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Zanfini (Unla Roggiano) a Oliverio: “Investire in cultura per affermare tendenze”

ROGGIANO GRAVINA (CS) –  Investire maggiormente sulla cultura è come strumento terapeutico per uscire dalla crisi della politica calabrese: è quello che chiede Andrea Zanfini,in qualità di dirigente Unla (sezione distaccata C.C.E.P. di Roggiano Gravina), in una lettera aperta al Governatore Oliverio, lettera che riceviamo e di seguito pubblichiamo:11713592_10205833840543116_1542540094_n

“Illustre Presidente Oliverio, sia gradita questa mia, per rappresentare la riflessione di un giovane calabrese, a Lei indirizzata per il ruolo che ricopre in seno alla maggioranza del PD calabrese, contro cui, da più giorni, in molti stanno schierandosi, certamente dimenticando che non è di per sé la compagine di sinistra sotto accusa, ma l’intero sistema della politica regionale. Non è da oggi che la Calabria vive momenti difficili. La sofferenza del popolo calabrese è, ormai, nota anche in Europa, poiché profili bui si susseguono da anni, trovando le loro radici tra le vicissitudini che hanno coinvolto ed influenzato le scelte politiche di chi governava o stava all’opposizione, giungendo a scatenare feroci dinamismi in grado di generare crisi culturale, sociale ed economica. È mancata, in Calabria, la sintonia culturale giusta: il livello di sinergie tra forze politiche e competenze di settore ha registrato interventi che per nulla, credo, hanno conosciuto linee guida intellettuali o tenuto conto di esigenze emerse all’esito di analisi razionali. Mi è parso di capire, che il fare dei governanti la Calabria ed i calabresi, sia stato, fino ad oggi, maledettamente ispirato ad una logica di chiusura nei riguardi delle nuove e future generazioni e ad un modello di potere che poco o niente ha inteso aprirsi al confronto con le restanti e contrapposte forze politiche. Sarà per la mia giovane età, per il desiderio di contribuire alla crescita dei nostri territori e per gli insegnamenti ricevuti in famiglia, di fortissimo impegno nei confronti della gente, che mi ritrovo a seguire, dispiaciuto, quelli che sono gli sviluppi quotidiani delle vicende che stanno contribuendo a qualificare la Calabria come la regione d’Italia in posizione non classificabile su molti versanti ed a renderla ridicola agli occhi di un’ Europa che, diciamocela tutta, non è mai venuta a farsi un giro dalle nostre parti, per capire come la gente muoia di fame. Perché in Calabria, davvero, esiste questo genere di folla, che quotidianamente impone a sé stessa, anche quei quantitativi di coraggio necessari per non cedere agli atti di disperazione più estrema o ai compromessi umilianti la dignità umana ed il rispetto delle regole legali. Dinnanzi alle notizie che, spopolando tra giornali e servizi televisivi, interessano la Calabria, ho smesso di gridare allo scandalo e non per rassegnazione ma perché, con presa di coscienza sincera, riconosco che se la nostra regione è in caduta libera, è per colpa di una mentalità caduca di conoscenza, che non ha dedicato spazi alla cultura costellata di infallibili progetti e concreti tentativi di progresso sociale. Guardo gli esempi a me offerti più da vicino. I periodi in cui si è registrata fortissima, a Roggiano, la presenza dell’Unla, non erano ricchissimi nè in termini economici e neppure sotto il profilo dello sviluppo sociale. Eppure, il modello organizzativo adottato dal Centro di cultura popolare, in cui ognuno poteva contribuire al progresso della conoscenza per settori, ha dettato sapere, distribuendo beni e bene, consentendo, altresì, di affermare la Calabria come una porzione di territorio che se agente nel rispetto delle regole, è capace di crescere e migliorare ogni singolo suo abitante. La politica di quei tempi apprezzava quanto si realizzava in quegli ambienti, fucine di cultura e qualcuno, ancora oggi, rammenta i volti gioiosi della gente che, sin dall’inizio dei corsi, si sentiva ricca, poiché consapevole della garanzia di trovare, all’esito degli insegnamenti, un lavoro onesto, in tutto il resto del Mondo. Oggi, garanzie non ve ne sono. In nessun ambito sociale o settore lavorativo. E continueranno a mancare fino a quando non si deciderà di costruire, sul serio e da capo, gli strumenti in grado di fornire, innanzitutto, le basi di un sapere preciso. Sapere, dunque, compiuto su cosa serve, cosa è necessario ed in quali luoghi risulterebbe più opportuno individuare le misure necessarie per edificare le basi di una solida stabilità sociale ed economica.

Le certezze che ai calabresi vengono offerte, allo stato attuale, sono esclusivamente millantate e da ritenersi inesatte, gonfiate al solo fine di renderle credibili. I settori che, in Calabria, necessitano di concreti e mirati interventi, sono tanti. Alcuni dei quali indispensabili per la vita dei cittadini. Penso, allora, alle responsabilità di cui dovrà farsi carico il prossimo delegato regionale alla cultura. Prima di ogni altro aspetto, infatti, è la cultura a meritare maggiore considerazione; investire in essa equivarrebbe a porre la firma sull’affermazione di tendenze che altro non potrebbero fare se non incentivare, in ordine ai molteplici ambiti, la ricerca dei nostri Atenei, lo sviluppo di un’educazione mirata, la promozione di momenti valorizzanti le capacità dei calabresi. E per farlo, i tempi impongono coesione sociale, apertura al confronto, coinvolgimento, prima di tutto, nelle strutture di vertice, di giovani che appartenenti alla società civile e certamente non sprovveduti, siano capaci, perchè spinti da ideali sinceri e notevoli, di saper ascoltare per proporre soluzioni e giungere a rifornire i territori di quello che è dichiarato abbiano bisogno. Non potrà spaventare, la giovane età di un individuo, perché alcuni, fra essi, hanno titoli a sufficienza ed esperienze maturate con dedizione e passione e tutte da raccontare. Nulla dovrà contare il colore politico sino ad oggi perseguito da ognuno, perchè i partiti sono in crisi e la loro funzione, oggi, in linea con il pensiero ideologico comune a tutti, non può che essere quella di individuare sul territorio personaggi o gruppi organizzati volenterosi di costruire e far del bene davvero. Lo chiede il futuro, mentre la storia raccomanda alla prudenza nelle scelte da adottare perché i passi da compiere risultano essere di fondamentale importanza per la vita dei cittadini calabresi, non solo fra le mura della regione, ma nei contesti mondiali. Un territorio che non si impone di promuovere principi culturali giusti e sani orientamenti sociali, con difficoltà potrà consentire ai propri consociati di emergere professionalmente ed in maniera eccelsa.

A Lei, esimio Presidente, le scelte migliori e giuste. Ossequio

Dott. Andrea Zanfini Dirigente UNLA Roggiano Gravina