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Strage familiare di Rende, la figlia avrebbe cercato di difendersi (AUDIO)

RENDE (CS) – Cominciano ad emergere particolari agghiaccianti dalla tragedia che ieri ha colpito Rende, dove una famiglia composta da padre, madre e due figli, un maschio e una femmina, sono stati ritrovati cadavere nella loro abitazione di Via Malta, in Contrada Cutura nei pressi dell’Università. Primo tra tutti che sul corpo della figlia Cristiana, il medico legale pare abbia trovato delle ferite, forse determinate da un tentativo della giovane di difendersi dalla furia omicida. Intanto stamane il procuratore Mario Spagnuolo ha tenuto una riunione in procura.

Di seguito le sue dichiarazioni

“Capaci 25 anni dopo”, all’Unical un seminario con Antonio Nicaso

unical

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – E’ Antonio Nicaso, docente universitario e saggista, l’ospite dell’80° seminario del progetto scientifico-didattico di Pedagogia della R-Esistenza, che si terrà domani, martedì 23 maggio, alle ore 10.45, presso l’aula Solano del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione (cubo 19/B, ponte carrabile). Il Prof. Antonio Nicaso, tra i massimi esperti mondiali del fenomeno mafioso, parlerà di Capaci 25 anni dopo, partendo dal suo ultimo lavoro scientifico L’inganno della mafia, scritto a quattro mani con il Giudice Nicola Gratteri. Il seminario sarà coordinato dai docenti Unical Giancarlo Costabile e Rossana Rossi, e introdotto dai saluti istituzionali del Magnifico Rettore Gino Mirocle Crisci e dal Presidente dell’Associazione antiracket Lucio Ferrami di Cosenza, Alessio Cassano. Dopo la lectio magistralis del Prof. Nicaso, sono previsti gli interventi di Michele Inserra, giornalista de Il Quotidiano del Sud, e Fabio Ottaviani, Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri. «Questa giornata di studio, dichiara Giancarlo Costabile, non vuole essere un’occasione retorica di celebrazione di un lutto nazionale, ma una discussione scientifica vera sulla condizione della lotta alle mafie, a 25 anni esatti dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. Il nostro Paese, conclude Costabile, non ha bisogno di sterili liturgie antimafia, ma di contributi scientifici autorevoli che spieghino le ragioni dello sviluppo del potere criminale, unitamente a politiche culturali efficaci di contrasto alla (sub)cultura della violenza e dell’illegalità».

Pedalata della sicurezza in ricordo degli otto ciclisti di Lamezia Terme, il messaggio degli Explorers Catanzaro

Di seguito il messaggio  indirizzato dagli Explorers di Catanzaro ai familiari e ai compagni di squadra degli otto ciclisti di Lamezia Terme travolti dall’auto di Chafik El Ketani il 5 dicembre 2010. Quello della sicurezza di ciclisti e pedoni è ancora un problema non risolto. 268 ciclisti e 620 pedoni: è il tragico bilancio solo di quest’anno. Nei giorni scorsi l’ennesima vittima: Altea, una ragazza di soli 17 anni. In molte città italiane la mobilitazione di #salvaiciclisti. Ieri, a Lamezia Terme, la seconda pedalata della sicurezza per ricordare Fortunato Bernardi, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Domenico Palazzo, Rosario Perri, Vinicio Puppin, Franco Stranges e Domenico Stranges.

 

 

Lamezia Terme, 18 Novembre 2012

Un altro anno è passato e, come una ferita ancora aperta, rimane il ricordo doloroso di quel terribile 5 dicembre 2010, quando, in una assurda tragedia senza precedenti, otto ciclisti, inermi, sono stati spazzati via, per sempre, da una folle auto in corsa.

Ed è per ricordare che, anche quest’anno, abbiamo voluto riunire la comunità ciclistica catanzarese e continuare a far sentire la nostra vicinanza alle famiglie e ai compagni di squadra, portando, ancora una volta, il messaggio di solidarietà dei ciclisti catanzaresi.

Grazie alla Next Atlas e al Ciclo Club Lamezia, che, organizzando la manifestazione, ci consentono di ricordare gli amici scomparsi e, soprattutto, di tenere viva l’attenzione sul problema della sicurezza dei ciclisti nelle strade.

Ma cosa è cambiato a distanza di due anni? Veramente poco.

Lo confermano, purtroppo, i dati agghiaccianti che forse pochi conoscono: l’Italia è il terzo paese in Europa per il numero di ciclisti morti in strada, ben oltre 2500 sono i ciclisti che hanno perso la vita negli ultimi 10 anni.

Quest’anno siamo già a 217 e l’ultima tragedia risale a pochi giorni fa, nella quale la giovane Altea di soli 17 anni è stata uccisa, trascinata con la sua bicicletta per 300 metri da un fuoristrada impazzito.

Ma essere uccisi, travolti da un veicolo mentre si percorre serenamente una strada pubblica è ancora ammissibile?

Guidare con superficialità e distrazione è ancora un comportamento accettabile?

Quante vittime serviranno ancora per fermare questo disastro?

E’ giunto, ritengo, il momento di dire BASTA! e chiedere a voce ferma alle Istituzioni il riconoscimento dell’elevato valore sociale che ricopre la mobilità ciclistica, il suo sviluppo e la sua tutela.

La sicurezza delle persone che decidono di muoversi in bicicletta deve essere garantita con azioni forti mirate al raggiungimento di una cultura diffusa, nei ciclisti e negli automobilisti, del corretto utilizzo della strada pubblica nel pieno rispetto delle regole della circolazione stradale.

Dobbiamo esigere che le Amministrazioni diventino più attente, perché il movimento ciclistico in Calabria sta crescendo: le strade sono sempre più frequentate dai ciclisti e sono sempre di più i giovani che utilizzano la bicicletta.

La classe politica non può rimanere inerte ma deve, da subito, attuare politiche di controllo, di prevenzione, di divulgazione ma soprattutto di programmazione individuando misure urgenti a tutela della mobilità ciclistica con la realizzazione di percorsi protetti, anche utilizzando l’enorme patrimonio di strade secondarie spesso abbandonate e inutilizzate, affinché non si debbano verificare mai più tragedie simili.

Sono sicuro che Domenico Stranges, Vinicio Puppin, Fortunato Bernardi, Pasqualino DeLuca, Rosario Perri, Giovanni Cannizzaro, Franco Strangis e Domenico Palazzo, stanno apprezzando quello che stiamo facendo ma, soprattutto, già sanno che la loro vita spezzata non rimarrà un inutile sacrificio.
ASD EXPLORERS CATANZARO
IL PRESIDENTE
Antonio Astorino