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Siccità nell’Altopiano silano, riunione in Prefettura

COSENZA – In data odierna, su convocazione del prefetto Gianfranco Tomao, si è tenuta in Prefettura una riunione finalizzata all’analisi della difficile situazione causata dalla scarsa quantità di risorse idriche presenti nell’Altopiano Silano, dovuta al periodo di forte siccità che ha interessato tale territorio lo scorso anno, unitamente alla necessità degli agricoltori di poter utilizzare, anche ai fini irrigui, le risorse idriche dei bacini del predetto altopiano.
Alla riunione, richiesta dalla CIA di Cosenza, hanno preso parte le altre associazioni di categoria del settore agricolo, Coldiretti, Copagri e Confagricoltura, l’On. Mauro D’acri, Consigliere Regionale Delegato all’Agricoltura unitamente ai dirigenti regionali dei Settori Lavori Pubblici ed Agricoltura, i responsabili della Provincia di Cosenza e Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali, nonché i rappresentanti di A2A e di Enel Green Power, società di gestione di alcuni bacini idroelettrici.
Nel corso dell’incontro sono state dettagliatamente analizzate le richieste avanzate dalle associazioni di categoria presenti al tavolo, le quali hanno rimarcato la specificità del territorio silano, caratterizzato da una forte realtà imprenditoriale nel mondo dell’agricoltura e dalla tipicità della patata silana, prodotto igp la cui coltivazione risale nel tempo e le cui qualità sono unanimemente apprezzate.
A tale riguardo, la Prefettura ha invitato le parti a trovare un giusto equilibrio idoneo a garantire l’utilizzo delle risorse idriche dell’Altopiano Silano, contemperando le esigenze di utilizzo ai fini idropotabili, con quelle ai fini irrigui ed ai fini produttivi, trovando soluzioni che non vadano a detrimento della produzione agricola.
Cogliendo l’invito in tal senso formulato, la Regione ha stabilito di convocare, nella data del 11 maggio, le associazioni di categoria in modo tale da censire il numero delle domande di allaccio ai fini irrigui e snellire le procedure di rilascio delle autorizzazioni temporanee. In Regione sarà poi convocato un ulteriore incontro, in data 18 maggio, nel corso del quale sarà definito il fabbisogno idrico complessivo ai fini irrigui, in modo tale da valutare la possibilità di definire, in tempi stretti, il rilascio di licenze temporanee di approvvigionamento.
Il prefetto continuerà a monitorare gli aspetti della problematica suddetta, convocando, se del caso, una conclusiva riunione.

Siccità, «Siamo in emergenza», Sorical «La situazione della provincia di Cosenza è preoccupante»

CATANZARO – «Nonostante l’inizio della stagione delle piogge,la carenza idrica si avrà anche per i prossimi mesi. Le falde, a causa del lungo periodo di scarse precipitazioni, si sono impoverite e le sorgenti in questi mesi hanno ridotto la portata a livelli preoccupanti, non solo in provincia di Cosenza ma anche nel Catanzarese e Vibonese». Lo ha dichiarato la Sorical, gestore delle sorgenti degli acquedotti regionali rileva un calo di portata che anche nel mese di ottobre, in netta controtendenza rispetto al recente passato, al punto da far segnare punte record per alcuni schemi come l’Abatemarco-Capodacqua(-25%) al servizio di 25 Comuni tra cui Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo. L’acquedotto Bufalo (-27%), al servizio di 16 comuni a Sud di Cosenza tra cui Mendicino, Rogliano, Grimaldi ed Aiello Calabro;   Cali più vistosi per le sorgenti più piccole degli Schemi acquedottistici Rende Uniti, Marano Uniti, Fondente-Botte Donatoal servizio dei Casali del Manco con cali tra il 35 e il 40%. In crisi anche gli acquedotti al servizio della Sibaritide e Basso Jonio: ilMacrocioli,a servizio di diversi comuni tra cui Mirto e Calopezzati; Preoccupa anche l’Ejano che preleva acqua dal massiccio del Pollino, nel Comune di Frascineto, e alimentapopolosi centri abitati come Cassano Jonio, Villapiana, Cerchiara, Trebisacce e Roseto (verso nord)e Corigliano Calabro verso sud; Nella Presila Catanzarese in calodel 40% le sorgenti dell’acquedotto Posino a servizio di Tiriolo, Gimigliano, Miglierina, Amato. L’Alto Simeri è in calo del 22%, nelle scorse settimane è entrata in crisi l’erogazione ai Comuni di Pentone, Sorbo, Magisano, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Zagarise e Sellia Superiore e Sorical ha chiesto ad A2A un maggiore rilascio di acqua dalla diga del Passante. Nel Vibonese in calo da mesidel 30% l’acquedotto Monte Poro al servizio di Briatico, Cessaniti, Filandari, Zungri, San Costantino, Rombiolo, Ionadi, Filandari e Briatico. In calo del 30% anche le sorgenti del Tuccio che alimenta la parte sud della città dello Stretto fino a Melito Porto Salvo. I tecnici della Sorical, per sopperire alla ridotta produzione delle sorgenti, dove è possibile, sta utilizzando acqua emunta dai pozzi che, negli anni scorsi, venivano attivati solo in piena estate per soddisfare la maggiore domanda per l’aumento della popolazione. Diversi Comuni, a causa della siccità, hanno chiesto e ottenuto dalla Sorical supporto tecnico per la valutazione di una migliore distribuzione delle erogazioni sul territorio comunale in base alla mappatura della rete interne e dei quartieri in maggiore difficoltà ed evitare, il più possibile, le chiusure notturne dei serbatoi. Sorical fa presente che nonostante la siccità in corso, l’acqua erogata ai serbatoi sarebbe sufficiente al soddisfacimento del fabbisogno della popolazione sottesa se non si disperdesse a causa della vetustà della reti cittadine. Anche in questo caso Sorical è intervenuta a proprie spese a supporto dei Comuni con squadre di ricerca perdite per alleviare i disagi.In tal senso è stata ripristinata la regolare erogazione all’Università della Calabria dove squadre della Sorical, hanno rilevato e riparato due grosse perdite di difficile individuazione che disperdevano il 60% dell’acqua disponibile. Mentre a Reggio Calabria i tecnici stanno lavorando a supporto del Comune per l’ efficientamento della rete municipale ed è in corso di esecuzione la costruzione del bypass al Cedir.

A questo link trovate la cartina con gli acquedotti divisi per zone

 

http://soricalspa.it/page/Infrastrutture/infrastrutture.html

Sistema idrico calabrese al collasso. Grave la situazione nel cosentino

COSENZA – Il sistema idrico calabrese è ormai al collasso. La Regione non riesce più a far ripartire la grande rete integrata, la Sorical è senza liquidità, le amministrazioni sono inadempienti, i dati sulla siccità sono allarmanti e i cittadini disperati. Pesanti le ripercussioni che la mancanza di acqua sta provocando, non solo tra famiglie e cittadini, anche molte attività commerciali sono al collasso. Ieri si è tenuta a Cosenza una riunione con i vertici comunali, alla presenza dell’assessore Francesco De Cicco .Il quadro emerso è preoccupante. C’è una riduzione idrica del 25% oltre la media e la situazione è destinata a peggiorare. Intanto si sta cercando di avviare soluzioni tampone con la messa in funzione di un serbatoio in località Cozzo Muoio che servirà il centro città e si sta procedendo alla verifica della potabilità dell’acqua di due nuovi pozzi in località Colle Mussano. Al momento sono 22 i comuni calabresi a rischio. Diversi anche in provincia di Cosenza, Fiumefreddo Bruzio, Montalto Uffugo, San Sosti, San Fili, Marano Principato, Santa Domenica di Talao e Carolei.

 

Raffaella Aquino

Altopiano e Caporizzuto, Coldiretti chiede il riconoscimento di calamità

CATANZARO – La Regione ha fatto richiesta di riconoscimento della calamità per la siccità che ha caratterizzato l’attuale stagione con una drammatica emergenza idrica.

La grave carenza che ha interessato tutta la penisola,   ha avuto senza dubbio il suo apice in particolare nell’Altopiano di Isola Capo Rizzuto e Fondo Valle Tacina dove peraltro ancora persistono ancora forti criticità.

Coldiretti Calabria ha chiesto alla Regione Calabria immediati sopralluoghi tesi a certificare l’entità del danno subito alle colture e avviare quindi lo stato di riconoscimento della calamità con il ristoro alle aziende agricole.

Nell’altopiano di Isola Capo Rizzuto- rileva Coldiretti – la perdurante assenza delle precipitazioni e le alte temperature hanno di fatto anticipato l’estate condannando l’agricoltura,  a una penuria di risorse idriche senza precendenti che ha causato uno stato soccombenza dei coltivatori della “prima coltura” con un visibile danno.

Una situazione – continua Coldiretti – a cui non è riuscito completamente a far fronte il Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese che con grande responsabilità, si è impegnato per limitare gli effetti dell’emergenza promuovendo virtuose  azioni: informative, di turnazione, di vigilanza per evitare usi impropri dell’acqua, di monitoraggio continuo della situazione anche attraverso appositi tavoli Istituzionali alla Regione e  Prefettura.

Emergenza siccità per gli allevamenti , Coldiretti chiede intervento della Protezione Civile

CROTONE- «Stante il perdurare della forte siccità e dell’emergenza incendi si stanno verificando casi di emergenza idrica in molti allevamenti di ovini e bovini che, in assenza di un tempestivo intervento utile a rifornire e le vasche di abbeveraggio dislocate in prossimità dei pascoli, oltre ad un generale problema di benessere animale, rischiano la perdita dei capi. Già da ieri  – riferisce Coldiretti – tra i comuni di Cutro Roccabernarda alcune aziende sono rimaste senz’acqua e non hanno avuto la possibilità di far fronte all’emergenza in autonomia, poiché non sono dotate di adeguati mezzi di trasporto. Per fare fronte a tale grave situazione, la Coldiretti Calabria ha chiesto alla Protezione Civile Regionale di predisporre, alle aziende zootecniche, un intervento straordinario di fornitura idrica. La Coldiretti e il Consorzio di Bonifica di Crotone si rendono disponibili a garantire adeguata assistenza nella fase di coordinamento delle operazioni ed segnalazione delle aziende interessate. Il Consorzio di Bonifica di Crotone, che ha dovuto effettuare una turnazione della fornitura idrica, ha chiesto a Calabria Verde di poter intervenire utilizzando le autobotti a disposizione delle squadre antincendio».

 

 

Incendio colposo, denunciati due uomini a Cetraro

CETRARO (CS) – Incendio colposo: questo il reato contestato a due uomini dai militari della stazione carabinieri di Cetraro e di Scalea. Si tratta di un operaio e del proprietario di un fondo, i quali, nei giorni scorsi, hanno causato un incendio in località Cicerello nel comune di Cetraro. L’incendio, infatti, è divampato dal terreno di proprietà di uno dei due per poi espandersi ad alcune piantagioni di ulivo adiacenti. La denuncia è partita dal proprietario degli ulivi. Immediatamente i militari hanno iniziato le indagini, condotte tramite MEF (metodo delle evidenze fisiche), che permette di stabilire l’evoluzione dell’incendio, attraverso l’analisi di alcuni elementi o tracce che le fiamme lasciano sul terreno. Questo tipo di attività ha accertato che l’incendio è scaturito a seguito della bruciatura dei residui vegetali derivanti dalle operazioni di pulizia dell’uliveto e a causa del forte vento e della pendenza le fiamme si sono propagate alle superficie vicine causando gravi danni. Gli stessi militari hanno poi durante una operazione di controllo posto sotto sequestro in località “Piano delle Donne” di Belvedere Marittimo un piazzale posto all’interno di un terreno privato nel quale sono stati rinvenuti  rifiuti provenienti da lavori di demolizioni edili mescolati con materiale plastico vario e ferroso. Dai rilievi effettuati si è accertata la proprietà, una ditta edile, priva delle autorizzazioni rilasciate dagli Enti preposti per la gestione dei rifiuti. Pertanto il piazzale con i rifiuti è stato sottoposto sequestro penale, mentre l’amministratore unico della ditta è stato deferito per attività di gestione di rifiuti propri o di terzi  senza le prescritte autorizzazioni.

Allarme siccità. Le prime avvisaglie nel crotonese

siccitàCROTONE (KR) – I cambiamenti climatici impongono di rilanciare investimenti con i fondi comunitari e masterplan per sistemi idrici , invasi e impianti di subirrigazione.Anche mese di Febbraio le precipitazioni sono praticamente dimezzate rispetto alla media del periodo dopo che a gennaio erano state già inferiori del 24% mentre il mese di dicembre 2015 si è classificato come il meno piovoso dal 1800 con un – 91%. Oggi le prime avvisaglie di quello che può succedere nella nostra regione – sottolinea Molinaro – le riscontriamo per la coltura del finocchio nell’altopiano di Isola – Cutro  ma anche per le altre coltivazioni.  La diga di Sant’Anna nel territorio di Isola di Capo Rizzuto, in base alle rilevazioni costanti, ad oggi, ha oltre il 30% in meno di acqua e anche le dighe silane ed i fiumi che alimentano la diga non sono messe meglio, con un calo anche in questo caso di oltre il 30%.  Serve pioggia non stop per battere una grave siccità in un inverno caldo e arido ma  in modo da consentire l’accumulo delle riserve idriche nei bacini gestiti dai Consorzi di Bonifica. Ad aggravare gli effetti negativi della mancanza di pioggia è il grande caldo con il 2015 che si è classificato in Italia come l’anno più bollente della storia e le cose – commenta Molinaro – non sono destinate a migliorare visto che gli esperti prevedono che nei prossimi trent’anni ci sarà un  aumento delle temperature di 2 gradi e che creerà effetti negativi che coinvolgeranno la società, le attività economiche e l’ambiente. Occorre pensare anche in prospettiva rilanciando attraverso i fondi comunitari e masterplan  investimenti per sistemi idrici, invasi e impianti di subirrigazione. – chiede Molinaro – non possiamo mettere in pericolo il patrimonio agroalimentare calabrese  che rischia una perdita del 20-30% e che oggi è in fase di forte rilancio. I Consorzi di bonifica hanno una progettualità irrigua e le loro competenze e lavoro va ancora di più valorizzato

Siccità insistente: il Lago Cecita sotto di due metri

COSENZA – Il Lago Cecita, una della maggiori attrazioni naturali nel paesaggio incontaminato della Sila, risente in modo consistente della condizione di siccità che sta caratterizzando l’inverno tuttora in corso. In questo momento, infatti, il Lago Cecita, uno dei principali invasi idrici artificiali del Cosentino, si trova in un periodo di bassa idraulicità e segna solo 1135 metri sul livello del mare, una quota di poco inferiore a quella di 1137 metri fatta registrare in questo stesso periodo del 2014. Del resto, ha confermato un’analisi di Confagricoltura Cosenza che il mese di dicembre appena passato è stato, in Calabria, il più secco dal 1800, con un deficit di precipitazioni pari al 90% e il più caldo degli ultimi 200 anni.

 

Siccità nel crotonese, il Ministero riconosce la stato di calamità naturale

 

Crotone – Il consigliere delegato all’Agricoltura, Umberto Lorecchio, comunica che sulla G. U. del 5 febbraio 2013 è stato pubblicato il decreto del Ministero che riconosce lo stato di calamità naturale per gli agricoltori colpiti da eventi calamitosi verificatesi nei mesi estivi che hanno colpito i nostri territori causando ingenti danni. Gli agricoltori della Provincia di Crotone, al fine di favorire la ripresa economica e produttiva delle proprie aziende, potranno accedere a prestiti ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell’anno in cui si è verificato l’evento dannoso da erogare al tasso agevolato indicato sul decreto legislativo 102 del 29/03/2004 art.5 comma 2,lettera b.

Nel documento approvato le previsioni, contenute nel Piano assicurativo agricolo per il 2012, sono state modificate per consentire l’attivazione di interventi compensativi ex-post del Fondo di solidarietà nazionale, di cui alla legge sopra citata.

Calabria a rischio siccità e la Cia chiede lo stato di calamità

Lamezia Terme (Cz) –  I sette anticicloni tropicali che hanno investito la nostra penisola, non hanno portato disagi solo nel quotidiano del singolo cittadino, ma a sentire la Cia, anche molti danni a uno dei settori portanti dell’economia calabrese, ovvero quello agricolo. “L’ondata straordinaria di caldo verificatasi nelle ultime settimane ha compromesso molti raccolti e il bilancio dei danni”, denuncia il Presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori Mauro D’Acri, per il settore agricolo calabrese diventa ogni giorno piu’ negativo. Sono state fortemente danneggiate, infatti, molte delle colture di punta del settore primario della regione. “A risentire delle ripetute ondate di caldo sono state, soprattutto, le colture stagionali ma – continua la nota – non sono state risparmiate colture permanenti quali vite e olivo. Anche la zootecnia regionale ha registrato un rallentamento della produzione del latte e degli incrementi ponderali degli animali da carne”.  Nel crotonese in particolare, secondo una prima stima, sono stati fortemente e definitivamente compromessi decine e decine di ettari coltivati a ortaggi. Il pomodoro da industria, in special modo, ha risentito del perdurare della terribile combinazione di siccita’ ed elevate temperature che hanno in alcuni casi azzerato le rese del prodotto in campo.  D’Acri, nel chiedere l’intervento della Regione Calabria, ha proposto l’istituzione, presso il Dipartimento Agricoltura, di un tavolo tecnico per avviare un confronto continuo tra gli attori competenti del territorio, individuare collegialmente strategie, misure e progetti funzionali, utili per contrastare il fenomeno della carenza d’acqua, nonché comprendere quali possano essere le strade migliori da percorrere per reperire le risorse necessarie a completare i progetti incompiuti.