dei sensi. Uomini di Maria Teresa Cipri è un dire schietto, intrigante, ironico, evocativo e delicato che accarezza e lascia una traccia profonda, una storia in cammino che ci percorre dentro, fino in fondo.

 

 

Ehi un attimo, il primo romanzo della giovane penna di Vanessa Scigliano

ROSSANO (CS) – “Ehi, un attimo” è il primo romanzo di Vanessa Scigliano, targato Ferrari Editore. Un esordio fresco e eccellente per una scrittrice 16enne al debutto, ancora studentessa liceale. Un astro nascente che convince nella scena editoriale calabrese.

Mercoledì 22 agosto, a partire dalle ore 21, negli storici locali della Caffetteria 45 di Calopezzati, si svolgerà la presentazione del romanzo che, dopo i saluti del sindaco Franco Cesare Mangone, insieme all’autrice, vedrà gli interventi del parroco don Nicola Alessio e dello scrittore Natale Vulcano. A moderare sarà il giornalista Gino Campana.

IL LIBRO

Esiste un momento, un’increspatura nel vortice del tempo, dello spazio e dell’anima da cui potranno dipendere possibilità, soluzioni o coincidenze della nostra vita, capaci di cambiare tutto: una scelta, una rinuncia, uno sbandamento, una parola, l’impatto emozionale di un sì o di un no. Il teen-romanzo d’esordio di Vanessa Scigliano indaga quell’indispensabile leggerezza in cui, animati da un irresistibile richiamo, cediamo alla tentazione di afferrare l’attimo. L’autrice racconta le quotidiane inquietudini, aspettative e tensioni che caratterizzano il mondo di mezzo dei giovanissimi, tratteggiando il ritratto dell’ultima generazione e del suo presente.

L’AUTRICE

Vanessa Scigliano nasce in provincia di Foggia nel 2003 ma vive in Calabria, dove studia al Liceo delle Scienze umane “San Pio X” di Corigliano-Rossano. Ama leggere, stare a contatto con la gente e sorridere alla vita. “Ehi, un attimo” è la sua prima fatica letteraria, nonostante abbia già scritto una raccolta di poesie.

“Non mi posso lamentare”, in uscita il primo romanzo di Davide Imbrogno

COSENZA – Sta per uscire in libreria il primo romanzo di Davide Imbrogno “Non mi posso lamentare”, regista e direttore creativo e copywriter della Imbrogno comunicazione, società da lui fondata nata sul solco di Studio Imbrogno che fu una delle primissime agenzie del settore in Calabria negli anni Ottanta.

“Non mi posso lamentare”, edito da Coessenza, verrà presentato lunedì 25 giugno, alle ore 20.30 e con ingresso gratuito, al Castello Svevo di Cosenza. A condurre la serata sarà la giornalista Raffaella Salamina. Partecipano alla prima presentazione di “Non posso lamentarmi” i giornalisti Iole Perito, Claudio Dionesalvi, Francesco Cangemi e Attilio Sabato che racconteranno il libro insieme a Davide Imbrogno insieme agli attori Paolo Mauro, Ernesto Orrico, Giovanni Turco e i musicisti Aldo D’Orrico, Daniele Moraca, Tony Perri e i Klab live band con la voce di Sonia Tiano.

AMORI, DIPENDENZE, TRA IL SERIO E IL FACETO

“Non mi posso lamentare” è un lungo viaggio nel mondo di un uomo, fatto di amori, slanci, dipendenze e maestri. Una storia grottesca e divertente, cinica e dura. Fra le pagine del diario e le figure di Bitro, scopriamo Boris Mussari, le sue ambiguità, le sue prospettive e il suo spirito capace di affermare, fra un gin tonic e un sigaro, «non mi posso lamentare». «Boris Mussari – è scritto sulla pagina Wikipedia dedicata all’artista – è considerato, a detta di molti, uno dei più grandi artisti viventi. La sua arte è influenzata dalle concezioni filosofiche della scuola tedesca del novecento, dalla pop art e dal suprematismo. Le sue opere sono un misto di pittura, scultura e fotografia».Ma chi è sul serio Boris Mussari? Chi può dire di conoscerlo davvero? E perché ha deciso di ritornare a Bitro, il luogo della sua infanzia?

DAVIDE IMBROGNO, copywriter e videomaker freelance e da oggi romanziere

Davide Imbrogno è nato a Cosenza nel 1987 ed è cresciuto a San Benedetto Ullano, paese di origine arbëreshë in Calabria. Pubblicitario, sceneggiatore, regista e scrittore, dopo aver conseguito la laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali, lavora come copywriter e videomaker freelance in Italia e all’estero. Ha scritto e co-diretto spot pubblicitari, videoclip musicali, andati in onda sulle principali reti nazionali, e cortometraggi (tra i quali “L’attesa” del 2013 con Dario Brunori, “L’imbarcadero” del 2014 con Tony Sperandeo e Hugo Race). Nel 2014 ritorna in Calabria e fonda l’agenzia pubblicitaria Imbrogno Comunicazione della quale ne è attualmente il direttore creativo. “Non mi posso lamentare” è il suo primo romanzo.

Presentazione del romanzo “La favola del piccolo Cisse”, di Franco Corbelli

Il piccolo ivoriano(il bambino sbarcato da solo al porto di Corigliano), dopo oltre due mesi di colloqui, consegnato, pochi giorni fa, al suo papà. Dopodomani(giovedì) alla Provincia di Cosenza la presentazione del libro “La favola del piccolo Cisse”.

Corbelli: «Il romanzo è un evento destinato a restare nella storia».

Sarà presentato dopodomani, giovedì, alle ore 11, nel Salone degli Specchi della Provincia di Cosenza, “La favola del piccolo Cisse”, il libro scritto da Franco Corbelli, che sarà distribuito gratuitamente, in abbinamento ad un volume della casa editrice Rubbettino. La presentazione avviene pochi giorni dopo che il bambino è stato consegnato al suo papà.

«Il libro è un evento destinato a restare nella storia.»

«E’ un romanzo – continua – di 200 pagine, ricco di foto, che racconta la favola del bambino ivoriano, sbarcato da solo al porto di Corigliano il 15 luglio, alla ricerca del suo papà che (forse) si trovava in Francia e che grazie alla straordinaria mobilitazione promossa da Diritti Civili, in collaborazione con altri soggetti istituzionali e una Ong, Save The Children, è stato rintracciato e, su richiesta del Tribunale dei Minori di Catanzaro, fatto arrivare in Calabria, dove dopo oltre due mesi di colloqui, pochi giorni fa, è stato consegnato al genitore», afferma Corbelli.

Anche la mamma del piccolo Cisse, che era stata imprigionata dagli scafisti mentre stava con il suo bambino, sulla spiaggia libica di Sabratha, per salire sul barcone, è stata individuata e fatta liberare, grazie sempre alla forte campagna di Diritti Civili. La donna è ritornata nel suo Paese, la Costa D’Avorio.

Ma il libro, frutto di un lavoro di alcuni mesi, attraverso il romanzo del piccolo Cisse, racconterà la tragedia epocale dell’immigrazione, le orribili stragi in mare con, sino ad oggi, oltre 33mila vittime(uomini, donne e bambini!), i cadaveri di poveri migranti divorati dagli squali, gli immigrati prigionieri venduti come schiavi, l’orrore delle carceri lager libiche, dove, con una crudeltà inaudita e senza alcuna pietà, anche i bambini vengono violentati, le donne(pure quelle incinte!) stuprate e i diritti umani più elementari brutalmente calpestati, una ferocia mai vista che l’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ ad Al Hussein, ha definito ”un oltraggio alla coscienza dell’umanità”, che non può lasciare indifferente e inerte il mondo.

Il romanzo descrive la grande risposta delle Istituzioni dello Stato, con il significativo esempio di Corigliano e della Calabria, di Reggio, Crotone, Vibo, alla drammatica emergenza degli sbarchi che tra fine giugno e metà luglio ha toccato il suo apice più alto e pericoloso. Ma «quella che viene raccontata è soprattutto la favola di questo bambino ivoriano con un retroscena fiabesco (ma in questo caso assolutamente vero) che, viene reso noto per la prima volta, renderà questo romanzo immortale, come le fiabe dei grandi autori del passato».

[#Fantasy] “Beren e Lúthien”, un secolo di attesa per il nuovo inedito di J.R.R. Tolkien

Esce oggi nel Regno Unito, dopo 100 anni dalla sua stesura, “Beren e Lúthien”, l’attesissimo inedito scritto da J.R.R. Tolkien di ritorno dalla prima guerra mondiale.

Considerato un’opera che racconta “la grande storia personale” dell’autore, il libro ripercorre le avventure della coppia formata da Beren e Lúthien, nomi che compaiono sulle lapidi del maestro del fantasy e di sua moglie, nel tentativo di Tolkien di esorcizzare gli orrori vissuti in guerra.

tomba tolkien

Questa teoria è portata avanti dal grande studioso tolkeniano John Garth, che ipotizza il tentativo di creare un mondo il più possibile lontano da quello reale, dove aveva assistito a battaglie e trucidazioni come quella della Somme in Francia.

In Italia il volume sarà edito da Bompiani, mentre in Inghilterra l’opera è reperibile sugli scaffali per HarperCollins.

John Ronald Reuel Tolkien nasce nel 1892 in Sud Africa da genitori inglesi. A seguito della prematura scomparsa del padre, a soli 3 anni rientra in Inghilterra con la madre e il fratello, che gli trasmetterà l’amore per le lingue, le leggende e le fiabe. Alla morte della madre,  avvenuta nel 1904, il giovane viene affidato alle cure del sacerdote cattolico degli Oratoriani, padre Francis Xavier Morgan. Poco prima di partire in guerra, assume il titolo di Bachelor of Arts. Al rientro dal fronte occidentale, prosegue i suoi studi, acquisendo il titolo di Master of Arts nel 1919. Da quel momento in poi inizierà la sua carriera nel mondo dell’insegnamento, risultando come il maggior esperto di letteratura anglosassone e medioevale del Novecento. Nel 1937, nel pieno della sua carriera di docente, pubblica “Lo Hobbit”, romanzo fantastico con protagonisti hobbit, orchi e tanto altro, precursore dei meravigliosi romanzi successivi “La Compagnia dell’Anello” (1954), “Le due Torri” e “Il Ritorno del Re” (1955).

Tolkien lavora, nel corso della sua vita, su tantissime opere riprese da quell’ambientazione che diede vita a Lo Hobbit. Quelle incompiute saranno terminate, postume, dal figlio Christopher.

Miriam Caruso

Pantaleone Sergi presenta “Liberandisdòmini”

COSENZA – Il giornalista Pantaleone Sergi, già autore di saggi storici sulla stampa, presenta “Liberandisdòmini”, edito dalla Pellegrini editore, che sarà nelle prossime settimane in libreria.

La presentazione del libro, che segna il debutto di Sergi come romanziere, avverrà oggi pomeriggio, alle ore 18,00, alla Terrazza Pellegrini, in Via Camposanto. All’evento interverrà Mario Bozzo, presidente Carica, mentre la giornalista Antonietta Cozza dialogherà con l’autore.

A metà strada tra Il Gattopardo e Cent’anni di solitudine, infatti, attraverso un codice lessicografico colto e intelligibile, Sergi disegna in questo romanzo un mondo in cui le atmosfere del realismo magico si fondono con le ambientazioni locali creando un universo parallelo insieme lontano e vicino, veritiero e incantato, dove può succedere tutto, ma lo stesso tutto può rivelarsi niente, ignoto al tempo e alle geografie terrestri e come tale destinato a scomparire per sempre.

Mambrici – teatro della storia – è una “Macondo” del Meridione a cavallo tra Otto e Novecento. È un paese immobile nel tempo e nello spazio dove sembra non succeda niente e invece succede tutto e altro ancora. Su un palcoscenico dipinto di case miserrime si staccano le “palazziate” dei massari e i palazzi sontuosi dei notabili, e fra tutti si erge quello di don Florindo, sindaco e dominus indiscusso di tutta Mambrici.

È un paese sconosciuto alle carte geografiche, ma di cui si può ritrovare senza difficoltà la strada; lontano da quella Monza in cui uccidono il re, eppure abbastanza vicino per poterlo degnamente commemorare; e mentre il capo della “maffia” cerca un proprio riconoscimento e un posto tra il “nobilume” locale, le decisioni importanti vengono prese dai galantuomini riuniti in perenni conciliaboli presso la farmacia del paese, e la povera gente continua a farsi curare il corpo e la testa dalle magare coi loro intrugli e le loro pozioni.

Siamo negli ultimi giorni dell’anno, un anno che segnerà anche il passaggio di secolo. Un telegramma che annuncia un ritorno sarà il primo di una serie di eventi che sconvolgeranno l’intero paese perché, si sa, i telegrammi annunciano sempre disgrazie. Tali eventi ‒ tra siccità e carestie, morti ammazzati e possibili epidemie di colera ‒ riempiranno il paese dell’odore di fosforo e di morte.

E così, mentre la retata del governo contro la dilagante malavita locale stritolerà anche i fervori del neonato movimento socialista e il terremoto dell’8 settembre 1905 soffocherà l’intero paese, di cui nemmeno una casa resterà in piedi, si vedranno scomparire a uno a uno i protagonisti di quegli anni e i fantasmi di questa storia che, poi fantasmi non sono, che Sergi racconta con una lingua viva, una miscela di italiano e dialetto, che rende il racconto più arioso e godibile.

“Amori regalati”, storie di affetti dalla Berlino del ’45 alla Calabria fascista fino all’Argentina di oggi

CACCURI (KR) – È in uscita nelle edicole “Amori regalati”, ultimo romanzo, edito dalla Compagnia editoriale Aliberti, dello scrittore crotonese Olimpio Talarico.

La storia narrata, pubblicatolo scorso 9 marzo, trova il suo incipit da una telefonata d’Oltreoceano che induce l’ormai anziano Martino a partire per Buenos Aires: Tomaso, l’amico di un tempo, non c’è più, e il suo esecutore testamentario convoca il protagonista con la promessa di sciogliere finalmente i nodi che hanno portato alla fine di un rapporto intenso ed importante. Tomaso, Martino, Marta. Un girotondo di affetti e un caleidoscopio di passioni percorrono le pagine di questo singolare romanzo fatto di amori e destino, tra un flashback e l’altro, dalla Berlino del 1945 alla Calabria fascista all’Argentina di oggi. Pennellate di ricordi e guizzi di passato si intrecciano con una punta di giallo e una sottile ansia per il futuro che promette o minaccia rivelazioni dolorose.

Illibro sarà presentato giovedi 16 marzo alle 17,30 al teatro Lottagono, piazzale San Paolo Bergamo. Dialogheranno con l’autore Gianluigi Nuzzi e Angelo Mapelli.

“The Chosen One – La Profezia”, presentato il romanzo di Ferdinando Capicotto

CATANZARO – É stato presentato ieri sera, presso il salone parrocchiale della Chiesa San Pio X, il libro del noto scrittore catanzarese Ferdinando Capicotto dal titolo “The Chosen One – La Profezia”. Un’iniziativa culturale moderata da Rosita Mercatante all’interno del progetto voluto dal parroco Don Franco Isabello, nel tentativo di mettere in luce i talenti – specialmente dei giovani – e per ricordare la figura di San Giovanni Bosco di cui è celebre la citazione: “Basta che siate giovani perché io vi ami assai”.

Il racconto è un romanzo fantasy, il primo di una trilogia, rivolto soprattutto ai più giovani, specialmente per le tematiche trattate, ma anche per uno stile lineare e semplice, che predilige il dialogo fra i protagonisti. Emarginazione sociale, insicurezza, solitudine, amicizia, amore sono alcuni degli argomenti delle 300 pagine del volume di Capicotto. Il messaggio che il giovane scrittore vuole lanciare attraverso è di “credere in se stessi e nelle proprie qualità”, attraverso il continuo ed incessante miglioramento, non fermandosi mai, specialmente di fronte alla difficoltà. E di difficoltà ne incontrerà tante durante il suo cammino il giovane protagonista Max, un ragazzo di 17 anni che ha scarsa fiducia in sé. Attraverso l’esempio di Max, Capicotto ha voluto dimostrare come niente sia impossibile con la determinazione, la passione e con i giusti punti di riferimento che oggigiorno giocano un ruolo fondamentale, specialmente per i più giovani. In questo caso l’autore usa la fantasia come veicolo per lanciare il messaggio di scoprire le proprie capacità e di farle fruttare, mettendole in pratica, in particolare nei momenti più bui della nostra esistenza. Nell’epoca dei social network a mancare è il dialogo. Niente però vale quanto un sorriso o un abbraccio da persone che ci vogliono bene veramente. Questo è importante, non i like o le amicizie su Facebook o su Instagram. Un valido aiuto può giungere dal gruppo dei pari, ma anche da parte di chi ha già maturato le proprie esperienze a patto però che si inneschi un meccanismo di empatia, così come accaduto fra Max ed il suo allenatore.

Non può mancare nel romanzo l’amore, “un gioco per tentativi ed errori” secondo l’autore. Il giovane protagonista, anche attraverso i primi innamoramenti scoprirà di poter amare ed essere amato. Ciò vuole essere un messaggio verso i più giovani, di credere in un sentimento che sta attraversando un periodo delicato, nell’epoca del virtuale. Insomma sull’esempio di Max, ognuno di noi può dare un senso alla sua vita, ma deve crederci. È questo il messaggio di speranza.

“Il cacciatore di meduse” ora anche in formato ebook

LAMEZIA TERME (CZ) – Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato a Lampedusa, protagonista del romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna, edito da Falco, ora sbarca anche in versione ebook nel formato epub, grazie alla piattaforma Ebook Republic, fornitrice anche di Ibs e Amazon.

«Lo scopo del nuovo formato è proprio quello di consentirne un più facile ed economico accesso ai più giovani ed una immediata reperibilità», afferma Alessandro Baldascino, responsabile Ufficio Stampa della casa editrice.

Nell’attualissimo romanzo, è proprio il piccolo migrante somalo, sbarcato a Lampedusa con la mamma e una bimba rimasta orfana durante il viaggio, a raccontare paure, sofferenze, emozioni e speranze della fuga verso una vita migliore; nel deserto prima, poi durante una tragica  traversata del Mediterraneo dal porto libico di Zuara fino in Sicilia. Una storia dei nostri giorni in chiave romanzo, tra fiaba e realtà.

Unanimi i consensi di critica e lettori. In questo romanzo, infatti, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi del bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di altri suoi amici, immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia, i tanti invisibili che si aggirano intorno a noi, si snodano soprattutto in Sicilia, in particolare per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Sono tanti i luoghi del nostro Paese toccati da Tajil nel suo peregrinare, fino al definitivo ritorno a San Vito, dove lo attende un finale inimmaginabile.

Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale, è un forte grido contro ogni forma di razzismo, per il rispetto delle diversità e di ogni essere umano.