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Sequestrate 100mila uova di Pasqua non a norma

COSENZA – I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno sequestrato, al termine di ispezioni in diversi negozi cittadini, oltre 100 mila uova pasquali decorative carenti dei contenuti informativi e pericolose per la salute dei consumatori.

I primi esercizi sottoposti a controllo sono stati quelli che nel periodo festivo avevano registrato, più di altri, un anomalo incremento di clienti.

Gli ulteriori accertamenti hanno portato alla scoperta di prodotti non a norma, prevalentemente importati dalla Cina, quali uova decorative o neutre, giocattoli e gadget richiamanti i simboli della pasqua posti in vendita in violazione delle prescrizioni indicate dal Codice del Consumo. Solo parte dei prodotti si trovavano sugli scaffali mentre la maggior parte era nascosta in magazzini o locali ricavati all’interno dei negozi.

Oltre al sequestro dei gadget pasquali sono stati due i titolari di punti vendita segnalati alle autorità per l’accertamento delle violazioni per le quali sono previste sanzioni fino a 25.000 euro.

Uova prodotte in Calabria contaminate dal Fipronil. L’asp ordina l’immediato richiamo

CATANZARO – A seguito di un controllo ufficiale effettuato dai componenti del servizio veterinario Area C dell’Asp di Catanzaro, diretto dal dottore Giuseppe Caparello, con sede a Lamezia Terme, è stata riscontrata la presenza di uova contaminate dal Fipronil. Pertanto è necessario la restituzione di tali uova ai servizi  veterinari delle Asp territorialmente competenti poiché ilprodotto mette a rischio la salute dei consumatori. Lo comunica una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda Sanitaria di Catanzaro.
Il prodotto contaminato ha il seguente nome commerciale: UOVA FRESCHE CAT. A; il marchio del prodotto è: UOVA ROSSE; la ragione sociale con cui il prodotto è commercializzato: AZIENDA AGRICOLA TOMAINO ROSINA – Serrastretta (Cz) località San Nicola n. 5. Con riferimento al lotto di produzione le uova riportano stampigliato il codice 3IT129CZ079. Il marchio di identificazione dello stabilimento è IT 079047. Il richiamo è relativo alla confezione da 30 uova.

Secondo quanto comunicato dall’Asp le uova oggetto del controllo superano la dose acuta di riferimento del Fipronil pari a 0.72 mg/kg.  Per questo non devono essere consumate ma consegnate ai servizi veterinari delle Asp competenti per territorio.
Il Fipronil è un insetticida che agisce contro pulci, zecche e parassiti spesso presenti nel pollame. Ha un effetto ritardato: l’insetto, cioè, non muore subito ma resta in vita e va a contaminare la colonia di insetti da cui proviene- E’ questa una delle ragioni per cui il Fipronil è efficace. L’Unione Europea però ne vieta l’utilizzo su tutti gli animali destinati all’alimentazione.
Ad oggi non ci sono state conseguenze per il consumo di uova al Fipronil. Se si mangia un uovo contaminato non succede nulla. Quello che può provocare effetti più gravi è il consumo continuativo di uova e prodotti derivati (come dolci, creme, pasta all’uovo, mayonese o carbonara) per circa una settimana o dieci giorni. Negli uomini non c’è rischio di morte ma i sintomi, come ad esempio sonnolenza e reattività ridotta, non compaiono subito, possono passare alcune ore ma anche giorni, dipende dalle quantità ingerite e dal soggetto che le ingerisce. Chi rischia di più sono i bambini, gli anziani e tutti quei soggetti che hanno già patologie ai reni o alla tiroide.

Uova contaminate, Coldiretti, «Obbligatorio indicare l’origine per tutti i prodotti agricoli»

COSENZA – Le uova contaminate al FIPRONIL, un’insetticida che normalmente viene usato contro pulci, acari e zecche negli animali da compagnia e proibito per gli animali da consumo che non dovrebbe mai entrare in contatto con l’essere umano, hanno coinvolto il Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania e Francia.  È fondamentale per Coldiretti fare attenzione  nell’acquisto e leggere le indicazioni sul guscio delle uova di gallina. Il codice riportato  con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica il Paese d’origine (es.IT), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. «Proprio in queste occasioni si comprende di più l’importanza dell’indicazione di ORIGINE che da certezze al cittadino – consumatore e che  – afferma Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – dovrebbe essere garantita su tutti i prodotti agricoli ed alimentari: una richiesta che Coldiretti esige  ormai da anni alle Istituzioni Europee.   Invece ci troviamo con un’Europa ancora incomprensibile e titubante che continua a ritenere l’origine obbligatoria su tutto il cibo una distorsione commerciale e non un dovere per assicurare una competizione trasparente basata sulla qualità oltre ad un sacrosanto diritto per i consumatori di poter scegliere liberamente il cibo da comprare in base all’origine del prodotto agricolo utilizzato che è un fattore decisivo che offre sicurezza alimentare. In Calabria, il consumo medio pro-capite è di 247 uova all’anno con una produzione Regionale di circa 75 milioni di uova in allevamenti specializzati e circa 24 milioni di uova in allevamenti rurali per autoconsumo, quindi importiamo da fuori Regione circa 79 milioni di uova di gallina annui, cioè il 44% di quello che consumiamo. E’ un comparto che ha performance di crescita soprattutto nelle aree interne».  «Scegliere quindi  – prosegue – le uova prodotte in Calabria ed in Italia significa maggiore sicurezza alimentare; gli allevatori calabresi hanno e stanno investendo molto nella qualità  della produzione partendo dal benessere animale fino alla selezione dei cereali utilizzati nell’alimentazione delle galline.  Una ragione in più per rafforzare la sicurezza alimentare e non rinunciare alla difesa del Made in Italy in Europa e nel Mondo con accordi scellerati come il C.E.T.A. che rischia di annullare in modo particolare i primati dell’agricoltura italiana».

 

Vendeva uova di fagiano sul web, denunciato per truffa

COSENZA – Vendeva sul web uova di fagiano che in realtà non sono mai state recapitate all’acquirente. Per tali motivi un uomo di Scalea è stato deferito all’Autorità Giudiziaria dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Paola per il reato di truffa. L’attività investigativa del personale Forestale è iniziata nei mesi scorsi su segnalazione di un uomo che aveva acquistato, tramite un annuncio su internet le uova. Il venditore una volta ricevuto il pagamento, tramite ricarica della sua carta Postepay non ha effettuato la spedizione di quanto venduto rendendosi in seguito irreperibile all’acquirente. L’acquirente, un uomo originario di Paola, ha quindi denunciato il tutto al personale della Forestale che attraverso le indagini è risalito nei giorni scorsi al venditore deferendolo all’Autorità Giudiziaria.

Vandali a “passeggio” sulle uova delle tartarughe marine

Palizzi (RC). E’ successo sulla spiaggia di Palizzi, a Reggio Calabria.I primi bagnanti che sono scesi in spiaggia ieri mattina, hanno subito notato che tutti gli ombrelloni, lasciati sul litorale anche di notte, erano stati  gettati in mare da alcuni vandali. E controllando il tratto, opportunamente recintato dai ricercatori del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria, in cui due o tre esemplari di “Caretta Caretta” circa un mese fa avevano deposto le uova, si è fatta l’amara scoperta: i teppisti erano arrivati anche li, passeggiando tranquillamente sulle uova. Non resta che augurarsi che sotto i loro piedi le uova non siano rimaste del tutto o in parte danneggiate.

La bontà del cioccolato in un gesto di solidarietà

COSENZA – Si avvicinano le feste di Pasqua e scocca l’ora delle uova di cioccolato. Al latte o fondente è davvero difficile resistere alla golosità e alla dolcezza. E non solo per i più piccini. Ancora meglio se la tentazione può essere abbinata ad un gesto di solidarietà. Diverse le associazioni che approfittano di questa ricorrenza per organizzare momenti di raccolta fondi a sostegno delle proprie attività o di specifici progetti. È il caso, tra le altre, dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) che oggi, sabato 23 marzo, e domani, domenica 24, allestisce il proprio gazebo a Reggio Calabria, in piazza San Giorgio al Corso, e a Cosenza in piazza XI Settembre.

La SLA è una malattia neurodegenerativa progressiva che al momento non consente la guarigione. In Italia si calcola che siano circa 5.000 le persone colpite, anche se risulta complesso avere contezza precisa nei numeri per la difficoltà della diagnosi nella fase iniziale. Il lavoro da fare è davvero tanto sia per quanto riguarda la ricerca sia per restituire ai malati la dignità che la malattia toglie loro. L’AISLA si occupa di tutto questo e molto di più. Uno sguardo attento è rivolto anche alle famiglie che convivono con le difficoltà e il dolore dei propri cari: figli o genitori, mariti o mogli, sorelle o fratelli che si consumano pian piano con il progredire della malattia. È di appena qualche mese fa la vicenda delle proteste e dello sciopero della fame contro i tagli decisi dal governo centrale.

L’iniziativa “I dolci buoni” fornisce a tutti l’opportunità di conoscere più da vicino questa realtà, i progetti che si sviluppano sul territorio e soprattutto le persone e le storie che li animano. Con un contributo minimo di 10 euro presso i banchetti allestiti nelle piazze di Reggio Calabria e Cosenza si può dare una mano per la realizzazione di progetti mirati al sostegno dei malati di SLA presenti nelle due province. In cambio si portano a casa le uova di Pasqua e le colombe artigianali realizzate dell’Apar (Associazione pasticceri reggini). Un flusso di solidarietà dal territorio al territorio: dalla produzione locale di dolci alla vicinanza di persone e famiglie che nelle nostre comunità affrontano spesso nell’isolamento il loro dolore.

L’impegno dell’AISLA parte proprio dalla necessità di non far sentire soli i malati. Nell’inevitabilità della fine diventa indispensabile fornire non solo un valido supporto medico e sanitario, ma soprattutto un affiancamento sul piano psicologico, senza trascurare gli aspetti burocratici che l’avanzare della malattia presenta.

Cristian Filice, referente del distaccamento di Cosenza, non nasconde la sua soddisfazione: “Queste iniziative sono molto importanti per la nostra associazione che opera ogni giorno a sostegno dei malati e delle famiglie con l’obiettivo di creare percorsi assistenziali che possano migliorare la qualità della vita delle persone afflitte da SLA. Auspico una grande partecipazione da parte della cittadinanza e grazie ai fondi che raccoglieremo andremo avanti nella realizzazione e nel supporto di importanti progetti, alcuni già attivati, come la creazione di gruppi AMA (Auto-Mutuo-Aiuto)”.

L’uovo come simbolo di nuova vita, dunque, di rigenerazione e di speranza per chi purtroppo rischia di perderla insieme a piccoli pezzi di sé, ogni giorno.

Mariacristiana Guglielmelli

 

Di neuroblastoma e altri tumori si parla a Gerace in vista dell’appuntamento “Cerco un uovo amico”

GERACE (RC) – La Sezione geracese “Diego Saraceno” dell’Associazione Nazionale Carabinieri, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Gerace, organizza per sabato 9 marzo una conferenza dibattito sul tema “Il neuroblastoma e gli altri tumori cerebrali pediatrici”. L’incontro avrà luogo nella Sala Conferenze del Museo Civico di Gerace (Palazzo Tribuna) con inizio alle ore 17:30: dopo il saluto del Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, relazioneranno l’oncologo ed endocrinologo Giovanni Condemi ed il pediatra Francesco Mammì, entrambi dirigenti medici dell’A.S.P. 5 di Reggio Calabria.

Il neuroblastoma è la prima causa di morte per malattia in età prescolare e, nello specifico, si tratta di una forma tumorale che colpisce le cellule nervose dei gangli simpatici. Nell’età pediatrica, tale patologia rappresenta la terza neoplasia per frequenza dopo le leucemie e i tumori cerebrali. La diagnosi di neuroblastoma va eseguita e confermata in un istituto di cura specializzato, effettuando analisi mirate per stabilire il grado di estensione della malattia (stadio) e decidere la cura appropriata.

Negli ultimi anni – grazie ad un notevole sforzo cooperativo internazionale tra i maggiori centri pediatrici europei, americani e giapponesi – sono stati sviluppati protocolli di terapia basati sul rischio di ricaduta della malattia e sulle caratteristiche genetiche del tumore, piuttosto che sullo stadio della patologia. Grazie al consenso internazionale sulla nuova classificazione, negli ultimi dieci anni sono stati sviluppati nuovi protocolli di terapia che tengono conto del rischio del paziente. Si è registrato un notevole progresso nella comprensione delle caratteristiche biologiche, da associare alle diverse caratteristiche cliniche di questa malattia così da identificare almeno due diversi quadri di neuroblastoma. Anche se molto resta da fare – mentre tutti i clinici e i ricercatori stanno lottando per migliorare la cura del neuroblastoma sorretti in gran parte da organizzazioni come l’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma Onlus di Genova –, grazie ai nuovi protocolli la sopravvivenza dei bambini malati è passata dal 50% registrato nei primi anni ’80, all’attuale 70%.

L’Associazione per la Lotta al Neuroblastoma è socia dell’Istituto Italiano della Donazione che ne verifica, annualmente, i processi gestionali e l’uso trasparente delle donazioni.

Per sostenere la ricerca, il sodalizio organizza per la prossima Santa Pasqua la manifestazione nazionale “Cerco un uovo amico”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio di: Marina Militare, Guardia di Finanza, Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Aeronautica Militare, Esercito Italiano, Vigili del Fuoco, Rai Segretariato Sociale. Con un’offerta minima di dieci euro potrà essere acquistato un “uovo amico” ed aiutare così la ricerca sul neuroblastoma e sui tumori cerebrali pediatrici.

Nella Locride, a Gerace, la campagna di solidarietà “Cerco un uovo amico” è sostenuta e attuata dalla locale Sezione “Diego Saraceno” dell’Associazione Nazionale Carabinieri, e sarà lanciata in occasione dell’incontro di natura scientifica che si terrà il prossimo sabato presso il museo civico cittadino.

 

 

Cariati: manca poco alla schiusa delle uova di tartaruga

CARIATI (CS) – Tartaruga Caretta Caretta, siamo agli sgoccioli dalla schiusa delle uova. Il termine massimo previsto è la prima decade di agosto. È stata creata una barriera protettiva e un corridoio, quest’ultimo utile anche per i visitatori, in modo da favorire l’ingresso in mare ai piccoli. Così facendo li si protegge dalla luce artificiale. È questo quanto fa sapere l’assessore alla comunicazione e alle politiche ambientali Sergio Salvati che proprio oggi (mercoledì 1) insieme al sindaco Filippo Sero si sono recati sul posto a dare un aiuto. Siamo tutti in attesa – dichiarano il sindaco Sero e l’assessore Salvati– perché un evento del genere è davvero più unico che raro. Ci auguriamo che tutto vada per il meglio. La partecipazione e comprensione dei cittadini di questi mesi – continuano –  è stata apprezzabile e per questo motivo li ringraziamo. Il corridoio creato oggi – concludono Sindaco e assessore al city marketing – è stato realizzato ad hoc per dare la possibilità di assistere ai visitatori al momento spettacolare e naturale che ci apprestiamo a vivere tra qualche giorno. Insieme agli amministratori, anche il Dott. Urso stretto collaboratore del Professor Antonio Mignozzi del dipartimento di ecologia dell’UNICAL, responsabile del progetto TARTACARE e, la Dott.ssa Elena Madeo biologa dell’area marina protetta di Isola Capo Rizzuto. Tanti sono stati anche i cittadini volontari che hanno dato il loro contributo alla realizzazione del corridoio.