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Condivisione e democrazia: questo è l’open source

RENDE – Organizzata dal Club Giovani Soci BCC Mediocrati, in collaborazione con Pan Studio, Hacklab Cosenza e il Cento Studi Software Libero, si è tenuta ieri presso il Centro Direzionale BCC Mediocrati, la manifestazione “Open Source for Open Mind”. L’evento è stato dedicato al dibattito attorno all’adozione del software libero e open source e alle opportunità che se ne possono ricavare per lo sviluppo tecnologico del territorio, al fine della collocazione nel più ampio contesto globale.

Ad aprire la manifestazione il dott. Vincenzo Bruno, membro dell’Hacklab di Cosenza e amministratore della CopyLeft, che ha introdotto al tema del software libero, offrendo una panoramica sull’attuale situazione d’incidenza dello stesso nella sfera professionale e non, presentandone i punti di forza e gli svariati campi di applicazione. Un’utile introduzione al mondo dell’open source che sembra attrarre sempre di più sia all’estero che in Italia non solo istituzioni e imprese: basti pensare che secondo un’indagine recente ben il 65% delle aziende pubbliche e private del nostro Paese utilizza per il proprio business soluzioni di software libero, ma anche privati cittadini.

E’ stato Stefano De Carlo, giovane membro dell’Hacklab Cosenza, a esporre un’interessante introduzione dal titolo “Come migrare a Linux”, mirata a sdoganare agli occhi dei presenti la tematica del passaggio tra sistemi operativi dotati di licenza (nello specifico Windows) all’open source. Forte di un già collaudato percorso formativo sul tema della ‘migrazione’ che si tiene periodicamente all’HackLab, De Carlo ha dimostrato come non vi siano eccessive difficoltà nella passaggio su piattaforme libere come Linux e, soprattutto, come qualsiasi tipo di applicazione di cui è dotato Windows sia reperibile e utilizzabile anche in ambiente open source. All’insegna del motto “workflow, workflow workflow”, De Carlo ha anche illustrato i principi del lavoro in open source e le difficoltà degli operatori del settore derivate per lo più dalle resistenze di molti utenti; sebbene i dati dimostrino che l’uso del software libero sia in forte crescita, a sostegno del fatto che quella che è prima di tutto una “filosofia” sta assumendo pian piano il giusto peso e la giusta risonanza.

A seguire l’intervento del Prof. Riccardo Barberi, Direttore del Dipartimento di Fisica e responsabile al trasferimento tecnologico dell’Unical, che partendo dalla presentazione di alcuni progetti interni all’incubatore d’impresa “Tech Nest” dell’Università della Calabria, ha parlato di “Modelli di Buisness Open Source”. Con un’esposizione ad ampio raggio, oscillante dall’etica del lavoro aziendale all’esempio pratico dell’apporto efficace dell’ “open technology” ai modelli di produzione, il prof. Barberi ha presentato le start-up “Eco4Cloud” (rivolta allo sviluppo di un modello di risparmio ed ecosostenibilità dei datacenter) e Altilia (orientata allo sviluppo di tecnologie semantiche capaci di estrarre informazioni da sorgenti informative web based eterogenee anche non strutturate), portandoli quali esempi di una concreta alternativa alla situazione di stallo economico locale: “un’azienda sana rivoluziona l’aspetto etico e sociale del nostro territorio, nella misura in cui da una lezione su un modus operandi che prende le distanze da assistenzialismi e operati non ortodossi”. Affrontando il tema della “proprietà intellettuale”, lo ha definito come un concetto che andrebbe bypassato a favore invece della “condivisione”; secondo Barberi la tutela andrebbe posta sui progetti che nascono dalle idee, fermo restando che queste, invece, dovrebbero essere rese pubbliche e condivise. Condivisione, apertura e collaborazione sono del resto alle basi delle pratiche open source.

A chiudere i lavori della mattinata, Andrea Panetta di Pan Studio che ha presentato una carrellata di software disponibili in open source, valide alternative ai più noti software a licenza; dai programmi da ufficio, alla grafica, all’editing video, piuttosto che il disegno o la modellizzazione 3D, ai simulatori per lo studio scientifico. Panetta ha dimostrato quanto il mondo dell’open source sia ricco e in continua espansione e ciò grazie al lavoro di alcuni operatori del settore che si impegnano a elaborare e condividere i linguaggi di programmazione, in un ottica di totale democrazia digitale.

La manifestazione ha registrato una buona partecipazione di studenti, addetti al settore e semplici curiosi di apprendere qualcosa in più sull’altra faccia del software “di dotazione”; a chiusura dell’intervento di Panetta, i lavori sono ripresi nel pomeriggio con la presentazione di aziende i cui modelli operativi sono organizzati in open source. Un’opportunità ai giovani del territorio e a quanti siano interessati di conoscere quali sono i principali strumenti in rete gratuiti e liberi utili per gestire le proprie attività, quali siano i vantaggi, non solo di natura economica, che derivano dal loro utilizzo.

 

Giovanna M. Russo