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Juve, sesto scudetto di fila. Per il Crotone decisivi gli ultimi 90′

JUVENTUS – CROTONE 3-0

JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Dani Alves, Bonucci, Benatia, Alex Sandro; Pjanic (39′ st Rincon), Marchisio (29′ st Lemina); Cuadrado (25′ st Barzagli), Dybala, Mandzukic; Higuain. A disposizione: Neto, Audero, Chiellini, Khedira, Mattiello, Asamoah, Lichtsteiner, Sturaro, Kean. Allenatore: Allegri

CROTONE (4-4-2): Cordaz; Rosi (34′ pt Sampirisi), Ceccherini, Ferrari, Martella; Rohden (33′ st Acosty), Barberis, Nalini; Falcinelli, Tonev (12′ st Simy). A disposizione: Festa, Viscovo, Claiton, Mesbah, Kotnik, Dussenne, Capezzi, Trotta, Suljic. Allenatore: Nicola

ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo

MARCATORI: 12′ pt Mandzukic, 39′ pt Dybala, 38′ st Alex Sandro

NOTE – Spettatori: 39.596 per un incasso di 2.154.167,00 euro. Ammoniti: Martella (C), Dani Alves (J). Angoli: 9-2 per la Juventus. Recupero: pt 2′, st 3′.

TORINO – La Juventus è campione d’Italia per la 33ᵃ volta nella sua storia. Per vincere lo scudetto numero 33, i bianconeri hanno dovuto battere il Crotone: lo hanno fatto con larghezza ma non con facilità, perché i calabrese hanno dato l’anima, cedendo solamente alla superiorità tecnica dell’avversario, che alla lunga ha esondato. La Juve del giorno è stata determinata, concentrata, feroce: il piccolo Crotone non poteva fare di più, ma merita considerazione per la dignità con cui ha resistito, per la compattezza tra i reparti e perché non ha mai sbracato, nonostante la salvezza si stia sensibilmente allontanando. Meriterebbe di restare in serie A, e mica per quello che ha fatto allo Stadium. La scena madre è ovviamente la punizione di Dybala, una pennellata nell’angolino alto alla sinistra di Cordaz che, sul finire del primo tempo, ha raddoppiato la rete iniziale di Mandzukic togliendo di fatto al Crotone ogni velleità e al campionato ogni incertezza. I bianconeri non hanno concesso un metro, né un attimo di distrazione, nonostante il feroce pressing crotonese a tutto campo abbia reso complicata l’avvio della manovra. Ma la Juve aveva voglia, forza e risorse, e ha cercato soluzioni di gioco diverse, come la sventagliata di Cuadrado da destra a sinistra sulla quale si è scapicollato Mandzukic, che ha travolto Rosi e firmato in scivolata l’1-0. Nella ripresa i bianconeri hanno puntato al controllo, facendo correre a vuoto il Crotone, evitando di imbattersi in qualche rischio (Buffon si è spaventato solamente al 46′ pt, quando un destro di Falcinelli deviato da Bonucci è finito fuori di un niente) e poi colpendo con Alex Sandro, di testa, che ha arrotondato il punteggio e dato il via alla festa. Il sesto scudetto non è stato il più entusiasmante (non il primo, o come quello dei 102 punti di Conte o ancora della grande rimonta di Allegri, per lo meno), ma è quello che trasporta la Juventus in una dimensione solamente sua e che difficilmente un altro club potrà mai raggiungere.