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Migranti curdi e iracheni sbarcati nel porto di Crotone

CROTONE – Sono 71 i migranti sbarcati nel porto di Crotone da un veliero di 8 metri intercettata e soccorsa poco prima di mezzanotte da una motovedetta del Reparto navale della Guardia di Finanza. Due i presunti scafisti fermati.

I migranti, tra cui otto donne e 15 bambini, tutti in condizioni giudicate buone, sono di nazionalità curda e irachena e sarebbero partiti nei giorni scorsi dalle coste della Turchia.

L’imbarcazione a causa del forte vento di scirocco era stata portata a circa un miglio e mezzo dalla costa all’altezza di Punta Alice nel territorio del comune di Cirò Marina. I finanzieri una volta avvicinato il veliero sono saliti a bordo e l’hanno condotta in porto. I 71 migranti sono stati soccorsi da Croce Rossa e Misericordia e trasferiti per le operazioni di identificazione all’Hub regionale di Sant’Anna. A gestire le operazioni di sbarco, coordinate dalla Prefettura di Crotone, c’erano oltre alla Guardia di finanza anche Polizia di Stato e Capitaneria di Porto.

Immagine di repertorio

«La Calabria è con Gabriele De Grande», l’appello di Oliverio e Corbelli

CATANZARO – La Regione, con il presidente Mario Oliverio e il delegato per la tutela e la promozione dei diritti umani Franco Corbelli, chiede la liberazione del giornalista  Gabriele De Grande, detenuto da 10 giorni in un carcere della Turchia, e lo invitano, una volta libero, a venire in Calabria per documentare e raccontare le positive esperienze di accoglienza ai migranti nella nostra regione. «La Calabria sta con Gabriele Del Grande – rimarca Corbelli –  e chiede e sollecita la sua immediata liberazione. La Turchia non può continuare a violare in modo così brutale i diritti umani. Il documentarista italiano è un appassionato operatore dell’informazione che stava svolgendo il suo importante lavoro per denunciare il dramma dei profughi siriani». «La storia professionale e umana del blogger italiano – prosegue Corbelli – dimostra la sua attenzione e la sua sensibilità al dramma dell’immigrazione. Continuare a tenerlo in carcere, addirittura in isolamento, è una violazione grave dei diritti umani, è la negazione dei più elementari principi di civiltà. La Calabria, con in testa il suo presidente Mario Oliverio, si unisce a quanti, in queste ore, si stanno in tutto il Paese mobilitando per chiedere l’immediata scarcerazione di Gabriele Del Grande che invitiamo, una volta libero, a venire ospite nella nostra Regione perché possa conoscere da vicino la Calabria dell’accoglienza e, con il suo prezioso lavoro, raccontare le belle e significative esperienze di Riace, di Acquaformosa e di Tarsia, piccolo comune, quest’ultimo, della provincia cosentina, dove sta per sorgere il cimitero internazionale dei migranti. Questa Calabria della solidarietà oggi fa sentire forte la sua  solidarietà a Gabriele edesprime grande indignazione per chi come la Turchia continua a tenerlo prigioniero calpestando i più elementari diritti umani».

Hamil Mehdi si difende: mai pensato di andare a combattere

Hamil MehdiCOSENZA – Hamil Medhi, il marocchino di 25 anni arrestato per auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale, si è difeso sostenendo di aver visto i video di propaganda dello Stato islamico “solamente per curiosita’”, e di aver fatto il viaggio in Turchia perché voleva “pregare nella moschea più grande, ma anche più vicina ed accessibile economicamente”. Nell’interrogatorio di garanzia, durato poco più di venti minuti, il marocchino, visibilmente provato, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari di Cosenza, che lo ha sentito per rogatoria, ed ha fornito la sua versione sulle accuse contestategli. Il primo punto affrontato è stato quello dei video. Ed a tale proposito Hamil Medhi ha tenuto a precisare di non essere entrato in nessun sito. “Ho solo visionato dei video su youtube per pura curiosità”. Sul fronte del viaggio in Turchia, da dove è stato espulso e rimandato in Italia perché ritenuto pericoloso, il venticinquenne ha ribadito quanto aveva già detto in passato. Il viaggio ad Istanbul era finalizzato solo “a poter pregare nella più grande moschea. E quella turca è la più accessibile per le spese economiche che bisogna sostenere per arrivarci”. Anche sul tema delle telefonate Hamil Medhi ha voluto puntualizzare al giudice che si è trattato solo di contatti con il cugino che vive in Belgio. “Volevo andare in quel Paese – ha detto – per lavorare, ma quando mio cugino mi ha detto che la situazione è come quella italiana sono rimasto con la mia famiglia”. Alla fine dell’interrogatorio il difensore del marocchino, l’avvocato Francesco Porto, ha chiesto la revoca della misura cautelare e del divieto di colloquio con i familiari. Ma il legale ha commentato anche la normativa approvata nel 2015 che ha reso possibile l’arresto di Hamil Medhi. “Si tratta – ha detto Porto – di una norma che punisce non un reato ma l’intenzione di una persona”. Intanto sul fronte investigativo l’attività non si è certo sopita. Gli inquirenti, infatti, stanno cercando di stabilire se il marocchino possa avere contato su una rete di collegamenti che gli hanno consentito di entrare in contatto con gli ambienti del radicalismo internazionale. Il giorno in cui Hamil Medhi venne fermato nell’aeroporto di Istanbul, ad esempio, sul suo telefono arrivarono ben 18 chiamate da un’utenza che risulta a sua volta in contatto con quella di Anas el Abboubi, il marocchino della provincia di Brescia che si troverebbe in Siria e che fu arrestato nel 2013 con l’accusa di essere il fondatore della filiale italiana di “Sharia4”, il movimento ultraradicale dell’imam belga Omar Bakri, messo al bando nel 2010. Hamil Medhi avrebbe avuto anche contatti con un’utenza belga che a sua volta era in collegamento con quella utilizzata da  Ayoub El Khazzani, l’attentatore del treno Parigi-Amsterdam. Per cercare di trovare elementi utili alle indagini è stato nominato un perito tecnico che ha già avviato accertamenti sul computer e sui telefoni sequestrati al marocchino arrestato. Ad un interprete, inoltre, è stato affidato l’incarico di tradurre tutto il materiale scritto in arabo ed i video scaricati.

Commissioni consiliari sport e cultura incontrano delegazione del Liceo “Scorza” in partenza per la Turchia

COSENZA – Le commissioni consiliari sport e cultura del Comune riceveranno venerdì prossimo 3 maggio, alle ore 11.30, a Palazzo dei Bruzi, una delegazione del Liceo Scientifico “Scorza” di Cosenza, guidata dal dirigente scolastico Mario Nardi, prima della partenza per la Turchia dove, ad Izmir, dal 5 al 12 maggio, prenderà parte alla realizzazione del progetto di stage sportivo “Scuola in movimento”.

A farsi promotore dell’iniziativa congiunta dei due organismi consiliari, il consigliere comunale Mimmo Frammartino la cui proposta è stata accolta da entrambe le commissioni che per l’occasione si riuniranno in seduta congiunta.

L’idea che i ragazzi del Liceo Scientifico “Scorza”, attraverso il progetto “Scuola in movimento, di cui è responsabile il docente Franco Mollo, possano fare esperienze concrete di contatto con realtà sociali di diversa tradizione, come con i ragazzi, di  pari età, di nazionalità turca, partendo dallo sport per abbracciare altri interessi culturali, è non solo apprezzabile, ma merita di essere incoraggiata e promossa.”

All’incontro istituzionale parteciperanno, oltre al dirigente scolastico dello “Scorza” Mario Nardi, anche lo storico cosentino Coriolano Martirano che di recente ha condotto in Turchia ricerche e studi storici di particolare interesse anche per la Calabria, il presidente provinciale del CONI Pino Abate, e l’imprenditore Sergio Mazzuca, titolare dell’azienda orafa “Scintille”, che donerà, per suggellare il gemellaggio scolastico tra Cosenza e la città turca di Izmir, una creazione raffigurante Bernardino Telesio. Alla spedizione in Turchia del Liceo “Scorza”  parteciperanno, oltre al preside Nardi e ai docenti Franco Mollo e Giulio Cundari, 8 studenti selezionati dalla scuola e che fanno parte anche della squadra di basket dell’istituto.