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In arrivo Sila Storytelling. Fare marketing condividendo esperienze

COSENZA – Parco Nazionale della Sila, Parco dello sharing marketing e della condivisione.

Giovedì 15 novembre, alle ore 12 nella sede del Parco Nazionale della Sila a Lorica, si terrà l’incontro “Sila Storytelling – Fare marketing condividendo esperienze”.

Sono previsti gli interventi del commissario straordinario del Parco nazionale della Sila Sonia Ferrari, del direttore facente funzioni del Parco Nazionale della Sila Giuseppe Luzzi, di Antonio Blandi di Officine delle idee, del direttore di LaCnews24 Pasquale Motta, del sindaco di Campana e vicepresidente della Fondazione “Area MaB-Sila” Unesco Agostino Chiarello, dello storico e critico d’arte Gemma Anais Principe.

Al centro del dibattito è “Sila Storytelling”, laboratorio di esperienze, storie, culture che è diventato uno strumento di marketing territoriale e promozionale, con il coinvolgimento dal basso di “cittadini, turisti, viaggiatori” in grado di rappresentare in modo condiviso e partecipato un’immagine diversificata e completa del territorio.

Un’occasione per fare un primo bilancio di un diario di bordo che non finisce qui e che vuole continuare a narrare la grande montagna calabrese.

“Sila Storytelling” è un progetto di lunga durata, che il Parco Nazionale della Sila sta sviluppando con la Fondazone “Area MaB-Sila”, in collaborazione con Officine delle Idee, per raccontare le peculiarità del Parco e dell’area Mab Sila con i loro Comuni, attraverso la tecnica dello storytelling e del digital storytelling (un processo creativo orientato allo sviluppo di storie personali e coinvolgenti in formato digitale). La Riserva della Biosfera “MaB-Sila”, anche grazie al lavoro della Fondazione, sta assumendo un ruolo sempre più importante nella vita del Parco Nazionale della Sila. Vale la pena ricordare che la Riserva silana è la decima Riserva della Biosfera in Italia ed è entrata a far parte di una rete internazionale che ne conta oltre seicento.

Attraverso il progetto Sila Storytelling le storie raccontate (racconti, immagini e video) da turisti, viaggiatori e dalle popolazioni locali, si trasformano in un virtuoso processo partecipato di promozione, valorizzazione e conoscenza del territorio del Parco.

Nell’incontro del 15 novembre verranno rappresentati alcuni dei prodotti e delle attività più significative che si sono realizzate finora. I lavori realizzati sono condivisi sul web attraverso i portali www.silastorytelling.it e www.leggoscrivo.com.

 

 

“Ciak week end”, un cortometraggio che racconti Altomonte

ALTOMONTE (CS) – Un corto che racconti Altomonte e i giorni del Festival Euromediterraneo. È questo il concorso lanciato per l’edizione 2018 (che verrà presentata in conferenza stampa venerdì 27 luglio alle ore 12 nella Sala degli Stemmi del Palazzo della Provincia in piazza XV Marzo a Cosenza), del Festival Euromediterraneo di Altomonte da Officine delle Idee e la redazione del portale dedicato al viaggio e alla scrittura www.leggoscrivo.com, con il patrocinio del Comune di Altomonte.

Al video vincitore andrà un premio in denaro di 400 euro. Ma il Festival Euromediterraneo vuole premiare tutti coloro che parteciperanno con un ingresso gratuito a tutti gli eventi che si terranno a partire dal 12 agosto. “Ciak week end – Paesaggi culturali: docufestival e storytelling – Festival Euromediterraneo di Altomonte 2018” nasce con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale: il paesaggio, luoghi, i personaggi, le storie, gli eventi, le narrazioni potranno partendo dal territorio e dalle peculiarità di Altomonte promuovere il patrimonio culturale materiale e immateriale anche dei territori limitrofi e di tutta la calabria attraverso un racconto filmico, di genere libero (cortometraggio, video art, documentario, breve spot).

I soggetti che intendono partecipare dovranno realizzare il proprio elaborato, della durata massima di 3 minuti, fra giorno 1 agosto e 5 agosto ad Altomonte. Il tema dei lavori dovrà riguardare la narrazione i paesaggi culturali calabresi, del territorio del comune

Altomonte, dei territori limitrofi e del festival. È richiesta la compilazione e l’invio della domanda di iscrizione al concorso Paesaggi culturali scaricabile dal sito www.leggoscrivo.com, all’indirizzo e-mail: info@leggoscrivo.com. L’oggetto della mail dovrà essere “Iscrizione concorso video Altomonte Divino Jazz estate”. La scadenza per l’invio del materiale video è fissata per giorno 9 agosto 2018 entro le ore 23.59. Al primo classificato verrà assegnato un premio in denaro pari a 400 euro e l’accesso libero a tutti gli eventi del Festival Euromediterraneo di Altomonte. A tutti i partecipanti è assegnato un ingresso gratuito a tutti gli eventi del Festival Euromediterraneo di Altomonte a partire dal 12 agosto 2018.

[Interview] Kiave e il suo Storytelling, un racconto in esclusiva per Ottoetrenta

Nei giorni scorsi il noto rapper cosentino Kiave ha presentato il suo ultimo disco a Cosenza. Per l’occasione noi di Ottoetrenta siamo riusciti a fare due chiacchiere con lui, curiosando un po’ nel suo nuovo progetto discografico: Storytelling (Macro Beats Records).  

Chi è Kiave?

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Kiave – ph. Francesco Farina

E’ un ragazzo di Cosenza che si è trasferito prima a Roma e poi a Milano. Ha conosciuto l’hip hop quando aveva 15/16 anni, decidendo di dedicargli la sua vita, prima dipingendo e poi iniziando a scrivere testi. Anzi prima iniziando a fare freestyle, dipingendo, freestyle e poi a scrivere testi! Disco dopo disco, sacrificio dopo sacrificio è arrivato al quarto disco solista più due Ep e altre collaborazioni.

Come nascono i pezzi presenti nel tuo nuovo album Storytelling e come prendono le distanze dal freestyle?

Fino al disco precedente c’era una grossa influenza del freestyle nei miei pezzi, perché comunque sono cresciuto come freestyler. Grazie alle competitions 2theBit prima e MTv Spit dopo, ho ritrovato la voglia di fare freestyle. Per questo ultimo disco, Stereotelling, ho in un primo momento litigato col freestyle, dimenticando e disimparando di saperlo fare, per concentrarmi totalmente sulla scrittura. Alcuni pezzi di questo disco sono dei freestyle, rielaborati da un’ottica diversa, senza autocelebrazione, senza la punchline (rima ad effetto), senza le componenti del freestyle, usando quest’ultimo come un jazzista potrebbe fare con il proprio strumento, cioè pura e semplice improvvisazione, estrema e completa estemporaneità. Penso che quando provi a fare qualcosa di un po’ più estemporaneo viene fuori una parte di te, senza il lato razionale. Quest’ultimo interverrà più tardi, per limare il pezzo dal punto di vista tecnico. In questo disco ci sono dei veri e propri freestyle ritoccati. Far sposare la scrittura e il freestyle mi ha reso completo, ci ho messo un po’ ma sono contento del risultato raggiunto.

Sono passati un po’ più di tre anni dall’uscita del tuo ultimo disco e circa un anno dal mixtape. Come mai hai scelto un tempo così ampio per far uscire il tuo nuovo album?

Ci metto tanto a fare i dischi, per fortuna sono ad assorbimento lento quindi durano un bel po’. Non riesco a fare un disco dopo averne appena concluso un altro perché finirei per dire le stesse cose. Ho provato a fare delle cose nuove, che sono finite nel Fixtape, però non ero ancora contento, non era un disco che riusciva a distaccarsi completamente dal precedente Solo per cambiare il mondo. Quindi ho vissuto, mi sono dedicato ai miei progetti paralleli, ai laboratori che conduco. Vivendo è tornata l’ispirazione per raccontare altre storie. Ho avuto inoltre la fortuna di avere un’etichetta che non mi dice niente, la Macro Beats Records, che attende che il progetto sia pronto per lavorarlo bene. L’arte deve aspettare l’ispirazione, altrimenti diventa come un lavoro in banca dove bisogna rispettare le consegne. Voglio fare dei dischi belli che mi piacciano e che possano piacere a chi mi segue. Tutto ciò dal punto di vista dei testi. Da quello musicale volevo fare un passo in più a livello qualitativo, inserendo molta più musicalità e arrangiamenti nei brani. Ho avuto la fortuna di avere amici musicisti che hanno suonato nel mio disco, tra cui Mirko Onofrio che è anche lui di Cosenza e mi ha aiutato tantissimo nella struttura dei fiati e innestando un approccio molto più musicale nel creare le basi.

In questo disco, come in altri tuoi pezzi, compare spesso la figura di Fabrizio De Andrè. Lo consideri un personaggio fondamentale per la tua crescita artistica?

Assolutamente sì! Mio padre mi faceva ascoltare spesso De Andrè da bambino. Negli ultimi dischi ho scritto dei pezzi che si intitolano come i suoi brani e continue sue citazioni. E’ un fenomeno che in Italia non era mai successo e penso che mai più si ripeterà. E’ stato un genio assoluto. Ogni volta che mi trovo in crisi e che mi perdo nella scrittura, ritorno ad ascoltare i suoi dischi.

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Kiave – ph. Francesco Farina

Qual è il pezzo a cui tieni di più in questo tuo ultimo lavoro?

Sono tutti figli miei, non lo so – afferma Kiave ridendo – Diciamo che ce ne sono un paio. C’è Danza con i tuoi demoni che lo preferisco perché mi ha fatto proprio bene. Quando ho finito quel pezzo e l’ho riascoltato ero contento come se fossi stato dallo psicologo per dieci anni, avevo risolto tante cose e finalmente stavo in pace con i miei demoni. Poi c’è Rum e Sigarette che ha una storia molto travagliata, un pezzo di cuore a cui tengo tantissimo e che sta piacendo molto alla gente. Infine Vivi ora, che ho scritto l’anno scorso a natale, il primo natale lontano da casa. Quella sera mi sono ubriacato da solo nel mio appartamento, ho scritto questo pezzo e ho registrato subito un provino. Nella registrazione si sente che sono ubriaco ma mi ero ripromesso che l’avrei comunque fatto uscire, prima o poi. Gheesa è riuscito a costruirci sotto una strumentale bellissima e sono contento del risultato, perché è stato scritto di getto. Tutti i pezzi che mi fanno stare bene sono i pezzi a cui tengo di più, egoisticamente parlando.

Cosa ne pensi della scena hip hop italiana?

Ne penso bene, sinceramente. In linea di massima la qualità è abbastanza alta, i rapper sono ad un livello interessante. Tra i miei ascolti ho dei rapper italiani in più, rispetto agli anni precedenti. A parte i miei amici di Blue Nox e Unlimited Struggle, ci sono un sacco di ragazzi nuovi che secondo me sono validi, hanno una bella attitudine e mi emozionano, perché ormai tecnicamente sono bravi tutti. Quindi ne penso un gran bene. E’ normale che, dopo l’hype pazzesco che ha avuto negli ultimi anni l’hip hop, ora stia soffrendo a causa del calo fisiologico, ma è giusto che sia così. Tornerà in vetta e sparirà di nuovo, l’ho visto tante volte questo fenomeno. Vorrei che ci fosse più spirito hip hop che rap in Italia, il primo è diventato una realtà ormai frastagliata.

Concludiamo con un’ultima curiosità: quali sono i tuoi progetti futuri?

A marzo partiamo col tour, di cui le date saranno note a breve. Continuerò a fare i miei progetti paralleli di laboratori nei carceri e nelle scuole. Poi dopo il tour si capirà cosa fare. L’importante sarà suonare dal vivo. La prossima data è prevista per il 5 marzo al B-Side di Rende (CS) assieme ad un po’ di ospiti.

Miriam Caruso

ph. Francesco Farina