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“Verso il 25 aprile”: al Disu Unical una settimana di seminari aperti a tutti

RENDE (Cs) – Importante iniziativa per il 25 aprile organizzata dal Disu Unical, il Dipartimento di studi umanistici dell’Università della Calabria. In occasione della festa della Liberazione, infatti, che è la data costitutiva dell’Italia democratica, i docenti del dipartimento terranno lezioni aperte a tutti, dedicate alla riflessione sulla dittatura nazifascista, sulla resistenza e sulla liberazione, con riferimenti alla vita culturale e intellettuale italiana ed europea.

“I seminari sono rivolti agli studenti dei corsi del secondo semestre, ma sono aperti a chiunque avverta in questo momento il bisogno della memoria e della riflessione”, spiega il professor Raffaele Perrelli, direttore del dipartimento, illustrando così le ragioni di una manifestazione che mette in campo un’intera settimana di seminari per approfondire il significato di questa data sotto molti aspetti, da quello storico-politico a quello letterario, dalla filosofia alla linguistica, solo per citarne alcuni.

Si comincia già lunedì 17 alle 16.30 in aula Iris con il seminario April 25th with Gianni Rodarimentre martedì 18 saranno molti gli incontri che si svolgeranno tra la mattina e il pomeriggio, compreso quello alle 11 in aula Alcaro con il professor Perrelli, dal titolo Il fascismo e il bimillenario virgiliano del 1930. I seminari proseguiranno fino al 24 aprile. L’intero programma è consultabile sui canali social e web del Disu Unical. Un’occasione unica, preziosa, non solo per gli studenti ma per tutti i cittadini. per riflettere, imparare, ricordare.

PROGRAMMA: Verso il 25 aprile_

Intelligence, Domenico Talia (Unical): “Lo sviluppo delle tecnologie digitali utilizzato come soft power per costruire supremazia politica ed economica”

RENDE (Cs) – “Algoritmi, dati e Democrazia. Persone e macchine nell’Impero degli algoritmi” è la lezione tenuta da Domenico Talia, professore ordinario di sistemi di elaborazione delle informazioni all’Università della Calabria e vice presidente della Società Italiana di Intelligence, al Master in Intelligence dell’ateneo di Arcavacata, diretto da Mario Caligiuri.

Il relatore, nel corso della lezione, ha esplorato il ruolo delle tecnologie e il loro impatto sulle nostre vite, il lavoro, la società e le libertà individuali. Partendo da due significative citazioni, una del filosofo tedesco Martin Heidegger “Le conseguenze della tecnologia sono tutt’altro che tecnologiche” e l’altra dell’informatico olandese Edsger W. Dijkstra “L’informatica non riguarda i computer più di quanto l’astronomia riguarda i telescopi”, la discussione ha evidenziato come le tecnologie non siano mai neutrali ma, al contrario, impattano sulla società.
È stato poi analizzato dal docente il concetto di algoritmo e la sua trasformazione da strumento-oggetto a soggetto che agisce sull’uomo. Per Talia “gli algoritmi sono così onnipresenti nei nostri dispositivi digitali da influenzare la nostra interazione con il mondo esterno”. Ha proseguito ripercorrendo la storia degli algoritmi, i cui primi esempi vanno rintracciati oltre 3.000 anni fa nell’antica Babilonia, sino all’invenzione del primo calcolatore elettronico nel 1939, elencando le sue successive e fondamentali tappe tra cui la prima comunicazione tra due computer nel 1969, l’invenzione del web nel 1991 al CERN di Ginevra e l’introduzione sul mercato dell’iPhone nel 2007.
Proseguendo, il professore ha analizzato due figure storiche che hanno dato vita e forma all’informatica: Alan Turing e John von Neumann. Entrambi sono stati fondamentali nello sviluppo dei calcolatori elettronici, ma non hanno vissuto sufficientemente a lungo da osservare l’evoluzione di Internet e la comunicazione tra computer. Questo ci ricorda quanto rapidamente le tecnologie possano evolversi e come gli innovatori di oggi stiano costruendo sulle fondamenta del passato.
Dai due padri dell’informatica, si è giunti all’epoca degli algoritmi di machine learning e deep learning, quali tecniche avanzate di intelligenza artificiale che permettono ai computer di imparare automaticamente dai dati e migliorare le loro prestazioni. Il docente ha spiegato infatti che il machine learning si basa sull’addestramento di un modello matematico, attraverso l’analisi di un insieme di dati, capace di imparare a riconoscere schemi e relazioni nei dati stessi e fare quindi previsioni o prendere decisioni. Il deep learning è, invece, un sottoinsieme del machinelearning che utilizza reti neurali artificiali, ispirate queste ultime al funzionamento del cervello umano e in grado di elaborare informazioni in modo gerarchico.
Il docente, partendo dalla citazione dell’economista Luigi Zingales “oggi 20 programmatori di Google influenzano la vita di 2 miliardi di persone ogni giorno”, ha illustrato l’importanza dei dati nel contesto dell’informatica e del potere in mano a pochi programmatori e aziende capaci di condizionare le scelte di milioni di persone.
Talia ha inoltre affrontato il tema della compravendita di dati e informazioni nel mondo digitale e la loro apparente gratuità che, in realtà, nasconde uno scambio di valore sottolineando, al contempo, l’importanza di normative che siano in grado di frenare questo frenetico e continuo scambi di dati con tutti i rischi ad essi associati. Ha proseguito ricordando come l’efficacia degli algoritmi ponga soprattutto problemi di trasparenza e controllo. Il Regolamento europeo sulla Protezione dei Dati Personali (il cosiddetto GDPR), all’art. 22, prevede infatti che le persone hanno diritto a ricevere spiegazioni sulle decisioni automatizzate prese dagli algoritmi. Eppure, come ha evidenziato il relatore, “spesso nemmeno i programmatori riescono a comprendere come questi sistemi giungano alle loro conclusioni. Tutto ciò solleva questioni etiche e di regolamentazione che coinvolgono governi e legislatori.”
Il potere degli algoritmi, ha sottolineato il relatore, si riflette anche nella lotta geopolitica, in particolare tra Stati Uniti e Cina quali principali avversari nell’imporsi come leader nel campo delle tecnologie digitali. Ha quindi affermato che “lo sviluppo delle tecnologie digitali, negli ultimi decenni, è stato utilizzato come una forma di esercizio di soft power per costruire forme di supremazia politica ed economica”. L’Europa, pur in ritardo, sta cercando di recuperare posizioni in termini di sovranità digitale, mentre la Russia si concentra quasi unicamente sugli attacchi cyber.
Talia ha rilevato che la corsa al 5G è un esempio di questa lotta per il potere: la Cina sta cercando di imporsi come leader nel settore, ma gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno reagendo con misure volte a proteggere le proprie infrastrutture e i dati dei cittadini.
Per il docente il progresso tecnologico potrebbe portare a sviluppare algoritmi sempre più autonomi, capaci di prendere decisioni e operare senza l’intervento umano. Questo scenario, ovviamente, solleva ulteriori dubbi e preoccupazioni sul ruolo dell’uomo nell’era digitale e sulla possibilità che gli algoritmi possano un giorno sostituire l’élite cognitiva che li crea e li gestisce.
Ha poi analizzato il termine Big Data, evidenziando le quattro V che lo caratterizzano: Volume, Velocity, Variety e Veracity. Il relatore ha sottolineato l’importanza della quinta e aggiuntiva caratteristica del Value, ovvero il valore che possiamo ricavare dai dati attraverso l’utilizzo di algoritmi intelligenti.

Ha quindi descritto la cosiddetta società dell’informazione, dove le persone sono le informazioni che ricevono e che producono. Noi stessi, ha aggiunto, “siamo i grandi produttori di dati”.
Talia ha concluso spiegando il concetto di algocrazia, quale “potere che si sposta dai luoghi della democrazia a quelli di chi progetta e vende le tecnologie digitali che organizzano la nostra vita”. Questo fenomeno, ha precisato il docente, “solleva il rischio di generare una dittatura dell’algoritmo che porta alla diffusione di notizie false, le cosiddette fake news, che generano profitto per le piattaforme su cui vengono condivise. L’economia dell’attenzione costruita da queste piattaforme con la produzione di fake news diventa un’economia dell’ignoranza”.

“Primavera in Unical”: martedì 21 marzo partono gli “open days”

RENDE (CS) – La “Primavera in Unical”, quest’anno, darà il via alle attività di orientamento con gli “open days”, rivolti a chiunque volesse conoscere le strutture, i servizi e le attività dell’Università della Calabria.
Dalle ore 9.00 alle ore 13.00, presso il Centro Congressi “Beniamino Andreatta”, infatti, sarà possibile visitare gli stand dei dipartimenti e delle strutture dell’Ateneo per ottenere informazioni sui corsi di studio e sui servizi offerti, quali il counselling, il servizio disabilità, i servizi didattici e di mobilità internazionale e quelli relativi al diritto allo studio. Sono già più di 20 gli istituti scolastici ed oltre 1500 gli studenti che hanno prenotato la partecipazione a questa prima giornata di orientamento.

Potranno essere richiesti dettagli sul bando aperto di ammissione anticipata ai corsi di laurea triennale e magistrale a ciclo unico per il prossimo anno accademico, che in base ai risultati dei Tolc (Test on line Cisia), dà la possibilità di garantirsi subito il posto al corso prescelto. Il test deve essere prenotato nelle modalità indicate a questo link. La prima sessione dei Tolc all’Unical si svolgerà nelle giornate del 29, 30 e 31 marzo 2023.
“Primavera in Unical” promuove un primo contatto con la realtà universitaria, guidando i giovani nella scelta consapevole del percorso universitario più incline alle proprie aspirazioni ed attitudini.

Anche quest’anno, così come avvenuto in passato, è stato allestito uno spazio specifico dedicato alle famiglie, con l’obiettivo di promuovere il confronto, la riflessione, il dialogo e l’ascolto genitoriale, utile per sostenere i figli nella costruzione del loro progetto di vita individuale e professionale. Saranno presenti anche le associazioni studentesche che operano nel Campus. Per ulteriori informazioni e dettagli è possibile consultare il seguente link: https://www.unical.it/didattica/orientamento/contents/news/view/6866-primavera-in-unical/

Gratteri al Master in Intelligence dell’Unical: «Per contrastare le mafie c’è bisogno di hacker»

RENDE (8.3.2023) – “Le mafie minaccia alla sicurezza nazionale” è il titolo della lezione tenuta da Nicola Gratteri, Procuratore della Procura della Repubblica di Catanzaro, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Gratteri ha iniziato la lezione con la narrazione di un evento storico di grande importanza per la ‘ndrangheta, ovvero il summit del 1969 a Montalto, al quale parteciparono varie famiglie di ‘ndrangheta, riunite per stabilire un concetto fondamentale: l’unitarietà della organizzazione. I partecipanti alla riunione però non sapevano di essere ascoltati e controllati dalle forze dell’ordine, avvertite da una soffiata effettuata dalle famiglie di Reggio Calabria. Questa circostanza consentì l’arresto di oltre 70 capimafia e l’ottenimento della certezza investigativa relativa all’unitarietà della ‘ndrangheta. Tale concetto, pur rappresentando un vero e proprio “spartiacacque tra vecchia e nuova ‘ndrangheta”, verrà però formalizzato giudizialmente solo nel 2010 con la pubblicazione della sentenza relativa all’operazione “Crimine”.

Il Procuratore si è poi soffermato sull’importanza e sull’evoluzione storica della “Santa”, introdotta dall’organizzazione criminale a metà degli anni Settanta per consentire ad alcuni loro affiliati di aderire alla massoneria deviata. Nonostante le polemiche ed i disaccordi all’interno dell’organizzazione sui doveri del santista, principalmente sollevati dai capimafia Domenico Tripodo ed Antonio Macrì relativi alla preminenza degli interessi della Santa sugli interessi della ‘ndrina, l’istituzione della Santa determinó un’indubbia evoluzione, stravolgendo i paradigmi dell’organizzazione. Con il passaggio alla Santa, già c’era nella testa degli strateghi della ‘ndrangheta il concetto di mafia unica e soprattutto avviene un cambiamento dei riferimenti che, da ora in poi, non saranno più i santi cattolici protettori, bensì dei personaggi di rilievo dell’epoca rinascimentale e massoni, come Garibaldi, Mazzini e Cavour.

Il nuovo riferimento simbolico da ora in poi infatti sarà la massoneria, e ciò comporterà un’evoluzione da meri esecutori a veri e propri decisori.

Gratteri sottolinea quindi attraverso la Santa gli ndranghetisti entrano in contatto con professionisti, pubblici amministratori, bancari e anche con magistrati. Nascono, quindi, “nuove regole e nuovi livelli” che prevedono che chi sta sopra possa sapere cosa avviene nei livelli sottostanti, ma non viceversa. Si è trattato di un vero e proprio “salto di qualità che ha fatto entrare la ‘ndrangheta nella stanza dei bottoni”, in modo non solo di decidere chi debba vincere gli appalti, ma persino se e quali opere debbano essere costruite.

Gratteri ha poi evidenziato come per i decenni successivi si è continuato a considerare la ‘ndrangheta una mafia poco influente. Ció le ha permesso di crescere come una “forma parassitaria all’interno del sistema legale”, continuamente in cerca del consenso sociale per far riconoscere potere e prestigio. Questo è avvenuto, per esempio, tramite l’acquisto di squadre di calcio o diventando imprenditori di successo grazie a operazioni di riciclaggio, rese possibili dalla collaborazione com commercialisti e professionisti capaci.

Il Procuratore ha quindi sottolineato come la ‘ndrangheta, nel perseguire “una forma di investimento e di pubblicità” si sia dimostrata estremamente generosa con la Chiesa, con molteplici azioni finalizzate a donare soldi per ottenere prestigio e consenso. Gratteri si è poi soffermato sulle modalità di ricerca di potere e credibilità anche tramite la politica, sottolineando che “i mafiosi vivono tra di noi, ci assomigliano sempre più e vivono nel territorio. Votano e fanno votare, chiedendo il consenso elettorale” in modo da acquisire crediti per cogestire la cosa pubblica.

A seguire è stato affrontato il tema delle estorsioni e dell’usura, azioni tramite le quali le mafie “marcano il territorio” per delimitare il confine del locale di ‘ndrangheta.

Tali metodi vengono utilizzati come veicolo per il riciclaggio tramite lo sfinimento dell’usurato che viene obbligato a cedere l’attività di sua proprietà, che verrà utilizzata per produrre false fatturazioni, garantendo al mafioso di riuscire a pagare le tasse e giustificare la propria ricchezza, che poi investe in altre attività o che gli permette di fare una vita lussuosa. Il Procuratore si è allora soffermato sulle modalità operative mafiose sempre più complesse e raffinate, che rendono difficoltoso provare sul piano investigativo il contrasto a tali attività criminali. A tale riguardo ha sottolineato anche il “lento sgretolamento delle azioni antimafia” che depotenzia la possibilità di agire nel contrasto alle mafie, anche a causa del numero non adeguato di magistrati e di forze dell’ordine.

Inoltre, le sfide odierne richiederebbero l’assunzione di hacker ed ingegneri, per un contrasto adeguato alle mafie che operano sempre di più attraverso il mondo digitale. Tale criticità risulta di particolare gravità a fronte delle ingenti somme messe a disposizione con il PNRR.
Gratteri ha quindi rilevato la necessità di investire in istruzione anche per rendere più efficace il contrasto alle mafie. Ha sottolineato come sia apparentemente più facile gestire “il popolo ignorante” e come il drastico abbassamento di etica e morale nella cultura occidentale “ci rende molto deboli, con il rischio di essere fagocitati da culture più forti, come quella musulmana e quella cinese”.

Stimolato dalle numerose domande degli studenti, il Procuratore ha affrontato numerose tematiche, legate anche a episodi di cronaca come quella relativa al mantenimento dell’anarchico Cospito al regime del 41bis. Gratteri ha sottolineato che, a suo parere, il Ministro della Giustizia abbia fatto bene a confermare il 41bis “per non cedere al ricatto e non permettere agli altri di percorrere la stessa strada”. “Bisogna verificare – ha aggiunto – che non siano le mafie ad appoggiare tale operazione e che non siano loro a sovvenzionare anche le manifestazioni fuori dal carcere”. A proposito di carceri, Gratteri le ha definite “una miniera dal punto di vista informativo”, rilevando la necessità di aumentare gli agenti della Polizia Penitenziaria preposti al monitoraggio dei detenuti mafiosi.

 

In merito all’intelligence ha, infine, sottolineato il grande contributo che i Servizi danno al Paese, contrariamente ad una idea diffusa che essi operino sempre in modo opaco. Per Gratteri, è sbagliato l’approccio da parte di alcuni commentatori nel descriverli poiché “sono indispensabili per l’esistenza stessa del Paese e mai dovrebbe essere messa in discussione la loro funzione”.

Unical, Marco Valentini nominato presidente onorario della sezione “Intelligence”

Rende (6.2.2023) – Il prefetto e consigliere di Stato Marco Valentini è stato nominato Presidente onorario della Sezione “Intelligence” dell’Università della Calabria, coordinata da Mario Caligiuri.

Succede al Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, che ha ricoperto l’incarico dall’atto dell’istituzione dell’organismo nel 2008 fino al 2010, seguito dal prefetto e consigliere di Stato Carlo Mosca, recentemente venuto a mancare.

Marco Valentini, dopo una lunga attività di consulenza legale nel settore dell’intelligence per la sicurezza della Repubblica – dirigendo, dal 1997 al 2004, la Rivista istituzionale di intelligence “Per aspera ad veritatem ” – è stato Prefetto della Repubblica a Lecco e a Grosseto. Ha quindi svolto la propria attività presso il Dipartimento della pubblica sicurezza e, dal 2017, le funzioni di Direttore dell’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Interno, prima di assumere all’inizio del 2020, l’incarico di Prefetto di Napoli per essere poi nominato dal Governo, nell’ottobre del 2021, consigliere di Stato.

Dal 2014 insegna diritto penale presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università “Cattolica” di Milano ed è docente del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, che ha contribuito a fondare e che anima fin dalla prima edizione del 2007. È attualmente direttore responsabile della rivista quadrimestrale “Amministrazione Pubblica” e cura la collana editoriale “Il Grifone, democrazia, istituzioni, etica del servizio pubblico” per l’Editoriale Scientifica di Napoli.

“La nomina di Marco Valentini – ha detto Mario Caligiuri – ci è sembrata la scelta più opportuna, a conferma della collaborazione prestigiosa che ha costantemente assicurato allo sviluppo degli studi nell’intelligence in Italia e nel nostro ateneo, che nel corso degli anni si è ritagliato uno spazio significativo a livello nazionale in questo delicato e importante settore di studi”.

La Sezione “Intelligence”, istituita nel 2009 come Centro di documentazione scientifica sull’Intelligence, ha svolto una intesa attività di diffusione della cultura dell’intelligence nel nostro Paese.

Da ricordare, la collana “Intelligence”, in collaborazione con la casa editrice Rubbettino, che finora ha edito 36 volumi, affermandosi come la collana scientifica del settore più significativa in Italia. Tra i testi pubblicati, la ricostruzione storica dell’intelligence attraverso alcune delle figure più rappresentative della storia repubblicana, da Francesco Cossiga ad Aldo Moro, da Giulio Andreotti a Enrico Mattei.

Inoltre, va menzionato “Materiali di intelligence”, curato proprio da Marco Valentini e Mario Caligiuri, che ripercorre le attività delle prime quattro edizioni del Master dell’Ateneo calabrese, giunto quest’anno al dodicesimo ciclo. Infine, devono essere ricordati i volumi raccolti negli “Studi di intelligence” compendio delle tesi finali degli studenti del Master, che affrontano in maniera scientifica e creativa i temi più innovativi del settore.

La Sezione ospita le attività di tirocinio per studenti del Master; svolge ricerche ed analisi; promuove convegni, giornate di studio e presentazioni di libri; assicura collaborazione scientifica al Master e ai Corsi di laurea della disciplina; gestisce e implementa il sito “Intelligence Lab”; custodisce l’archivio, dove sono raccolte pubblicazioni, materiali, tesi, ricerche, relazioni inerenti l’intelligence e le discipline collegate; promuove l’Università d’estate sull’intelligence che finora ha svolto tre edizioni a Soveria Mannelli; collabora con altri atenei e con la Società Italiana di Intelligence.

Cosenza, l’Unical seleziona le 10 idee di impresa che nasceranno nel centro storico: ecco i progett

Oltre cinquanta le candidature registrate da “Cosenza Open Incubator”, il bando per progetti di cultura e turismo emanato dall’ateneo nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo

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È dell’Unical il progetto prescelto dal Consiglio di Ricerca Europeo per il Centro-Sud

RENDE (CS) – Un progetto sui temi della filosofia antica, presentato dal docente Christian Vassallo, del dipartimento di Culture, educazione e società, fa sì che l’Unical vinca il primo Consolidator Grant finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (Erc). 

Gli Erc Consolidator Grants sono finanziamenti pensati per supportare ricercatori eccellenti nella fase della carriera in cui vogliono consolidare il proprio team o ricerca indipendente. Il bando è aperto a ricercatori che abbiano dai 7 ai 12 anni di esperienza dall’ottenimento del dottorato.

I Consolidator Grants 2022 sono stati assegnati a 321 ricercatori di tutta Europa con un finanziamento per un valore totale di 657 milioni di euro e fanno parte del programma Horizon Europe dell’Unione europea. Aiuterà gli scienziati con alle spalle un dottorato e dai sette ai dodici anni di esperienza, a perseguire le loro linee di ricerca più promettenti.  Le sovvenzioni saranno investite in progetti scientifici che abbracciano tutte le discipline della ricerca, dall’ingegneria alle scienze della vita e alle discipline umanistiche. Sono stati solo 21 i progetti selezionati che saranno realizzati in Italia: dieci nel campo delle Scienze sociali e umanistiche, sette in Scienze fisiche e ingegneria e quattro nelle life science. Il progetto del docente Unical è uno dei dieci nel settore Scienze sociali e umanistiche, ed è l’unico del Centro Sud Italia.

La proposta di ricerca presentata dal professor Vassallo (dal titolo Apathes – Assessing Philosophical Authors and Texts from Herculaneum and elsewhere on Early Stoicism: Insights into ancient logic, physics, and ethics towards a new von Arnim) rientra nel campo delle Scienze sociali e umanistiche ed ha ottenuto il finanziamento massimo previsto per ogni Consolidator Grant, ovvero 2.000.000 di euro per 60 mesi. La selezione è particolarmente rigorosa, basti pensare che in Italia nel 2021 sono stati finanziati solo 12 progetti.

Christian Vassallo ha studiato lettere classiche all’Università di Napoli “Federico II”, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in filosofia antica. Dopo diversi soggiorni di ricerca in Germania e corsi avanzati di papirologia e paleografia in Italia e all’estero, è stato per cinque anni Team Member del Progetto Europeo Erc-Starting Grant 241184- PHerc, Junior Research Fellow presso l’Istituto per il Lessico Europeo e la Storia delle Idee del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-ILIESI) di Roma; Principal Investigator e Wissenschaftlicher Mitarbeiter presso l’Universität Trier; Fulbright Scholar e Distinguished Chair of Ancient Philosophy presso l’Università di Notre Dame (USA). I suoi principali interessi di ricerca riguardano la papirologia filosofica, in particolare i papiri di Ercolano, la filosofia presocratica e la dossografia, il platonismo e lo stoicismo, e la ricezione del pensiero greco nella filosofia moderna e contemporanea.

«Sono particolarmente fiero di questo importante riconoscimento europeo, che si aggiunge ai tanti traguardi nella ricerca che da un po’ di tempo l’Unical continua a collezionare – ha detto il rettore Nicola Leone – È interessante che questo finanziamento sia stato concesso nel campo degli studi umanistici: conferma che stiamo lavorando nella giusta direzione per centrare l’obiettivo strategico che ci siamo posti, ovvero migliorare la progettazione di ricerca in generale e favorire l’acquisizione di fondi di ricerca particolarmente nelle aree socio-umanistiche, che hanno maggiori difficoltà ad intercettarli.

Abbiamo, per questo, dato una delega alla Progettazione di Ricerca, creato un apposito ufficio, previsto opportuni incentivi per i vincitori (in questo caso il docente potrà ottenere la chiamata diretta a professore ordinario all’Unical) e messo in campo una serie di attività di formazione e accompagnamento alla presentazione delle proposte di ricerca». 

L’Unical sta dimostrando una crescita importante anche su questo fronte, come testimonia il recente arrivo del vincitore della call “Marie Skłodowska-Curie Individual Fellowships”, Christian Ferlaino che ha scelto il nostro ateneo e, in particolare, il dipartimento di Studi umanistici per il suo progetto di indagine etnomusicologica. Così come altri due ricercatori vincitori di bandi Marie Skłodowska-Curie Actions (Msca), Marino De Luca e Giorgio Fedele, hanno scelto Unical come sede per i loro progetti di studio. E ancora arriverà presto nel nostro ateneo anche Giuseppe Brunetti, dalla University of Natural Resources and Life Sciences di Vienna, che è risultato vincitore del programma giovani ricercatori “Rita Levi Montalcini” e ha scelto proprio l’Università della Calabria come sede di lavoro per il suo futuro. 

«L’Unical diventa, quindi, sede ideale – ha concluso il Rettore – per giovani ricercatori e per intercettare fondi per progetti. Per questi brillanti risultati voglio ringraziare, in particolare, Francesco Valentini, presidente della Commissione Ricerca e Terza Missione del senato accademico, Andrea Attanasio, responsabile dell’area Ricerca, innovazione e impatto sociale e tutto il personale di questa importante area tecnico-amministrativa».

Unical, Fiammetta Borsellino all’inaugurazione dell’Anno Accademico del Polo universitario penitenziario

RENDE (CS) – Si terrà mercoledì 1 e giovedì 2 febbraio, in collaborazione con il Centro residenziale – Area socialità e terza missione – e con l’Area ricerca, innovazione e impatto sociale (ARIIS) – public engagement, l’inaugurazione del quinto anno accademico del Polo universitario penitenziario (Pup) dell’Università della Calabria, istituito nel 2018 grazie al protocollo d’intesa fra l’Unical e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – provveditorato regionale per la Calabria, ma nei fatti operativo da circa un decennio, divenendo un importante presidio didattico per chi vive in condizione di privazione della propria libertà e un ponte solido dell’università verso il sociale. 

La due giorni dedicata all’inaugurazione, che vedrà la gradita partecipazione  di Fiammetta Borsellino, prenderà il via mercoledì 1 febbraio, a partire dalle ore 17.15, presso l’University club dell’Università della Calabria, con i saluti istituzionali del rettore, Nicola Leone, e gli interventi di Franco Prina, presidente della Conferenza nazionale dei delegati dei rettori per i poli universitari penitenziari (CNUPP), Liberato Guerriero, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria (PRAP) della Calabria, Pietro Fantozzi, coordinatore del Consiglio scientifico del Polo universitario penitenziario, e Francesco Raniolo, presidente Centro arti musica e spettacolo. Alle ore 17.45 prenderà la parola Fiammetta Borsellino. Seguiranno gli interventi di Patrizia Piro (prorettore Centro residenziale), Antonio Costabile (delegato Missione sociale), dei referenti Pup per i dipartimenti dell’ateneo: Alessandro Diddi (DiSCAG), Yuri Perfetti (DiSU), Francesca Veltri (DiCES), Marilena Lanzino (DFSSN), Ercole Giap Parini (DiSPeS), e dei direttori delle case circondariali e di reclusione Maria Luisa Mendicino (CR Rossano e CC Cosenza), Mario Antonio Galati (CC Castrovillari), Emilia Boccagna (CC Paola), Patrizia Delfino (CC Catanzaro), Angela Marcello (CC Vibo Valentia), Caterina Arrotta (CR Laureana di Borrello). L’evento in programma all’Unical sarà introdotto e moderato da Franca Garreffa, responsabile delle attività didattiche degli studenti del Pup.

Giovedì 2 febbraio i lavori dell’inaugurazione proseguiranno nel teatro della Casa di reclusione di Rossano, a partire dalle ore 10.00, introdotti dai saluti istituzionali di Maria Luisa Mendicino, direttore della Casa di reclusione di Rossano, Francesco Scarcello, prorettore dell’Università della Calabria, Luca Muglia, garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Pietro Fantozzi e Franca Garreffa del Pup Unical, Elisabetta Ciambriello, comandante della Polizia penitenziaria della Casa di reclusione di Rossano. 

Alle ore 10.30 dopo l’introduzione di Franco Prina, presidente della CNUPP è in programma la prolusione di Fiammetta Borsellino, a cui seguiranno le testimonianze degli studenti del Pup, gli interventi degli alunni e dei docenti delle scuole di secondo grado di Corigliano – Rossano, Rende, Torano, dei tutor del Pup, dei presidenti e dei volontari delle associazioni Quercia di MamreLiberamente e Verso Itaca. I lavori saranno moderati da Carla Chiappini, giornalista e coordinatrice della redazione Ristretti Orizzonti (AS1 Casa di reclusione di Parma).

Entrambe le giornate si concluderanno con lo spettacolo teatrale ‘Una lunga attesa’ di Fabrizio Romagnoli, a cura dell’associazione culturale Casamatta, regia di Massimo Leggio. La rappresentazione teatrale in programma mercoledì 1 febbraio, presso l’University club, è a ingresso gratuito.

Per informazioni: segreteria.pup@unical.it; tel. 0984 493933

IL PROGRAMMA

L’Annunziata diventerà un ospedale universitario: nel 2026 i primi studenti Unical

Unical, Regione, Azienda ospedaliera e Inrca uniscono le forze per risollevare la sanità. Firmati gli accordi che sanciscono l’avvio di un percorso che, tra alcuni anni, porterà alla trasformazione dell’Annunziata in ospedale universitario

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