“Una notte “… di cinema a Cosenza

Il regista Toni D'Angelo

COSENZA – Nelle prime serate fresche d’autunno ritorna la voglia di tepore e Cosenza offre, agli amanti del genere, tre serate di cinema. Dopo “Diciottanni il mondo ai miei piedi” e “L’ultimo re”, chiude con “Una notte” la rassegna di cinema indipendente “Mm d’autore”, promossa dal Comune di Cosenza, in collaborazione con Indicinema e la casa di produzione romana Ars Millennia production.

Protagonista della serata Toni D’Angelo, giovane e talentuoso regista napoletano – voluto a Cosenza dall’attrice Isabel Russinova, curatrice della rassegna nonché direttore artistico del Teatro “Rendano” – che ha presentato la sua opera d’esordio al cinema Italia-Tieri.

Una passione nata quasi per caso, racconta al pubblico presente, che lo ha portato nel tempo a ricevere premi importanti e a collezionare preziose collaborazioni: inevitabile il riferimento ad Abel Ferrara e dunque il riconoscimento ed il ricordo di un’esperienza professionale altamente gratificante. Naturalmente immediato il collegamento con il padre Nino, attore anche nel film in visione. Durante l’intervista che ha preceduto la proiezione, passaggio obbligato sulla figura paterna e sull’incidenza nella carriera artistica del regista. Discorso che approda poi alle riflessioni sul contesto cinematografico italiano e sulle unicità che lo rendono diverso rispetto al panorama europeo ed americano, con accenni alla recente mostra del cinema di Venezia e alle polemiche sollevate da Marco Bellocchio. Una disputa tra mercato cinematografico e produzione indipendente di qualità che i cinefili conoscono ormai da tempo.

Una scena del film

Magia del cinema: buio in sala, titoli d’apertura e il pubblico accantona le chiacchiere per lasciarsi rapire dalle immagini. “Una notte” è il racconto di una serata “brava” durante la quale cinque quarantenni (impersonati da Riccardo Zinna, Luigi Iacuzio, Alfonso Postiglione, Stefania Troise, Salvatore Sansone) si ritrovano dopo molto tempo per l’improvvisa morte di un loro amico. Ma è soprattutto la rivelazione di vite in crisi che appaiono per quello che realmente sono nell’ombra della notte. Paradossalmente il buio sembra accendere la luce su percorsi personali disordinati e amari. Una Napoli malinconica e poetica fa’ da sfondo ad un viaggio disincantato che spazza via ogni illusione. Nino D’Angelo è il tassista Raffaele, che come un moderno Virgilio accompagna i protagonisti nella notte, nella città, alla scoperta di se stessi.

Un film che certamente avrebbe meritato un pubblico più folto delle dieci persone circa presenti in sala. Numero esiguo a cui si possono sommare solo i giornalisti che si sono trattenuti durante l’incontro con il regista. Rimane il dubbio se tale assenza sia da attribuire ad una concomitanza di eventi in città, ad una scarsa pubblicità o semplicemente al fatto che chi, come da programma, si è recato in Piazzetta Toscano non ha trovato alcun avviso o indicazione sull’effettiva collocazione della manifestazione. Spunti su cui riflettere in vista di un’eventuale prossima edizione.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

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