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[#CiNerd] Wonder Woman, la recensione

Uscito da pochi giorni nelle sale, Wonder Woman è il nuovo film di casa Warner, diretto dalla regista Patty Jenkins, distintasi 14 anni fa per Monster.

Nata nel 1941 dalle idee di William Moultom Marston e della moglie Elizabeth, Wonder Woman fu creata per donare alle donne un simbolo di indipendenza e di forza, nonché di emancipazione dall’universo maschile. Molte furono le polemiche che accompagnarono questo controverso personaggio, un po’ per i vestiti troppo succinti, un po’ per la personalità decisamente spregiudicata nonché per la sessualità ambigua, tutte tematiche molto difficili e osteggiate nel momento storico della sua creazione.

 

« Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in più il fascino di una donna brava e bella. »
(William Moultom Marston)

LA TRAMA

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Nata in una comunità di Amazzoni nell’isola di Themyscira, la piccola Diana si trova a crescere in un luogo paradisiaco fatto di cascate e giornate di sole, senza l’ombra di conflitti o guerre. Tuttavia, nonostante la fiera opposizione della madre, la regina Hippolyta (Connie Nielsen), Diana sente in sé il germe dell’avventura e, con l’aiuto della zia Antiope (Robin Wright), intraprende un percorso di addestramento per imparare l’arte della guerra. È proprio durante questi duri allenamenti che una giovane Diana (Gal Gadot) scopre, per puro caso, di possedere poteri straordinari, di essere ancora più forte delle già potenti donne guerriere che popolano l’isola e, ancor di più, percepisce dentro di sé la necessità di utilizzare queste doti straordinarie per un obiettivo più grande. Le sue richieste vengono esaudite quando il pilota americano Steve Trevor (Chris Pine) atterra sulle coste dell’isola per fuggire dai soldati tedeschi. Nel salvarlo da morte sicura, Diana scopre che nel mondo fuori da Themyscira si sta combattendo una delle guerre più sanguinose della storia: la Prima Guerra Mondiale. Diana non ha dubbi: è stato Ares, dio della guerra, ad aver scatenato tanta violenza nel genere umano, perciò decide di partire insieme a Steve per cercarlo e distruggerlo.

IL COMMENTO

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Molto atteso dal pubblico, Wonder è sicuramente un cinecomic godibile, ricco di effetti speciali e di momenti di sana comicità. Dal punto di vista narrativo, il film rispetta in modo ottimo la storia originale, apportando qua e là delle modifiche, ma mantenendo salda la struttura base, così da non far storcere troppo il naso ai puristi del fumetto.

Tuttavia la sfida raccolta da Patty Jenkins era forse troppo difficile. La Diana non ancora Wonder Woman non convince appieno: troppo ingenua, troppo retorica e bandiera dell’ormai inflazionato “Amor Vincit Omnia” e non sempre supportata da Gal Gadot che, seppur bellissima, pecca spesso di poca espressività. La nostra eroina è ancora nella fase iniziale della scoperta di sé, ma sembra comunque troppo sprovveduta, se non nei momenti di guerra vera e propria in cui, invece, sfodera uno spirito combattivo e aggressivo.

Troppe anche le domande rimaste senza risposta: come mai l’isola di Themyscira è protetta da una cupola, ma Steve non ha nessuna difficoltà a oltrepassarla? Perché Diana possiede dei poteri così speciali? Una piccola risposta arriva nel finale ma, a parere di chi scrive, non ha avuto i giusti approfondimenti. Anche la comunità di Amazzoni non è stata in alcun modo analizzata e presentata al grande pubblico nei suoi aspetti essenziali quali la gerarchia, le attività di sussistenza e soprattutto la sessualità, lati che valeva la pena rappresentare soprattutto in un panorama cinematografico dove scarseggiano le storie tutte al femminile.

Ma la vera occasione mancata sta nell’aver caratterizzato molto poco i villains. Nel percorso verso la distruzione di Ares, Diana incontrerà sul proprio cammino il perfido Generale Ludendorff (Danny Huston) e la geniale quanto folle Doctor Poison (Elena Anaya): chi sono questi personaggi? Qual è il loro personale background? Quali i fantasmi o gli aspetti della propria vita a tormentarli? Tutti interrogativi aperti che, speriamo, vengano svelati nei successivi film incentrati sull’eroina DC.

COMPARTO TECNICO

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Dal punto di vista tecnico, il film si mostra in linea con il classico cinecomic con effetti speciali davvero notevoli e con un ottimo lavoro sulla profondità di campo. Ottima anche la resa della Guerra Mondiale, con una giusta rappresentazione delle trincee e del campo di battaglia, ricreando l’atmosfera angosciosa e di paura tipica di quel periodo storico. Peccato per l’uso eccessivo dell’effetto rallenty nelle sequenze di combattimento, che appesantiscono in modo notevole i movimenti e la fluidità delle inquadrature.

CONCLUSIONE

Wonder è un film da vedere, coinvolgente e divertente. L’intrattenimento offerto è anche sopra la media rispetto ai cinecomics che abbiamo già visto, ma c’è ancora molto da attendere prima di vedere la vera Wonder Woman in azione, così come noi attendiamo il seguito in modo da poter dare un giudizio più completo ed obiettivo.

Noemi Antonini

[games] La RainFall su Metroid, ecco Sky calls

metroid-sky-calls-fan-filmSta girando sul web da ieri uno short movie dedicato ad uno dei cavalli di battaglia della Nintendo, Metroid. Questo corto sta già riscuotendo un successo rilevante, conta infatti, in un solo giorno, circa trecento mila visualizzazioni. La casa di produzione è la Rainfall films, già famosa sul web per un corto su Wonder Woman del 2013 che ha avuto un grande successo negli States e che ha raggiunto le due milioni di visualizzazioni. Il regista Sam Balcomb ha partecipato ad entrambi i video e allora, li avete 11 minuti a disposizione? Diamo un’occhiata insieme forza!

Il video si intitola “MetrMEtroidoid: The Sky Calls” e racconta una piccola avventura della nostra eroina preferita, interpretata, questa volta, da Jessica Chobot famosissima presentatrice/giornalista/autrice del mondo nerd.

Il video è autofinanziato e gli autori tengono a far sapere che la Nintendonon ha partecipato in nessuna maniera alla sua realizzazione“. Che sia un’opera di marketing per aiutare l’azienda a rialzarsi dai tanti crolli finanziari?

Daniele Ferullo