SANREMO / La storia del Festival e la vittoria di Antonio Maggio

Altra giornata frenetica nella sala stampa del Palafiori,che dal 15 Febbraio porta il nome del grande Lucio Dalla, scomparso lo scorso anno pochi giorni dopo la sua ultima apparizione sul palco dell’Ariston. 
Questo è l’anno della celebrazione delle personalità che hanno reso grande la kermesse sanremese.
Tra questi il grande Mike Bongiorno, che in tempi non sospetti portò il festival ai fasti dei giorni odierni, e al quale la città di Sanremo ha dedicato una statua a pochi metri dal teatro Ariston. Altra personalità che ha contribuito a far sì che Sanremo sia Sanremo è il mito vivente Pippo Baudo, colui che ha inventato tutto e tutti, e che detiene il maggior numero di presenze alla conduzione della manifestazione canora. La storia del Festival racconta sul palco le storie del Festival, ricordando i debutti da lui battezzati.
In sala stampa ecco Simone Cristicchi che con calma e serenità inizia a parlare del suo nuovo album uscito il giorno di San Valentino,”Album di famiglia”. Succede cosi una cosa del tutto particolare. Che il ricciolone, invece di promuovere i brani 
sanremesi, devia il discorso su un altro brano dell’album. Il cantautore romano manda in diffusione “Laura”, una “carezza” rivolta all’attrice Laura Antonelli della quale tutti ormai conoscono le difficili condizioni di vita in cui è costretta a vivere. Più volte il poliedrico Simone nomina un altro brano dell’album, “Magazzino 18”.
Alla domanda: Come mai è così legato a questi due brani, e poi a Sanremo ne presenta altri due?“Simone risponde: “Per vivere almeno un Festival in tranquillità”.
Bah! Sarà  ma ” Laura” è veramente un pezzo da pelle d’oca.
E’ la volta poi di Daniele Silvestri. Altro cantautore di indiscussa bravura, ma perchè non parlare del suo Sex Appeal? E’ risultato essere l’artista più sexy del Festival, sia per la sua esteriorità che per la sua pacatezza che mette a disagio anche la donna più sicura di sè.
 RESOCONTO – Quarta puntata del 63esimo Festival della Canzone Italiana.
Siamo tutti esausti dalla A alla Z. Serata dedicata al Sanremo Story. La Littizzetto fa da Mannequin a copie conformi in tutto,
fuorchè la taglia. I big, chi da solo, chi in compagnia, eseguono le canzoni che hanno fatto la storia di Sanremo, senza brillare particolarmente.
Sono in pochi a rimanere sobri e a ricordare che si ha a che fare con pietre miliari della musica italiana da non ridurre in polvere. Daniele Silvestri esegue con semplicità, ma mai con sufficienza “Piazza Grande” a ricordare Lucio Dalla. 
Simona Molinari interpreta “Tua” di Jula De Palma, accompagnata al piano dal maestro Cincotti e dal chitarrista Franco Cerri; non esagera e rimane sempre elegantemente in equilibrio.
Mai banale, ma sempre geniale l’interpretazione di Elio e le Storie Tesefeat Rocco Siffredi, un grande uomo, una  grande band, piccoli stumenti per ” Un bacio piccolissimo”.
Un’astemia ” Ma che freddo fa” per il timido ubriaco Max Gazzè.
Chiara canta in modo chiaro “Almeno tu nell’universo” difficile da giudicare la sua interpretazione, che lascia tutti noi di radio e tv private con un dubbio: è brava oppure no??
Per la prima volta un artista salta un esibizione per il proprio credo religioso. Stiamo parlando di Raiz, frontman degli Almamegretta, che fanno di tutto una prima.Al suo posto due partenopei sconosciuti  al mondo della musica commerciale, il cantante reggae Coleman e il  rapper Clementino, che insieme alla storica band stravolgono positivamente “il ragazzo della via Gluck” in a reggae muffin’ style. 
Il maestro Bollani gioca con la musica, artisticamente parlando, rendendo irriconoscibile un brano come “Papaveri e papere”…. Antonio Maggio in sala stampa
Ed è il momento dei giovani….
LA VITTORIA DI ANTONIO MAGGIO – Voglio raccontarvi un’altra storia nella storia. Lo scorso anno, mentre stavo lavorando ad un intervista, il mio amico e collega di Radio Venere, Antonio Russo, mi chiede se ho voglia di intervistare un ragazzo pugliese che per un granello di sabbia è rimasto fuori dalla finale di Sanremo giovani. Fuori dalla sala trovo questo ragazzo incappucciato e coperto dalla testa ai piedi. Oltre alla delusione di non essere passato alla selezione, l’influenza ha  fatto il resto. Ci sediamo su un gradino e non sapendo chi fosse, comincio a chiedergli del suo passato artistico. Suo papà ha un passato da preparatore dei portieri dell’Amantea, lui, patito di calcio, è stato il vincitore con gli Aram Quartet di X Factor.
Alla prima domanda, “Se ti chiedessi di spiegare la regola del fuorigioco alle donne che ci ascoltano?” lui si mise a ridere. Da quel sorriso rubato è nata una bella amicizia. Quel ragazzo è Antonio Maggio, il vincitore di Sanremo Giovani 2013.  Nei 364 giorni dopo quell’intervista sui generis, ho seguito il suo percorso, finchè un giorno mi scrive che salirà sul palco dell’Ariston con il brano “Mi servirebbe Sapere“. Dopo qualche mese gli comunico che anche io sarei stata al Festival, e che certamente i suoi impegni non ci avrebbero permesso di poter chiacchierare come al solito, lui mi contraddice, ed io ribadisco. Un sentore mi diceva che per una serie di Fortunati  eventi non avremmo potuto chiacchierare granchè. E’ stato bello condividere con lui piccoli istanti  prima, durante e dopo il Festival. In questo anno mi ha reso partecipe di una foglia della palma del leone della vittoria sanremese.
Dalla nostra inviata, Monica Fusaro

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