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Alfiere della Repubblica, tra i premiati un 13enne di Sant’Eufemia d’Aspromonte

Grande accoglienza per l’arrivo di Mattarella a San Demetrio Corone (FOTO)

SAN DEMETRIO CORONE (CS) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato stamane a San Demetrio Corone accolto dal presidente della Regione Mario Oliverio e da diverse autorità istituzionali, civili e militari. Insieme al Capo dello Stato anche il presidente della Repubblica d’Albania Ilir Meta, in Calabria da ieri, per partecipare al 550esimo anniversario della morte di Giorgio Castriota, detto Scanderbeg.

Un centro quello di San Demetrio Corone affollatissimo oggi. Grande accoglienza è stata riservata al Capo dello Stato soprattutto dagli alunni delle scuole che hanno accolto festosi l’arrivo di Mattarella.

 

 

Iacucci e Bruno: «Io sto con Mattarella»

CATANZARO – «L’Italia è un grande Paese democratico ed europeo. Difendere il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, significa esprimere convinto sostegno al garante della Costituzione, un uomo di grande spessore etico e morale che incarna le istituzioni, vale a dire il fondamento della vita democratica. Al presidente Mattarella, vittima di insulti e minacce di chi vorrebbe trasformare la democrazia italiana in una bagarre per imporre visioni sovraniste e populiste, va la massima solidarietà e il pieno sostegno». E’ quanto affermano il presidente della Provincia di Catanzaro e presidente di Upi Calabria, Enzo Bruno, e il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci in merito agli attacchi rivolti  al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Il Presidente della Repubblica ha esercitato le proprie prerogative costituzionali rispetto alla formazione di un esecutivo che avrebbe rischiato di portarci fuori dalla moneta unica e minacciare l’economica e finanziaria del nostro Paese – proseguono Bruno e Iacucci -. A chi nasconde la propria inadeguatezza politica dietro toni ed atteggiamenti eversivi che puntano a far leva sulla preoccupazione degli italiani in questo momento di grave confusione ed instabilità, dobbiamo rispondere in maniera compatta in difesa della Repubblica, di quanto è stato realizzato in questi 70 anni di storia con grandi sacrifici, senza perdere di vista l’Europa e l’Occidente. Abbiamo il dovere di reagire in difesa delle istituzioni, al fianco del Presidente Mattarella e degli italiani che hanno il diritto di guardare al futuro con serenità e speranza, senza temere un pericoloso ritorno al passato in termini di restrizioni economiche e soprattutto democratiche. Aderiamo, quindi, in maniera convinta alla manifestazione nazionale del 1 giugno organizzata dal Partito democratico in difesa della Costituzione e dei valori su cui si fonda la nostra comunità in essa tutelati».

 

 

Lettera aperta di Andrea Zanfini al Presidente Sergio Mattarella

ROGGIANO GRAVINA (CS) – Il presidente del Consiglio Comunale di Roggiano Gravina, Andrea Zanfini, scrive una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sull’impellente necessità di avviare al più presto la costruzione di un governo nazionale che incoraggi e favorisca la crescita, l’innovazione, il progresso e lo sviluppo.

Accogliamo la richiesta di Zanfini e pubblichiamo integralmente la lettera inviata a Mattarella.

 

Esimio Signor Presidente Mattarella,

c’è da vincere, soltanto. Per l’Italia, la conquista più importante, durante questo periodo, sarebbe la nascita di un Governo officina di iniziative, così da consegnare onore e qualità della vita ad ogni singolo italiano od ospite.

Mi esprimo da giovane, ma ancor di più, da amministratore locale che sta vivendo la prima esperienza politica, in concomitanza con un periodo difficile dell’economia globale. E che non sarà semplice, domani, da raccontare senza poter sorvolare sulla triste crisi dei valori propri di ogni livello della società; quegli stessi sani principi che non hanno mantenuto forza, che sono stati implicati e che, adesso, si mostrano come segni impressi nei ricordi di vita di ciascun giovane italiano, che vorrebbe tenersene fuori dalla confusione scoraggiante le prospettive di vita.

L’Europa osserva le dinamiche che interessano il nostro Paese: uno fra i più belli al Mondo. E che ha saputo rendersi protagonista per la cultura, l’arte e la storia che ha elementi a suffragio di un’Italia in posizioni di prima linea, durante momenti da cui, per noi italiani, ne è derivato un elevato riconoscimento di lealtà nei comportamenti e di orgoglio nel senso umanitario, quando si è trattato di adoperarsi nelle missioni deputate ad inseguire la pace.

La nostra Costituzione offre strumenti appropriati per continuare a far sì che gli italiani continuino a raccontarsi come popolo deciso e dignitoso. Quella stessa brillante Carta fondamentale riesce ad imporre le riflessioni indispensabili, durante le fasi in cui occorra privilegiare alcune scelte. Il combinato disposto degli artt. 92 e 94 Cost. arricchisce il bagaglio di speranza di ogni cittadino, riferendo sul sentiment di equilibrio proprio del Presidente della Repubblica, quale preziosa garanzia delle forme comunicative e di approccio alla democrazia partecipata e costruttiva.

Abbiamo bisogno di un esecutivo nazionale. Non è possibile lasciare che un intero popolo sia fatto dondolare, stile amaca, dalle stravaganti logiche politiche di chicchessia. Non equivalga tanto, nel senso dell’abbandono delle fievolissime sopravvissute ideologie politiche, alla mercé del qualunquismo o dell’approssimazione. Semmai, l’input al rinnovamento sarà il tentativo di valorizzare le convinzioni proprie di ogni partito e di puntare sulle peculiarità di ogni regione a cui, per verità indiscussa, non è consentito assumere posizioni di distanza dal valore dell’Unità nazionale, stella polare, soprattutto, durante i momenti confusi.

Non può rassicurarci il pensiero che altre esperienze nazionali europee abbiano, nel passato assai recente, impiegato mesi per giungere alla formazione di un governo. Noi viviamo esigenze importanti, peculiari ed esclusive che richiedono di essere affrontate, adesso!

Il Meridione è stanco di vedere sbandierati i propri punti deboli, quasi fossero i motivi delle più ripetitive campagne elettorali o delle convention incoraggianti lo sviluppo. Occorrono fatti di crescita, di progresso, di ammodernamento strutturale e culturale. In particolar modo, mi permetto alludere alla Calabria: terra meravigliosa. Impeccabile culla di calore umano, di scenari e paesaggi, di tradizioni e sentimenti di eternità che si conservano in chi vi abita, ma anche in coloro che si ritrovino a collezionare una minima esperienza di turismo o di occasionale e casuale ritrovo.

Accade, spesso, che il mondo della politica elabori e predisponga senza raggiungere l’importante. E’ bene ripeterlo: esiste una gran folla di esseri umani, ancora, alla ricerca dell’essenziale. Signor Presidente, il mio ragionamento è nutrito dai riscontri che il ruolo da amministratore mi consegna, quotidianamente.

La mancanza di una economia occupazionale è divenuta propedeutica ad un feroce disagio sociale, che sottrae a tanti la garanzia di un pasto quotidiano; figurarsi, allora, per chi soffre una simile condizione, quanto possa essere attuale sentir parlare di futuro. I problemi esistono oggi. E con essi accrescono i motivi più nobili per desiderare la politica dedita al concetto di uomo, non ancorata alle posizioni di mero orgoglio, che appesantiscono il tempo che, per alcuni, è tanto prezioso. Troppa strada è stata percorsa da giovani meridionali partiti all’estero, per lavorare: così facendo, hanno consegnato alle future generazioni un dignitosissimo esempio di forza, ma anche il pesante invito ad abituarsi a coltivare il ricordo della propria adolescenza negli ambienti in cui si è cresciuti, poiché solo i fortunatissimi continueranno a vivervi. Sacrifici per un posticino di lavoro che se fosse stato possibile reperire fra i confini della nostra Nazione, avrebbe significato il sostegno ad un’identità nazionale a difesa dell’idea di poter tramandare le proprie radici biologiche sul terreno delle tradizioni culturali e familiari a cui non è giusto dover rinunciare.

C’è da sanare molto. Specialmente, a partire da alcuni ospedali diventati siti tipici di aggregazione della mortificazione e della umiliante condizione raccontata da chi si è visto ormeggiare senza forze e ne voce, lungo le corsie di straripanti pronto soccorso divenuti i confessionali di una vana speranza di reperire, celermente, un posto in degenza per la cura di qualche patologia. E’ il caso di lasciare il passo ai racconti a lieto fine e non più ai riquadri di giornali perfetti nelle pagine di cronaca narranti gli inconcepibili accadimenti in ospedali della fortuna. Servono strutture efficienti, macchinari funzionanti e personale che abbia da lavorare in condizioni adeguate. I calabresi che non hanno soldi a sufficienza per preferire strutture sanitarie fuori Regione, non è giusto debbano affidarsi alla precarietà del sistema sanitario che seppur nazionale, tanto risente della condizione meridionale. E’ in atto una disparità che, nel trattamento, rende dissimili situazioni personali –tutte costituzionalmente protette – ma che hanno a che vedersela con la differenza dello scenario in cui accadono: talune al Settentrione, altre al Centro, altre ancora, al Sud. Gli enti locali stanno soffocando; non tutti riescono a garantire servizi ed infrastrutture, attraverso manovre economiche alimentate, esclusivamente, dalle entrate tributarie. La gente è povera. Pagare una bolletta, alle volte, è impossibile. L’Europa dovrebbe essere invitata a girare un tantino in più e più spesso, soprattutto, fra i vicoli stretti e senza uscita. Gli amministratori locali, ognuno nel proprio territorio, rappresentano lo Stato, durante il giorno, durante la notte: nei contesti normali, c’è da esserne fieri! Governare, oggi, significa essere presenti nelle abitazioni dei cittadini. Ma a farne richiesta possono essere, anche, particolari esigenze. E onestamente, è il caso di ammettere che il più delle volte, non esista una soluzione di pronta fattibilità. Allora, per fronteggiare la novità o la sventura divenuta, in alcuni casi, cronica, occorre restare lucidi, senza perdersi nel mare dei mille perché, dando ascolto, piuttosto, alle capacità personali in grado di raggiungere livelli di emozioni senz’altro più pronti rispetto a quelli che riesca a garantire l’apparato lento e tortuoso di una burocrazia antipatica ai tempi della vita. Le giovani leve aspettano di essere riconosciute come protagoniste di un contesto vocato ad avviare nuovi nuclei familiari. Esulando dall’importanza della famiglia, si commetterebbe l’errore di giungere alla definitiva creazione di uno scenario sociale fondato sull’assenza di memorie e cicli storici.

Tanti, troppi gli sforzi che stanno abituandoci a sopportare un tenore di vita che affanna, che è ripido.Nessuno può essere lasciato solo, abbandonato all’idea che da Roma giungano notizie di tutt’altra melodia fuorché della individuazione di un Capo di Governo. Pertanto, sento di augurare che tutti i discorsi che verranno, sulla scorta di quelli intavolati prima e durante le consultazioni, possano configurarsi come discussioni che abbiano a confezionare lo straordinario buonsenso di consegnare serenità agli italiani, tra impegni assunti e difficoltà imprevedibili.

All’Italia i più opportuni approdi. A Lei, Signor Presidente, la fiducia. E’ usuale dire che qualunque cosa faccia il buon padre di famiglia, appaia cosa fatta bene.  

Buon lavoro ed auguri sinceri, a tutti.

Andrea ZANFINI

Presidente del Consiglio comunale di Roggiano Gravina (Cs)

Il musicista cosentino Luigi Ripoli suonerà alla presenza del presidente Mattarella

COSENZA –  Luigi Ripoli, giovanissimo musicista cosentino allievo del Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” e del Liceo Musicale “Lucrezia della Valle”, il cui strumento è la viola, farà parte dell’Orchestra Nazionale Sinfonica dei Conservatori Italiani che domenica 17 dicembre suonerà nell’Aula del Senato, per il Concerto di Natale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’Orchestra – diretta dal Maestro Alessandro Caldario – è un progetto voluto e sostenuto dal Miur, Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, con l’obiettivo di far conoscere e promuovere il sistema dell’alta formazione musicale, il suo patrimonio artistico e umano. L’Orchestra è formata dai migliori studenti provenienti dai vari Conservatori italiani, selezionati ogni anno mediante procedura concorsuale.
Il Concerto di Natale nell’aula del Senato, giunto alla XXI edizione, sarà trasmesso in diretta da Raiuno alle ore 12.15 e vi prenderanno parte anche il tenore Francesco Meli, il compositore e violoncellista Giovanni Sollima, il Piccolo Coro delle Mani Bianche del 173° Circolo Didattico ISISS di Roma e il Coro del Liceo Scientifico Keplero di Roma.
«Rivolgo a Luigi Ripoli – afferma il Dirigente Scolastico del Liceo “Lucrezia della Valle”, Loredana Giannicola – un caloroso augurio per il suo impegno così significativamente riconosciuto ed apprezzato e colgo l’occasione per congratularmi anche con i suoi docenti per il brillante risultato ottenuto del loro allievo».

 

Mattarella a Locri, sul Vescovado le frasi “don Ciotti sbirro” e “Più lavoro e meno sbirri”

LOCRI (RC) -Dopo la visita di ieri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, una scritta “più lavoro meno sbirri” e un’altra “don Ciotti sbirro”, sono state tracciate la notte scorsa sul Vescovado di Locri dove risiede il vescovo Francesco Oliva e che in questi giorni ospita don Luigi Ciotti, presidente di Libera, per la manifestazione nazionale della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Entrambe le frasi sono state subito cancellate, stamani, dagli operai del Comune. Ieri Mattarella aveva lanciato un duro monito contro le mafie affermando, tra l’altro, che i mafiosi “non hanno onore”.

 

Bianchi :« Il Presidente Mattarella è una guida sicura»

ROMA – «Dopo due anni dall’elezione del Presidente Mattarella, quella scelta si è confermata giusta e lungimirante. È una guida sicura e affidabile. La sua saggezza e i suoi consigli siano per tutte le forze politiche la bussola per ritrovare l’armonia nella politica». A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e deputato calabrese del Gruppo Area Popolare.

 

Unical, il Presidente Mattarella presenzierà all’inaugurazione del 45°anno accademico

Il Presidente della Repubblica Sergio MattarellaRENDE (CS) – Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, presenzierà alla cerimonia d’inaugurazione del quarantacinquesimo anno accademico dell’Università della Calabria, in programma lunedì 6 febbraio 2017 nell’Aula Magna del Centro Congressi “Beniamino Andreatta”. Sergio Mattarella è il quarto Presidente della Repubblica a visitare l’Ateneo di Arcavacata. Il primo, nel 1982, fu Sandro Pertini, al quale sono seguiti Carlo Azeglio Ciampi, nel 2001, e Giorgio Napolitano nel 2009. Gli aspetti organizzativi e il particolare significato dell’evento saranno illustrati ai giornalisti dal rettore Gino Mirocle Crisci il 2 febbraio alle ore 11 nella Sala Stampa dell’Unical. Nei prossimi giorni sul portale dell’Ateneo saranno fornite le indicazioni relative alla prenotazione dei posti non compresi nell’elenco delle autorità previste dal cerimoniale.

Un sogno divenuto realtà , Mendicino è Città

mendicinoMENDICINO (CS) – Un giorno storico per Mendicino che può fregiarsi del titolo onorifico di Città. Un titolo non conquistato per caso ma frutto di lavoro sodo e di impegno. «Perché Città?» chiedeva questa mattina, nel corso della manifestazione in onore della festa della Repubblica tenutasi a Cosenza, l’arcivescovo metropolita Francescantonio Nolè. La risposta viene da un video realizzato dal mendicinese Timeo Barca che illustra le bellezze naturali e architettoniche del territorio. Un raggiante Antonio Palermo, sindaco della Città, apre la cerimonia ricordando che oggi ricorre il settantesimo anno della costituzione della Repubblica italiana. Poi, con voce rotta dalla commozione si rivolge ai presenti dicendo: « Questo è un giorno che non comprendiamo a pieno, un giorno che i posteri proveranno ad immaginare. Voglio ringraziare ciascuno di voi per aver voluto condividere questo evento. Mendicino è ora insignita del titolo di Città, un titolo che porta la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ringrazio per la concessione, un grazie va al prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao per aver accolto la richiesta e averla inoltrata». Tutto inizia con l’approvazione della delibera 136 del 3 luglio 2014 tramite la quale si chiese all’allora prefetto di Cosenza  Raffaele Cannizzaro, di verificare la presenza dei presupposti per l’avanzamento della richiesta. Riconosciuti i presupposti, il 6 ottobre del 2015 la domanda è stata  inoltrata al Ministero degli Interni che il 3 febbraio di quest’anno ha proposto di concedere il titolo fino ad arrivare al 15 febbraio quando, il presidente Sergio Mattarella ha apposto la propria firma. «Mendicino, a cui già faceva riferimento Ecateo di Mileto nel 500 a.C, è custode di reperti archeologici di epoca greca e romana, ha un passato glorioso diventato leggenda grazie al mito del tesoro di Alarico che secondo alcuni sarebbe custodito presso le grotte dell’Alimena, ha un’antica tradizione serica testimoniata dalla filanda e dal museo dinamico della seta, è nota per gli scalpellini, per la pietra rosa utilizzata tra l’altro per l’edificazione del Duomo di Cosenza, è un gioco di monti che si inerpicano, è cultura col teatro comunale, è tempo libero grazie allo “Sporting club” è accoglienza con i centri Sprar. Per questi e per tanti altri motivi è divenuta Città. Un titolo- prosegue il sindaco – che ci da lustro e che ci deve rendere orgogliosi. Rivolgomi miei auguri a Mendicino e ai mendicinesi per quella che da oggi sarà la nostra Città». Dopo il discorso del sindaco, l’intervento del prefetto Tomao si focalizza inizialmente sulla festa della Repubblica, «una festa che ci induce a ricordare i valori della democrazia e della libertà , un giorno di riflessione, un anniversario che ricorda il riconoscimento del diritto di voto alle donne dopo un percorso irto di difficoltà». Poi il pensiero vola ai migranti che non ce l’hanno fatta e a quelli che vengono accolti nei centri Sprar di Mendicino. Spetta all’attore e direttore artistico del teatro comunale Mario Massaro il compito di leggere il decreto del Presidente della Repubblica a cui segue il momento musicale ad opera delle bande musicali “Città di Mendicino” e “Raimondo Reda” che eseguono “Inno di Mameli ” e “Inno d’Europa”. Si dice orgoglioso il vice presidente della Provincia Francesco Bruno di esser presente, «C’è da essere emozionati, vedo il senso di appartenenza, di collettività che dovrebbe fungere da esempio per le altre comunità». Assenti per impegni istituzionali il presidente della Regione Mario Oliverio, il Rettore dell’Università di Roma “La Sapienza” Eugenio Gaudio e l’arcivescovo Francescantonio Nolè che hanno voluto esprimere la loro gratitudine e la loro vicinanza tramite messaggi letti da Massaro e da Don Enzo Gabrieli. copia costituzioneTerminata la lettura dei messaggi, ha preso la parola il presidente del consiglio Nathalie Crea che ha pronunciato un discorso rivolto ai ragazzi mendicinesi che hanno varcato la soglia del diciottesimo anno che sono stati poi omaggiati dalle autorità politiche con una copia della Costituzione italiana. Un evento storico per Mendicino, una giornata indimenticabile per i presenti che potranno dire: «Quel giorno c’ero anche io ».

Rita Pellicori

Chiusura Tribunale di Rossano, protesta a Roma – lettera al presidente Mattarella

ROSSANO (CS) – In vista della manifestazione di protesta di giovedì 17 marzo 2016 a Roma, il Gruppo d’Azione per la Verità ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Siamo qui a rappresentarLe una condizione di estremo disagio che da tempo si sta vivendo nel territorio dell’ex circondario del Tribunale di Rossano, soppresso con D.Lgs. 7.09.2012 n.155, a seguito del quale si è determinato l’accorpamento al Tribunale di Castrovillari” – esordisce il Gruppo.

A detta dei firmatari, le peculiarità del territorio di competenza del tribunale di Rossano non sono state opportunamente tenute in considerazione: le principali tra queste sono “l’estensione del territorio e il conseguente numero di abitanti, la specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale,  e non da ultimo il tasso di impatto della criminalità organizzata confermata dalla presenza di soggetti sottoposti al 41 bis e un Consiglio comunale sciolto per mafia”.

 

Nel testo indirizzato al Presidente della Repubblica, il Gruppo d’azione per la Verità ha sottolineato le difficoltà di spostamento per i cittadini, legate all’accorpamento: “per raggiungere Castrovillari non ci sono treni, perché nella sede accorpante non esiste neanche una stazione ferroviaria! L’unica via di comunicazione è rappresentata per un tratto dalla Statale 106 jonica che, come Lei ben saprà,  è stata definita la “strada della morte” e inserita nella lista delle strade più pericolose d’Italia. Attualmente l’area Jonica è collegata a Castrovillari con n.2 pullman con partenze differenti : ore 5.30, ore 6.30. I rientri sono previsti nel tardo pomeriggio. Ben si comprende che per qualsivoglia certificazione e/o attività giudiziaria va via un’intera giornata”.

La lettera sottolinea inoltre le carenze strutturali del Tribunale “accorpante” di Castrovillari, dove i magistrati sono costretti a condividere la medesima aula per lo svolgimento contemporaneo di più udienze, paralizzando di fatto l’amministrazione della giustizia di entrambe le realtà, “portando alla prescrizione di moltissimi procedimenti penali”.

 

Sottolineando che l’accorpamento è stato oggetto di numerose interrogazioni parlamentari al Ministro della Giustizia, la lettera cita gli interrogativi irrisolti posti dal Senatore Enrico Buemi, che “senza mai essere smentito o destinatario di querela alcuna, ha dichiarato pubblicamente che per chiudere Rossano sono state fatte carte false”.

Comunicando la propria presenza a Roma per giovedì 17 marzo “per manifestare civilmente, ma in maniera ferma” contro un provvedimento ritenuto ingiusto, il Gruppo d’azione per la Verità ha richiesto al Presidente della Repubblica un incontro ufficiale per quella data, per consegnare un dossier informativo su tale ingiustizia e ricevere risposte sugli interrogativi che chiudono la lettera, e che riportiamo di seguito.

 

” Se il tribunale di Rossano possedeva e possiede i requisiti previsti dalla Legge per restare in vita , perché è stato chiuso?

Se la Commissione Europea ha indicato il Tribunale di Rossano tra i tribunali “salvi” , perché  è stato chiuso?

Se il ministro Severino ha dichiarato che il Tribunale di Rossano è più distante dal capoluogo di provincia , perché è stato chiuso?

Se le successive verifiche hanno evidenziato enormi disfunzioni e inefficienze conseguenti all’accorpamento, perché Rossano non è stato riaperto?

Se l’accorpamento ha comportato un aumento di spesa per le casse dello Stato e le tasche dei cittadini, perché Rossano non è stato riaperto ?

Se il Tribunale accorpante, per stessa ammissione del presidente in carica, è inadeguato perché progettato tenendo conto della pianta organica di Castrovillari ante accorpamento, perché Rossano non è stato riaperto?

Se il territorio dell’ex tribunale di Rossano si presenta  ad alto impatto criminale, perchè lo Stato lo ha privato di un presidio di giustizia?

Perché lo Stato ci ha abbandonato? “